Rivista "La Magistratura" - Gennaio - Aprile 2017 - Anno LXVI - Numero 1 - 2Issu rivista5

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241 per trasferimenti di massa di giudici e pubblici ministeri, talvolta a processo in corso. Inoltre, con il “pacchetto sicurezza” del marzo 2015 la Turchia scivolava verso lo stato di polizia. Non si può dunque dimenticare che in questo contesto, nel novembre 2015, l’Unione Europea concordava con il Governo turco di rilanciare il processo di adesione della Turchia all’Unione Europea e di accelerare la tabella di marcia per la liberalizzazione dei visti, in cambio dell’impegno della Turchia di contribuire alla soluzione della “crisi migratoria”. Seguiva il tentativo del colpo di Stato e la reazione

del Governo. E non è un caso che i primi due arresti abbiano colpito due giudici della Corte costituzionale, Alparslan ALTAN e Erdal TERCAN, perché proprio la Corte costituzionale turca continuò, anche dopo il 2013, a rappresentare un baluardo per la difesa dello stato di diritto, provvedendo, ad esempio, in sede di ricorso individuale per la tutela dei diritti fondamentali, a “riaprire il social network Twitter” che era stato colpito dalla censura del Governo, a liberare dalla custodia cautelare parlamentari appartenenti al partito filo curdo BDP e al partito di opposizione, a liberare dalla custodia cautelare il direttore del quotidiano Cumhuriyet, Can Dündar, nonché il direttore dell’ufficio di Ankara, Erdem Gül, che erano stati arrestati con l’accusa di rivelazione di segreti di stato e spionaggio, per avere pubblicato notizie giornalistiche riguardanti la perquisizione e il fermo da parte della Procura di due camion, appartenenti a servizi segreti turchi, che sarebbero stati in procinto di trasportare illegalmente armi in Siria. Fu la Corte costituzionale ad annullare per contrarietà alla costituzione la legge che svuotò il Consiglio superiore della magistratura della sua indipendenza. È possibile in Turchia ritornare allo stato di diritto? La riposta è superiore alle mie capacità di analisi. Le purghe hanno profondamente inciso la società civile, la stampa, l’accademia. I giudici sono stati licenziati e sostituiti da altri assunti a tempi di record, secondo una procedura che non ne garantisce l’imparzialità. Sono invece certi gli insegnamenti della storia turca, insegnamenti noti ma che è bene ripetere a noi stessi: che l’indipendenza della magistratura, di giudici e pubblici ministeri, il libero associazionismo dei giudici e un’avvocatura libera e forte, sono cardini dello stato di diritto, così come lo è la libertà di stampa; che sui diritti fondamentali, ossia le basi della convivenza comune europea, non è ammesso nessun cedimento.

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