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2ª Tappa

“Ma il coppiere non si ricordò di Giuseppe e lo dimenticò” Tradizione, scautismo e catechesi

Per leggere ANTICO TESTAMENTO (Gen 40,1-23) La seconda tappa del nostro cammino sulle orme di Giuseppe ci mostra il carattere profetico della figura di Giuseppe, egli riceve il compito di interpretare i sogni oscuri degli uomini, alla luce della Parola di Dio. La Parola di Dio, attualizzata e interpretata nelle diverse epoche storiche, secondo le esigenze nuove, ma sempre antiche, dell’umanità, forma la Tradizione: essa aiuta l’uomo a svelare, sempre più in profondità, dentro gli avvenimenti della storia, a prima vista incomprensibili, la presenza di Dio che agisce e parla. Così le nostre risonanze esistenziali della Parola di Dio, concorrono come rivoli a potenziare il grande fiume della Tradizione, del quale Cristo è la sorgente. Ma torniamo alla storia di Giuseppe, al punto in cui l’avevamo lasciata nella prima tappa. Giuseppe, venduto dai fratelli, è schiavo e prigioniero in Egitto, in una situazione di massima sofferenza e annullamento. Ma è proprio in questa situazione di croce che Dio agisce. La situazione di massimo male si trasforma in occasione di massima salvezza. Quest’uomo, venduto come schiavo, ingiustamente denunciato e imprigionato, diventerà motivo di salvezza per molti: sarà colui che aiuterà l’intera umanità a ritrovare il nutrimento, l’interpretazione del senso della sua esistenza. Giuseppe, comperato dal comandante della guardia (Gen 39,1b), è assegnato da lui ai due prigionieri quale schiavo: il capo dei coppieri e il capo dei panettieri del Faraone. Giuseppe è schiavo, ma la Parola di Dio non è in catene (2Tim 2,9b). E Dio, nuovamente, si manifesta a lui, attra-

S ULLE ORME DI G IUSEPPE, GRANAIO DELLA MISERICORDIA – 111


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