Molini d'Italia Giugno 2021

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ITALMOPA ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI MUGNAI D’ITALIA WWW.ITALMOPA.COM

ANTIM ASSOCIAZIONE NAZIONALE TECNICI DELL’INDUSTRIA MOLITORIA

Molini THE ITALIAN MAGAZINE FOR THE MILLING INDUSTRY

d’Italia

LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA

06 Anno LXXII June  Giugno

2021 Mensile Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale - 70% CN/BO D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art. 1 c. 1 DCB Bologna Aut. Trib. Bo n. 6129 del 31/7/1992

Tecnologie per il settore agroindustriale IN QUESTO NUMERO IN THIS ISSUE

L’agricoltura sostenibile secondo Molini Pivetti Sustainable agriculture according to Molini Pivetti Al via il progetto AGENT, la rete europea di banche del germoplasma AGENT project kick-off, the European network of germplasm banks

Escherichia coli nelle farine: quali sono i pericoli? Escherichia coli in flour: what are the dangers? CUSTODI DI ECCELLENZA DAL 1840 www.cimasitalia.it


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ASSOCIAZIONE INDUSTRIALI MUGNAI D’ITALIA WWW.ITALMOPA.COM

ANTIM ASSOCIAZIONE NAZIONALE TECNICI DELL’INDUSTRIA MOLITORIA

Molini THE ITALIAN MAGAZINE FOR THE MILLING INDUSTRY

Summary  SOMMARIO N. 06 June GIUGNO 2021

d’Italia

LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA

PROPRIETARIO

Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma

Editorial EDITORIALE

Associazione Industriali Mugnai d’Italia

DIRETTORE EDITORIALE Cosimo De Sortis Presidente Italmopa

DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Vercellone

DIRETTORE TECNICO Lorenzo Cavalli Presidente Antim

COMITATO TECNICO EDITORIALE

Carlo Brera Dip. di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare; Reparto OGM e Micotossine; Istituto Superiore di Sanità - Roma Marina Carcea Ricercatrice per gli alimenti e la nutrizione; CREA - Roma Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione Maurizio Monti Miller’s Mastery - Tecniche di macinazione Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi, Mercato e Ufficio Stampa di Federalimentare Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari Andrea Villani Qualità cereali, mercato e strumenti di commercializzazione

RELAZIONI INTERNAZIONALI

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di C. De Sortis

Departements RUBRICHE

Fact & News  FATTI E NOTIZIE

WORLD NEWS

Laws & Rules PANORAMA NORMATIVO

Focus on economics FOCUS ECONOMIA

Food rules DIRITTO ALIMENTARE

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Features ARTICOLI

COMITATO DI REDAZIONE Piero Luigi Pianu Tullio Pandolfi Laura Pierandrei

ITALMOPA SOSTIENE LO SVILUPPO DI UNA FILIERA FRUMENTO DURO NAZIONALE Italmopa supports the development of a national durum wheat supply chain

The interview L’intervista

UN NUOVO MODELLO ORGANIZZATIVO A FAVORE DELLA SOSTENIBILITÀ A new organizational way in favor of sustainability

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a cura della Redazione

Alfredo Tesio

Research Ricerca

UNA RETE EUROPEA DI BANCHE DEI SEMI An European network of seed banks

60

di P. Vaccino

REDAZIONE

RESPONSABILE PUBBLICITÀ

ufficiostampa@avenue-media.eu Massimo Carpanelli - carpa@avenue-media.eu EDIZIONE, DIREZIONE, REDAZIONE, PUBBLICITÀ E AMMINISTRAZIONE

Edizioni Avenue media® Viale Aldini Antonio, 222/4 - 40136 Bologna

Tipografia MIG - Moderna Industrie Grafiche Via dei Fornaciai, 4 - 40129 Bologna

Registrazione Tribunale di Bologna del 31 luglio 1992 n. 6129 Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale - 70% CN/BO D.L. 353/2003 (conv. L. 46/2004) art. 1c. 1 DCB Bologna Informativa ex D.Lgs 196/2003 (tutela della privacy) Trattamento dei dati personali ai sensi del Regolamento Ue 679/2016. L’informativa Privacy è disponibile sul sito di Avenue media www.avenue-media.eu alla pagina “Informativa Privacy Editoria” www.avenue-media.eu/informativa-privacy-editoria

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di V. Giaccone

Abbonamento annuale (12 numeri)

Italia € 45,00 - Copia € 4,50 Estero € 96,00 Copie arretrate (se disponibili) € 9,00 cad. esclusa spedizione

Food Security Sicurezza alimentare

Pest control

FOCUS SULLA DISINFESTAZIONE NELLA FILIERA CEREALICOLA 82 Focus on pest control in the cereal supply chain di A. Massaccesi

BUYER’S GUIDE

Events EVENTI

AGENDA

Advertisers list  ELENCO INSERZIONISTI

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Editorial  EDITORIALE

Italmopa sostiene lo sviluppo di una filiera frumento duro nazionale Italmopa supports the development of a national durum wheat supply chain D

uring the Durum Days, the results of a study carried out by Areté Research Institute were presented. They revealed key elements useful for understanding and evaluating the industry’s performance. The demand for pasta, which had reached high levels during the pandemic, is now returning to standard consumption; wheat production has increased, thanks to a larger sown area, but also to an increase in stocks, which has also contributed to lowering the price of the raw material. During Durum Days, the focus was therefore on the importance of a correct and continuous supply of quality durum wheat, so that semolina production can meet the demands of both the pasta industry and consumers.

I “DURUM DAYS” SONO STATI L’OCCASIONE PER UN UTILE E PROFICUO CONFRONTO TRA GLI ATTORI DEL SETTORE THE “DURUM DAYS” WERE AN OPPORTUNITY FOR A USEFUL DISCUSSION AMONG THE di Cosimo De Sortis INDUSTRY PLAYERS Presidente di Italmopa

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o scorso 18 maggio si è tenuto il consueto appuntamento con i Durum Days. La manifestazione, organizzata in modalità online tramite webinar, ha reso possibile anche quest’anno un utile e proficuo confronto tra gli attori della filiera

nazionale frumento duro sulle previsioni della prossima campagna. A prendere parte all’evento, organizzato in collaborazione con il CREA, oltre a Italmopa, i rappresentanti delle altre sigle della filiera frumento duro: Assosementi, Cia, Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Unione Italiana Food. Nell’occasione sono stati illustrati i risultati di uno studio estremamente interessante realizzato da Areté, società di ricerca e consulenza specializzata nell’agrifood, dal quale sono emersi alcuni elementi chiave utili a comprendere e valutare l’andamento del comparto. Innanzitutto, nonostante il prolungato blocco del settore Horeca, nel 2020

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Editorial  EDITORIALE

la filiera italiana ha prodotto l’11% di pasta in più rispetto al 2019, con picchi di crescita superiori al 40% in alcuni periodi dell’anno. Già per quest’anno si prevede però un ritorno ai livelli prepandemia, con una produzione dell’1% superiore a quella del 2019. La domanda di pasta si va infatti attestando su livelli più usuali: nel primo trimestre di quest’anno i consumi hanno registrato un -15,1% rispetto all’analogo periodo del 2020, mentre su base annuale si stima un -3,4% rispetto al 2020, con un probabile ritorno dei livelli di consumo a quelli registrati nel 2019. In merito alle scelte di acquisto effettuate sullo scaffale dai consumatori, si conferma un’attenzione particolare per i prodotti di qualità e pasta 100% made in Italy, un trend che sta determinando una crescita della quota di mercato dei brand minori. Con riguardo, in modo specifico, ai fondamentali, nel 2021 la produzione

di grano duro è stimata in crescita sia a livello nazionale (+9%), sia a livello mondiale (+6%), anche in virtù dell’aumento delle superfici delle aree seminate (+4%). Si inverte anche il trend delle scorte finali (+10%) dopo tre campagne in cui risultavano in calo. L’incremento della disponibilità di prodotto e la crescita delle scorte stanno contribuendo a un graduale contenimento dei prezzi del grano duro: se avevano, infatti, raggiunto picchi superiori ai 300 euro a tonnellata nel 2020, sono calati

OCCORRE SVILUPPARE TUTTI GLI STRUMENTI A SOSTEGNO DELLA FILIERA GRANO DURO NAZIONALE

gradualmente nel 2021, per tornare ai livelli di maggio 2019. Per la nostra Associazione i Durum Days sono stati l’occasione per evidenziare nuovamente, a tutela e in rappresentanza dell’industria molitoria italiana, l’importanza di un corretto e continuo approvvigionamento in frumento duro di qualità per consentire la produzione di semole in grado di rispondere alla domanda dell’industria pastaria e dei consumatori. Ricordiamo, infatti, che l’industria molitoria rappresenta da sempre un’eccellenza nel panorama dell’industria alimentare italiana e siamo convinti che sia necessario favorire l’incremento della disponibilità di grano duro nazionale di qualità. Al contempo, restiamo però consapevoli che tale incremento non potrà in alcun modo sostituire pienamente le importazioni che, pertanto, continueranno anche in futuro a essere indispensabili per coprire il nostro fabbisogno. Come Associazione abbiamo altresì evidenziato che l’incremento della domanda di semole 100% italiane ha certamente consentito, nel corso degli ultimi mesi, una valorizzazione del frumento duro nazionale, la cui quotazione risponde ormai a dinamiche maggiormente autonome rispetto a quelle del mercato internazionale. Ci auguriamo ovviamente che questo trend possa contribuire a incrementare le superfici e le produzioni nazionali di frumento duro. Ed è anche per questo motivo e con questo obiettivo che Italmopa si è recentemente fatta promotrice dell’inserimento della semola ottenuta con solo grano nazionale nei listini prezzi delle due principali Camere di Commercio. È un’iniziativa importante che denota, ancora una volta, un forte senso di responsabilità e un convinto interesse di Italmopa a voler ulteriormente sviluppare tutti gli strumenti in grado di agevolare la crescita della filiera grano duro nazionale. Cosimo De Sortis

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Fact  &  News  FATTI E NOTIZIE

CIBUS 2021 IN PRESENZA

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l 7 giugno a Roma, nella sede di Agenzia Ice, è stata presentata l’edizione 2021 di Cibus a cui hanno partecipato il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il presidente di Agenzia Ice, Carlo Ferro, il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio, e il presidente di Fiere di Parma, Gino Gandolfi. L’evento, che si terrà in presenza dal 31 agosto al 3 settembre, vuole essere, secondo Vacondio, “il momento simbolico della ripresa dell’industria alimentare italiana”, nonché l’occasione per lanciare un segnale forte: il made in Italy torna al centro ed è pronto ad affacciarsi sui mercati esteri per riprendere il suo ruolo di volano dell’export.

PRIMO REPORT SULL’AGRIFOOD-TECH IN ITALIA

L

a società inglese Forward Fooding, leader nelle consulenze nel campo dell’innovazione agroalimentare, ha pubblicato il primo report sull’innovazione agroalimentare in Italia. Il rapporto mira ad approfondire gli attori chiave e gli ecosistemi abilitanti del settore, inclusi i principali investitori istituzionali e aziendali, acceleratori e incubatori di startup, al fine di delineare i principali punti di forza e di debolezza dell’ecosistema italiano e identificare le opportunità e le sfide che le startup food-tech italiane dovranno affrontare. L’auspicio è che l’Italia diventi un punto di riferimento per l’innovazione AgriFood-Tech nell’ecosistema globale.

PREZZI INVARIATI PER IL TENERO NAZIONALE, IN AUMENTO QUELLI DEL DURO

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rezzi del frumento tenero nazionale sostanzialmente invariati nelle ultime settimane: a Milano, il panificabile vale 249 euro/t (sono sospese le quotazioni dei frumenti di forza e panificabili superiori), mentre a Bologna il “fino” è fermo a 240,50 euro/t e il “forza” a 241,50 euro/t. Viceversa, sui mercati internazionali a termine, le quotazioni sono in lieve recupero: per settembre 2021 il Matif (prima scadenza del prossimo rapporto) ha segnato 214,75 euro/t (+3,50 euro/t) e Chicago, per la scadenza di luglio, ha quotato 687,6 cent/bushel (208,45 euro/t). In Francia il mercato fisico è di nuovo in aumento. Il prezzo fob di Rouen per il frumento panificabile di alta qualità è ora a 269 euro/t (+7 euro/t) e il panificabile di base per giugno (nuovo raccolto) quota 204 euro/t fob Mosella (+1 euro/t). Sebbene i prezzi del frumento duro in Italia siano rimasti invariati, va segnalato che a Milano, nel mese di giugno, è stato rilevato un aumento generalizzato di 3 euro/t. Il “fino” Nord quota ora 295,50 euro/t, mentre il “fino” Centro 306,50 euro/t arrivo Lombardia. Non cambiano invece le quotazioni a Foggia, dove il “fino” quota ancora 292,50 euro/t e il “ bio” 315 euro/t, così come a Bologna (“fino” Cen-

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tro 295 euro/t arrivo Emilia, 291 euro/t partenza Emilia). Viceversa, il prezzo nominale in Francia per la consegna luglio/agosto 2021 a Port-La-Nouvelle è aumentato di 10 euro/t: la quotazione è ora a 270 euro/t.

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Fact  &  News  FATTI E NOTIZIE

AUSTRALIA: SOPRA LA MEDIA LA STIMA DEL RACCOLTO INVERNALE DI FRUMENTO

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econdo un rapporto dell’Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences (Abares), la produzione australiana 2021-2022 di grano invernale dovrebbe essere superiore alla media in virtù dell’aumento della superficie coltivata. A confermarlo Jared Greenville, direttore esecutivo di Abares, il quale ha dichiarato che le previsioni per il frumento invernale sono ben al di sopra della media, ma ci saranno differenze tra le regioni di coltivazione. Così, le prospettive di resa nella maggior parte delle regioni di coltivazione del Nuovo Galles del Sud, dell’Australia occidentale e di gran parte del Queensland saranno molto favorevoli grazie alle condizioni favorevoli registrate all’inizio della stagione del raccolto invernale e alle prospettive per le precipitazioni invernali. Di contro, le condizioni di semina in South Australia e Victoria risultano critiche e dipenderanno dalle precipitazioni sia per completare la semina, sia per lo sviluppo delle colture.

IL CLIMA CALDO FAVORIRÀ I RACCOLTI DI GRANO IN EUROPA

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l clima caldo aiuterà i raccolti di grano europei a riprendersi dal freddo che ha caratterizzato la scorsa primavera, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters. Le previsioni per la produzione di grano tenero sono infatti aumentate dalla fine di maggio, con Coceral che ora stima il raccolto combinato Ue e Uk in aumento del 14% rispetto al 2020. La Francia, ad esempio, vede oggi una stima del raccolto a 38 milioni di tonnellate, un passo avanti notevole rispetto al peggior raccolto degli ultimi decenni registrato lo scorso anno con 29 milioni di tonnellate. Anche la Germania trarrà beneficio dal clima caldo che limita in modo sostanziale i ritardi del raccolto, anche se gli analisti tedeschi lanciano un allarme sui potenziali danni alle colture che potrebbero essere causati da un eccessivo caldo estivo e dalla siccità.

STABILE LA PRODUZIONE EUROPEA DI MANGIMI

S

econdo un rapporto della Federazione europea di produttori di mangimi (Fefac), la produzione di mangimi composti industriale nell’Unione europea è rimasta stabile nel 2020 nonostante l’effetto combinato della diffusione di malattie animali e della pandemia Covid-19. Lo scorso anno la produzione di mangimi composti per animali da allevamento è stata di 164,9 milioni di tonnellate - con un aumento incrementale dello 0,1% rispetto al 2019 - in base ai dati forniti dai membri della Fefac. Quindi, a differenza delle previsioni, l’industria europea del settore è riuscita a mantenere la sua produzione a un ritmo stabile. Infatti, mentre i mangimi per bovini e pollame hanno registrato un calo, tutti gli altri settori hanno segnato una crescita della produzione rispetto al 2019.

