Piccoli esperimenti di felicità - ottobre 2019

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OTTOBRE 2019

Piccoli esperimenti di felicità A Z I E N D A

S P E C I A L E

C O M U N E

D I

C O N C E S I O

"L'autunno è una seconda primavera quando ogni foglia è un fiore."

Albert Camus


Le nostre centenarie Carmela Spinello anni 103

La signora Carmela Spinello è nata a Niscemi (in provincia di Caltanissetta) il 28 agosto del 1916. Si è sposata con Vincenzo all’età di 20 anni. Dal loro amore sono nati 4 figli. Dopo il decesso del marito, all’età di 90 anni si è trasferita a Brescia, dove vivono i tre figli maschi. L’unica figlia femmina abita invece ad Alessandria. A S.Andrea di Concesio viveva sola ed era autonoma fino al giorno prima del centenario, quando una brutta caduta le ha causato la frattura di un braccio. Era già tutto organizzato per l’occasione: era stato invitato il Sindaco, la Vicesindaco, i giornalisti e tutti i parenti. Il ristorante ed i fiori prenotati. Da quel momento ha avuto bisogno di assistenza continua e, dopo la riabilitazione, è arrivata la decisione di portarla in una struttura. I figli si occupano di lei e vengono in struttura quotidianamente, sono la sua ragione di vita, come dice Carmela. Talvolta telefonano ai parenti siciliani e lei sfoggia il suo dialetto più stretto. Ha un bel carattere deciso e socievole, però ha sempre amato la precisione e la convivenza con le altre ospiti all’inizio non è stata facile da accettare. Con il tempo, si è ambientata ed ora appare soddisfatta, si sente amata ed accudita nel migliore dei modi. Durante la sua festa per i 103 anni indossava la maglietta nuova che avrebbe dovuto mettere il giorno del suo centenario, la collana e gli orecchini d’oro che il figlio le aveva regalato per l’occasione. Si lamenta della vista e dell'udito, che non sono più quelli di un tempo, e di qualche doloretto diffuso, ma lo spirito è quello di una ragazzina, innamorata dei suoi figli e delle attenzioni che tutti le riservano.


Angela Lissignoli anni 101

Originaria di Provezze, la signora Angela proviene

trovare i luoghi in cui crescevano, andava anche

da una famiglia di contadini che le ha trasmesso

alla ricerca di asparagi selvatici e quando pioveva

l’amore per la natura. Dopo aver frequentato le

molto, di notte, usando un faro alimentato a

scuole elementari, ha lavorato in un calzificio di

carburo, cercava le lumache.

Lumezzane, vi si recava in bicicletta il lunedì e

E' stata una mamma buona, ma severa; amava

rientrava a casa il sabato pernottando in un

leggere le riviste, anche quelle un po’ "osé" come

dormitorio femminile durante la settimana. Il suo

Grand Hotel ed altri fotoromanzi. L’uncinetto era

grande amore è stato Vincenzo, l’uomo che ha

un’altra grande passione, faceva centri e tovaglie

sposato nel 1942, anche lui contadino, dalla loro

coi quali poi decorava la casa. Angela ha fatto il

unione due anni dopo è nato Bruno. Il

suo ingresso in Rsa nel 2016 ed ha festeggiato qui

trasferimento a Concesio, in località Costorio, è

il suo centenario, circondata dalla famiglia, dagli

avvenuto qualche anno dopo e Angela ha smesso

ospiti e dagli operatori della struttura, in una

di lavorare dedicandosi completamente alla

giornata ricca di emozioni. Ha un carattere

famiglia, mentre suo marito ha iniziato a fare

tranquillo ed appare sempre serena, gioca

l’operaio. La sua passione per la natura è rimasta

volentieri a tombola come usava fare con le sue

sempre viva, amava moltissimo andare per boschi

amiche quando si recava al Centro Anziani del

e da tutti in famiglia era soprannominata ‘la volpe

paese e, finché gli occhi glielo hanno permesso,

dei funghi’ per via del suo fiuto incredibile nel

ha colorato meravigliosi disegni durante l’Atelier d’arte.


