Avis Notizie n 1 2014

Page 32

rto

Inse

Non dobbiamo poi confondere i punti di raccolta con le sedi Avis: l’aggregazione, la promozione del dono e della cultura della solidarietà si realizzano essendo un punto di riferimento per i cittadini al di là del prelievo in sé. Meno punti di raccolta può significare più fondi liberi per iniziative locali, per il miglioramento delle sedi che supereranno l’accreditamento e una maggiore incisività dei volontari sui punti prelievo abilitati. Quelli di noi che hanno responsabilità dirigenziali si trovano davanti a due possibilità. La prima è opporci al cambiamento e all’avanzare dei tempi, senza se e senza ma, mettendo anche i donatori nella condizione di disagio di percepire, pur senza capire una distonia, una disarmonia con il sistema sanitario che abbiamo sempre servito con passione e competenza. L’altra possibilità è partecipare al cambiamento cogliendo l’occasione per rinnovare l’immagine dell’Associazione e per introdurre nuove idee non solo in termini di promozione del dono ma addirittura per concorrere attivamente alla ridefinizione degli aspetti ad essa propedeutici quali: prevenzione e salute, educazione alimentare, sport, sessualità consapevole, lotta alle dipendenze ecc. Se sapremo fare questo non dovremo temere che i nostri donatori periodici si rifiutino di fare qualche chilometro in più per donare: una volta spiegato loro con serenità e fermezza il perché delle nostre scelte lo capiranno e saranno ancora una volta dalla nostra parte. Oggi lo spirito del dono è quello di essere a disposizione dei pazienti in base alle reali necessità di utilizzo, al gruppo sanguigno, alla situazione non solo regionale ma anche nazionale. Con meno punti di prelievo da gestire avremo più tempo per le singole donatrici e donatori, per rispondere alle loro domande, dubbi e necessità. Deve essere spiegato ai donatori che se li si orienta sulla donazione di plasma o li si rimanda di un mese si fa per non sprecare il loro dono: non c’è niente di più etico e rispettoso che essere onesti con loro. Devono capire che se si chiede loro di prenotare la chiamata è per non farli attendere e per raccogliere il sangue che occorre. Bisogna spiegar loro che, come per il midollo, essere donatore significa stare a disposizione dei potenziali riceventi e non donare sull’onda emotiva, una volta e poi più. Bisogna spiegare che il plasma vale come il sangue e che non si è donatori di serie B. Anzi che col plasma che eccede il fabbisogno stiamo aiutando emofilici in paesi dove non c’è garanzia di cura: Egitto, Afghanistan, India. Se sapremo spiegare tutto questo, e magari gestiremo una lamentela momentanea convinti di operare al meglio, non perderemo donatori. E poi dobbiamo guardare avanti, ai donatori nuovi, sempre più consapevoli, altrettanto solidali. I nuovi donatori hanno esigenze diverse da quelli di 20 anni fa: apprezzano più le “coccole” dopo aver donato (meglio allestire un punto ristoro coi volontari che con le macchinette) ma non hanno problemi a spostarsi di qualche chilometro per donare in un centro adeguato, moderno e confortevole. I nuovi donatori preferiscono avere un luogo dove potersi connettere gratis col wi-fi che ricevere il giornalino cartaceo e un sito responsive dove prenotare da soli la propria poltrona. I nuovi ...... II


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.