PARTNERSHIP BEI-EURALIS PER IL RILANCIO DELLA COMPETITIVITÀ UE SULLE SEMENTI

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a Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Gruppo cooperativo francese Euralis hanno annunciato, il primo giugno scorso, un accordo di partenariato per incrementare la competitività europea nel settore delle sementi. L’accordo rientra nel Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), come ha evidenziato in una nota la Commissione europea. L’obiettivo è quello di aumentare, grazie alla disponibilità di nuove varietà non Ogm ad alta resa, la capacità di reazione delle imprese agricole europee alle conseguenze del cambiamento climatico, tenendo conto della dimensione ambientale delle produzioni agricole. In termini operativi, la Bei erogherà un finanziamento di 44 milioni di euro alla società Lidea (gruppo Euralis), per rafforzare i programmi di ricerca e sviluppo già in essere con una dotazione di oltre 30 milioni di euro l’anno.

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WORLD NEWS

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.

BUNGE CREA VECTOR PER SVILUPPARE LA DIGITALIZZAZIONE DELLA LOGISTICA

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unge, leader mondiale dell’agroalimentare, e Target, fornitore sudamericano di logistica e soluzioni tecnologiche, sono prossimi alla creazione di Vector, una nuova realtà imprenditoriale per la digitalizzazione del noleggio di camion e altri servizi in Brasile. Le due società hanno già collaborato con successo alla realizzazione della App Vector per il contratto di trasporto merci, lanciata lo scorso anno e utilizzata nelle operazioni di Bunge in Brasile. Prendendo il nome dall’App, la nuova società offrirà servizi logistici della piattaforma ad altre imprese. Vector aiuterà ad aumentare la produttività dei vettori mappando i flussi e l’integrazione dei processi per ridurre i costi logistici delle aziende. Uno strumento che si integra con il sistema operativo dello spedizioniere, comunicando con le località di carico e scarico.

PROSEGUE IL PROGETTO DI UN NUOVO PORTO IN RUSSIA

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nited Grain Co., Demetra Holding e Federal State Unitary Enterprise Rosmorport hanno raggiunto un accordo in merito allo sviluppo delle infrastrutture necessarie per organizzare il trasbordo di carichi di grano nei porti marittimi della Federazione Russa. L’annuncio è stato fatto nell’ambito del XXIV Forum economico internazionale di San Pietroburgo il 3 giugno. In base all’accordo, i partner prevedono di costruire un nuovo attracco, sotto forma di un molo a doppia faccia in testa all’attuale molo 3 nel porto di Novorossiysk, che consentirà il ricevimento di navi della classe Panamax. Lo sviluppo di nuove strutture portuali per il trasbordo di carichi di grano rientra nella strategia del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, per aumentare l’esportazione di prodotti agricoli. Il nuovo molo raddoppierà la capacità di trasbordo totale nel sito a circa 25 milioni di tonnellate (oggi di 13,6 milioni di tonnellate) e aumenterà la capacità di stoccaggio da 370 mila a 870 mila tonnellate.

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WORLD NEWS

EGITTO: APPROVATA UNA LEGGE PER FRENARE LA COLTIVAZIONE ILLEGALE DI RISO

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el tentativo di preservare le sue risorse idriche, minacciate dalla costruzione della Grande Diga del Rinascimento a opera dell’Etiopia, l’Egitto ha approvato una nuova legge per eludere la coltivazione illegale di riso, questo secondo un rapporto del Global Agricultural Information Network (Gain) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda). La nuova legge sulle risorse idriche e l’irrigazione stabilisce che se un agricoltore viene scoperto a piantare riso al di fuori dell’area di coltivazione assegnatagli dal governo, potrebbe incorrere in una forte multa o ricevere una pena detentiva fino a sei mesi. In Egitto il riso è un raccolto estivo, coltivato da aprile a ottobre, limitato alle zone nord, est e ovest del delta del Nilo in nove governatorati stabiliti dal Ministero delle risorse idriche e dell’irrigazione. Quest’anno il governo egiziano ha decretato che solo 300 mila ettari potranno essere coltivati a riso, pari a una riduzione di oltre un terzo della superficie legalmente arabile l’anno scorso.

PRODUZIONE CEREALICOLA RECORD NEL 2021

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el suo ultimo rapporto sul mercato mondiale dei cereali, l’International Grains Council (Igc) prevede che la produzione globale di grano dovrebbe raggiungere i 790 milioni di tonnellate nella stagione 2021/2022, mentre il commercio mondiale di grano è stimato a 188 milioni di tonnellate grazie all’aumento della domanda. Le attuali prospettive per la produzione mondiale di cereali indicano un terzo anno consecutivo di crescita moderata, con la prima previsione della Fao per il 2021 ora fissata a quasi 2.821 milioni di tonnellate (di fatto, un nuovo record), in aumento dell’1,9% rispetto al 2020.

ARDENT MILLS ACQUISISCE HINRICHS TRADING COMPANY

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rdent Mills ha annunciato di aver completato con successo l’acquisizione di tutte le attività di Hinrichs Trading Company (HTC), azienda leader negli Usa nell’approvvigionamento, pulizia e confezionamento di ceci. Come parte del piano di crescita strategico di Ardent Mills, l’acquisizione si basa sulle forti potenzialità di sviluppo degli ingredienti speciali, sulle strette connessioni con i coltivatori e sull’aiuto ai clienti a portare sul mercato prodotti innovativi per soddisfare la crescente domanda di legumi e ingredienti a base vegetale da parte dei consumatori. L’acquisizione consente inoltre al gruppo di Denver, Colorado, di sfruttare il forte legame di HTC con i produttori, il know-how nella selezione delle varietà di semi, nella lavorazione dei prodotti finiti, e di integrarli con la visione, il management e le risorse di ricerca e sviluppo di Ardent Mills.

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Laws  &  Rules  PANORAMA NORMATIVO

a cura di Tullio Pandolfi Italmopa

Residui di pesticidi negli alimenti: il rapporto annuale dell’Efsa

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ello scorso mese di aprile l’Efsa ha pubblicato il suo rapporto 2019 sui residui di pesticidi rilevati negli alimenti nell’Unione europea. Sono stati analizzati complessivamente 96.302 campioni di alimenti, dei quali il 96,1% è risultato nei limiti di legge. Quanto al sottoinsieme di 12.579 campioni analizzato in base al programma di controllo coordinato dall’Ue (Eucp), si è riscontrato che il 98% era nei limiti di legge. L’Eucp ha analizzato campioni presi a caso in 12 prodotti alimentari: mele, cavoli cappuccio, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, avena in chicchi, orzo in chicchi, vino (rosso e bianco), latte vaccino e grasso di maiale. Di questi campioni, 6.674, ovvero il 53%, sono risultati privi di residui quantificabili; 5.664, ovvero il 45%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi; il 2%, ovvero 241 campioni, conteneva residui eccedenti il massimo di legge, dei quali l’1% è stato sottoposto a misure legali. Il programma coordinato utilizza a rotazione triennale panieri di prodotti analoghi, in modo da poter individuare per prodotti specifici tendenze in aumento o diminuzione. Rispetto al 2016 il tasso di sforamento risulta diminuito per pesche (da 1,9% a 1,5%), lattuga (da 2,4% a 1,8%), mele (da 2,7% a 2,1%) e pomodori (da 2,6% a 1,7%); aumentato invece per fragole (da 1,8% a 3,3%), cavoli cappuccio (da 1,1% a 1,9%), uva da vino (da 0,4% a 0,9%) e grasso di maiale (da 0,1% a 0,3%). Come nel 2016 non risultano sforamenti nel latte vaccino.

L’Efsa ha tradotto le risultanze del programma coordinato in grafici e diagrammi disponibili sul proprio sito web, rendendo i dati più accessibili ai non specialisti. Oltre ai dati armonizzati e confrontabili raccolti nell’ambito del programma coordinato Ue, il rapporto annuale dell’Efsa utilizza anche quelli provenienti dalle attività di controllo nazionali dei singoli Stati membri dell’Ue, della Norvegia e dell’Islanda. Questi programmi nazionali di controllo sono mirati sul rischio, quindi su prodotti con presenza probabile di residui di pesticidi o nei quali siano state individuate violazioni delle norme negli anni precedenti. Essi forniscono informazioni importanti ai gestori del rischio ma, a differenza dei dati provenienti dal programma coordinato dall’Ue, non offrono un quadro statisticamente rappresentativo dei livelli di residui che ci si aspetterebbe di trovare negli alimenti in vendita in Europa. Nell’ambito dell’analisi dei risultati, l’Efsa ha effettuato anche una valutazione dei rischi alimentari. Tale analisi suggerisce che i prodotti alimentari analizzati nel 2019 abbiano poca probabilità di rappresentare un problema per la salute dei consumatori. Vengono tuttavia avanzate alcune raccomandazioni per aumentare l’efficienza dei sistemi di controllo europei, al fine di garantire come sempre un elevato livello di tutela dei consumatori.

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Laws  &  Rules  PANORAMA NORMATIVO

Modifiche ai livelli massimi di residui (LMR) di antiparassitari nei prodotti alimentari e mangimi

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i segnala la pubblicazione di alcuni regolamenti comunitari in materia di LMR.

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 131 del 16 aprile 2021: • Reg. (Ue) 2021/616 della Commissione del 13 aprile 2021, che modifica gli allegati II, III e V del Reg. (Ce) 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio relativi ai livelli massimi di residui di benalaxil, benalaxyl-M, diclobenil, fluopicolide, proquinazid e pyridalyl in o su determinati prodotti; • Reg. (Ue) 2021/618 della Commissione del 15 aprile 2021, che modifica gli allegati II e III del Reg. (Ce) 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di diclofop, fluopyram, ipconazole e terbutilazina in o su determinati prodotti. Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 133 del 20 aprile 2021: • Reg. (Ue) 2021/644 della Commissione del 15 aprile 2021, che modifica gli allegati II e III del Reg. (Ce) 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di fluxapyroxad, imexazol, metamitron, penflufen e spirotetrammato in o su determinati prodotti.

Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 139 del 23 aprile 2021: • Reg. (Ue) 2021/663 della Commissione del 22 aprile 2021, che modifica l’allegato III del Reg. (Ce) 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i livelli massimi di residui di clordecone in o su determinati prodotti.

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Laws  &  Rules  PANORAMA NORMATIVO

Etichettatura dei prodotti biologici

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ulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea n. L 133 del 20 aprile 2021 è stato pubblicato il Regolamento delegato (Ue) 2021/642 della Commissione del 30 ottobre 2020 che modifica l’allegato III del Reg. (Ue) 2018/848 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda determinate informazioni da indicare sull’etichetta dei prodotti biologici. Con questo regolamento sono state inserite, attraverso la modifica dell’Allegato III del Reg. (Ue) 2018/848, norme per indicare nell’etichettatura di un mangime se lo stesso è autorizzato nella produzione biologica e quali sono l’esatta composizione e la percentuale di composti biologici, in conversione e non biologici dello stesso. Il capo III del Reg. (Ue) 2018/848 stabilisce le norme di produzione applicabili alla produzione biologica, mentre l’allegato III del medesimo stabilisce norme concernenti, tra l’altro, l’imballaggio e il trasporto di prodotti biologici e in conversione. In particolare, il punto 2.1 di tale allegato prevede l’indicazione di alcune informazioni sull’etichetta o su un documento di accompagnamento. L’allegato III, punto 2.1, del Reg. (Ue) 2018/848 è pertanto sostituito dal seguente: “Informazioni da fornire: gli operatori garantiscono che i prodotti biologici e in conversione siano trasportati ad altri operatori o unità, compresi i grossisti e i dettaglianti, solo in idonei imballaggi, contenitori o veicoli chiusi in modo che il contenuto non possa essere alterato né sostituito se non manipolando o danneggiando i sigilli e che siano provvisti di un’etichetta che, oltre alle altre indicazioni eventualmente previste dal diritto dell’Unione, riporti: a) il nome e l’indirizzo dell’operatore e, se diverso da quest’ultimo, del proprietario o del venditore del prodotto; b) il nome del prodotto; c) il nome o il codice numerico dell’autorità o dell’organismo di controllo a cui è assoggettato l’operatore; d) se del caso, l’identificazione del lotto attraverso un siste-

ma di marcatura approvato a livello nazionale o concordato con l’autorità di controllo o l’organismo di controllo, che permetta di mettere in relazione il lotto con le registrazioni di cui all’articolo 34, paragrafo 5. 2.1.2. (del Reg. Ue 848/2018)”. Rispetto al testo originario dell’allegato, nel punto 2.1 è riportata la nuova formulazione. Le informazioni di cui alle lettere da a) e d) possono unicamente figurare in un documento di accompagnamento, purché quest’ultimo sia inequivocabilmente correlato all’imballaggio, al contenitore o al mezzo di trasporto del prodotto. Il documento di accompagnamento contiene informazioni sul fornitore o sul trasportatore e differisce dalla precedente limitatamente alla sostituzione di “anche” con “unicamente”, legata alla possibilità di far figurare le indicazioni unicamente sul documento di accompagnamento.

Revisione della gestione degli allergeni alimentari

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a Commissione europea è intervenuta per adeguare i requisiti in materia di igiene al codice di buone pratiche sulla gestione degli allergeni alimentari, adottato lo scorso settembre 2020 dalla Commissione del Codex Alimentarius. In sintesi, il Cxc 080 (Codice di prassi sulla gestione degli allergeni alimentari per gli operatori del settore alimentare) fornisce linee guida sulla gestione degli allergeni nella produzione alimentare attraverso un approccio armonizzato nella catena alimentare, basato su requisiti generali in materia di igiene, compresi i controlli per impedire contaminazioni crociate quando un allergene è inavvertitamente trasferito da un alimento che lo contiene a un alimento che ne è privo.

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La Commissione del Codex Alimentarius (Cac) lo ha ritenuto fondamentale perché siamo in un periodo di crescenti timori in merito alla gravità delle allergie alimentari e alle loro conseguenze sulla salute, nonché di crescente complessità della filiera alimentare. L’obiettivo è quello di favorire un approccio proattivo e preventivo alla gestione degli allergeni nella produzione alimentare, anziché una risposta di tipo reattivo all’individuazione di un pericolo per la sicurezza alimentare. Il codice sulla gestione degli allergeni va a integrare la revisione adottata di recente della Linea guida del Codex, Cxc 1 (1969) “Principi generali di igiene alimentare” e del relativo allegato Haccp, nonché le attività in corso sull’etichettatura alimentare dello stesso Codex. In estrema sintesi questa Linea guida adottata nel 1969, emendata nel 1999, revisionata nel 1997, 2003, 2020 - fornisce un terreno comune per il controllo della salubrità alimentare a livello mondiale e getta le basi per tutti gli altri testi e per tutte le altre norme in ambito igienico del Codex Alimentarius. La revisione comprende aggiornamenti che consentiranno una migliore applicazione da parte degli operatori del settore alimentare, delle autorità competenti e di altre parti interessate.

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La norma fornisce inoltre linee guida aggiuntive sull’importante problema sanitario degli allergeni, che andranno a integrare l’adozione di un nuovo codice di prassi Codex sulla gestione degli allergeni (il codice è stato poi adottato come sopra indicato, ndr). Questa revisione aiuta i Paesi a mantenere un approvvigionamento sicuro e ininterrotto di generi alimentari in un’epoca in cui la pandemia Covid-19 ha sottolineato la necessità di rafforzare le buone pratiche igieniche.

