Arte e Luoghi maggio 2016

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Le foto sono state realizzate da Fabiana Lubelli

PaLazzo granaFei nervegna La beLLezza rivaLutata di Fabiana Lubelli

alla riscoperta di Palazzo granafei nervegna, nel cuore di brindisi

BRINSDISI. Per Platone, la bellezza con cui noi entriamo in contatto ogni giorno è copia di una bellezza ideale, che ha la sua sede nell’Iperuranio. Il fatto che essa si trovi lontano dal nostro mondo spinge l’uomo, per ricongiungersi a essa, a intraprendere un percorso che mira al superamento della realtà contingente e mutevole per accedere a qualcosa di superiore. In questo senso, la Bellezza è la strada maestra per la conoscenza. Trasponendo il dualismo platonico ai nostri giorni e allargandone la lezione, risulta chiaro come valutare le bellezze architettoniche e paesaggistiche di un territorio sia un modo per iniziare un cammino di consapevolezza e miglioramento dell’uomo e del cittadino. Il percorso, tuttavia, potrebbe essere particolarmente

arduo in un territorio, come quello del brindisino, che per anni ha vissuto l’abbandono e lo svilimento del suo patrimonio, in una sorta di letargo da cui si sta risvegliando gradualmente. Un esempio di questa ripresa è il Palazzo GranafeiNervegna, situato sulla strada che, nel centro storico di Brindisi, conduce al Duomo. L’intitolazione del palazzo svela la doppia appartenenza della struttura nel corso dei secoli: il nucleo originario fu costruito dalla famiglia Granafei, proveniente da Costantinopoli ma fuggita dalla città con l’arrivo di Maometto II. La famiglia, che si fermò a Brindisi dal XVI al XVIII, fece edificare il palazzo nel 1565, sull’antica sede della chiesa si S. Pelino, per poi cederlo, a seguito del suo trasferimento, per cinquemila ducati ai fratelli Dome-

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