riscoprire Concesio

La chiesetta della Madonnina del Tronto "II santuario di S. Maria del Tronto non è di recente origine. Un capitello o santellina esisteva fin dal XVI-XVII secolo e probabilmente era dedicato alla Madonna delle Grazie di cui anche la pala attuale sembra una variazione". A dare nuovo slancio alla devozione già viva alla Madonna del Tronto, fu una grazia concessa dalla Vergine ad un povero ragazzetto muto e sordo. "Sorpreso da un furioso temporale, il ragazzetto si era rifugiato sotto una bella pianta di romiglia per ripararsi dalla dirotta pioggia. Rigonfiato oltre misura il Tronto, tracimava furiosamente minacciando di travolgere il malcapitato. Il ragazzetto levò in cuor suo una preghiera ed ecco fra i rami della romiglia apparirgli una visione: una bella e maestosa signora con in braccio un bambino che, rivolgendogli la parola, lo rassicurò che era salvo ed aggiunse che voleva che Le fosse eretta in quel luogo una cappella. Il ragazzo corse a casa e, con meraviglia somma dei familiari sentendolo parlare, manifestò loro il desiderio della Madonna". Se c'è un fondamento storico al miracoloso salvataggio del ragazzetto muto, potremmo collocarlo all'incirca nel 1757 perché proprio in quell’anno ci fu una alluvione disastrosa per tutta la Valle Trompia. La Famiglia Bertelli, proprietaria del terreno sul quale il fatto era accaduto, eresse la cappella in bello stile neoclassico che adornò con un dipinto riproducente la Madonna col Bambino, di fattura artigiana e popolaresca. A questa immagine benedetta, accorrono soprattutto le donne in attesa della maternità e desiderose di nutrire da sé i loro piccoli e perciò è chiamata la Madonna del latte. Latte che sarebbe addirittura venuto ad un uomo che rideva di questa devozione.

All'immagine, come ricordò Papa Paolo VI, "fu devotissima la madre sua, Giuditta Alghisi Montini". "La mamma di Paolo VI, che era di Verolavecchia, quando veniva a Concesio e aspettava Paolo VI veniva tutte le mattine a fare devozioni alla chiesetta che veniva anche chiamata Madonna del latte perché era protettrice delle mamme che aspettavano i bambini. Mi ricordo che la prima cosa che mi ha chiesto Paolo VI, nell’udienza, appena fatto Papa, “c’è ancora la chiesetta del Tronto?”, perché erano molto affezionati sia la mamma che lui alla “Madonnina”. E’ sempre stato un punto di richiamo per la nostra gente." Estratto dell’intervista a Don Marco Belleri dal bollettino parrocchiale del 17.06.2000


2 ottobre La festa dei nonni

"Nessuno può fare per i bambini piccoli ciò che fanno i nonni. I nonni cospargono la polvere di stelle sulla vita dei bambini".

Il fiore ufficiale della festa dei nonni è il nontiscordardime. Un invito al ricordo e alla riconoscenza.


Anche noi a Brescia 17 settembre

Una mattina diversa per alcuni dei nostri ospiti ... Il centro di Brescia, in una bella giornata di sole, ha riacceso ricordi ed emozioni per Angiolino, Bruno, Carla, Fausto, Giacomo, Giovanni, Imelda, Luigia e Patrizia che hanno particolarmente gradito l'iniziativa. Sono tornati felici, anche se un po' stanchi, per la camminata di quasi 2 Km dalla fermata della metro al Duomo passeggiando tra le piazze del centro storico di Brescia.

10 EXPLORE / MARCH 2019


IL PRIMO VIAGGIO IN METROPOLITANA... dalla stazione del Prealpino a Piazza Vittoria. Per qualcuno è stato il primo viaggio per apprezzare la bellezza e la comodità della nostra metropolitana... anche se al ritorno un ascensore fermo ha costretto il gruppo ad affrontare la prima scalinata... senza problemi!

UNA PASSEGGIATA IN PIAZZA LOGGIA.... Da piazza Vittoria al Duomo attraverso la bellissima piazza Loggia. Una sosta davanti al palazzo comunale e davanti alla stele che ricorda i caduti della strage del 28 maggio 1974.

UN APERITIVO IN PIAZZA PAOLO VI In piazza Paolo VI, comodamente seduti, per qualcuno un caffè, per altri un aperitivo con patatine e noccioline molto gradite ...

LA VISITA AL DUOMO... Don Marino Cotali ci ha accompagnato a far visita al Duomo Vecchio e alla cattedrale di Brescia che custodisce la memoria e le tombe dei suoi Vescovi. oltre alla memoria di Paolo VI attraverso il monumento che lo rappresenta inginocchiato sulla soglia della Porta Santa appena aperta. E IL PROSSIMO VIAGGIO ? Cosa ne dite del Castello? Un grazie di cuore ai volontari che ci hanno accompagnato