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Laws  &  Rules  PANORAMA NORMATIVO

Attività operativa dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi nel 2020

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ul sito del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (www.politicheagricole.it), nella sezione dedicata all’Icqrf è consultabile il report sull’attività operativa dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi nel 2020, con i dettagli delle azioni svolte contro frodi, fenomeni di Italian sounding e contraffazioni ai danni del made in Italy e dei consumatori, nonché nel contrasto alla criminalità agroalimentare. I controlli eseguiti nel 2020 sono stati oltre 70 mila (di cui 58.824 controlli ispettivi e 12.168 analitici). Gli operatori verificati sono stati oltre 37.500 e i prodotti controllati circa 77 mila. Le irregolarità rilevate hanno riguardato il 15,8% degli operatori, l’11% dei prodotti e il 7,4% dei campioni con esito analitico irregolare. Gli ispettori dell’Icqrf hanno la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria e anche nel 2020 hanno portato a termine, su delega della magistratura, azioni a contrasto della criminalità agroalimentare. I controlli hanno interessato tutta la filiera agroalimentare; con riferimento ai singoli settori si segnalano, in particolare, i 3.445 controlli che hanno riguardato i cereali e i prodotti derivati. A livello internazionale e sul web, in qualità di autorità ex officio per i prodotti Dop e Igp, l’attività dell’Icqrf di tutela del made

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in Italy agroalimentare ha raggiunto risultati rilevanti con 1.142 interventi. Su internet, in particolare, l’Icqrf, grazie alla continua collaborazione con i web market places Alibaba, Amazon, eBay e Rakuten, ha ottenuto risultati di rilievo sulle piattaforme di commercio elettronico con il 99% di successi. Deve infine essere segnalata l’attività dell’ Icqrf relativa ai controlli effettuati nell’ambito del sistema dell’agricoltura biologica, con 7.420 controlli (di cui 5.878 ispettivi e 1542 analitici) con 4.475 operatori e 6.945 prodotti sottoposti a verifica.

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Focus on economics  FOCUS ECONOMIA

Materie prime: il malessere dell’industria alimentare Commodities: the discomfort of the food industry I

n this paper, the question is whether the recent price hikes indicate the start of a superexpansionary cycle or whether they will fade away soon. Moreover, while historically the price of many commodities was closely related to oil price, in recent times financial speculations and cartel maneuvers have taken place, thus creating difficulties to those sectors that use the most expensive commodities, such as the mechanical and food industries. Not only that, but the price of an agricultural commodity can also vary due to aspects linked to unusual factors. The result is that today all commodities show a strong increase in demand, as well as a strong increase in price.

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FASE PARADOSSALE PER IL SETTORE CHE ANCORA STENTA A RITROVARE UN EQUILIBRIO PARADOXICAL STAGE FOR THE SECTOR WHICH IS STILL STRUGGLING TO FIND ITS BALANCE

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l dibattito sulle materie prime è da qualche tempo incentrato soprattutto su questa domanda: le recenti impennate delle quotazioni sono indice dell’avvio di un super-ciclo espansivo o sono destinate a stemperarsi a breve? Va premesso, intanto, che il fronte dei metalli e dell’energia ha mostrato in genere, negli ultimi mesi, spinte più allargate e a volte più vistose rispetto al fronte delle commodities agricole.

di Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Va anche aggiunto che, mentre storicamente i prezzi di molte materie prime sono correlati in modo stretto a quelli del petrolio, nel periodo in esame si sono attivate speculazioni finanziarie e manovre di cartello. E ciò ha messo in difficoltà i settori utilizzatori delle commodities a maggior rincaro, come il meccanico e l’alimentare. La logistica si è poi aggiunta a questi processi: è noto che il noleggio di un con-

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Focus on economics  FOCUS ECONOMIA

tainer ha visto sestuplicare i costi rispetto ai mesi centrali del 2020.

Aumento dei prezzi e dei consumi Il prezzo di una materia prima agricola, inoltre, può variare anche per aspetti lega-

ti a fattori anomali. Basti pensare a quello che è accaduto in Cina negli scorsi anni quando, a seguito del virus della peste suina, peraltro non ancora debellato completamente, il prezzo della carne di maiale è schizzato in alto perché la quasi totalità degli allevamenti dell’economia del dragone è stata abbattuta, con circa 200 mi-

lioni di suini persi a causa del virus. Il risultato, in ogni caso, è che oggi tutte le commodities mostrano un forte aumento della domanda e tutte registrano un notevole rialzo dei prezzi: il rame si è apprezzato del 47% rispetto ai livelli pre-crisi, il grano del 12%, la soia del 15%, il legno del 6% (quello per pallet del 20%).

PREZZI ALLA PRODUZIONE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE - MARZO 2021 VARIAZIONI % SU INDICI 2015 = 100 Variazione % Variazione % Variazione % marzo 2021/ marzo 2021/ marzo 2021/ media anno 2015 febbraio 2021 marzo 2020

Totale Industria Totale Industria Alimentare Lavorazione e conservazione di carne e prod. di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di carne (escluso volatili) Lavorazione e conservazione di carne di volatili Produzione di prodotti a base di carne (inclusa la carne di volatili) Lavorazione di pesce, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di succhi di frutta e ortaggi Altra Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Produzione di oli e grassi Produzione di margarina e di grassi commestibili simili Industria lattiero-casearia Industria lattiero-casearia, trattamento igienico, conservazione del latte Produzione di gelati Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei Lavorazione delle granaglie Produzione di amidi e di prodotti amidacei Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di pane; prodotti di pasticceria freschi Produzione di fette biscottate e di biscotti; prod. di prodotti di pasticceria conservati Produzione di paste alimentari, di cuscus e di prodotti farinacei simili Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di zucchero Produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie Lavorazione del tè e del caffè Produzione di condimenti e spezie Produzione di pasti e piatti preparati Produzione di preparati omogeneizzati e alimenti dietetici Produzione di altri prodotti alimentari nca (*) Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da allevamento Produzione di mangimi per l'alimentazione degli animali da compagnia Industria delle bevande Distillazione, rettifica e miscelatura degli alcolici Produzione di vini da uve Produzione di altre bevande fermentate non distillate Produzione di birra Industria delle bibite analcoliche, delle acque minerali e di altre acque in bottiglia

3,9 4,7 7,2 10,4 -6,2 6,7 10,2 5,3 15,4 2,8 21,5 21,7 18,3 3,6 3,2 8,6 1,8 1,9 0,6 2,2 1,7 6,7 -3,6 3,0 17,8 7,6 1,7 -1,8 4,5 0,2 -1,8 6,2 5,8 8,2 -0,1 3,5 1,6 -0,5 4,3 -5,3

1,0 0,6 1,3 2,9 -0,1 0,1 -1,3 -0,4 0,5 -0,7 3,3 2,8 9,0 0,4 0,5 -0,5 0,7 0,6 1,2 0,4 -0,1 0,9 0,7 0,2 0,5 -0,1 -0,1 0,5 0,7 -0,2 0,1 0,2 -0,1 1,4 0,3 0,0 0,9 1,4 -0,1 -0,2

3,0 0,9 -2,7 -2,4 -5,2 -2,6 -1,3 0,8 -7,4 3,0 14,5 14,8 11,6 -0,1 -0,2 2,0 4,3 4,5 2,1 1,1 -0,4 2,0 2,9 0,9 -4,0 2,2 0,5 0,3 3,1 2,7 -1,0 6,6 7,5 1,6 -1,9 1,1 -1,0 -1,1 1,2 -6,0

(*) nca = non classificati altrove Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

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Focus on economics  FOCUS ECONOMIA

LA FORTE RIPRESA IN CINA E USA È SOSTENUTA DALLE POLITICHE DI RILANCIO NAZIONALI Il petrolio, dopo il brusco calo registrato lo scorso anno, ha recuperato velocemente il prezzo pre-pandemia e ora oscilla attorno ai massimi. Ma una fotografia ancora più eloquente la forniscono i prezzi delle materie prime legati alla produzione siderurgica, soprattutto di acciaio, che negli ultimi mesi sono saliti fino a toccare punte del +117%, in gran parte dovuto al forte aumento della domanda della Cina. Occorre sottolineare inoltre che il commercio mondiale viene dalla flessione del -5,4% segnata l’anno scorso e che, prima la Cina e poi gli Usa, hanno registrato una ripresa congiunturale molto forte e veloce, sostenuta dalle politiche di rilancio attuate dai rispettivi governi nazionali. Si è innestata, in sostanza, una fase di

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Focus on economics  FOCUS ECONOMIA

rimbalzo più accentuata delle attese che ha facilitato la comparsa, come accennato, di speculazioni e politiche di cartello.

Un nuovo super-ciclo espansivo delle quotazioni? Ciò premesso, non si ritiene probabile, a meno dell’innestarsi di nuovi fenomeni, il consolidarsi di un super-ciclo espansivo delle quotazioni. E ciò per due motivi. Se è vero che il rimbalzo e il tiro di alcune economie è stato accentuato, al punto che l’inflazione Usa (irrigata dagli oltre 5 mila miliardi di dollari di liquidità messi in campo dalle amministrazioni Trump e Biden) è attualmente al 4,2%, è pur vero che il Pil della gran parte delle maggiori economie del mondo sarà ancora in fase di recupero fino a tutto il 2022. Inoltre, la fiammata dell’inflazione statunitense potrebbe innestare tensioni e squilibri destinati a disincentivare ulteriori manovre espansive e a deprimere surriscaldamenti del ciclo eco-

nomico locale. Sul fronte interno, intanto, i prezzi alla produzione dell’industria alimentare e del totale industria, dopo aver registrato entrambi tendenziali del -0,4% a gennaio, sono saliti rispettivamente su tendenziali del +0,9% e del +3,0% a marzo. E mentre i prezzi al consumo dei beni

LA COMPRESSIONE DEI MARGINI È AMPLIFICATA DALLA FLESSIONE DEI CANALI DEL “FUORI CASA” durevoli, e in generale l’inflazione, hanno seguito in qualche modo la tendenza, salendo in parallelo dai pochi decimali di punto di avvio d’anno al +1,1% di aprile, i prezzi al consumo dell’alimentare trasformato sono andati in direzione opposta e sono diminuiti dal +0,1% di gennaio, al -0,8% di aprile.

Alimentare, molitorio e zootecnia Ne esce una compressione inequivocabile dei margini in atto nella filiera alimentare, ulteriormente amplificata dal fatto che l’area delle vendite ai canali del fuori casa, affrancate dalla pressione sui prezzi esercitata dalla Gdo, sono state finora largamente amputate e non hanno consentito all’industria, com’è sempre stato fino all’avvento della pandemia, di trovare su questo fronte qualche recupero e compensazione. Si ricorda, infine, che l’impatto del nuovo contratto sindacale firmato l’anno scorso dalla categoria ha contribuito a incrementare la pressione sui costi e reso più critici gli equilibri economici delle imprese. Infine, sul fronte molitorio, ovvero in un comparto di prima trasformazione che, come tale, risente subito, in primo

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INDICE POSITIVO PER I “PRODOTTI PER ANIMALI D’ALLEVAMENTO” impatto e senza filtri delle spinte in atto nel mercato delle materie prime, le cose sono andate inevitabilmente peggio della media. Mentre l’industria alimentare ha evidenziato, come citato, un aumento medio dei prezzi alla produzione del +0,9% nel tendenziale marzo 2021/2020, la “lavorazione delle granaglie” ha segnato, in parallelo, un aumento cinque volte superiore, pari al +4,5%. È significativo inoltre sottolineare che, accanto, ha cominciato a correre (guarda caso) un altro comparto di prima trasformazione, ovvero i “prodotti per l’alimentazione animale”, che nel tendenziale di marzo sono arrivati al +6,6%, con una punta ulteriore e specifica dei “prodotti per gli animali da allevamento”, che si sono spinti fino al +7,5%. Infine, il fatto che la pasta abbia subito un’accelerazione dei prezzi alla produzione (dal +0,3% del ten-

denziale di dicembre, al +2,9% di marzo) suona come un altro campanello di allarme. Quindi, tirando le somme, si può dire che l’industria alimentare sta vivendo in qualche modo una fase paradossale. Infatti, dopo avere assicurato le forniture ai mercati in un anno difficilissimo come il 2020 e dopo averlo fatto con merceologie molto spesso a più basso valore aggiunto e utile ridotto per il diffuso impoverimento

della domanda, ora non si trova nella fase auspicata di progressivo e meritato ristoro ma, in attesa dei faticosi profili di rilancio dell’export e di Horeca, deve invece fronteggiare un periodo di ulteriore stretta, che potrebbe non essere breve e che sta causando oggettivi problemi e nuove preoccupazioni alla categoria. Luigi Pelliccia

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Food rules  DIRITTO ALIMENTARE

Riflessioni sul progetto di riforma dei reati agroalimentari (parte I) Reflection on the draft reform of agri-food crimes (Part 1) T

his article aims at providing a detailed overview of the planned reform of agri-food crimes, for which key words such as “agro-piracy” or “agri-food crimes” have been shared for years and are now true unifying terms. The author analyzes the first four points of the draft law, mainly seeking to highlight the points of greatest interest for the milling sector. Essentially because the reform is particularly interesting for mills since it regulates both food and feed production, without any distinction between animal feed that falls within the food chain or pet food chain.

I PUNTI DI MAGGIORE INTERESSE PER IL SETTORE MOLITORIO THE POINTS OF GREATEST INTEREST FOR THE MILLING SECTOR

I

n poche righe risulta molto difficile offrire un quadro di dettaglio della progettata riforma dei reati agroalimentari di cui, peraltro, da anni sono state condivise parole chiavi comunicative come “agropirateria” o “reati agroalimentari”, oramai veri e propri vessilli unificanti. Purtroppo al

di Giuseppe Maria Durazzo Avvocato esperto in diritto dell’alimentazione

giurista spetta l’ingrato compito di esaminare le norme o i progetti di norma, come in questo caso, esaminandoli per quanto è scritto e spogliati dalla comunicazione extra giuridica che li può accompagnare, provando a calarli nel mondo reale e immaginarne il loro funzionamento. In questa prima parte, verranno analizzati i primi quattro punti (A, B, C, D) del suddetto disegno di legge.

Produzione agroalimentare e mangimistica Punto A. L’introduzione al ddl 601, questa l’attuale definizione del disegno di legge in esame, indica in maniera eccellente le ragioni della riforma: “I reati contro la salute pubblica - così si legge - sono infatti, nel concreto, di difficile dimostrabilità, sono previste pene e sanzioni oggettivamente troppo basse, da cui derivano conseguentemente troppo rapide prescrizioni”. A prescindere dall’osservazione che ormai è pienamente operante, la L. 3/2019, che

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Cambiamenti climatici, incremento delle temperature, estensione dei periodi stagionali caldo umidi, possono creare implicazioni sull’allungamento della shelf life dei prodotti alimentari? Le strutture di stoccaggio e i costi energetici per conservare a temperatura controllata i prodotti alimentari, rappresentano un limite per la loro conservazione? Logistica, tempistiche e modalità di trasporto, sono un rischio per chi esporta in tutto il mondo i prodotti alimentari? L’orientamento della UE in materia di tecniche ecosostenibili (Green Deal) e la richiesta dei consumatori circa la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche sui prodotti alimentari, sono perseguibili dalle aziende di trasformazione alimentare?

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Food rules  DIRITTO ALIMENTARE

DALL’ESAME DEL TESTO EMERGE UN MODELLO DI LEGISLAZIONE DATATO intervenendo sull’art. 159 c.p. sospende la prescrizione a partire dalla prima sentenza (anche assolutoria) o dal decreto penale di condanna a tempo indefinito in attesa che il processo in qualche maniera non sia concluso, sembra suggerire che i ritardi della giustizia siano correggibili con pene più elevate in modo da sfuggire al “problema” prescrittivo. Il legislatore individua nella produzione agroalimentare e mangimistica un “mondo” al quale riservare un’attenzione particolare, quasi unica, tanto da creare anche reati generali declinati esclusivamente per quel settore produttivo e commerciale. Dall’esame del testo, a parte nuove e aggravate sanzioni e la riscrittura di norme, emergono un impianto, una ratio e un modello di legislazione piuttosto datati. Evitando una disamina puntuale e analitica, cerco di enucleare i punti di maggiore interesse per lo specifico settore dei molini. In seguito parlerò di novella o di novellato, sempre con riferimento al disegno di legge, quindi in realtà di un testo che al momento non è legge dello Stato. Va ricordato che la riforma è di particolare interesse per i molini visto che disciplina sia la produzione alimentare, sia quella mangimistica: prevede, infatti, che agli effetti della legge penale per alimenti si intendono prodotti o sostanze alimentari, ma anche i mangimi (art. 445-ter c.p.), senza distinzione, si noti, tra mangimi per animali che rientrino nella filiera alimentare o in quella di compagnia. In una miscellanea di nuovi reati e rivisitazione di alcuni già sanzionati, senza abrogazioni di rilievo, si affiancano i novelli articolati del codice penale con il mantenimento del “vecchio” art. 5 della L. 283/62, tante volte progettato di essere abrogato, ma novellato anch’esso. La riforma introduce un nuovo istituto di diffida, sanzionata, (che mal si concilia con la L. 116/2014 novellata da ultimo dalla L. 2021/71 proprio sul punto della diffida)

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e perfeziona alcuni istituti processuali peraltro adeguandoli a quanto già avviene nelle aule giudiziarie, ad esempio prevedendo esplicitamente l’incidente probatorio sugli alimenti oggetto di sequestro.

