Note dei settori Anpas

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SERVIZIO CIVILE

52°CONGRESSO NAZIONALE ANPAS

PROTEZIONE CIVILE

di Fabrizio Pregliasco

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tività del volontariato di PC. Questo lavoro ha dato alcuni frutti: 1) revisione degli albi, togliendo doppioni e confusione fra i vari organismi coinvolti (stato, regioni, province, comuni, ecc.); 2) consolidamento, con l’apporto economico del Dipartimento, delle colonne mobili nazionali; 3) revisione delle composizione della Consulta, creando una direzione esecutiva con l’intento di essere più operativi ma soprattutto con l’obiettivo di promuovere un analogo organo di rappresentanza del volontariato all’interno della Conferenza delle regioni. Appena sarà ufficializzata la nuova organizzazione, ora alla firma del governo, si riprenderanno i contatti con i vari soggetti coinvolti per realizzare una protezione civile che, pur mantenendo le sue derivazioni decentrate, sia però in grado di dare risposte tempestive, qualitativamente valide e uguali su tutto il territorio nazionale. In questi tre anni si è evidenziata la necessità di rivedere il modo di partecipare ai sistemi regionali di protezione civile ed intensificare i rapporti con le associazioni locali. Le Associazioni nazionali devono farsi carico di ridurre le distanze fra gli attori a livello nazionale del sistema di protezione civile e le singole associazioni che operano sul territorio che, pur essendone una componente importante, soffrono la mancanza di raccordo che le istituzioni dovrebbero assicurare. Troppo spesso le Regioni non riescono a coinvolgere le associazioni locali nel sistema di protezione civile e questo crea in più di un’occasione un cortocircuito del sistema ed un rallentamento nella sua crescita. La modifica degli elenchi di protezione civile per competenze territoriali e quella della Consulta Nazionale sono stati passaggi

fondamentali per riorganizzare un sistema di protezione civile più efficace, ma per accelerare il passo e migliorare l’organizzazione del sistema anche a livello regionale diventa indispensabile stringere rapporti di collaborazione anche con le associazioni impegnate in protezione civile a livello territoriale. Fra gli altri obiettivi dovranno invece esserci il perfezionare sempre più la costituzione e le modalità di attuazione della colonna mobile nazionale, continuare nell’attuazione del percorso formativo ben avviato con Una Cascata Formativa, rendere sempre più il magazzino nazionale un luogo dove tutti i volontari Anpas si sentano a casa, aumentare la consapevolezza dei cittadini sui rischi legati ai loro territori ma renderli anche sempre più consapevoli sull’importanza di essere loro stessi i primi attori del sistema nazionale di protezione civile. Tutto questo naturalmente non trascurando di rinforzare la capacità di intervento delle Pubbliche Assistenze nelle emergenze.

Le note di settore del 51° congresso avevano come titolo per il triennio 2008-2011 “dalla toppa al rattoppo” per evidenziare come la situazione che riguardava questo settore era, a livello istituzionale e di Governo, qualcosa di molto poco strutturato ed organico che mirava solo a mettere delle pezze alle falle di programmazione e di finanziamento che emergevano. Il tutto in contrasto con la passione e l’impegno degli enti e dei giovani partecipanti al mondo del Servizio Civile che negli anni ne hanno fatto un modello di successo, passione ed impegno ben conosciuto da chi vive in ANPAS e la storia oltre trentennale di impegno delle nostre associate con circa 35.000 giovani tra obiettori prima e giovani in servizio civile poi lo testimonia in pieno. Un impegno che quotidianamente è intervenuto affiancando i giovani ai volontari delle associazioni nel servizio di assistenza all’altro senza distinzione tra persone, ambiente, cose o culture, operando tangibilmente sulla coerenza e l’efficacia delle istituzioni andando a “riparare i guasti sociali” (cit. carta d’Identità di ANPAS). L’inizio di quest’ultimo triennio sembrava seguire le orme del percorso illustrate nelle precedenti note di settore, proseguendo la riduzione del finanziamento del Fondo Nazionale per il Servizio Civile, non affron-

tando la riforma sempre più necessaria della Legge 64/2001 ed arrivando ad un blocco della progettazione e della conseguente uscita di bandi per l’anno 2012: cosa mai accaduta prima dall’istituzione del Servizio Civile Nazionale. Il successivo bando del 2013 ha toccato il fondo sia per finanziamento (76 milioni contro i 296 milioni del 2007 picco più alto di finanziamento) che conseguentemente per i posti (da 57mila dell’anno di maggior finanziamento ai 15mila del 2013). Questo percorso verso l’immobilismo del settore e verso il progressivo azzeramento dei finanziamenti ha avuto un’inversione di tendenza in quest’anno. Infatti il fondo per il finanziamento del servizio civile vede, anche se ancora in maniera non soddisfacente, crescere lo stanziamento a disposizione. Questa non è l’unica notizia positiva che ha riacceso il motore del servizio civile; infatti diverse Regioni, con modalità diverse, hanno stanziato dei fondi per questo settore. In questo caso, come spesso accade nel nostro Paese, non c’è una linea d’azione univoca e quindi le Regioni si sono mosse in maniera disomogenea: qualcuna ha aggiunto risorse economiche proprie per incrementare il fondo del servizio civile aumentando così il finanziamento di progetti inseriti nella graduatoria regionale (ad

esempio Campania e Lombardia) mentre altre hanno finanziato in maniera più consistente rispetto al passato forme di servizio civile regionale (come ad esempio Marche, Toscana e Veneto). L’inversione di tendenza negli stanziamenti nel 2014 è stata seguita dall’abbinamento del Servizio Civile al programma di Garanzia Giovani, programma di finanziamento comunitario per progetti riguardanti i giovani. Quasi tutte le regioni italiane hanno infatti destinato questi fondi europei al finanziamento di progetti di Servizio Civile, regionale per le regioni con una propria legge di servizio civile e nazionale per le altre. Questo abbinamento permetterà l’avvio di progetti per quasi 7000 giovani, da aggiungersi al bando nazionale. Oltre all’inversione di tendenza sul finanziamento, l’inserimento nel DDL “delega al Governo per la Riforma del Terzo Settore” dell’istituzione del Servizio Civile Universale e la previsione di contingenti annui di 100.000 giovani hanno fatto sì che si riaccendesse l’interesse generale sul servizio civile, come non era più successo dai tempi dell’abolizione della leva. L’inserimento del servizio civile universale nel DDL è un passaggio molto importante per il futuro del settore, indispensabile per la programmazione or-

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