I nostri pensieri... Sono stata contentissima, avevo l'impressione di aver già visto quelle cose, ma poterci andare così a sorpresa, in compagnia e poter visitare i posti nella stessa mattina mi è proprio piaciuto. In metropolitana non era la prima volta per me, mi ci hanno portato i miei nipoti, ma le cose fatte in compagnia hanno un gusto diverso. Carla Orlandi È stato bellissimo. Il viaggio in metro è stato divertente, la metro è comoda e veloce, io la prendevo spesso per andare in centro dove avevo un'attività. Mi è piaciuto che ci siamo divertiti perchè per altri di noi era una novità. È stato bello prendere l'aperitivo tutti insieme e fare la visita guidata nei due Duomi col sacerdote; avevo già visto entrambi, ma è stato bello ascoltare tutta la storia. Fare questa esperienza in compagnia è stato bello. Giacomo Bonetti

Mi è piaciuto molto. Non avevo mai visto il Duomo nuovo dentro e sono stato contento di vedere la tomba del vescovo che mi ha cresimato. È stato bello cambiare ambiente e fare qualcosa di diverso. Quando sono con voi mi cambia l'umore e riesco ad essere più felice. Il viaggio in metro bellissimo, è la quarta volta che lo prendo. Mi è piaciuta la sosta per bere il caffè tutti insieme. Fausto Firmo


Ho sempre apprezzato il centro della nostra città con le sue piazze e i suoi portici. Questo viaggio è stato una bellissima occasione per ricordare il lavoro di sarta che ho fatto per 40 anni e la mia gioventù quando venivo a Brescia per vedere le novità della moda. Luigia Bertazzi Ci siamo divertiti molto, siamo stati benissimo. Mi ha colpito andare a vedere il Duomo e salire sulla metropolitana, anche se c'ero già stata due o tre volte. Abbiamo bevuto un buon caffè tutti insieme in compagnia. Imelda Bosio E' stata un'esperienza molto bella. Mi è piaciuto molto il viaggio in metropolitana e il momento dell'aperitivo. Grazie a don Marino che ci ha accompagnato in Duomo e spiegato la sua storia. Grazie a chi ha avuto questa bella idea. Patrizia Clemente

Sono stato contento e mi sono divertito. Per la prima volta ho preso la metropolitana ed è stato molto bello. Bella la camminata nelle piazze di Brescia. Giovanni Gabossi

Bello il viaggio in metropolitana. Mi è molto piaciuto il Duomo Vecchio. Qualche volta mi sento solo anche se sono in compagnia, oggi invece la compagnia è stata piacevole … tornerei volentieri per un'altra visita. Bruno Dallera

Un grazie di cuore a Matteo Zubani per il servizio fotografico in metropolitana.


La patuna (castagnaccio) Il castagnaccio è un piatto "povero" nel vero senso della parola, diffusissimo un tempo nelle zone appenniniche dove le castagne erano alla base dell'alimentazione delle popolazioni contadine. Dopo un periodo di oblio, iniziato nel secondo dopoguerra e dovuto al crescente benessere, è stato riscoperto e oggi è protagonista nel periodo autunnale di numerose sagre e feste. Secondo quanto si legge nel "Commentario delle più notabili et mostruose cose d'Italia e di altri luoghi", di Ortensio Landi (Venetia, 1553) pare che l'inventore del castagnaccio sia stato un lucchese tale "Pilade da Lucca", che fu "il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda".

Ingredienti: 1 Kg di farina di castagne 600 ml di acqua 1 cucchiaino di sale 4 cucchiai di zucchero finissimo 4 cucchiai di olio e.v.o. leggero a piacere uva sultanina, pinoli e rosmarino

Come procedere: Mescolare bene tutti gli ingredienti con una frusta evitando la formazione di grumi. versare il composto, che deve risultare liquido, in una teglia ben oleata (usare quelle di alluminio per lasagne da 8/10 porzioni). A piacere si può aggiungere uvetta sultanina all'impasto Cuocere in forno preriscaldatio a 200°C per 15 minuti, dopodiché abbassare a 190° per altri 30 35 minuti fino alla formazione di una crosticina in superficie. In alcune regioni si decora la superficie con pinoli e rosmarino. (a cura di: Rossella, Denise, Giovannina, Delia, Marilena, Emilia e Rosa)