Tutelare dagli alimenti “non regolari” Punto B. L’adulterazione ricade sia sotto la disciplina dell’art. 440 che dell’art. 440bis, con pena della reclusione da tre a dieci anni o da due a otto anni a secondo della contestazione. L’art. 440-bis, che si occupa di tutelare dagli alimenti (mangimi e medicamenti) contraffatti, adulterati, trattati o composti in violazione delle leggi e dei regolamenti in materia di sicurezza alimentare o comunque inadatti al consumo umano o nocivi, idonei a porre in pericolo la salute di più persone, si applica all’universo alimentare (a “chiunque produce, importa, esporta, spedisce in transito, introduce in custodia temporanea o in deposito doganale, trasporta, detiene per il commercio, commercializza, somministra, vende o distribuisce alimenti”) e prevede la sanzione della reclusione da due a otto anni. Sanzione che sembra doversi aggiungere a quella prevista per la violazione “di leggi e regolamenti in materia di sicurezza alimentare” che costituiscono il presupposto di talune delle condotte offensive indicate nell’art. 440-bis. Rientrano qui entrambi i concet-

ti di pericolo: sia quello legale, sia quello di pericolo realmente accertato, superando, così pare, ogni concetto scientifico applicabile al diritto. La gestione del ritiro degli alimenti, materia sulla quale i molini da tempo sono ben attrezzati, sarà oggetto di una nuova disciplina. Attualmente munita di sanzione amministrativa propria (ex d.lgs. 190/2006), diventa oggetto dell’art. 440ter che, fuori dai casi di concorso nel reato di produzione, commercio, ecc. di alimenti pericolosi (art. 440-bis) punisce da sei mesi a tre anni di reclusione l’operatore del commercio che, essendo a conoscenza della pericolosità per il consumo degli alimenti o dei prodotti da lui detenuti o alienati, omette: 1) di provvedere, immediatamente, al loro ritiro dal mercato o al richiamo presso gli acquirenti o gli attuali detentori; 2) di informare immediatamente l’autorità competente. La stessa pena è prevista per chi non adempia agli ordini dell’autorità ai fini della eliminazione del pericolo. In pratica, l’applicabilità del “solo” art. 440-ter è immaginabile come reato autonomo soltanto in rarissimi casi in quanto si applica all’“operatore del commercio”, figura identica a quella prevista anche all’art. 440-bis. Di fatto, l’art. 440-ter pare configurarsi, processualmente, come un reato strutturalmente continuato rispetto all’art. 440-bis, visto che il molino produce e, ovviamente, è pure opera-

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LA RIFORMA INTERESSA SIA LA PRODUZIONE ALIMENTARE SIA LA MANGIMISTICA tore commerciale, per lo meno in relazione al proprio lavorato. Le informazioni ingannevoli pericolose sono disciplinate dall’art 440-quater, che contempla le informazioni commerciali false o incomplete riguardanti alimenti che pregiudicano la sicurezza della loro consumazione con pericolo concreto per la salute pubblica. Di detto articolo a noi utenti mancano la definizione di “informazioni commerciali” e il criterio di qualifica di “incomplete”. Aggettivo qualificativo che introduce un ambito valutativo soggettivo estremamente vago, ispirato alle aspettative del giudicante, o di una categoria di soggetti che, ad esempio, potrebbe essere legittimata a una class action o a una costituzione di parte civile nel processo penale. L’informazione del consumatore è, infatti, disciplinata dal Reg. (Ue) 1169/2011 e in questo quadro legale

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sono già presenti l’indicazione del contenuto (e la modalità) di quanto obbligatoriamente dichiarato al consumatore e le modalità di impiego delle informazioni volontarie, dunque non è chiaro come si inquadri l’incompletezza individuata dal progetto di norma con il rispetto della vigente regolamentazione Ue. Il reato di cui all’art. 440-quater è punito con la reclusione da uno a quattro anni. Tralasciando il reato di “disastro sanitario” (che prevede la reclusione fino a diciotto anni) e le minori pene o le riduzioni nel caso che i sopra visti reati siano commessi per colpa, di notevole interesse giuridico appare l’art. 445-ter che integra nell’“evento di pericolo per la salute” anche quello “derivante da consumi cumulativi in quantità normali delle acque o dei prodotti o sostanze alimentari già distribuite o vendute ed è accertato con riferimento al tempo della loro distribuzione, vendita o messa in circolazione per il consumo”. In pratica, se a seguito di un controllo viene accertata la non conformità di un alimento, la valutazione di pericolo per la salute sarà estesa a tutte le produzioni o vendite precedenti, secondo i “consumi cumulativi normali”. I “consumi cumulativi normali”, quale criterio di responsabi-

lità per gli operatori, certamente colpisce maggiormente i produttori di derrate alimentari di uso massiccio e generalizzato come gli sfarinati, piuttosto che quelli di alimenti di consumo raro, in basse quantità, o legato a occasioni specifiche o di gruppi minori di persone. Il che porta con sé una criticità quasi di categoria, anche se non esclusiva. A prescindere che mi risulti difficile calare nella realtà la definizione di “consumi cumulativi normali”, in quanto assomma tre variabili molto difficilmente misurabili singolarmente e comunque non definite legalmente, esso diventa uno strumento di valutazione a posteriori, quasi un sermo generalis, che mal si concilia con il principio di legalità fissato al massimo livello giuridico nell’ordinamento italiano.

Parliamo di “agropirateria” Punto C. Ai fini della tutela del commercio dei prodotti alimentari vengono previste le modifiche degli artt. 473, 474 e 517-quater c.p. introducendo, inoltre, nuovi reati. In tema di denominazioni di origine o geografica contraffatte o alterate, oltre all’aumento delle pene (reclusione da due a quattro anni e sanzione da 10 mila eu-

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ro a 50 mila euro) viene specificato che i sopra citati reati si riferiscono all’azione dell’introduzione nel territorio dello Stato, in custodia temporanea o in deposito doganale, così come alla spedizione in transito, all’esportazione, al trasporto, ecc. Orbene, dettagli che lasciano perplessi per molte fattispecie d’interesse visto che l’Italia è Paese produttore (e importatore), ma anche Stato che ha nella logistica internazionale un ruolo importante, si pensi, ad esempio, all’attività internazionale dei porti italiani e in prospettiva alle linee ferroviarie internazionali e intercontinentali. La criticità vista sopra si ripropone diverse volte nel progetto di riforma in esame. La misura “bandiera” della riforma è certamente l’“agropirateria”, art. 517-quater1, che concerne “Chiunque, fuori dai casi di cui agli artt. 416 e 416-bis (associazione per delinquere e associazione di stampo mafioso, ndr), al fine di trarne profitto, in modo sistematico e attraverso l’allestimento di mezzi o attività organizzate commette” il reato di frode in commercio di prodotti alimenti (417-sexies) o quello di vendita di alimenti con segni mendaci (417-septies), è punito con la re-

IL CRITERIO DI “INCOMPLETE” RELATIVO ALLE INFORMAZIONI COMMERCIALI È VAGO clusione da due a sei anni e con la multa da 15 mila euro a 75 mila euro. Che diventano da tre a sette anni e con la multa da 20 mila euro a 100 mila euro se riguardano contraffazioni di Dop e Igp. Le pene per l’agropirateria sono ulteriormente aumentate da un terzo alla metà se ricorrono una o più delle seguenti aggravanti: 1) se i fatti sono commessi mediante falsi documenti di trasporto o false dichiarazioni all’organismo di vigilanza; 2) se l’alimento è falsamente presentato come biologico; 3) se i fatti sono commessi per le finalità del commercio all’ingrosso o della distribuzione ad ampi settori di mercato. Conseguono pure le “ulteriori pene accessorie” (art. 517-novies) della interdizione dalla professione, del-

la pubblicazione della sentenza, nonché il divieto di ottenere: 1) iscrizioni o provvedimenti, comunque denominati, a contenuto autorizzatorio, concessorio o abilitativo per lo svolgimento di attività imprenditoriali; 2) l’accesso a contributi, finanziamenti o mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione europea, per lo svolgimento di attività imprenditoriali. Negli stessi casi il giudice, se il fatto è di particolare gravità o in caso di recidiva specifica, può disporre la chiusura dello stabilimento o dell’esercizio in cui il fatto è stato commesso da uno a dodici mesi. In pratica, visto che qualunque attività produttiva è organizzata e mira a ottenere un lecito profitto, il contestato reato di frode in commercio, che normalmente può riguardare la contestazione di un caso tra le migliaia di attività aziendali nel corso degli anni, sarà sanzionato con un minimo di tre anni di reclusione fino a dieci anni e sei mesi, oltre alla multa che potrà arrivare a 150 mila euro, oltre alle pene accessorie.

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DIRITTO ALIMENTARE  Food rules

La nuova frode in commercio, speciale per i prodotti alimentari, art. 517-sexies, punisce chiunque, nell’esercizio di un’attività agricola, commerciale, industriale o di intermediazione, importa, esporta, spedisce in transito, introduce in custodia temporanea o in deposito doganale, trasporta, detiene per vendere, offre o pone in vendita, somministra, distribuisce o mette altrimenti in circolazione alimenti che, per origine, provenienza, qualità o quantità, sono diversi da quelli dichiarati o pattuiti con la sanzione da quattro mesi a due anni e la multa da 5 mila a 30 mila euro. Simile identificazione del soggetto attivo del reato (“chiunque, nell’esercizio di un’attività agricola, industriale, commerciale, di importazione o di esportazione ovvero di intermediazione di alimenti, anche mediante introduzione in custodia temporanea o in deposito doganale”) è previsto dall’art. 517-septies in relazione alla vendita di alimenti mendaci, anch’esso reato speciale dedicato agli alimenti, ma che ha come soggetto passivo tutelato, a differenza della frode in commercio dei prodotti alimentari, il solo consumatore. Differenze forse legittime, ma difficili da razionalizzare. Per gli artt. 517-quater, quater1, sexies e septies è sempre ordinata la confisca e per

equivalente. Non va sottovalutato il complesso delle disposizioni sull’agropirateria e sulla nuova frode in commercio perché, contrariamente a quanto in prima battuta si potrebbe pensare e come sinteticamente visto sopra, esse appaiono come fattispecie nelle quali possono cadere anche aziende articolate, strutturate e organizzate tecnicamente e giuridicamente come sono, certamente, i molini.

L’estensione dei modelli organizzativi Punto D. La riforma porta all’interno della filiera agroalimentare, e dei molini nello specifico, l’estensione dell’applicabilità degli obblighi di cui al d.lgs. 231/2001 (responsabilità amministrativa delle società) imponendo l’estensione dei modelli organizzativi per tutta una serie di attività tipiche del settore (a. al rispetto degli standard relativi alla fornitura di informazioni sugli alimenti; b. alle attività di verifica sui contenuti delle comunicazioni pubblicitarie al fine di garantire la coerenza degli stessi rispetto alle caratteristiche del prodotto; c. alle attività di vigilanza con riferimento alla rintracciabilità, ovvero alla possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un prodotto alimentare attraver-

so tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione; d. alle attività di controllo sui prodotti alimentari, finalizzati a garantire la qualità, la sicurezza e l’integrità dei prodotti e delle relative confezioni in tutte le fasi della filiera; e. alle procedure di ritiro o di richiamo dei prodotti alimentari importati, prodotti, trasformati, lavorati o distribuiti non conformi ai requisiti di sicurezza degli alimenti; f. alle attività di valutazione e di gestione del rischio, compiendo adeguate scelte di prevenzione e di controllo; g. alle periodiche verifiche sull’effettività e sull’adeguatezza del modello) con un aumento degli obblighi di registrazione, l’obbligo di affidare la vigilanza a un soggetto iscritto in un apposito “elenco nazionale istituito presso le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura con provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico”. Le sanzioni per l’ente sono determinate come segue: a) per i delitti di cui agli artt. 517-sexies e 517-septies, la sanzione pecuniaria fino a trecento quote; b) per il delitto di cui all’art. 517-quater, la sanzione pecuniaria da 100 a 400 quote; c) per il delitto di cui all’art. 517-quater.1, la sanzione pecuniaria da 200 a 800 quote. E ancora: a) per il delitto di cui all’art. 439, la sanzione pecuniaria da 500 a 1.000 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività da uno a due anni; b) per il delitto di cui all’art. 440, la sanzione pecuniaria da 500 a 800 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività da uno a due anni; c) per il delitto di cui all’art. 440-bis, la sanzione pecuniaria da 300 a 600 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività da sei mesi a un anno; d) per il delitto di cui all’art. 440-ter, la sanzione pecuniaria fino a 300 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività fino a sei mesi; e) per il delitto di cui all’art. 440-quater, la sanzione pecuniaria fino a 300 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività fino a sei mesi; f) per il delitto di cui all’art. 445-bis, la sanzione pecuniaria da 400 a 800 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività da uno a due anni; g) per il delitto di cui all’art. 452, la sanzione pecuniaria fino a 300 quote e l’interdizione dall’esercizio dell’attività fino a sei mesi. Giuseppe Maria Durazzo

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L’INTERVISTA The Interview

Un nuovo modello organizzativo a favore della sostenibilità A new organizational way in favor of sustainability

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The Interview L’INTERVISTA

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n the recent Earth Day 2021, Molini Pivetti hosted on a digital platform, specifically created for the event, a round table on the greenhouse effect, entitled “Let’s revive the planet. Our commitment for the future”. For this meeting, which was held on 22 April, the Ferrara-based company wanted to host outstanding speakers with different, often complementary,

experiences and skills. Starting from this important event, this interview intends to explore the theme of environmental sustainability in the milling sector, and therefore to understand the ways in which Molini Pivetti interprets this important topic and implements it. Once again, Gabriele Maggiali, Molini Pivetti Sales Director, presents the company’s approach in detail.

