SOCIETÀ ESSOTERICA DI ILLUSIONISMO CRITICO un progetto di ricerca di ATI suffix
ENGLISH VERSION BELOW
Abstract:[lasocietàessotericadiillusionismocritico è una scuola politica di prestigiazione che affronta cause ed effetti della società digitale contemporanea indagando la relazione tra magia e pensiero critico promuovendo l’illusionismo come l’arte marziale del dubbio e la forma di conoscenza più adatta per navigare nella post-verità.] “Italiani stanchi di illusionisti” Pierferdinando Casini, segretario UDC, 27 novembre 2005 “La Lega da sempre è la degna illusionista alla Copperfield” Giovanni Endrizzi, capogruppo M5S Senato, 30 ottobre 2017 “Bacchetta magica? Io sono il Mago Silvio” Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia,15 febbraio 2018 “In politica attenti agli illusionisti” Pietro Grasso, senatore LEU, 17 dicembre 2012 “È proprio vero che ci vuole un po’ di magia nella vita! Buona domenica a tutti voi!” Luigi Di Maio, leader del M5S, 22 aprile 2018
INTRODUZIONE La politica presenta non pochi tratti comuni con l’arte della prestigiazione. Questa semplice analogia si sta rivelando in tempi recenti un legame più profondo e strutturale. Basti pensare alla crisi dei criteri di verità che si riscontra nel mondo dell’informazione, l’inarrestabile corsa alla visibilità e al dilagare di patologie digitali legate all’economia dell’attenzione. Tanto nella politica quanto nell’arte della prestigiazione, sofisticate tecniche di raggiro psicologico sono utilizzate ai fini di manipolare emozioni, percezioni e comportamento umano. Lungi dal limitarsi a semplici inganni e menzogne, queste pratiche illusorie provocano suggestioni collettive che penetrano tanto profondamente nel tessuto del reale da modificarlo. Gli stessi prestigiatori della comunicazione politica contemporanea risultano vittime dei meccanismi di seduzione. Come scrivevano Adorno e Horkheimer già nel 1944: «I padroni fascisti di oggi non sono tanto superuomini quanto funzioni del loro stesso apparato pubblicitario, punti d’incrocio delle stesse reazioni di milioni. [...] I capi sono diventati completamente ciò che erano già stati sempre, un poco, in tutto il corso della storia borghese: attori che recitano la parte di capi». Come la prestigiazione, la politica si sta trasformando sempre più in un’arte scenica: frammentando l’attenzione, applica forme inedite del classico principio del d ivide et impera, ci intrattiene, ci stupisce, ci spaventa e soprattutto ci distrae. Non riusciamo a staccare gli occhi da questo spettacolo, eppure non ci accorgiamo di cosa avviene. MAGIA, SIMULTANEITÀ E SUGGESTIONE Nell’universo politico contemporaneo possiamo dunque riscontrare molteplici caratteristiche dell’arte illusionistica, se non addirittura elementi propri del pensiero magico. La magia, secondo Umberto Eco, consisterebbe nella presunzione di passare da una causa a un effetto per cortocircuito, come trasformare il ferro in oro pronunciando semplicemente una formula. Invece di dover eseguire una complessa serie di passaggi intermedi, la magia permetterebbe di saltare dalle premesse alle conclusioni, dall’input all’output. L’illusionismo, di conseguenza, è la rappresentazione di un processo mediato come se fosse immediato, nascondendo i passaggi attraverso cui si giunge dal punto di partenza ai risultati.
