fiorucci

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alimentano l’ascesa dell’individualismo. Le società musulmane descritte da Courbage e Todd si trovano a vivere un processo di transizione complesso, contraddittorio e disorientante che è attraversato, quindi, da intolleranze, violenze e convulsioni che altro non sono che sintomi di un già avviato e potente percorso di modernizzazione. «Oggi, in un mondo reso ansioso dalla globalizzazione economica, è forte la tentazione di classificare, di separare e naturalmente di condannare. Del resto, alcune potenze e alcuni ricercatori hanno interesse a installare negli spiriti la rappresentazione di un conflitto fra civiltà, che maschera la violenza dei conflitti economici. La demografia libera da questa paranoia strumentalizzata e permette di andare più lontano. Le popolazioni del mondo, di civiltà e di religioni diverse, si trovano su traiettorie di convergenza. La convergenza degli indici di fecondità permette di proiettarsi in un futuro, prossimo, nel quale la diversità delle tradizioni culturali non sarà più percepita come generatrice di conflitti, ma testimonierà semplicemente la ricchezza della storia umana» (Courbage, Todd, 2009, p. 155). Tornando all’analisi di Todorov sembrano particolarmente lucide le sue considerazioni sull’identità o meglio sulle identità. Secondo l’autore, infatti, ognuno di noi possiede non una ma numerose identità culturali che si sovrappongono e si intersecano. Ogni individuo è di per sé pluriculturale. L’identità individuale deriva dall’incontro di molteplici identità collettive in seno a una sola e medesima persona: «ciascuna delle nostre numerose appartenenze contribuisce alla formazione dell’essere unico che siamo. Gli uomini non sono né tutti simili, né interamente diversi; ciascuno di essi, essendo in sé plurale, condivide i suoi tratti costitutivi con gruppi molto diversi tra loro, ma li combina a modo suo. La coabitazione delle differenti appartenenze culturali in ciascuno di noi non pone di per sé alcun problema, cosa che, a sua volta, dovrebbe suscitare ammirazione: come un giocoliere, maneggiamo questa pluralità con la massima facilità» (Todorov, 2009, pp. 77-78). Ciascuno di noi ridefinisce continuamente gli equilibri delle differenti appartenenze e di volta in volta – come afferma il dottor Cardoso parlando con il dottor Pereira – un io egemone controlla la “confederazione delle anime”. «Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i médecins-philosophes? No, 19


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