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LA CACCIA DELLE RENNE Dal bosco giunse di corsa Kalli. Agitava la lancia e gridava: – Ci sono renne! Tantissime, come zanzare! Tutto il villaggio si mise in agitazione. Kalli aggiunse: – Alla palude! Bisogna spingere le renne nella trappola. La trappola era stata preparata vicino al burrone. Con dei pali erano state alzate due palizzate, che formavano un imbuto con l’imboccatura dalla parte della palude e il vertice verso la scarpata. Il collo dell’imbuto era largo poco più di sette passi e portava a una terrazza fatta di rami intrecciati e sostenuta da rami sottili. Tutto il villaggio, eccetto i vecchi e gli ammalati, prese parte alla battuta. Un branco enorme di renne si dirigeva verso la palude. Le femmine e i piccoli camminavano davanti, seguivano i grossi maschi dalle corna enormi. Il branco percepì l’odore degli uomini e cominciò ad agitarsi. Le femmine davanti si fermarono ed ecco, alle loro spalle, si alzarono le urla di venti cacciatori usciti di colpo dai cespugli. Tutto il branco si lanciò in avanti, verso il burrone. Chiusi fra le due palizzate, gli animali si ammucchiavano nello spazio sempre più stretto, con i maschi che spingevano quelli davanti. Le grida degli uomini, delle donne e dei bambini fecero impazzire gli animali, che corsero verso la terrazza. La terrazza si schiantò e precipitò con fracasso. Ma ormai il branco non poteva più fermarsi. Spinti da quelli di dietro, femmine e piccoli cadevano in massa giù nel crepaccio, che presto fu pieno di animali morti o feriti. Tutto il villaggio scese nel burrone. Ci sarebbe stato da mangiare per giorni e giorni. S.V. Pokrovskij, I cacciatori di mammut adatt., Giunti Marzocco

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