Il Calciatore aprile 2016

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di Mario Dall’Angelo

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L’etica della responsabilità nel nome di Johan Cruyff La scomparsa di Johan Cruyff lo scorso 24 marzo ha lasciato un vuoto in ogni appassionato del calcio. Il Pelè bianco, il leader di una grande scuola calcistica che nacque con lui e che ancora adesso esporta talenti, è stato uno dei pochissimi calciatori ad avere inciso profondamente sul suo sport al di là dei risultati e delle imprese compiute sul campo. Le conseguenze delle novità introdotte dall’Ajax e dall’Olanda di Cruyff negli anni ‘70 sono presenti ancora oggi nel gioco. Le celebrazioni sono state quindi giuste e doverose però hanno trascurato un aspetto meno conosciuto ma non meno importante dell’uomo Johan: l’etica della responsabilità. Il sito della Fondazione Cruyff (www.cruyff-foundation.org) ci permette di conoscere l’impegno del campione per gli altri. Nella sezione about us scopriamo che quando Johan, andando verso il termine della carriera, giocava negli Stati Uniti conobbe un ragazzino con la sindrome di Down, suo vicino di casa. Il ragazzo non giocava in strada perché non riusciva a inserirsi con gli altri e così l’attaccante, già all’epoca una leggenda dello sport, si assunse il compito di giocare con lui, palleggiando e affrontandosi nell’uno contro uno. Entrato in confidenza, il ragazzino si tuffò nella piscina di Cruyff, a rischio di annegare perché non sapeva nuotare. E così il suo nuovo amico gli insegnò anche il nuoto. Un giorno, al ritorno da una partita, Johan vide il ragazzino giocare in strada insieme agli altri e capì così le potenzialità dello sport: non solo divertimento, fatica e lavoro ma anche strumento formidabile per il superamento dei problemi, l’inserimento delle persone nei gruppi sociali, lo sviluppo sano dei giovani. Quel giorno vennero messe le basi per la Fondazione Cruyff, che sarebbe stata istituita diversi anni dopo ma risultando comunque tra le prime ad essere promosse da un campione del calcio. Una preoccupazione di Johan era la diminuzione dell’attività sportiva giovanile in Olanda e in altri paesi, con conseguenze 38

evidenti sulla salute ma anche sulla vita sociale. Così, fino dalla sua costituzione nel 1997, la Fondazione persegue l’obiettivo di far esercitare ed allenare i giovani tutti i giorni attraverso il sostegno a pro-

giocare insieme. La prima di queste strutture in Italia è stata inaugurata il 10 novembre 2014 a Como e la ricordiamo con particolare affetto dal momento che si chiama Cruyff Court Stefano Borgonovo. La fondazione (fondazionestefanoborgonovo.it) intitolata all’indimenticato attaccante lombardo è attiva principalmente nel sostegno alla ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica, la malattia che se lo è portato via tre anni fa, ma sostiene anche la pratica dello sport a livello giovanile. E così le due associazioni, con l’appoggio dell’Uefa, si sono incontrate con naturalezza nell’impegno a realizzare insieme un campo sintetico su un terreno che il comune di Como ha concesso con un impegno decennale. Tra le altre attività programmate nella struttura comasca, il torneo di calcio “Cruyff Court 6 vs 6 football tournament” e il Cruyff Foundation Community Program (en.community-program.org), progetto che provvede alla formazione di un allenatore nel Johan Cruyff Institute for Sport Studies di Amsterdam. È notizia recente, quasi concomitante con la scomparsa del grande olandese, che il secondo Cruyff Court in Italia sorgerà a Firenze, ancora in collaborazione con la Fondazione Borgonovo grazie all’opera della signora Chantal. La città non dimentica che Stefano vestì la maglia viola e gli rende omaggio, intitolandogli anche una via davanti allo stadio Gino Bozzi, nel quale gioca la Primavera della Fiorentina.

getti che sono di stimolo per la pratica sportiva e i giochi. Questi mezzi, seguendo il motto di Johan secondo cui “Non si può far niente da soli, bisogna fare insieme”, sono perseguiti attraverso la collaborazione con scuole, associazioni, federazioni sportive, autorità governative e aziende. Nella molte pagine del sito troviamo le numerose iniziative sviluppate. Schoolyard14 offre ai bambini più strutture sportive nelle scuole e li incoraggia a fare più pratica durante e dopo l’orario scolastico. Disabled Children dà supporto a progetti per bambini con disabilità, ad esempio sostenendo il tennis in carrozzina nei paesi in via di sviluppo. Ma l’attività in cui forse la Fondazione si è maggiormente adoperata sono i Cruyff Courts, una moderna interpretazione dei tradizionali campi da gioco, come ce n’erano una volta nei Gianluigi Buffon @gianluigibuffon quartieri ma che sono Avevo 12 anni quando ti ho voltato le spalle. Rinnegai il mio passato per garantirti un futuro sicuro. stati nel tempo saUna scelta di cuore. Una scelta d’istinto. Proprio nel crificati agli interessi giorno in cui ho smesso di guardarti in faccia però, di urbanizzazione. ho cominciato ad amarti. A tutelarti. A essere il tuo primo e ultimo strumento di difesa. Un ritorno quindi al campo da gioco fuori dalla porta di casa, per consentire a bambini e ragazzi di praticare lo sport preferito senza lunghi tempi di trasferimento e nel contempo avere un luogo di incontro in cui siano apprezzati e praticati valori come il rispetto reciproco, la salute, l’integrazione, la crescita e il

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