HANNOÂ FESTEGGIATO IL LORO COMPLEANNO GORNI ALDO ANNI 91 IL 10 SETTEMBRE BOSIO ERMINIA ANNI 90 IL 23 SETTEMBRE

AUGURI AUGURI

AUGURI



Demenza: le parole contano Come scegliere i termini corretti e rispettosi? Lo spiega la Federazione Alzheimer Italia in un documento che presenta le parole amiche delle persone con demenza e di chi si occupa di loro. Questa guida, rivolta a organizzazioni, giornalisti, medici, associazioni di volontariato e tutti coloro che si trovano ad avere a che fare quotidianamente con la demenza, nasce dal progetto delle Comunità Amiche delle Persone con Demenza. Una "Comunità Amica" è un luogo in cui le persone con demenza sono ascoltate, accolte, comprese e non escluse né stigmatizzate. Per mettere in pratica questa azione complessa la Federazione è partita dall'uso di un linguaggio adeguato, specchio di questa volontà di rispettare e non ferire nè isolare chi vive ogni giorno a contatto con la demenza. Nasce così "Demenza: le parole contano", una guida preparata per le Comunità ma anche per chiunque desideri impegnarsi a scegliere con cura le parole da utilizzare quando parla di demenza e di persone con demenza. Il linguaggio che usiamo, infatti, condiziona la considerazione e il giudizio sulle persone con demenza e ha un impatto significativo su come sono viste e trattate nella Comunità. L'essere "amico della demenza" parte dunque anche da un uso appropriato, inclusivo e non stigmatizzante del linguaggio, che non ferisce chi vive ogni giorno a contatto con la malattia. Le persone con demenza preferiscono parole e descrizioni accurate, equilibrate, rispettose, inclusive.

QUANDO SI PARLA DI PERSONE CON DEMENZA Le persone con demenza sono prima di tutto persone e una diagnosi di demenza non significa che la loro vita sia finita. Questi termini sono da preferire: persona con demenza persona che convive con la demenza persona con diagnosi di demenza Questi termini sono invece da evitare: sofferente vittima demente

Perché? Molti dei termini elencati sono avvilenti e dispregiativi. "Vittima e sofferente" contribuiscono allo stigma che circonda la demenza e "demente" antepone la condizione di demenza alla persona. L'uso di termini come "persona con o che vive con la demenza" mantiene la dignità della persona e non la giudica per la sua condizione.

QUANDO SI PARLA DI DEMENZA La demenza descrive un insieme di sintomi che sono causati da una patologia del cervello. Non si tratta di un'unica e specifica malattia. La demenza può compromettere la memoria, il linguaggio, il pensiero e in alcuni casi anche il comportamento e/o la capacità di agire nella vita quotidiana; può avere conseguenze sulla vita familiare, sociale e lavorativa della persona. Questi termini sono da preferire: demenza malattia di Alzheimer o altre forme di demenza sintomi di demenza Questi termini sono invece da evitare malattia dementigena demenza senile senilità Perché? Demenza senile è un termine superato che veniva usato quando si pensava che la perdita di memoria o altri problemi cognitivi fossero parte del normale invecchiamento e non di specifiche patologie cerebrali.


da Avvenire del 31 agosto 2019

Anziani con l'Alzheimer a Tokyo servono a tavola Vi fareste mai servire al ristorante da un cameriere con l'Alzheimer? Con il rischio di ordinare un bistecca e vedervi un'insalata? Eppure accade, in Giappone. Nel Paese dove l'errore non è ammesso e se qualcuno lo commette, anche minimo, deve profondersi in scuse che a noi appaiono umilianti. Il "Ristorante degli ordini sbagliati", questo il nome del locale temporaneo, si trova a Tokyo e impiega solo personale effetto da demenza. Il cliente è avvertito e accetta il rischio. Di rimandare indietro il piatto o di pranzare "a sorpresa". Ma anche di intenerirsi, scoppiare a ridere. Commuoversi. Non è un gioco, va detto. Il ristorante è serio: tovaglie candide, tavoli ben apparecchiati, piatti preparati con cura. In cucina, lì no, non ci sono cuochi pasticcioni. Dietro le quinte tutto funziona come deve. Il fattore "imprevisto" si trova fra la cucina e il cliente, ha il ruolo intermedio. Ed è proprio il contatto umano -umanissimo- fra il malato di demenza e l'estraneo che si siede al tavolo a dare valore aggiunto a questo luogo. Camerieri e cameriere sono in gran parte anziani, ma non solo. C'é una novantenne. Qualcuno scrive gli ordini, altri provano a ricordare. con il risultato che il 73% delle ordinazioni non corrisponde, è un guizzo fuori dall'ordinario. O finisce al tavolo sbagliato. Eppure il 99% dei clienti si dichiara soddisfatto.