IL RUOLO DELLE AZIENDE È QUELLO DI SUPPORTARE IDEE E MODELLI VIRTUOSI ATTRAVERSO UNA FORMAZIONE CONTINUA THE ROLE OF COMPANIES IS TO SUPPORT VIRTUOUS IDEAS AND BEHAVIORS WITH A CONTINUOUS TRAINING a cura della Redazione

I

l 22 aprile scorso, in occasione della Giornata della Terra 2021, Molini Pivetti ha organizzato, su una piattaforma digitale creata ad hoc, una tavola rotonda sull’effetto serra dal titolo “Facciamo rinascere il pianeta. Il nostro impegno per il futuro”, a cui hanno partecipato relatori d’eccezione con esperienze e competenze diverse, spesso complementari. Questo importante evento ci consente di affrontare e approfondire il tema della sostenibilità e, soprattutto, delle modalità con cui le aziende la interpretano e la attuano. Di questo, e non solo, abbiamo nuovamente parlato con Gabriele Maggiali, direttore commerciale di Molini Pivetti. Cosa è emerso dagli interventi dei relatori all’evento del 22 aprile? È stato un incontro, che resterà disponibile sulla nostra eco-piattaforma, davvero denso di contenuti. Le diverse competenze dei relatori hanno permesso di toc-

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The Interview L’INTERVISTA

INDIVIDUARE INSIEME AGLI AGRICOLTORI LE MIGLIORI PRATICHE COLTURALI PER LIMITARE LE EMISSIONI NOCIVE care gli argomenti legati alla sostenibilità partendo da punti di vista sfaccettati. Progetti, strategie, rischi, inganni. La svolta sostenibile, il “green deal” è, infatti, una sfida che ci vede tutti coinvolti, sia come privati consumatori sia, a maggior ragione, come aziende. Sono stati forniti strumenti per imparare ad acquistare con più consapevolezza, per rico-

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noscere, supportare e premiare le imprese che davvero lavorano sulla sostenibilità, a differenza di quelle che invece hanno adottato quello che tecnicamente viene definito “greenwashing”, ovvero un ambientalismo di facciata, più di forma che di sostanza. Per le aziende si conferma l’importanza di investire in tecnologie a basso impatto ambientale e in formazione, creando una rete di partner affidabili che si sentano sostenuti e che a loro volta sostengano la filiera. Per produrre di più e inquinare meno, per usare le parole del professor De Castro. Perché sarà questo a fare la differenza. Visitando il vostro sito colpisce l’estrema chiarezza con cui definite il tema della sostenibilità e presentate il vostro approccio. In che modo avete indirizzato le vostre azioni verso la sostenibilità? Il concetto di base è che le risorse ambientali non sono infinite e, pertanto, cerchia-

mo di fare in modo che le filiere siano rigeneranti per la natura stessa. La vostra idea di sostenibilità si declina in dieci punti. Partendo dal primo, “Il legame con il territorio”, può illustrarci come sono stati identificati gli interlocutori per questo ambito? Innanzitutto abbiamo avviato la nostra filiera tracciata Campi Protetti Pivetti, per poi individuare, insieme agli agricoltori, le migliori pratiche colturali per limitare le emissioni nocive. Di grande interesse è il punto “Cultura della sostenibilità”: dal momento che si tratta di “scelta” e non di “legge”, quali sono gli stimoli che ritenete più importanti per far emergere, in autonomia, il desiderio di sostenibilità nel vostro personale e nei vostri interlocutori? Partiamo dal presupposto che la sostenibilità rappresenta una nuova modalità orga-

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nizzativa, in cui gli attori che per primi devono garantire un contributo significativo in tal senso sono proprio i collaboratori, apportando idee e comportamenti virtuosi. Il compito delle aziende è quello di supportare e guidare queste idee e questi comportamenti attraverso una formazione continua. La sostenibilità va comunicata con attenzione, ma anche pensata con creatività, equilibrio e saggezza affinché non si traduca in banale retorica: qual è per voi il trait d’union tra l’idea e l’atto concreto? La nostra idea è quella di ridurre la CO2; per fare ciò abbiamo creato un disciplinare con degli obiettivi precisi da perseguire con rigore. Obiettivi che coinvolgono, in particolare, le aziende agricole. L’agricoltore, ad esempio, è tenuto ad annotare sul quaderno di campagna tutte le attività svolte nel rispetto del disciplinare, oltre alle normali pratiche colturali.

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Parlando proprio di atti concreti e di coinvolgimento, molto interessante è il progetto “Adotta un campo di grano”: può descriverci in cosa consiste? “Adotta un campo di grano” è un progetto nato nel 2018 con l’intento di far conoscere ai bambini della scuola primaria come prendersi cura del pianeta. Attraverso la mascotte “Granino” facciamo fare loro esperienze dirette: toccare con mano la terra, seminare a spaglio come si faceva una volta, ascoltare i suoni e i silenzi della natura e li avviciniamo al mondo delle api. Il nostro desiderio è quello di spiegare come cerchiamo di riorientare la produzione alimentare per rigenerare la natura. Come detto, partiamo dalla consapevolezza che purtroppo le risorse ambientali non sono infinite e sentiamo la necessità di trasmettere questo valore alle future generazioni con la speranza che possano preservarle. Ad affiancare l’aspetto esperenziale, alle classi che

PER RIDURRE LA CO2 ABBIAMO ADOTTATO UN RIGOROSO DISCIPLINARE partecipano vengono consegnate mensilmente delle schede di approfondimento sia sul ciclo vitale di una spiga, sia su tecniche e strategie per coltivare nel rispetto della natura. Il mondo delle farine è ancora poco conosciuto al grande pubblico. Le vostre proposte ai consumatori quanto facilitano la comprensione di tutto ciò che sta dietro alla trasformazione del grano? Abbiamo cercato di comunicare le nostre idee e quello che rappresenta il mondo

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The interview L’INTERVISTA

della farina sia sul nuovo pack dedicato alla farina da agricoltura sostenibile, sia creando occasioni d’incontro con i consumatori. Ad esempio, abbiamo realizzato una fiera permanente del sostenibile su una piattaforma online, con contenuti che vengono continuamente aggiornati, dove si possono trovare interventi di esperti qualificati (economisti, attivisti, tecnici ecc.) a disposizione di chiunque voglia saperne di più sulla nostra filiera della sostenibilità. E sono ripartite le iniziative dedicate sia i bambini della scuola primaria, sia alle famiglie.

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Ci aiuta a smentire il luogo comune secondo cui i prodotti sostenibili, che prevedono una lavorazione qualitativamente più elevata, sono in vendita a prezzi che non tutti possono permettersi. Anche questa è cultura della sostenibilità… Da addetti ai lavori possiamo affermare che è una questione culturale, non di prezzo; i prodotti sostenibili hanno una differenza di costo che, mediamente, non è tale da rappresentare un ostacolo all’acquisto, soprattutto in funzione dei benefici che apportano.

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The interview L’INTERVISTA

operano in modo sostenibile. A volte la burocrazia può dare l’impressione di rallentare alcuni processi, ma riteniamo fondamentale muoversi nel pieno rispetto delle norme più restrittive. In gioco non c’è solo un’etichetta, un bollino da mettere sul packaging dei prodotti o una comunicazione efficace, ma il nostro futuro, la nostra salute. E quella del pianeta.

Tema certificazioni: più settoriali, più figure specifiche e competenti, nuove (auspicate) opportunità di lavoro. Pensa che l’aspetto burocratico delle certificazioni e degli standard in te-

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ma di sostenibilità possa in qualche modo frenare il circolo virtuoso appena presentato? Diversi progetti europei sono in grado di aiutare e sostenere le aziende che

Personalmente, in questo “nuovo” modo di rapportarsi con l’ambiente, restituendo finalmente qualcosa, quanto si sente parte integrante del sistema “natura” all’interno di una realtà che trae, anche da essa, il senso della sua esistenza? Il concetto sta tutto nel “prendersi cura”. Siamo una componente importante del ciclo della vita e al tempo stesso ne siamo anche responsabili. Pertanto dobbiamo prenderci cura dell’ambiente per poi poterlo “consegnare” in salute a coloro che saranno parte dello stesso ciclo dopo di noi. La Redazione

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RICERCA Research

Una rete europea di banche dei semi A European network of seed banks

di Patrizia Vaccino Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria CREA-CI, Vercelli

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Research RICERCA

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enebanks, the collection of seeds from different species, are “treasure chests” of genetic information. Nevertheless, the true potential of the stored resources for breeding and research often remains unknown. The AGENT (Activated GEnebank NeTwork) project aims to unlock such

potential, by establishing a longterm network of actively cooperating gene banks and converting them from passive seed repositories into active digital resource centres, easily accessible to all the stakeholders. Coordinated by Prof. Dr. Nils Stein from the IPK in Gatersleben, Germany, the project

comprises 19 institutions, including the Research Centre for Cereal and Industrial Crops of CREA, as the only Italian partner. The research is focussed on barley and wheat, but the data management processes that will be generated may be applied to other plant collections in the future.

IL CREA, UNICO PARTNER ITALIANO, PARTECIPA AL PROGETTO AGENT STUDIANDO UNA COLLEZIONE DI 1.000 VARIETÀ DI FRUMENTO TENERO CREA, THE ONLY ITALIAN PARTNER TAKING PART IN THE PROJECT AGENT BY STUDYING A COLLECTION OF 1,000 SOFT WHEAT VARIETIES © Foto: P. Vaccino

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e banche del germoplasma, ovvero le raccolte dei semi delle diverse specie, sono “scrigni” che contengono un vero tesoro di informazioni genetiche. Costituite sin dagli anni Venti del secolo scorso con l’intento di conservare la diversità genetica delle specie per le future generazioni, oggi nel mondo se ne contano più di 1.700, nelle quali sono conservate più di 7 milioni di accessioni (le singole entità presenti nelle banche dei semi).

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ATTUALMENTE LA RICERCA È INCENTRATA SU ORZO E FRUMENTO TENERO Spesso, tuttavia, il potenziale genetico contenuto nelle banche rimane poco conosciuto e non fruibile ai più. Il progetto AGENT (Activated GEnebank NeTwork) ha l’obiettivo ambizioso di sbloccare tale potenziale, costituendo una rete europea di banche del germoplasma e trasformandole da “semplici” depositi di semi a centri attivi e altamente interconnessi di risorse digitali, facilmente consultabili da tutti gli interessati.

Il progetto Coordinato dal professor Nils Stein dell’Istituto Ipk di Gatersleben in Germania,

TABELLA

uno dei maggiori centri europei di ricerca sulle specie vegetali e che ospita la più vasta banca europea del germoplasma, il progetto è finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma Horizon 2020 con un budget di 7 milioni di euro e ha appena terminato il primo dei cinque anni di

attività. AGENT vede la partecipazione di 19 istituti di ricerca internazionali (TABELLA) e il Centro di Ricerca di Cerealicoltura e Colture Industriali del CREA (CREA-CI) è l’unico partner italiano. La ricerca è focalizzata su orzo e frumento tenero, ma i processi di gestione dei dati che verran-

ELENCO DEGLI ISTITUTI CHE PARTECIPANO AL PROGETTO AGENT ISTITUTO

NAZIONE

Leibniz Institute of Plant Genetics and Crop Plant Research, Gatersleben

DE

N.I. Vavilov All-Russian Institute of Plant Genetic Resources, S. Pietroburgo

RU

Plant Breeding and Acclimatization Institute, Błonie

PL

Institute of Plant Genetic Resources, Sadovo

BG

Crop Research Institute, Praga

CZ

Institute for Cereal Crops Improvement, Tel Aviv

IL

Centre for Agricultural Research, Martonvásár

HU

Instituto Nacional de Investigaction y Tecnologia Agraria y Alimentaria, Madrid

ES

Stichting Wageningen Research, Wageningen

NL

National Agricultural Research and Development Institute, Fundulea

RO

Narodne Polnohospodarske a Potravinarske Centrum, Lužianky

SK

Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali

IT

Universitaet Zuerich, Zurigo

CH

EURICE European Research and Project Office GMBH, St. Ingbert

DE

International Centre for Agricultural Research in the Dry Areas

LB

Institut national de recherche pour l’agriculture, l’alimentation et l’environnement, Versailles Cedex

FR

Royal Botanic Gardens Kew

UK

International Plant Genetic Resources Institute (IPGRI), Roma

IT

Agroscope, Nyon

CH

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L’ATELIER DES MOULINS SERVIZIO RIGATURA RULLI DI MACINAZIONE

3 Rettifica e bombatura dei rulli 3 Rigatura 3 Sabbiatura 3 Controllo degli alberi di estremità danneggiati 3 Packaging 3 Misure e analisi dei rulli 3 Trattamento termico e ricondizionamento dei rulli BAVUSO IMPIANTI SRL Via La Carrera, 140 70022 Altamura (Ba) Tel. +39 080 316 30 32 - Fax +39 080 316 4778 info@bavusoimpianti.it

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BAVUSO MEUNERIE SPRL Avenue de Heppignies 37 6220 Fleurus (B) Ph. +32 492 31 73 01 bavusomeunerie@gmail.com


Research RICERCA

no generati potranno essere applicati in futuro ad altre collezioni vegetali.

L’articolazione di AGENT Il programma di ricerca è molto articolato e prevede lo studio del DNA, la cosiddetta caratterizzazione genotipica, in modo da costituire una sorta di carta d’identità molecolare di ogni varietà, della morfologia e della fisiologia delle accessioni (caratterizzazione fenotipica) presenti nelle collezioni. Tutto ciò per arrivare, con l’aiuto delle tecnologie bioinformatiche più avanzate, all’identificazione dei loci (regioni di DNA) responsabili di caratteri agronomici e qualitativi importanti, mediante quella che in gergo tecnico viene definita analisi di associazione su larga scala (Gwas Genome Wide Association Study) e a modelli di predizione del valore agronomico

LO SCOPO È IDENTIFICARE I LOCI RESPONSABILI DEI CARATTERI AGRONOMICI E QUALITATIVI attraverso la cosiddetta selezione genomica (GS - Genomic Selection). Uno degli aspetti che caratterizza il progetto è la numerosità della popolazione studiata: un totale di 6.700 accessioni di frumento tenero e 5.200 di orzo vanno a costituire la “collezione di precisione”. Ogni partner ha una parte di questa collezione, costituita dalle varietà tipiche del

ANALISI DI ASSOCIAZIONE (Genome wide association study - Gwas) Si basa sulla ricerca di variazioni non casuali, in popolazioni di individui, tra particolari sequenze di DNA e determinati caratteri di interesse. Lo studio ha preso avvio in campo umano, dove ha consentito di identificare geni responsabili di malattie come il diabete, ed è oggi applicata con successo nel campo vegetale, dove è spesso relativamente semplice avere a disposizione grandi popolazioni di individui, come possono essere le collezioni di germoplasma. Alla base vi è la ricerca di polimorfismi genetici (ovvero differenze nella sequenza del DNA) tra i vari individui, attività che nell’ultima decade è diventata molto accessibile grazie allo sviluppo di piattaforme ad alta processività, in grado di produrre in breve tempo e a costi contenuti migliaia di polimorfismi. Attraverso programmi statistici avanzati si tenta poi di associare le differenze osservate a livello di DNA con quelle tra gli stessi individui per alcuni tratti particolari (ad esempio, la resistenza a una malattia, il contenuto proteico, l’altezza della pianta, e molti altri). Queste variazioni sono anche indicative delle regioni genomiche in cui sono localizzati i geni che governano i caratteri analizzati.

SELEZIONE GENOMICA (Genomic selection - Gs) Tradizionalmente parliamo di specifici geni che danno origine a determinati caratteri fenotipici: basti pensare ai geni Rht responsabili dell’altezza del frumento, che tanta parte hanno avuto nel miglioramento genetico di tale coltura. Molto spesso però la performance di una varietà è dovuta, più che a singoli geni con un grande effetto sul fenotipo, alla combinazione di tanti geni, meglio loci, ognuno dei quali con piccoli effetti fenotipici. La selezione genomica si basa proprio su questo aspetto, valutando l’effetto complessivo di questi loci su un determinato carattere. Con la Selezione Genomica, attraverso la comparazione delle caratteristiche fenotipiche e dei polimorfismi genetici dell’intera popolazione, nel nostro caso della collezione, mediante modelli matematici complessi si calcolano degli indici (Genomic estimated breeding value, Gbev) che riescono a stimare a priori il valore dei singoli individui in futuri programmi di incrocio.

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Research RICERCA

suo territorio, e la studia in campo oltre a estrarne e studiarne il DNA; quella del CREA-CI di Vercelli è costituita da 1.000 accessioni di frumento tenero (una parte della più ampia collezione presente presso la sua banca del germoplasma) che rappresentano vecchie popolazioni locali, varietà storiche e varietà più recenti. C’è poi una collezione di 100 varietà commerciali di frumento e 100 di orzo che costituiscono la “collezione standard di controllo”. Tale collezione, frutto dell’unione delle proposte dei singoli partner, è valutata in campo da tutti i partecipanti nelle rispettive regioni agroclimatiche e servirà, appunto, per standardizzare i risultati fenotipici che i partner rileveranno sulle proprie collezioni di precisione. Infine,

la “collezione ponte”, costituita da 1.500 accessioni di frumento e 1.500 di orzo che risultano duplicate tra le banche del germoplasma delle diverse regioni climatiche d’Europa e che saranno usate per integrare i dati storici.