La stessa tendenza a presentare complessi processi come immediati si riscontra nelle nuove tecnologie, che elaborano in modo sempre più efficace i loro dati al punto da rendere quasi impossibile seguirne lo sviluppo. Non è un caso che la politica ricorra sempre più spesso a mitologie tecnologiche, facendo leva appunto sul nostro desiderio di simultaneità. Inoltre la magia incanta, seduce, suggestiona. Il prestigiatore agisce sul pubblico grazie a manipolazioni psicologiche di vario tipo, che hanno effetti sul comportamento e sull’attenzione del pubblico. Molte di queste tecniche hanno l’obiettivo di indurre lo spettatore a una risposta prevista: guardiamo, scegliamo, tocchiamo solo ciò che vuole il prestigiatore. Non si tratta sempre di nascondere: anche quando qualcosa è davanti agli occhi di tutti e a portata di tutti può essere per magia inaccessibile. Il dispositivo della suggestione, che coinvolge il pubblico al punto da trasformare il comportamento, ci obbliga a superare la distinzione tra apparenza e realtà, dal momento che la prima agisce sulla seconda e la modifica. L’apparato scenico dell’illusionismo non produce finzione (il paziente che si finge malato, ma in realtà sta bene), ma simulazione (il paziente che simula la malattia al punto da farne emergere i sintomi). Tecniche manipolatorie come il priming e modelli psicologici come la profezia che si autoavvera, messi a frutto quotidianamente dagli illusionisti, ci insegnano come l’immagine che abbiamo di qualcosa possa avere ricadute profonde e portare un evento a verificarsi. Perciò l’universo magico che permea il nostro quotidiano non può più essere trascurato come semplice illusione, dietro cui si celerebbe al sicuro il mondo vero. La magia è oramai lo scheletro di quella che con Baudrillard potremmo chiamare la nostra iperrealtà. L’ANTIDOTO Nella Grecia antica si impiegava un solo termine, pharmakon, per il veleno e per l’antidoto. La cura per il morso di un serpente, infatti, si ricavava dallo stesso veleno preso nella giusta misura. Siamo convinti che l’illusionismo sia il più efficace farmaco per una società dalla grammatica magica. Tra tutti i maghi e i prestigiatori che affollano le nostre vite e i nostri schermi, gli illusionisti sono gli unici che si dichiarano tali. Ci rivolgiamo a loro per farci ingannare, cerchiamo il trucco e questa indagine ci seduce meravigliosamente. Se la magia è ovunque struttura sotterranea, l’illusionismo la espone alla ribalta: grazie all’illusionismo prendiamo finalmente coscienza della vulnerabilità della nostra mente, delle forme del politico e forse persino della struttura del reale. Ingannandoci apertamente, i prestigiatori di professione ci aprono gli occhi: sono i nostri maestri del dubbio. Tuttavia, la presa di coscienza a cui ci porta l’illusionismo non è una demistificazione. Sappiamo di essere ingannati dall’illusionista, eppure ci stupiamo ogni volta: l’incanto non svanisce. Come suggerisce il collettivo Wu Ming, è importante «evidenziare la sutura» proponendo un antidoto complementare e non sostitutivo all’ipnosi incantatoria potenzialmente indotta da qualunque narrativa fittizia. Sarebbe quindi necessario denunciare la magia attraverso la magia e senza pretendere di uscire dall’universo magico. In primo luogo perché il disincanto verrebbe miseramente sconfitto dalla potenza seduttiva della magia; in secondo luogo perché proprio grazie all’illusionismo scopriamo quanto è ingenuo credere a una realtà pura, celata oltre l’apparenza. L’interesse per la magia ci permette di superare la reazionaria nostalgia per l’autentico e ci offre degli strumenti adeguati a interfacciarci all’iperrealtà. In un mondo in cui l’immagine non è più un semplice strumento per raccontare quanto è accaduto, ma ha effetti di ritorno quasi immediati su ciò che rappresenta, non ha più senso voler distinguere tra apparenza e realtà. Quest’ultima si costruisce, collettivamente, a partire dal nostro sguardo su di essa. «L’illusionismo dunque non mostra la realtà diversa da come è, ma com’è realmente. Una realtà costruita, e quindi sempre almeno in parte illusoria», ci ricorda Matteo Rampin. Per i maestri del dubbio la realtà si riduce a domanda. Lavorare sull’apparenza grazie all’illusione è quindi un modo di intervenire sul reale. Il modo forse più efficace, oggi, per rendere il mondo una costruzione collettiva passando da una pratica esoterica, riservata agli iniziati, ad una essoterica, accessibile a chiunque. La stessa dimensione di intrattenimento propria dell’arte scenica della prestigiazione è un’arma che può essere usata facilmente in funzione critica così come, nel pensiero di Walter Benjamin, già avveniva nel cinema.
Secondo Benjamin infatti il cinema ci intrattiene e ci distrae impedendoci di seguire il filo dei nostri pensieri. Ma proprio in questo consiste il suo potere emancipante: ci strappa finalmente dai binari senza uscita del nostro pensiero stereotipo e, trascinandoci altrove, ci permette di pensare altro. La prestigiazione padroneggia con effetti ancora più dirompenti che nel cinema le tecniche di intrattenimento e distrazione, portandoci a scoprire le sorprendenti potenzialità emancipatorie dello stupore. È ora di appropriarsi di strumenti così potenti. MANIFESTO In tempi di disinformazione, cospirazionismo dilagante, populismi carismatici, e paradigmi psicofisici di dipendenza del mondo digitale S EIC promuove l’illusionismo come l’arte marziale del dubbio e la forma di conoscenza più adatta per navigare nella post-verità. ESCI diffonde e promuove la ricerca, la pratica e lo studio della prestidigitazione in forma democratica e aperta soprattutto ai non iniziati. L’afflato verso la trasformazione sociale impegna E SCI nello sviluppo di strategie magiche destabilizzanti e mai taumaturgiche, facendo leva sul potenziale rivoluzionario latente proprio dell’illusionismo. Contro l’apoliticità del mondo illusionista, ESCI supera l’estetizzazione della politica per attuare finalmente una politicizzazione della magia. ESCI indaga l’illusionismo emancipatorio. Si impegna nello sviluppo del pensiero prestigiatorio mettendolo al servizio di una nuova forma di intelligenza politica, guidata dalla ricerca per il pensiero alternativo, rinnegando in toto l’immaginario superomista e conservatore del mago da palcoscenico. Per tutti gli adepti ed il pubblico partecipante ESCI è una scuola politica di magia che affronta le cause ed effetti della società contemporanea ed indaga la relazione tra magia e pensiero critico attraverso fantasmagorie cittadine, mirabili contraddittori, azioni magiche ed anti magiche, generando effetti trans-sensoriali di manipolazione urbana. ESCI si manifesta attraverso azioni di essoterismo urbano nello spazio pubblico e favorisce l’esoterismo in forme opache di incontro del circolo di non prestigiatori.
