Alice Santercole dal mancato allertamento del medico, nonostante il monitoraggio cardioto cografico della paziente indicasse una progressiva sofferenza fetale. Il medi co è quindi intervenuto con notevole ritardo, non riuscendo ad impedire il decesso del feto. L’ostetrica avrebbe dovuto, infatti, avvertire con massi ma sollecitudine il medico, non appe na emersi segni di sofferenza con ri schio per la madre o per il nascituro. La partoriente, ricoverata in ospedale al termine di una normale gravidanza, era sottoposta a monitoraggio cardio tocografico, che risulta, in un primo momento normale, per poi segnalare
142
un andamento “ondulatorio attenua to” e quindi “silente”, fino a registra re molteplici decelerazioni tardive. La sentenza della Cassazione ha sancito come la sorveglianza del battito cardia co fetale intrapartum nella gravida sana, a basso rischio, sia una competenza appartenente all’ostetrica: l’affidamen to di tale attività in totale autonomia all’ostetrica, ne rappresenta la sua di retta responsabilità nel rispondere in prima persona dei fatti compiuti. “Rientra “nell’ordinaria competen za dell’ostetrica la possibilità di riconoscere con tempestività alterazioni della frequenza cardiaca fetale, rivelatrici di una sofferenza che deve