UN ALTRO OBIETTIVO È INTEGRARE I DATI FENOTIPICI RACCOLTI NEGLI ANNI CON QUELLI STORICI

I dati storici: un’altra importante ricchezza custodita presso le banche del germoplasma e spesso difficilmente consultabile. Nel tempo, infatti, durante i ripetuti cicli di rigenerazione dei materiali, indispensabili per mantenere la capacità germinativa dei semi, sono stati raccolti, presso le varie istituzioni sede delle banche del germoplasma, molti dati fenotipici relativi ad altezza, spigatura, resistenza a patogeni ecc. In alcuni casi tali dati sono rimasti in archivi cartacei, spesso raccolti in formati diversi, modalità che rendono difficile la loro comparazione integrata. Di conseguenza, il loro potenziale informativo risulta sottoutilizzato. Un obiettivo del progetto AGENT è proprio quello di integrare i dati fenotipici raccolti durante gli anni del suo svolgimento con quelli storici, associandoli ai dati meteorologici (di assoluta rilevanza, viste le crescenti problematiche connesse ai cambiamenti climatici) e rendendoli in un formato uniforme, standardizzato e facilmente accessibile a tutti i portatori d’interesse, grazie alla costituzione di un’infrastruttura digitale creata ad hoc dagli esperti bioinformatici del team.

Come il progetto coinvolge gli stakeholders E proprio per creare/rafforzare i rapporti di collaborazione con i portatori d’interesse, in AGENT si è pensato di organizzare una rete di valutazione pubblica/privata che comprenda aziende sementiere, istituti di ricerca e agricoltori. In circa venti località per ognuna delle tre macroregioni europee individuate sulla base dei dati pedoclimatici (Nord, Centro e Sud) e per due anni di prova, parte dell’ampia collezione AGENT sarà opportunamente scelta dagli stakeholders (breeder, aziende sementiere, agricoltori, Ong) e da loro valutata per resistenza a patogeni, resilienza, adattabilità e/o qualità. A un anno dall’avvio, le attività al CREACI di Vercelli sono in pieno svolgimento. I materiali della “collezione di precisione” (ogni linea è stata seminata in una fila di circa un metro di lunghezza) e della “collezione standard di controllo” (in cui le varietà sono invece state seminate in parcelle di circa 2 metri quadrati, in blocchi randomizzati e con due repliche) sono in campo e si sta completando il ci-

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Research RICERCA

clo colturale: sulle accessioni sono stati raccolti i dati sulla data di spigatura e fioritura e si stanno effettuando i rilievi sull’altezza delle piante, tenendo sotto controllo la suscettibilità alle malattie fungine, che per ora non si sono palesate. In laboratorio si è quasi completata l’estrazione del DNA della “collezio-

ne di precisione”, che verrà poi analizzato presso una società australiana attraverso sistemi ad alta processività, al fine di identificarne le variazioni (i polimorfismi). Ora ci si sta preparando alla raccolta, un passaggio apparentemente banale ma molto delicato anche per la grande quantità delle varietà in studio: un picco-

lo inquinamento durante questa fase può infatti inficiare gran parte dei risultati a valle. E dopo la raccolta e la sgranatura delle singole spighe, e le valutazioni sulla granella (peso dei semi e, se ci sarà materiale a sufficienza, determinazione del contenuto proteico e del volume di sedimentazione), sarà già tempo di preparare la semina del secondo anno, in cui sarà ripetuta la caratterizzazione fenotipica delle varietà.

Il futuro prossimo Nel lungo termine le attività del progetto AGENT consentiranno di sfruttare in modo più efficiente l’enorme potenziale delle risorse genetiche messe a disposizione, al fine di andare incontro alla crescente domanda di cibo e di altri prodotti a base vegetale, integrandosi perfettamente alle esigenze agroalimentari dei nostri giorni, sempre più improntate al miglioramento dei livelli di sostenibilità e di sicurezza alimentare richiesti dal mercato e dalle future politiche agricole. Il progetto AGENT, come detto finanziato dall’Unione europea nell’ambito del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 (Grant Agreement No. 862613), è consultabile al sito https://www.agent-project.eu Patrizia Vaccino

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SICUREZZA ALIMENTARE  Food Safety

Escherichia coli Ehec: un pericolo emergente nelle farine Strains of Escherichia coli Ehec in flours: an emerging hazard

E

scherichia coli is a bacterium that lives in the intestines of humans and animals (mainly cattle and swine) and its presence in food is a sign of a lack of hygiene during the production. Some strains of E. coli, however, can cause severe haemorrhagic colitis in

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humans and, sometimes, severe kidney damages. These strains, called Stec or Ehec, are often present in raw milk and fresh beef and pork meat, but recently their presence has also been reported in various types of flour. The risks to human health derive

both from the consumption of raw or lightly cooked flours and pastries and from cross-contamination that can occur in domestic kitchens. The article is a summary of current knowledge on this new emerging hazard for the flour.

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Food Safety  SICUREZZA ALIMENTARE

L’AUTORE

di Valerio Giaccone Prof. ordinario di “Ispezione e Controllo degli Alimenti di Origine animale”, Università di Padova

VALERIO GIACCONE

Laureato in Medicina veterinaria nel 1983, dal 1991 al 1994 è stato professore associato di “Patologia animale e Ispezione delle carni” alla Facoltà di Agraria dell’Università del Molise e poi professore associato di “Ispezione e Controllo dei Prodotti alimentari di Origine animale” alla Facoltà di Medicina veterinaria di Padova. Dal 2002 è professore ordinario di “Ispezione degli alimenti di origine animale” alla Facoltà di Medicina veterinaria di Padova, oggi Scuola di

Agraria e Medicina veterinaria. Direttore e docente delle Scuole di Specializzazione post lauream per veterinari in “Allevamento, Patologia e Igiene delle Specie acquatiche e Controllo dei Prodotti derivati” e di “Ispezione degli Alimenti di Origine animale” dell’Università di Padova, si occupa di ecologia microbica degli alimenti, di sicurezza degli alimenti e di normativa applicata al controllo igienico-sanitario dei prodotti alimentari per l’uomo.

LE ATTUALI CONOSCENZE SU ALCUNI CEPPI DEL BATTERIO CURRENT KNOWLEDGE OF SOME STRAINS OF THE BACTERIUM

T

ra i batteri che causano infezioni alimentari, i ceppi patogeni di Escherichia coli non sono tra i numericamente più diffusi, ma fra quelli che possono provocare i danni maggiori alla nostra salute. Bastano quantità relativamente basse di questi batteri in un alimento (anche solo 100 batteri per grammo) per provocare nelle persone forti attacchi di colite emorragica, con abbondante sangue nelle feci. Una parte di queste infezioni, inoltre, aggredisce i reni causando problemi di insufficienza renale che possono portare, dopo la guarigione, alla dialisi dei pazienti. Nei casi più gravi si può arrivare al decesso. Tutti possono essere colpiti da un’infezione da E. coli patogeni, ma le persone più a rischio sono quelle che hanno difese immunitarie più deboli, ossia i bambini con meno di due anni di età, gli anziani, le donne in gravidanza e tutti coloro che soffrono di malattie croniche (diabete, patologie del fegato o del cuore), che per questo hanno difese immunitarie meno efficienti. Negli ultimi tre anni le autorità sanitarie americane ed europee hanno segnalato alcuni

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focolai di infezioni alimentari sicuramente indotti nell’uomo dal consumo di sfarinati, paste lievitate o prodotti da forno consumati crudi o cotti solo in modo parziale, quindi non sufficiente per inattivare i batteri che contaminavano la farina. Vista la gravità di questo potenziale pericolo per i consumatori, cerchiamo di capire meglio di che cosa si tratta.

Cosa sono gli Stec o Ehec? In inglese sono gli acronimi di “Shiga-Toxin producing Escherichia coli e di EnteroHaemorrhagic Escherichia coli”. Gli Stec sono particolari ceppi di E. coli capaci di sintetizzare e rilasciare nel nostro intestino specifiche tossine che si chiamano shigatossine perché come struttura e funzione somigliano alle tossine prodotte da un altro importante patogeno alimentare (Shigella dysenteriae). Le shigatossine sono delle tossine batteriche che appartengono alla categoria delle citotossine: quando si agganciano agli specifici recettori che si trovano sulla membrana delle cellule umane, vi pe-

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AUTORITÀ SANITARIE INTERNAZIONALI HANNO SEGNALATO INFEZIONI CAUSATE DAL CONSUMO DI SFARINATI netrano e le uccidono. La morte in massa delle cellule, per effetto delle shigatossine, può provocare gravi danni ai tessuti. Le shigatossine sono rilasciate dai coli Stec nell’intestino e le prime cellule a essere colpite sono quelle della mucosa intestinale che va a brandelli, sanguinando. Ciò spiega l’infiammazione intestinale (colite), la febbre e la presenza di sangue nelle feci (nei casi più gravi si parla anche di “diarrea tutto sangue e niente feci”). Assorbite attraverso la parete dell’intestino, le shigatossine possono arrivare al sangue e con esso raggiungere altri organi del corpo, ma l’azione più dannosa la esercitano sulle cellule filtratrici del rene, che vengono uccise in massa, provocando un’insufficienza renale acuta che può essere anche mortale; in casi meno gravi, dopo la guarigione del paziente i dan-

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ni renali però restano, come delle cicatrici, e ciò impone il ricorso alla dialisi renale permanente o al trapianto di rene. Non sempre le infezioni da E. coli Stec degenerano in insufficienza renale, ma quando questa compare il quadro sintomatologico si aggrava di molto, tanto che i clinici hanno coniato un termine specifico per questa malattia: Seu, ossia Sindrome emolitico-uremica (in inglese Hus Hemolytic uremic syndrome). Ciò spiega perché sovente le persone che sono colpite da queste infezioni intestinali e/o renali devono ricorrere a cure mediche in ospedale, con relativo aggravio dei costi economici connessi alla loro gestione come pazienti. Le emorragie a livello intestinale sono uno dei sintomi più evidenti e spaventosi di queste infezioni ed è per questo motivo che gli stessi ceppi Stec ora citati sono stati poi chiamati anche Ehec, ossia E. coli enteroemorragici perché con la loro azione provocano emorragie e perdite di sangue. I ceppi Stec (Ehec) di E. coli sono classificati anche in base al loro sierotipo: è stato accertato che sono un centinaio i sierotipi di E. coli che possono provocare infezioni intestinali nell’uomo, ma il 90% delle forme morbose è causato da soli 10 sierotipi, i più frequenti e probabilmente anche i più aggressivi per il nostro organismo. Questi 10 sierotipi sono chiamati in

inglese i “top ten” e sono capitanati da un famoso sierotipo, chiamato O157:H7.

Perché ceppi patogeni di E. coli nelle farine? I ceppi Stec (Ehec) di E. coli vivono nel basso intestino dell’uomo e degli animali, in particolare nel bovino e nel suino, senza che però gli animali ne siano infetti (condizione di portatore sano). Si è stimato che i bovini portatori sani emettano con le feci quantità piuttosto limitate di coli Stec (100-1.000 batteri per grammo di feci), ma in alcuni capi portatori sembra che la quantità di coli Stec presenti nelle feci possa arrivare anche fino a 100 mila batteri per grammo, con un possibile aumento esponenziale della contaminazione ambientale. Questi bovini sono chiamati “super shedder” (eliminatori potenziati del batterio). Con le feci animali i coli Stec possono contaminare il latte crudo in fase di mungitura o le carni di bovino e suino in sede di macello. Inoltre, con i liquami freschi sparsi sui campi a scopo di fertilizzazione organica, questi stessi coli Stec possono contaminare anche i vegetali in campo (soprattutto quelli a foglia larga) e alcuni tipi di frutta che crescono a contatto con il suolo, come angurie e meloni.

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È quindi logico che, una volta immessi nell’ambiente, i ceppi patogeni di E. coli possano anche contaminare alimenti ritenuti “insospettabili” come i semi e le granaglie, ma i focolai di infezione alimentare segnalati a partire dal 2016, provocati con certezza dalle farine, hanno suscitato sorpresa tra gli esperti del settore perché si partiva dal concetto che i coli Stec avessero bisogno di una certa quantità di umidità per vivere, umidità che invece è molto ridotta negli alimenti essiccati o disidratati come le granaglie e i loro derivati, cioè le farine. In realtà, grazie a prove sperimentali condotte negli ultimi tre anni da vari autori, sappiamo che i ceppi Stec di E. coli possono sopravvivere anche per vari mesi in derrate molto secche come latte in polvere, spezie e, appunto, farine. Inoltre, le farine sono usate quasi sempre per produrre alimenti che poi subiscono una cottura più o meno intensa e fino a pochi anni fa si riteneva che i

I CEPPI DI E. COLI STEC POSSONO SOPRAVVIVERE NELLE FARINE PER DIVERSI MESI

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TABELLA 1

TEMPI NECESSARI PER RIDURRE DEL 90% UNA CARICA INIZIALE DI ESCHERICHIA COLI PATOGENI INOCULATA IN FARINA DI GRANO

Riscaldamento

Tempi di inattivazione rilevati (in minuti)

55° C

20,0 - 42,9

60° C

4,9 - 10,0

65° C

2,4 - 3,2

70° C

0,2 - 1,6

ceppi Stec di E. coli fossero batteri molto termosensibili. Non si riusciva quindi a capire come le farine contaminate da ceppi Stec di E. coli potessero aver provocato focolai di infezione alimentare attraverso prodotti da forno (cotti), ma anche in questo caso diverse prove sperimentali hanno fornito risultati che hanno permesso di migliorare le nostre conoscenze in merito. Negli Usa, Forghani et al. (2019) hanno inoculato sperimentalmente tre ceppi enteroemorragici di E. coli (sierogruppi O45, O121 e O145) in farina di grano per valutare quanto a lungo vi sopravvivessero i batteri a una temperatura di 23° C. Tramite analisi di laboratorio gli autori statunitensi hanno dimostrato che a temperatura ambiente i ceppi di E. coli Ehec erano ancora vivi a distanza di 168 giorni, ossia

dopo oltre 5 mesi (nelle stesse condizioni Salmonella può resistere viva anche un anno). Gli stessi autori hanno valutato anche la resistenza termica di E. coli al calore esponendo la farina contaminata sperimentalmente a 55°, 60°, 65° e 70° C. Ho sintetizzato i risultati delle loro analisi in TABELLA 1. Dalle analisi risulta che i ceppi Stec di E. coli hanno una resistenza leggermente inferiore a quella di Salmonella. Per conoscere la resistenza termica dei coli Stec nelle paste lievitate a temperature superiori ai 70° C possiamo fare riferimento allo studio condotto da Suehr et al. nel 2019 in qualità di esperti della Fda americana. Gli autori hanno inoculato nella farina di grano un ceppo di E. coli sierogruppo O121 portando il tutto a 25° C e con un valore di acqua libera (Aw) di 0,45, poi

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i campioni inoculati sono stati trattati a 70°, 75° e 80° C. Dopo il trattamento gli autori hanno verificato i tempi necessari a una riduzione consistente dalla carica iniziale (il 90%). I risultati ottenuti sono riportati in TABELLA 2. Le percentuali di sopravvivenza con conteggio di carica e calcolando i valori d e z. A 70°, 75° e 80° C i valori D per E. coli O121 erano 18.16 ± 0.96, 6.47 ± 0.50 e 4.58 ± 0.40 minuti rispettivamente, mentre i valori z erano 14.57 ± 2.21° C. I risultati hanno confermato che E. coli è leggermente meno termoresistente di Salmonella in condizioni come quelle sperimentali messe in atto dagli autori citati. Risultati altrettanto interessanti sono stati pubblicati da Daryaei et al. nel 2020. Gli autori hanno studiato ben 22 differenti ceppi di E. coli Stec inoculandoli in farina di grano di due differenti livelli di umidità (8% e 13%, che corrispondono a valori di Aw di 0,25 e 0,55) per valutarne la resistenza a un trattamento a 82° C per 5 minuti. I risultati hanno dimostrato che il livello di umidità della farina ha un impatto molto significativo sull’inattivazione termica dei batteri. La popolazione di Stec, infatti, è stata inattivata in media di 1,7 Log nella farina all’8% di umidità e di 6,0 Log in quella al 13%.

