Bubble's #2

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Piergiuseppe Bernardi

Nell’orizzonte di una permanente precarietà

M

entre vi aggirerete lungo gli

stretti vicoli nei quali la vita di Napoli pulsa con tutta la forza della storia in cui si radica, la città potrebbe apparirvi improvvisamente lontana e incombente. Le sue forme, talora vivide e stagliate contro l’azzurro di una giornata primaverile o talaltra evanescenti dalla bruma autunnale che le avvolge, finiranno col divenire compagne del vostro girovagare, perennemente avvolto da un respiro remoto e sfuggente. Certo lo sentirete

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più vicino se deciderete di avventurarvi lungo l’ampio sentiero che ne solca le pendici, nella giusta stagione rese luminosissime dal giallo intenso delle ginestre che Leopardi cantò abbarbicate all’“arida schiena del formidabil monte”. Non illudetevi però, soltanto per averne osservato le fumarole, di essere riusciti a carpire il segreto della sua potenza. La sua calma apparente di vulcano addormentato non impedisce di rammentare quanto un suo risveglio improvviso potrebbe essere drammatico. Proprio il ricordo di questa sua forza distruttiva, ben visibile nelle pur splendide rovine di Pompei ed Ercolano, sovrasta da secoli la capitale partenopea, innervandone fisionomia e stili di vita. Ed è forse questa la ragione che impedisce, a chi non è abituato a convivere da sempre con questa sia pur remota eventualità, di entrare autenticamente in sintonia con questa affascinante città.


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