Così come piace, e scalda il cuore, la musica suonata da una pianista affetta da demenza, accompagnata (nel vero senso della parola) dal marito che suona il violoncello. Ci s'interrompe, con pazienza si ricomincia da capo. Empatia tra i concertisti, empatia con gli spettatori. In Giappone, ricorda il fondatore Shiro Oguni, la demenza è "ampiamente misconosciuta" e gli ammalati vengono emarginati dalla società. Lo scopo del ristorante è affrontare due sfide: quella di una società che non ammette l'errore e quella demografica, di un Paese che invecchia a ritmi forsennati con conseguente impennata di malattie quali demenza senile di Alzheimer. "Vogliamo diffondere il messaggio che, demenza o no, è possibile vivere in armonia". E poi, a dirla tutta, sono convinti che la cucina giapponese riservi solo buone sorprese.


consigli di lettura

Cura Una parola del nostro tempo di Marco Trabucchi Cura è un parola del nostro tempo, perché sempre più vi è bisogno dell'altro che -fratello, amico, tecnico- si prenda carico di difficoltà e fragilità diffuse, anche se troppo spesso sembra che la solitudine si accompagni al dolore, alla sofferenza, al disagio, e non vi sia spazio per la cura. La solitudine sembra essere la compagna più diffusa nella vita dei nostri contemporanei, che vorrebbero essere accompagnati nella vita da persone che si caricano sulle spalle le loro crisi e le loro incertezze. Purtroppo questo non sempre avviene in una comunità dove la vita assieme sembra sempre più faticosa. Cura è parola chiave anche in medicina, perchè deve accompagnare la tecnica, che da sola spesso non raggiunge adeguati obiettivi di salute. La postmodernità ha costruito una società complessa che sembra non tener conto della relazione di cura. Ora l'umanità è arrivata a un bivio: deve comprendere se in grado di salvarsi dall'autodistruzione provocata da egoismi, violenze, danni all'ambiente, guerre… Se però la cura diviene un atteggiamento diffuso può svolgere una funzione di salvezza, purchè ci si impegni su vari piani per definire praticamente e teoricamente compiti e scopi di relazioni efficaci.

Marco Trabucchi è professore di neuropsicofarmacologia nell' Università Tor Vergata di Roma e Presidente dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria, società scientifica che studia le condizioni di benessere della persona anziana in relazione allo stato di salute somatica. Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, è autore di 20 volumi in ambito clinico e di oltre 570 lavori su riviste internazionali. La storia scientifica di Trabucchi si fonda su una solida base biologica per approdare agli studi sulle condizioni di malattia, in particolare in età avanzata, con specifica attenzione alle cause che abbreviano la vita e la rendono difficile e faticosa.


Il servizio di Assistenza Domiciliare Cos’è? Il servizio di assistenza domiciliare (SAD) è un servizio espletato da operatori qualificati presso il domicilio dell’utente a sostegno delle attività di base della vita quotidiana. A chi è rivolto E’ rivolto ad anziani con compromissione dell’autosufficienza, a disabili e a nuclei familiari che versano in particolari situazioni di necessità Prestazioni erogate: Sostegno nelle attività di base della vita quotidiana (igiene personale totale o parziale, cura della persona, aiuto nell'assunzione dei pasti e nella deambulazione); Aiuto per il governo della casa ; Prestazioni igienico-sanitarie complementari alle attività assistenziali; Collaborazione con il servizio di assistenza infermieristica; Prestazioni di segretariato sociale; Monitoraggio delle condizioni fisiche e psicologiche al fine di attivare i servizi preposti; Trasporto presso la RSA di Concesio per la fruizione di bagni assistiti in ambiente attrezzato; Ritiro e consegna della biancheria presso la lavanderia della RSA di Concesio.

Tempi delle prestazioni Le prestazioni sono effettuate di norma al mattino dal lunedì al sabato. Nel caso di condizioni socio- sanitarie particolarmente gravi e con limitate risorse familiari, l'utenza potrà richiedere il servizio anche nei giorni festivi e in orario pomeridiano. La prestazione giornaliera avrà la durata media di 50 minuti con la presenza di n. 1 assistente domiciliare. Per accedere al servizio è necessario prendere contatti con il Settore Servizi alla Persona del Comune di Concesio. Telefono: 030 2184171 L'attivazione avviene in base alla valutazione del bisogno da parte dell'Assistente Sociale che definisce gli interventi specifici, il monte ore e i giorni di prestazione del servizio in base alla situazione sociale del richiedente.

Tariffe La quota di partecipazione al costo è calcolata su base ISEE. Per l'anno 2019 la quota massima di compartecipazione al servizio è di €. 18,00 orarie, la quota minima è di €. 5,00 orarie. _____________________________________________________________________________ Azienda Speciale "Comune di Concesio" Vi a C. Battisti 72 - 25062 Concesio tel. 030 2751395

mail: amministrazione@aziendaspecialeconcesio.it


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