Psichiatria gennaio aprile 2012

Page 212

212

L. SACRATO - S. MARTELLACCI - A. PELLICCIARI - E. FRANZONI

accadere che un bambino ancora bisognoso di contenimento psicologico sia invece esposto a massicce proiezioni di aspetti emotivi non elaborati da parte dei genitori che avrebbero dovuto offrire una funzione protettiva. Si vuole mettere a fuoco luoghi, tempi e modalità in cui il dolore mentale non elaborato può incistarsi nella relazione genitore-figlio e concretizzarsi nelle potenziali e diverse manifestazioni psicopatologiche. Premesse teoriche Le rapprentazioni mentali e genitorialità Le rappresentazioni mentali sono il fondamento della vita psichica; esse si definiscono nel corso del tempo e permettono un’organizzazione del Sé tendenzialmente stabile e duratura in quanto fungono da schemi di inquadramento delle esperienze costituendo una sorta di mappa che raccoglie ed integra sia le immagini mentali, sia le disposizioni relazionali di sé e degli altri (Ammaniti, 1995). Lo sviluppo delle rappresentazioni mentali è a propria volta strettamente connesso con le prime esperienze di attaccamento. Secondo Bowlby (1973), infatti, ogni individuo costruisce psicologicamente dei “Modelli Operativi Interni” (Internal Working Models), cioè delle rappresentazioni interne di se stessi, delle proprie figure d’attaccamento e del mondo, come pure delle relazioni che li legano. Secondo la teoria dell’attaccamento queste rappresentazioni di Sé e delle relazioni significative, particolarmente quelle con i genitori, si sviluppano nei primi anni di vita in relazione con le situazioni di pericolo e si mantengono relativamente stabili nel tempo. Le esperienze passate possono in questo modo essere conservate nel corso della vita e utilizzate come guida, generando aspettative e influenzando i comportamenti futuri. Gli internal working models si presentano come strutture sovraordinate che riuniscono numerosi schemi e modalità relazionali relative alle relazioni infantili (Stern, 1994). Nella lingua anglosassone viene utilizzato il termine transition to parenthood per indicare il processo psicologico di cambiamento che una coppia attua nell’acquisizione del ruolo di genitore. Zennaro e Lis (1998) utilizzano questa locuzione per indicare come il “lavoro del diventare genitori” sia una fase a sé stante dello sviluppo della personalità, caratterizzato da processualità e crisi maturative a cui concorrono sia il livello cognitivo-affettivo raggiunto, sia il contesto socio-culturale. Durante la genitorialità i modelli operativi interni e le relative rappresentazioni delle esperienze infantili si riattivano nella mente della madre e del padre influenzando lo sviluppo dell’attaccamento e dei futuri modelli operativi interni del figlio. La trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento non è però rigida, in quanto lo sviluppo maturativo del bambino, le esperienze significative e la relazione con l’ambiente sociale possono influenzare e modificare nel corso del tempo i modelli operativi interni (Crittenden, 1999; Baldoni, 2007) (Fig. 1). La genitorialità è pertanto influenzata da fattori riguardanti le caratteristiche individuali del genitore e del figlio, e dal contesto sociale in cui si inserisce tale interazione.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.