Inquinanti emessi in atmosfera dall’impianto di termodistruzione di Falascaia (LU)

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Versione 2 - maggio 2012

Il confronto tra i dati di emissione relativi allo scenario limite per l’impianto attuale (Tabella 2) e quelli allo scenario di riferimento per il vecchio impianto (Tabella 3) indica alcune differenze sostanziali: per il particolato nell’impianto attuale si ha una riduzione di almeno 3-4 ordini di grandezza (un fattore oltre 1000) rispetto alla stima per il vecchio impianto. Per i PCDD/F si passa da un flusso di massa di 1200 µg I-TE/h per il vecchio impianto a circa 4 µg I-TE/h per l’attuale (considerando i due camini), quindi con una riduzione di un fattore 300. Dello stesso ordine di grandezza la riduzione per i metalli. Considerando per l’impianto attuale i dati dello scenario medio queste differenze aumentano ancora, in qualche caso anche di un fattore almeno 100 (IPA); in genere si hanno ulteriori riduzioni di un fattore da 4 a 10. Si può quindi osservare che questi dati emissivi permettono di distinguere i livelli di impatto tra i due impianti: al di là della distribuzione spaziale sul territorio, le concentrazioni ottenute con l’applicazione modellistica non possono che rappresentare queste sensibili differenze. Nella Parte C (a sua volta articolata in 7 capitoli, 2 appendici e 1 allegato) vengono descritte in dettaglio le impostazioni metodologiche e tecniche dell’applicazione modellistica, gli scenari di emissione simulati, i dati impiegati nelle simulazioni; quindi vengono sintetizzati ed analizzati i risultati ottenuti. Seguendo le indicazioni ed i suggerimenti riportati nel già citato documento US-EPA Human Health Risk Assessment Protocol for Hazardous Waste Combustion Facilities (HHRAP), le simulazioni sono state effettuate utilizzando le seguenti impostazioni (simili per entrambi gli impianti oggetto di studio): • impostazione dell’uso di terreno complesso per la stima delle concentrazioni e deposizioni in 25921 punti recettori (ognuno fornito con la sua quota s.l.m.) distribuiti su una maglia regolare nell’area di 16 km x 16 km oggetto dello studio; • valutazione dell’effetto di “building downwash”, tramite l’utilizzo del codice BPIP (US-EPA) per il calcolo delle dimensioni degli edifici richieste dagli algoritmi di calcolo; • rateo unitario in emissione dal/i camino/i (formalmente 1 g/s); • simulazione della sostanza emessa in forma di gas o vapore, con decadimento dovuto alla deposizione secca ed a quella umida; • calcolo della deposizione secca dei gas impostando la velocità di deposizione pari a 0.005 m/s per tutti gli inquinanti eccetto l’Hg; simulazioni ripetute per l’Hg con velocità di deposizione secca pari a 0.029 m/s ed a 0.0006 m/s; • calcolo della deposizione umida dei gas impostando i coefficienti di scavenging secondo quanto riportato nel documento US-EPA (HHRAP) per particelle di dimensione 0.1 µm; • simulazione della sostanza emessa in forma di particella, secondo la distribuzione della massa (PM) per classi dimensionali (come riportato in Tabella 4), con decadimento dovuto alla deposizione secca ed a quella umida; • simulazione della sostanza emessa in forma di particella, con massa distribuita rispetto alla superficie (particle bound, PMB) attribuita alle classi dimensionali (come riportato in Tabella 4), con decadimento dovuto alla deposizione secca ed a quella umida; • calcolo della deposizione umida del particolato (in forma PM e PMB) con coefficienti di scavenging al variare della dimensione suggeriti nel documento US-EPA (HHRAP); • densità del particolato posta pari ad 1 g/cm³. L’impostazione relativa al flusso di massa unitario permette di utilizzare i risultati delle simulazioni per i differenti inquinanti tenuto conto che la concentrazione o la deposizione stimata, secondo gli algoritmi di calcolo del modello ISC3ST, risultano proporzionali al rateo di emissione effettivo e gli inquinanti non sono considerati chimicamente reattivi. Per i diversi inquinanti il valore di stima (della concentrazione in atmosfera o della deposizione al suolo) viene determinato combinando i risultati delle diverse simulazioni per le tre forme generali (gas, PM, PMB), pesati in corrispondenza della componente presunta di quello specifico inquinante nella data forma, con i flussi di massa previsti negli scenari di emissione. Ad esempio per i metalli pesanti si utilizza al 100% il risultato della forma PM, mentre per le diossine o gli IPA si combinano quelli della forma gas, PM e PMB in corrispondenza della componente di emissione stimata in frazione di vapore (gas), in forma di particolato (PM)

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