Prospettiva EP maggio dicembre 2011

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Studi

Quanto ai più recenti orientamenti assunti in tema di apprendimento permanente dall’Ocde, basterà qui richiamare le conclusioni cui sono giunti, in occasione dell’Anno internazionale dell’educazione (1996), gli Stati aderenti a tale organizzazione con il Rapporto Fare dell’apprendimento durante l’intera vita una realtà per tutti20. Affermato che non basta dire: «tutti sono capaci di apprendere», ma è necessario anche che «tutti siano motivati ad apprendere», vi si sottolinea che «non esiste un solo sistema di apprendimento», non c’è infatti un unico modello di formazione che, in questo campo, possa andare bene per tutti i Paesi e possa essere imposto d’autorità. Coerentemente con le scelte di fondo (di matrice essenzialmente economica) che da sempre ne hanno animato l’azione, l’Ocde ritiene che l’apprendimento costituisca «un mezzo per aggiornare le competenze e acquisire nuove qualificazioni». Una posizione, questa, che va letta sia alla luce del realismo con cui tale organizzazione guarda ai problemi della formazione che della rinuncia da parte sua a sostenere il primato dell’educazione ricorrente – concezione secondo la quale «si sarebbe dovuto alternare, in modo sporadico, il lavoro con l’istruzione formale» – rispetto ad altri modelli di formazione. Se in passato è stata proprio l’Ocde a farsi promotrice e sostenitrice dei vantaggi di tale “paradigma”, attualmente – come si legge nel citato Rapporto – prevale l’orientamento di dar credito a quello del lifelong learning anche perché, nel corso degli ultimi anni, alcuni dei principi che avevano caratterizzato la sua iniziale proposta sono stati recepiti dalle normative nazionali e internazionali e si sono andate affermando «strategie tese a promuovere l’apprendimento durante il periodo lavorativo e il lavoro durante il periodo degli studi», come da sempre auspicato21. L’Ocde rileva altresì che se è vero che il fattore umano è alla base del progresso sociale ed economico, «la migliore preparazione professionale per l’incerto mercato del lavoro di domani consiste in una solida e ampia istruzione di carattere generale»22: una volta acquisite le «capacità di imparare ad apprendere», queste potranno essere esercitate lungo tutto il corso della vita. L’economia del nostro tempo d’altronde, si legge in un altro suo documento, «ha bisogno di figure professionali molto qualificate, pronte ad apprendere a tutte le età» e di metodologie che rendano efficace l’apprendimento23. 20

Il Rapporto è contenuto in OCDE-CERI, Apprendere a tutte le età. Le politiche educative e formative per il XXI secolo, trad. it., Armando Editore, Roma 1997. Il documento esce, in inglese (1996), con il titolo Lifelong Learning for All e, in francese (lo stesso anno), con quello di Apprendre à tout âge. 21 Ibidem. 22 Ivi, p. 111. 23 OCDE, Societé du savoir et gestion des connaissances, Paris, 2000.

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