Bilancio sociale anffas trentino 2016

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PRINCIPI DI RIFERIMENTO

IL PIANO INDIVIDUALIZZATO DEI SOSTEGNI 2

Il Piano individualizzato dei sostegni costituisce la metodologia scientifica e la modalità operativa più adeguata attraverso le quali concretizzare e realizzare il Progetto di Vita delle Persone e quindi per far emergere le qualità (capability) della persona con disabilità intellettiva. Ovviamente non è cosa semplice, occorre dialogare con numerose discipline (interdisciplinarità) e con numerosi attori (familiari, scuola, assistenti sociali, personale medico-sanitario ecc.) e mettere a fattor comune aspetti educativi, assistenziali, sanitari, sociali ecc.. E' necessariamente un progetto storico e non ideale, il cui metodo è imposto dalla persona che si ha di fronte, per la quale si cerca di mettere in rete tutte le risorse disponibili. Il tentativo è quello di cercare di condividere il bisogno che la persona affidata in quel momento esprime o che si riesce ad identificare come emergente.

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Il piano individualizzato dei sostegni si configura quindi come un costrutto orientato a rendere dispiegabile attraverso una serie di pratiche modulari, la realizzabilità e il senso del Progetto di Vita stesso. In altre parole, il Piano Individualizzato dei Sostegni costituisce il contributo tecnico operazionale, il “come” della realizzazione del Progetto di Vita, che, di per sé, attiene ad una categoria concettuale più generale, condiviso tra chi ha responsabilità politico amministrativa e i tecnici, operatori, dalla formazione alla pratica dei servizi alla disabilità e la famiglia.

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UN PARADIGMA ALTERNATIVO: DAL FUNZIONAMENTO AL SOSTEGNO OVVERO LA DEMOCRAZIA DEL BISOGNO 3

Quando Bengt Nirje3 cominciò negli anni 60 il suo programma volto a favorire la normalizzazione della vita delle persone con disabilità intellettiva, molti lo consideravano un visionario. In effetti allora la maggior parte delle figure professionali e dei familiari credeva che le persone con disabilità dovessero essere protette a tutti i costi. Nirje provocatoriamente affermava: "Permettermi di essere umano significa lasciarmi sbagliare". Tante cose si sono evolute in questi anni, ma l'inclusione rimane un obiettivo primario anche all'interno dei servizi e di famiglie che hanno profondamente lottato e creduto al miglioramento della qualità di vita di tutte queste persone. Il consiglio direttivo di ANFFAS Trentino ha deliberato nel 2008 l'adozione di questo approccio considerato più rispettoso della persona e della sua individualità ed in linea con la mission dell'associazione.

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2 Comitato Tecnico-Scientifico Anffas Onlus (a cura di), I sostegni per incrementare la qualità di vita della persona con disabilità intellettiva e relazionale. Una sperimentazione, in American Journal on Mental Retardation: edizione italiana, Brescia, Vannini, vol. 5, n. 3 (2007), p. 397 – p. 398. 3 Psicologo Svedese, fu uno dei promotori più importanti a livello scientifico e politico, internazionale dei processi di inclusione delle persone con disabilità intellettiva. La citazione successiva è riportata da Nirie B. (1994), The normalization Principle and Its Human Management Implication, SRV-VRS: The International Social Role Valorization Journal,1 (12), 19-23. Anffas Trentino Onlus / BILANCIO

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