Perché le persone si ammalano con i prodotti da forno? I ceppi patogeni Stec di E. coli sono piuttosto resistenti al calore per quanto abbiamo appreso dagli ultimi studi condotti sui prodotti da forno, ma è comunque vero che in generale i prodotti da forno sono sottoposti a trattamenti termici molto intensi e per tempi più o meno lunghi, per cui ci chiediamo come abbiano fatto le farine contaminate da E. coli Stec a faTABELLA 2

re ammalare delle persone. A questa domanda possiamo rispondere esaminando i focolai di infezione alimentare documentati finora in bibliografia. Il primo focolaio di infezione da E. coli Stec si è verificato negli Usa nel 2009. In quel caso la fonte era un impasto per biscotti pronto per essere messo in forno che ha causato 77 casi clinici, di cui 35 ospedalizzati, e 10 casi di Hus (Neil et al., 2012). Le persone si erano ammalate perché avevano consumato parte della pasta anco-

TEMPI NECESSARI PER RIDURRE DEL 90% UNA CARICA INIZIALE DI ESCHERICHIA COLI PATOGENI INOCULATA IN FARINA DI GRANO

Riscaldamento

Tempi di inattivazione rilevati (in minuti)

70° C

18,16 ± 0,96

75° C

6,47 ± 0,50

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4,58 ± 0,40

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UNA CAUSA DI INFEZIONE PUÒ DERIVARE DAL CONSUMO DI PASTA LIEVITATA ANCORA CRUDA ra cruda o non avevano cotto a sufficienza i biscotti. Il focolaio più esteso si è verificato di nuovo negli Usa tra dicembre 2015 e settembre 2016 e ha coinvolto 56 pazienti in ben 24 Stati: per 55 di essi la farina all’origine dell’episodio è risultata contaminata dal sierotipo O12, mentre in un caso il sierotipo di E. coli in causa era O26. I due ceppi erano entrambi produttori di shigatossine. L’età dei pazienti era compresa tra 1 e 95 anni con una media di 18 e il 77% dei casi erano donne. 16 pazienti hanno richiesto il ricovero in ospedale per le cu-

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TECNOLOGIE PER L’INDUSTRIA DELLO STOCCAGGIO

Technobins è specializzata nella realizzazione di impianti per lo stoccaggio di prodotti alla rinfusa in granuli e in polvere per l’industria alimentare, molitoria, selezione sementi, birrerie, industria ceramica, lavorazione della plastica e stoccaggio inerti. In particolare nell’industria molitoria realizza sili per materie prime, prodotti finiti, sottoprodotti di macinazione e scarti.

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re del caso, ma la sindrome Seu è comparsa in un solo paziente e non ci sono stati decessi. Molti dei pazienti affermarono che producevano sovente il pane in casa e che in genere erano abituati ad assaggiare un po’ della pasta lievitata prima di farla cuocere. Per 3 casi l’origine è stata ancora più insolita: erano tutti bambini ed avevano contratto l’infezione in ristoranti; il personale di quei ristoranti ammise poi che avevano offerto ai bambini un po’ di pasta lievitata per giocarci in attesa del pasto e il contatto con la pasta contaminata da E. coli era stato sufficiente per provocare l’infezione. Nei restanti casi si è osservato che le farine contaminate, sparse in cucina come si fa di solito quanto si usa una farina, avevano contaminato altri alimenti o superfici di lavoro, che poi avevano favorito il trasferimento dei batteri ad altri alimenti consumati evidentemente crudi (casi di contaminazione crociata).

Conclusioni Le farine di cereali apparentemente non dovrebbero essere a rischio di trasmette-

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re all’uomo batteri patogeni quali Salmonella o ceppi emorragici di E. coli perché sono “troppo secche” e i batteri non riescono a duplicare in substrati così poveri di acqua libera. In realtà, alcuni episodi di infezione alimentare provocati dal consumo o dal contatto con farine e pa-

ste lievitate ci confermano che il pericolo esiste e va affrontato. I ceppi di E. coli Stec (Ehec) patogeni non sono per fortuna così diffusi come Salmonella, ma possono circolare nell’ambiente provenendo dal contenuto intestinale di uomo, bovini e suini.

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Una situazione igienica carente a livello di produzione potrebbe comportare la contaminazione delle farine in fase di molitura o in quelle successive, e il fatto che le farine presentino di norma tassi di umidità molto bassi non ci mette del tutto al riparo. Prove sperimentali hanno dimostrato che nelle farine i ceppi di E. coli Stec possono restare vivi anche per cinque mesi a temperatura ambiente. Nemmeno la cottura dei prodotti da forno costituisce una difesa assoluta contro questi batteri perché hanno una certa resistenza al calore; in particolare, occorre studiare bene il processo di cottura per poter dimostrare che nei prodotti si raggiungono a cuore temperature sufficienti per inattivare questi batteri. Inoltre, le indagini epidemiologiche condotte sui focolai di infezione alimentare finora accertati hanno dimostrato che il rischio di infezione non viene dai prodotti da forno cotti, quanto piuttosto dalla manipolazione della farina e delle paste lievitate da parte dei consumatori. Il rischio sta in parte nel consumare la pasta lievitata ancora cruda e in parte nel diffondere la farina in polvere su superfici di lavoro in cucina, che diventeranno poi fonti di contaminazione crociata che favori-

scono il passaggio di questi batteri dalle farine ad altri alimenti che sono consumati senza ulteriore cottura. I produttori di farine non hanno molte difese da porre in atto se non quelle dell’applicazione delle corrette buone prassi igieniche di lavorazione e di manipolazione all’interno delle loro aziende, per prevenire le contaminazioni delle farine da parte di Salmonella e di E. coli Stec. Può essere utile, a mio parere, inserire nell’etichetta

delle farine e delle paste lievitate precise indicazioni per un uso corretto dei prodotti, quali il cuocerli nelle corrette condizioni di tempo e temperatura, di non consumare cruda la pasta lievitata e (se possibile) di non farla toccare ai bambini piccoli e agli anziani, visto che tali soggetti rientrano nelle categorie a maggior rischio di infezione. Valerio Giaccone

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PEST CONTROL

Focus sulla disinfestazione nella filiera cerealicola Focus on pest control in the cereal supply chain LEGISLAZIONE, PRODOTTI E STRATEGIE A DIFESA DELL’INDUSTRIA MOLITORIA E ZOOTECNICA LAW, PRODUCTS AND STRATEGIES TO THE ASSISTANCE OF MILLING AND FEED INDUSTRY

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di Alessandro Massacesi

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n 27 May, the webinar “Pest control in the cereal supply chain” was held. Organized by Newpharm, it highlighted the importance of industrial pest control and prevention performance, which is increasingly felt in the cereal supply chain. An institutional gathering with a wideranging experience exchange that included speeches by Cosimo De

Sortis (president of Italmopa), Lorenzo Cavalli (president of Antim), Lorenzo Ruffato (organisational manager of the FIMAA commodity brokers’ council), Daniele Scricciolo and Mauro Scorsone of the Ministry of Health, and Marco Benedetti (president of Anid). The webinar was also attended by major food companies such as Molino Rachello, Pastificio

“L

a disinfestazione nella filiera cerealicola” è il titolo del webinar organizzato lo scorso 27 maggio da Newpharm, impresa capofila dell’omonimo Gruppo di cui fanno parte cinque società, che da quasi 40 anni svolge un ruolo cruciale nella tutela dello stoccaggio dei cereali per l’industria alimentare, molitoria, sementiera e zootecnica, con ben sei brevetti internazionali e una presenza radicata in Italia e all’estero (esporta in più di 25 Paesi) nei settori agro, pest control e medicale. L’azienda, nata inizialmente come Cida, nel 1982 ad Albignasego (Pd), ad opera dell’attuale presidente, Dionisio Bagarollo, nel 2001 prende il nome di Newpharm. La crescita e la diversificazione, con una fortissima impronta nella ricerca e sviluppo nei settori della disinfestazione, del controllo e tutela agroalimentare, degli spazi medico sanitari, dei dispositivi medici e della chirurgia mininvasiva, hanno poi permesso al Gruppo di entrare, nel 2015, nel mercato internazionale. Dal 2016, grazie a una continua espansione, diventa protagonista anche nel settore del biologico. Quest’anno, Newpharm, in concomitanza con i suoi 20 anni di attività, ha voluto organizzare il suo primo evento online dedicato alla filiera cerealicola, dalla difesa dei siti di stoccaggio alla salvaguardia delle derrate dagli infestanti che le minacciano, mettendo a confronto i protagonisti e le istituzioni del mondo della disinfestazione e del mercato cerealicolo.

Industria molitoria garante della sicurezza alimentare Sono stati oltre duecento gli iscritti al webinar accolti da Dionisio ed Enrico Baga-

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Girolomoni, Società Cooperativa Agricola Primo Maggio and Gruppo Cereal Docks, who presented their case histories and underlined once again the central role of pest control companies and professionals. The need to organize events that encourage gatherings and dialogue with the protagonists of the agri-food sector was also emphasized.

rollo, rispettivamente presidente e managing director di Newpharm. Ai loro saluti ha fatto seguito l’intervento del presidente di Italmopa, Cosimo De Sortis, che ha ribadito, oggi più che mai, la centralità e l’attenzione che i molini devono porre nella percezione e nella materiale esecuzione delle misure in materia di sicurezza alimentare. «L’industria molitoria, rispetto ad altri comparti della filiera cerealicola, per il ruolo di cerniera tra produzione primaria e prima trasformazione ha una doppia responsabilità, perché è il luogo fisico dove nasce la sicurezza alimentare dal punto di vista della trasformazione industriale». Un tema, ribadisce De Sortis, che si lega a doppio filo con la sempre maggiore richiesta di informazioni e tutele da parte dei consumatori, che da anni il mercato cerealicolo sta ricevendo. Italmopa, da tempo al lavoro per garantire ai suoi associati la messa a punto di protocolli comuni, ha infatti ribadito che la disinfestazione è ormai un elemento chiave per il successo di un’impresa e di come l’attività di prevenzione e disinfestazione stia vivendo una “seconda giovinezza”, grazie all’evoluzione tecnologica e a strumentazioni e protocolli molto più efficaci rispetto a qualche anno fa.

Le criticità in accettazione Sul tema della prevenzione si è poi espresso Lorenzo Cavalli, presidente dell’Associazione nazionale tecnici dell’industria molitoria (Antim), ricordando che nei molini le infestazioni sono solo in parte prevenibili e che l’accettazione di merci contaminate è oggi il principale rischio di infestazione. Per questo, nel suo intervento, Cavalli ha messo in evidenza l’importanza dei controlli pri-

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ma, durante e dopo la fase di accettazione delle merci. A cominciare dal campionamento di tutte le derrate in entrata nel molino, che richiede una sempre maggiore capacità di analisi: da quella visiva/olfattiva, eseguita da personale adeguatamente formato, passando per la setacciatura (a caldo) per verificare la presenza di insetti e dal controllo dell’umidità (più è alta maggiore sarà la possibilità di scatenare infestazioni), sono state elencate le prassi, ormai consolidate, per l’individuazione di cereali contaminati. Ulteriori indicazioni per la gestione del rischio di infestazione hanno poi riguardato le fasi di stoccaggio, prepulitura e pulitura. Nello stoccaggio, in particolare, Cavalli ha messo l’accento sui potenziali rischi causati dalle elevate temperature nei silos, molto rilevanti in alcune aree geografiche, perché favoriscono le proliferazioni di nidi e infestazioni anche future. Ultimo aspetto, ma non per importanza, riguarda la pulizia preventiva dell’impianto, fondamentale per diminuire le probabilità di infestazione.

Il management di Newpharm

Le perdite nello stoccaggio

LA DISINFESTAZIONE È UN ELEMENTO CHIAVE PER IL SUCCESSO DI UN’IMPRESA

E’ stata poi la volta dell’intervento di Stefano Cherubin, responsabile tecnico di Newpharm, che ha parlato delle perdite quantitative e qualitative nella filiera cerealicola. Cherubin, partendo dallo sfruttamento delle risorse agricole globali (circa il 30% della superficie terrestre, con un impiego annuale di acqua di circa 2,5 trilioni di m³, consuma oggi ben il 3% delle energie globali), ha ricordato come le perdite lungo tutta la filiera, in termini di ci-

bo disponibile, ammontino dal 30 al 50% degli alimenti prodotti, con una media di 1,6 miliardi di tonnellate annue. Si parla di 900 milioni di tonnellate di cibo non consumato, tra sprechi nei Paesi ricchi e cattiva conservazione nei Paesi poveri. Un valore che pesa per il 10% sull’emissione di gas serra. A questi numeri vanno aggiunti quelli delle perdite sulla produzione totale di cereali (circa 3 miliardi di tonnellate l’anno). Dell’intera produzione cerea-

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licola va perso circa il 30% in campo, il 20% in fase di stoccaggio e un ulteriore 20% attraverso lo smistamento industriale, a fronte di un costante aumento demografico e di una crescita della domanda di cereali a livello globale. «Se riuscissimo a ridurre il deterioramento dei cereali durante lo stoccaggio - sostiene Cherubin - potremmo sfamare circa 4 miliardi di persone in più». Artropodi (insetti visibili e acari invisibili), roditori e volatili sono responsabili di circa il 20% delle perdite quantitative durante lo stoccaggio dei cereali. In particolare, la presenza di artropodi durante questa fase, forse la più critica della vita della derrata, favorisce l’aumento di temperatura e umidità, che a sua volta agevola la presenza di batteri e funghi responsabili delle perdite qualitative ai danni delle merci. Proprio per ovviare a questi rischi è oggi importante arricchire il ruolo dell’Integrated pest management con quello dell’Integrated crop mangement, specificamente dedicato al settore dello stoccaggio dei cereali e in grado di porre in primo piano la consapevolezza entomologica di pari passo con l’uso delle tecnologie per la tutela dell’industria della trasformazione. Conoscere la fauna entomologica, secondo Cherubin, significa prevedere e quindi anticipare le aggressioni ai cereali, riducendo o addirittura annullando le perdite lungo lo stoccaggio. Alle raccomandazioni di pulizia negli ambienti di stoccaggio vuoti, Cherubin ha fatto seguire la presentazione delle proposte Newpharm e delle sostanze attive consentite nella filiera:

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il pirimifos metile (linea Actellic), la deltametrina (linea K-Obiol) e la cipermetrina (linea Talisma) per lo stoccaggio convenzionale; le piretrine naturali (Pygrain) e la terra di diatomee (SilicoSec) per lo stoccaggio biologico.

Cosa succede ai mercati? Disinfestazione e stoccaggio, però, non sono stati gli unici argomenti trattati durante il webinar organizzato da Newpharm. Infatti, Simone Ruffato, responsabile organizzativo della consulta dei mediatori merceologici (Fimaa), ha posto l’accento sulla particolare situazione che oggi stanno vivendo i mercati e le considerazioni sul lato strategico della mediazione cerealicola. Nel suo intervento Ruffato ha evidenziato il preoccupante aumento dei prezzi delle materie prime, principalmente dovuto al Covid-19. Prima della pandemia era abbastanza facile prevedere il prezzo dei cereali per l’anno successivo ma, da marzo 2020, l’Italia si è rivelata il cigno nero del mercato, con un trend rialzista iniziato già lo scorso ottobre. Diversi i responsabili di questi aumenti, fra cui la “fame cinese”, ossia l’eliminazione dei dazi della guerra commerciale tra Cina e Usa, affiancata da un sistema finanziario liquido, che sembra aver spinto l’interes-

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se degli investitori verso le materie prime agricole e non solo. L’iniezione di denaro promossa da banche centrali e governi ha poi contribuito ad innescare un principio di inflazione, favorito dal notevole aumento del trading. Il settore cerealicolo italiano ha poi particolarmente risentito dei ritardi registrati nella raccolta del frumento tenero, che ha evidenziato un calo inferiore alle stime rispetto ai costi di approvvigionamento. Questa contingenza, insieme alle elevate quotazioni di mais e semi di soia, ha presumibilmente fatto spostare gran parte dei consumi zootecnici sul frumento che, unite all’incertezza sulle “riaperture”, ha causato una contrazione degli acquisti e una diminuzione delle vendite di farine.