EXOTERIC SOCIETY OF CRITICAL ILLUSIONISM a research project by ATI suffix
Abstract: [The Exoteric society of critical illusionism is a political school of conjuring; it addresses the relationship between urban conflicts, digital pathologies, magic and critical thinking; it promotes illusionism as the martial art of doubt and the most suitable form of knowledge to navigate the post truth. Throughout the first year the research will focus on Roman paranormal mythologies and its trans-historical baroque spirit].
INTRODUCTION Politics has many common traits with the art of prestidigitation. In recent times, this simple and old analogy has proven to be a deeper and more structural link: the crisis of truth spotted in the world of information, the unstoppable rush of visibility and the spread of digital pathologies linked to the attention economy. Moreover, both in politics and in the art of prestidigitation, sophisticated techniques of psychological deception are used to manipulate emotions, perceptions and human behavior. Far from being confined to simple deceptions and lies, these illusory practices provoke collective suggestions that deeply penetrate into the fabric of reality and modify it. As the conjuring, politics is turning more and more into a stage based performing art: while fragmenting the public’s attention, politicians apply a new form of the classic principle of divide and impera, by entertaining, surprising, scaring and especially distracting us. People can’t take their eyes off this show, yet they don’t notice what happens. MAGIC, SIMULTANEITY AND SUGGESTION In the contemporary political universe we can therefore find multiple characteristics of the illusionistic art and even elements proper to magical thought in general. Magic enchants, seduces and impresses. The magician acts on the public thanks to various kinds of psychological manipulations, which affect the behavior and attention of the public. Many of these techniques have the objective of inducing the viewer to an expected response: he looks, he chooses, he touches only what the magician wants. It is not always a question of hiding: even when something is in front of everyone’s eyes it might still be inaccessible. The device of suggestion, which involves the public up to the point of transforming its behavior, forces us to overcome the distinction between appearance and reality. Manipulative techniques such as priming and psychological models such as the self-fulfilling prophecy, often used by illusionists, teach us how images in our brains can have profound consequences by leading an event to its occurrence. Therefore the magical universe that permeates daily life can no longer be neglected as a simple illusion, behind which the true world hides safely. Magic nowadays is indeed the skeleton of what Baudrillard would call hyperreality. THE ANTIDOTE Back in ancient Greece the term pharmakon was used both for poison and for the antidote. As a matter of fact the cure for the bite of a snake was derived from the same poison taken in the right measurement. Likewise we are convinced that illusionism is the most effective medicine for the current times society which is structured on a magical grammar. Among all the conjurers and enchanters who crowd our lives and our screens, the illusionists are the only ones who declare themselves as such. We turn to them to be fooled, we look for the trick and this
investigation seduces us wonderfully. If magic is the underground structure of the world, illusionism exposes it to the fore: thanks to illusionism we finally become aware of the vulnerability of our mind, of the forms of politics and perhaps even of the structure of reality: by deceiving us, professional conjurers open our eyes and they become the masters of doubt. The interest in magic allows us to overcome the reactionary nostalgia for the authentic and offers us adequate tools to interface with hyperreality. In a world where image is no longer a simple tool to tell what has happened, but has almost immediate effects on what it represents, it no longer makes sense to distinguish between appearance and reality. The latter is built, collectively, starting from our view of it. “Illusionism does not show reality different from how it is, but as it really is. A constructed reality, and therefore always at least partly illusory� as Matteo Rampin reminds us. For the masters of doubt, reality is then reduced to a question. Working on appearance is thus a way of intervening directly into reality. Transforming the ethics of magic may be today the most effective way to make the world a collective construction: going from an esoteric practice, reserved for initiates, to an exoteric one, accessible to anyone. The dimension of entertainment itself, typical of the art of prestidigitation, is a weapon that can be easily used in a critical function, just as, in the thought of Walter Benjamin, it was already happening in the cinema. Prestidigitation masters entertainment and distraction with even more disruptive effects than cinema, leading us to discover the surprising emancipatory potential of astonishment. The Exoteric Society of Critical Illusionism thinks It is time to appropriate such powerful tools.