2009-4 Oratorio di Anghiari

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Dalle nostre parrocchie

Da S. Lorenzo a cura di Andrea Dellacasina

La festa del 10 agosto Il giorno di lunedì 10 Agosto, a San Lorenzo, patrono della nostra parrocchia, verrà celebrata alle ore 19 una Santa Messa, alla quale seguirà come di consueto un piccolo rinfresco, organizzato dai residenti. Il 10 di Agosto per noi parrocchiani è, oltre alla celebrazione del santo patrono, anche l’occasione per ritrovare tanti amici e conoscenti che qui hanno vissuto in

tempi più o meno lontani, e che un giorno hanno deciso, a volte a malincuore, di cercare altrove opportunità di vita e di lavoro più favorevoli. È a loro in particolare che dedichiamo la ricorrenza del 10 Agosto, con l’augurio di ritrovarci ancora per anni ed anni. Questa volta troveremo la piccola chiesa circondata da impalcature per via del restauro che interessa anche la canonica adiacente. Lavori che non potevano più essere rimandati a causa dello stato di deterioramento in cui erano venute a trovarsi le opere murarie. In particolare per la chiesa occorre precisare che è stata

San Leo - 28 luglio 2009 Primi vespri della Solennità dei Ss.Pietro e Paolo

messa in sicurezza la struttura portante mediante la installazione di appositi tiranti in ferro. È stata restaurata la campana ed il piccolo campanile che la sorregge, è stato riparato il frontale in pietra della chiesa, ed è in fase di realizzazione la tinteggiatura sia della parte esterna che della parte interna della chiesa. Opere queste che richiedono anche un discreto impegno economico, al quale fa fronte, non senza difficoltà, Don Marco che ha tutta la nostra stima e la nostra solidarietà.

Un’altra parola, se me lo permettete, dell’Apostolo Paolo incarna proprio il nostro prete: “È nella tua debolezza che la Mia forza è manifestata”, ed è proprio in questi anni che la fatica gli è aumentata: invece di riposar con la pensione, si ritrova un’altra parrocchia sul magro groppone. Se guardiamo al suo passato, sembra che Dio con lui ci abbia un po’ scherzato: da giovane, intellettuale e professore, ora invece deve galoppare a tutte l’ore, con il greco ed il latino, avvezzo a disputare, or con parrocchiani e catechiste si deve misurare. Il silenzio delle magnifiche navate immerse nell’oscurità, l’austera grandezza della Pieve, la serenità, per un ritiro quasi monacale son luoghi perfetti, ora qui deve contenere l’intemperanza di tanti chierichetti, in una chiesa un poco angusta e spesso da sbrogliare per far posto a chi non ci può entrare, la celebrazione che risuona di voci festanti, e un popolo che canta battendo le mani con lo stupore di tutti gli astanti! Ma Dio certo non sbaglia e dopo l’età della primavera, chiama ancora al calar della sera, e ci dice: “Sarete ancora vegeti e rigogliosi”, insieme a Lui potremo esser fruttuosi, se Dio ci conduce non temiamo, anche se ci porta dove non vogliamo. Con Don Romano è così lungimirante, per la chiesa usa la capacità dell’insegnante, che sempre ha messo al servizio con garbo e discrezione, nella comunità dell’educazione: fra i banchi di scuola tanti anni e più, chi meglio di lui può capir la gioventù? La pacatezza e la dolcezza eran le doti del Santo Curato, che nel ricordo viene nominato, anche il nostro ha il dono così prezioso, di essere come lui gentile, con tutti misericordioso, la sua indole tranquilla sa mitigare ogni scintilla, ma sa anche sostenere la fiamma della nuova vita, quella dello Spirito che mai sarà sopita. Con il nostro parroco, vogliamo lavorare anche noi nella vigna del Signore, anche se siamo giunti nelle ultime ore, è l’amore di Cristo che ci spinge, e se ci troveremo ad inciampare, il Buon Pastore ci farà rialzare, ci consola, ci cura le ferite e ci mostra che gli son gradite. Non importa chi siamo o da dove veniamo, se son questi o se son quelli, è bello ed è soave trovarci insieme fra fratelli, abbracciarsi e stringersi la mano tutti a far festa intorno al nostro Don Romano.

La Festa per don Romano Carissimo Don Romano, in un giorno sì speciale, l’occasione me la dia, di fare la mia piccola omelia. Certamente, ormai tutti lo sappiamo, che per indole non ama le feste e il clima mondano, per questo le vogliamo anche più bene, perché ci ha detto: “È ciò che vuole la mia gente e io l’accetto”. Il carattere del gregge, lo si sa, talvolta è ben diverso, e si sarebbe sentito triste e un po’ disperso, se non si fosse unito a celebrar con devozione l’Anniversario della sua consacrazione, e per giunta proprio quella d’oro, per lodare Dio non bastano le voci in coro! Perdoni, Don Romano, le sue pecorelle, se han voluto riunirsi fra sorelle, per ringraziare Dio, il Supremo Pastore, che da cinquanta anni la conserva nel suo stile, a capo e guida del Suo ovile. Oggi, qui a S. Leo, c’è anche il gregge che fin dall’inizio le appartiene, con il quale ha condiviso gioie e pene, dopo tanti anni con quanta gioia avrebbe accolto il suo pastore, per ringraziar nella sua casa il buon Signore. La soluzione è stata per tutti un poco amara, di non unire il gregge nella sua Pieve di Sovara, ma per grazia, ultimamente, il Signore le ha dato anche questa gente, ci dobbiamo accontentare, l’ovile di questi ultimi agnellini è l’unica casa in cui possiamo festeggiare. Le Comunità di Pieve e di San Leo insieme a lei formano un bel trio, uniti nell’unica Chiesa che è il popolo di Dio. Un popolo in cammino che da 50 anni ha come guida il suo pastore, esultiamo per il grande dono del Signore! “Conduce pian piano le pecore madri e porta gli agnellini sul petto”, per il nostro parroco è appropriato questo detto. Negli anni son cresciute le pecore pievane, sono piccole, invece, qui a S. Leo, quelle nostrane: ci son tanti agnellini che non sanno ancora camminare, con l’insegnamento del Vangelo abbiamo tanto da imparare, il nostro parroco, con umiltà e senza ostentare virtuosismi, sa valorizzare del popolo i carismi, operando nel silenzio e con amore alle persone, per coniugare la novità e le tradizione. Il gregge, anche se talvolta un po’ belante, è chiamato a esser Comunità educante, che sia il bimbo, il giovane o l’anziano, tutti son chiamati a dare un po’ una mano, non conta l’età e nemmeno l’opinione, quando si cresce nella comunione.

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