Strategie di contrasto L’eccezionalità del periodo va comunque intesa, appunto, come tale, secondo Ruffato. La delicata situazione attuale deve infatti essere uno stimolo per le aziende ad acquistare di più e meglio. Ormai non si può più puntare a cogliere l’affare anno per anno. Al contrario servono programmi di lungo periodo e contratti di filiera, oltre a strategie finanziarie dedicate (mercato delle coperture futures e options) che possono rappresentare un utile strumen-

RIDURRE LE PERDITE DI CEREALI IN FASE DI STOCCAGGIO PUÒ CONTRIBUIRE A SFAMARE 4 MILIARDI DI PERSONE to di tutela delle aziende. Non solo, anche elasticità e flessibilità devono dettare l’agenda delle aziende cerealicole, magari scegliendo varietà di cereali più performanti, prestando maggiore attenzione alle richieste del mercato (molini e mangimifici in testa), adottando buone pratiche agricole, disciplinari con gli agricoltori e sottoscrivendo contratti di filiera sempre più dettagliati che coinvolgano agricoltori, stoccatori e consumatori finali. La conclusione di Ruffato, riallacciandosi al tema della disinfestazione e dello stoccaggio, è che servono aziende efficienti nelle azioni e nella gestione dei rischi. Situazioni critiche come quelle causate dal Covid possono essere contrastate e un aspetto riguarda appunto il poter contare su merce sana e non infestata, un plus di grande rilievo che, se ben gestito e adeguata-

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mente organizzato, può offrire vantaggi enormi rispetto ai competitor. Queste dinamiche di mercato impongono flessibilità e decisioni rapide da parte sia di mediatori che di stoccatori. Viene pertanto ribadita la necessità di trattare tutta la merce in entrata con metodologie preventive, come quelle proposte da Newpharm, e non con metodologie alternative, quali i gas tossici, perché rallenterebbero notevolmente l’attività di filiera.

Prodotti fitosanitari: norme e sanzioni La giornata ha poi dato spazio al settore normativo e giuridico, con l’intervento di Daniele Scricciolo dell’Ufficio VII, che si occupa della sicurezza e della regolamentazione dei prodotti fitosanitari, e di Mauro Scorsone, legale rappresentante del Ministero della Salute. Le normative prese in esame per i prodotti sanitari post-raccolta e la valutazione dei principi attivi e dei prodotti fitosanitari sono state principalmente il DPR n. 290 del 23 aprile 2001 in merito ai procedimenti di autorizzazione

alla produzione, all’immissione in commercio e alla vendita dei prodotti fitosanitari, e il Regolamento (Ce) n. 396/2005 del 23 febbraio 2005 concernente i livelli massimi di residui (LMR) di antiparassitari validi in tutta Europa. A questi si è poi aggiunto il d.lgs. n. 69 del 17 aprile 2014, che disciplina e sanziona le violazioni delle disposizioni del Regolamento (Ce) n. 1107/2009. L’intervento ha messo in evidenza come tali normative stiano favorendo una maggiore circolazione dei prodotti fitosanitari nell’Unione europea e, al con-

tempo, aumentando la soglia dei principi precauzionali e di sicurezza. Nel campo dei gas tossici, in particolare, sono oggi presenti stringenti limitazioni di utilizzo, quasi sempre dovute alla necessità di impiegare personale altamente specializzato, dotato del patentino di abilitazione, per la messa in opera di questi prodotti, con intervalli di sicurezza ben precisi (6/7 giorni). Nell’intervento sono poi stati evidenziati i rischi legati all’utilizzo di specifiche sostanze, che può comportare sanzioni molto pesanti per le aziende. La CO2, ad

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esempio, che dal 2009 è autorizzata come fumigante in Italia, nel nostro Paese non può essere utilizzata per la mancanza di prodotti fitosanitari registrati. Per quanto riguarda le sanzioni sull’uso di prodotti fitosanitari non a norma, chiunque fabbrichi, immagazzini, immetta sul mercato o impieghi prodotti privi di autorizzazione è soggetto a multe da 15 mila a 150 mila euro, sanzione peraltro applicabile anche alle aziende che permettono l’uso di queste sostanze nei propri ambienti, in quanto legalmente tenute a effettuare controlli sulle sostanze utilizzate. Ulteriori sanzioni pecuniarie dipendono dalla fattispecie della violazione e possono essere accompagnate dalla pubblicazione sintetica dei provvedimenti su almeno due quotidiani (uno nazionale e uno locale) e dalla comunicazione al Ministero della Salute. Nei casi più estremi è addirittura prevista la chiusura definitiva dello stabilimento e la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività. A chiudere la sessione normativa, con cenni sui limiti massimi di residui (LMR) ammessi in Europa sulle sostanze attive autorizzate nel trattamento del post-raccolta e sui tempi di carenza da rispettare dopo l’applicazione dei relativi prodotti fitosanitari, è stata Erika Saccoccia, responsabile del dipartimento regolatorio di Newpharm.

La sinergia assicura il successo «Nel settore alimentare la filiera dei cereali rappresenta il fiore all’occhiello del nostro Made in Italy. Tutto ciò che è legato alla produzione di materie prime riveste un ruolo importante: dagli attori che scelgono le materie prime all’interno del loro processo di produzione, sino al prodotto finale che giunge sulle nostre tavole. In tutti questi anelli il ruolo del pest-management e del pest-control è oggi parte integrante della filiera alimentare». Questa la sintesi, a fine lavori, portata dal presidente di Anid (Associazione nazionale delle imprese di disinfestazione), Marco Benedetti, che ha rimarcato come la disinfestazione nella filiera cerealicola è un tema che richiede un livello di professionalità sempre più alto, non più declinabile in una mera esecuzione. Riprova di ciò è stata la presentazione di alcune case histories di aziende del settore: le te-

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stimonianze di Alessandra Bon, responsabile laboratorio e certificazioni di Molino Rachello, Daniela Bellini, quality manager del Pastificio Girolomoni, di Francesco Geromin, direttore generale della Società Cooperativa Agricola Primo Maggio, e di Marco Sigola, responsabile Rsq del Gruppo Cereal Docks, hanno infatti arricchito la giornata di molteplici spunti e discussioni. Molino Rachello, ad esempio, esegue la debiotizzazione ambientale attraverso l’unico fitosanitario sul mercato a base di terra di diatomee: il SilicoSec. Mentre le granaglie in entrata vengono disinfestate con Pygrain ottenendo sempre i risultati attesi. Sempre in tema bio, il Pastificio Girolomoni ha da poco installato un sistema totalmente ideato da Newpharm per la debiotizzazione autonoma degli ambienti con il Nuvex No Pbo. Alle derrate, viceversa, viene incorporato il SilicoSec per ottenere la massima protezione temporale oggi possibile. Tutta la merce movimentata dalla Società Cooperativa Agricola Primo Maggio viene invece trattata con la miscela più significativa di Newpharm:

Actellic 5 in associazione al K-Obiol ULV6. Molto soddisfatto, infine, il Gruppo Cereal Docks della flessibilità dei fitosanitari proposti da Newpharm per la gestione delle granaglie stoccate. Gli enormi quantitativi maidicoli lavorati dall’azienda sono preservati attraverso la miscela tra K-Obiol ULV6 e Pygrain, raggiungendo una protezione completa dagli agenti infestanti. «Newpharm ha messo a fattor comune tutti quelli che sono gli attori più importanti della filiera. Italmopa, Antim, il Ministero della Salute e tutte le attività produttive che hanno dato il loro contributo e le loro esperienze, tutti noi e i temi che abbiamo trattato oggi fanno parte di un processo culturale molto importante. Un processo culturale che vede essenzialmente una possibilità di crescita per le attività che erogano servizi di pest-control e per tutti gli attori della filiera cerealicola», ha concluso Benedetti.

Per chiedere la registrazione del webinar inviare una e-mail a info@newpharm.it Alessandro Massacesi

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EVENTI   Events

Argonauta: un viaggio tra industria e arte Lo scorso 16 maggio, presso Augeo Art Space di Rimini, Sergio Antolini ha presentato il suo libro “Argonauta”: un’accurata analisi antropologico-culturale che accompagna il lettore in un viaggio sinestetico che parte dal Grano e termina con il Pane. Sergio Antolini, presidente di Ocrim Spa e amministratore delegato di Paglierani Srl, è un noto imprenditore italiano che ha fatto del grano la propria attività principale. Un uomo di cultura, attento a ogni forma di linguaggio artistico, la cui visione imprenditoriale e culturale è il motore che muove le sue imprese.

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ugeo, luogo di eventi culturali di risonanza internazionale presenta: ARGONAUTA. Sergio Antolini alla scoperta del fil rouge storico, culturale, artistico, simbolico ed esoterico che si nasconde dietro il padre dell’alimento principe dell’Umanità intera: il frumento. Il libro ARGONAUTA si presenta come un progetto letterario e visivo di ampia portata e si articola in quattro atti a ricordare un’esperienza teatrale classica. Il cammino del grano viene presentato con cura attraverso gli aspetti biologici, i contesti storici, gli apporti simbolici e cultu-

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rali, con intense esplorazioni esoteriche e rimandi a considerazioni di alchimia e astrologia. Un percorso che si snoda dagli albori dell’agricoltura ai giorni nostri, in particolare lungo il territorio italiano, tra le terre malatestiane e le regioni più fertili della penisola. Gli atti si modellano in un ritmico susseguirsi di racconti mitologici, cronache storiche, dimostrazioni scientifiche e biologiche in un racconto ricco di suggestioni alchemiche e ipotesi esoteriche. La storia del grano si interfaccia con quella dei mulini, delle farine e del pane, ma anche e soprattutto con quella dell’uomo,

soggetto ed oggetto di una trasformazione evolutiva guidata dal cibo e dall’atto di cibarsi. Quando Dio creò il mondo, alla fine di ogni giornata, dice la Bibbia nella Genesi: “...e Dio vide che è cosa e bella”. La bellezza è quella che ci trafigge, che ci meraviglia, che ci incanta, che ci fa stare bene ed è proprio alla bellezza che viene dedicata l’opera. E cosi l’autore, Sergio Antolini, ci racconta: “Questa volta, per me, un viaggio virtuale di immagini mentali, immagini non transitate a livello visivo, visioni intellettive accompagnate da opere scultoree, pit-

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Events  EVENTI

toriche e fotografiche. Testi modulati, di tempi e pause, cosi come nella notazione musicale: la lettura è il tempo, la contemplazione delle opere il momento di silenzio, la pausa. Immagini e paesaggi sonori, realtà dove accadono eventi che cambiano nel tempo, grazie all’intervento dell’uomo, sottolineati da quelli che il vocabolario inglese chiama “soundmarks”, cioè i suoni caratteristici e significativi per la comunità che vive in quel luogo. L’ Argonauta inizia il suo viaggio con il Grano e con il Pane il viaggio termina. Frumento e pane un binomio inscindibile, inseparabile, l’asse portante della cultura occidentale che racchiude il lavoro nei campi e la quotidianità domestica. Tutti sanno, per reminiscenze scolastiche, che il percorso nasce circa 10.000 anni fa con la domesticazione del grano nella Mezzaluna Fertile. In Mesopotamia, tra due fiumi, il Tigri e L’Eufrate, si evolve la civiltà con la coltivazione al posto della caccia, l’incremento demografico, la ricerca spasmodica di nuove campagne dove coltivare il cereale per sfamare la popolazione, l’urbanizzazione, le ondate migratorie da Est a Ovest e da Sud a

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Nord, l’inizio del commercio in un passaggio dalla preistoria alla storia. Solo qualche secolo e dal Grano al Pane il passo è breve con il primo miracolo tecnologico del Neolitico: il lievito, la fermentazione dell’impasto di acqua e farina. Nell’arte e nella letteratura il simbolo del frumento porta linguaggi nuovi: è il pane che spez-

za per sempre le pretese di immortalità di Gilgamesh, il leggendario eroe sumero, per due terzi dio e per un terzo uomo; coltivare la terra è per Omero la misura della separazione tra la civiltà e la bestialità, tra l’uomo e il ciclope, tra Ulisse e Nessuno, colui che abita le terre dove gli uomini non sono mangiatori di pane perché i

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EVENTI   Events

Ciclopi “si cibano solo di latte e formaggio” e allevano, ma non coltivano. E anche ai giorni nostri la letteratura contemporanea scandisce l’universalità del Grano e del Pane: “...coltiveremo a grano la terra e i pianeti per produrre il pane non per un uomo, ma per tutti”, racconta Pablo Neruda. Dopo 10.000 anni Grano e Pane sono ancora nei nostri campi e sul-

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le nostre tavole, anche se spazi, tempi e metodi si sono enormemente stravolti.” Ad accompagnare il testo, le opere artistiche di una ricercata selezione di autori internazionali tra cui Blanco, Conti, Ferrario, Frisoni, Giovagnoli, La Motta, Manfroni, Ravaioli, Sassoli, Schnabel, atte a creare rimandi e suggestioni. Inoltre, per gentile concessione della famiglia Guerra, nel

libro compare anche un disegno del poeta e sceneggiatore romagnolo Tonino, illustre conterraneo amico dell’autore. Il volume, prodotto in edizione limitata, mostra una veste grafica accurata e sofisticata. La scelta di carte di particolare pregio, dai toni materici spiccati ha voluto evidenziare la cura di un progetto di forte impatto visivo e tattile, a contenitore di un testo letterario che trova nell’espressione artistica l’adatto sottofondo per esprimere appieno la propria identità. Esperienza non esclusivamente letteraria, ma multisensoriale, un progetto che sollecita emozioni definite, suggerite al tatto e alla vista. Fondamentale e imprescindibile la collaborazione con lo stampatore Pazzini, che con impeccabile maestria ha nobilitato il libro applicando tecniche elaboratissime. Un testo eclettico quindi, come la personalità dell’autore, imprenditore fortemente legato al territorio di nascita, la Romagna, attivo nel settore meccatronico nella costruzione di impianti molitori e particolarmente attento al settore agricolo, con la coltivazione di cereali, riso e piante officinali.

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AGENDA

29 agosto/ 2 settembre 2021

LITTLE ROCK (USA)

MOSTRA CONVEGNO ANNUALE IAOM Distretto Nord America

www.iaom.org/annualmeeting

31 agosto/ 3 settembre 2021

PARMA

CIBUS

Salone internazionale dell’alimentazione www.cibus.it

9/12 settembre 2021

BOLOGNA

SANA + SANATECH

Saloni internazionali del biologico e della filiera produttiva www.sana.it

28/30 settembre 2021

NORIMBERGA (GERMANIA)

FACHPACK

Salone internazionale del packaging www.fachpack.de

9/13 ottobre 2021

COLONIA (GERMANIA)

ANUGA

Salone internazionale dell’industria alimentare www.anuga.com

19/22 ottobre 2021

BARCELLONA

HISPACK

Salone internazionale dell’imballaggio www.hispak.com

22/26 ottobre 2021

MILANO

TUTTOFOOD E HOST

Saloni internazionali dei prodotti alimentari e dell’ospitalità professionale www.tuttofood.it – www.host.fieramilano.it

25/27 ottobre 2021

ROMA

7TH WHOLE GRAIN SUMMIT

Conferenza online sui cereali integrali www.wholegrainsummit.com

7/9 novembre 2021

DUBAI (EAU)

GULFOOD MANUFACTURING

Salone internazionale delle tecnologie per l’industria alimentare www.gulfoodmanufacturing.com

23/24 novembre 2021

TOURS (FRANCIA)

JTIC

Giornate tecniche per l’industria cerealicola www.jtic.eu

A CAUSA DELL’EMERGENZA CORONAVIRUS LE MANIFESTAZIONI SOPRA CITATE POTREBBERO ESSERE CANCELLATE O RINVIATE AD ALTRA DATA

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