Diserzioni

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Ma la prospettiva da cui vorrei guardare “Morte ai vecchi” è quella della mappa di riferimenti culturali, a volte nascosti o anche solo accennati nel campo che meglio conosco: quello della musica. All'interno del romanzo troviamo più riferimenti al suono. Per esempio nella descrizione dell'odierno isolazionismo della così detta “bedroom generation”, ovvero ragazzi che vivono nella loro camera iper connessa e che non hanno nessuna vita sociale “diretta” ma solo filtrata dai dispositivi digitali:

da pag. 39 “Di Mel nessuna notizia, solo di tanto in tanto il bang di un videogioco e i singulti liquido metallici del carillon elettronico a frequenze variabili di “Chiastic slide” degli Autechre. Per il resto silenzio. Il ragazzo non emetteva suoni. Comunicava scrivendo messaggi ai suoi silenziosissimi sodali di enigmatiche avventure immateriali.” E’ disagio tecnologico dal cuore umano, è sound computerizzato che cola sangue dai circuiti. Nelle interferenze digitali, nei vocalizzi frammentati e riprocessati che sembrano venire dall'orlo dell'abisso presenti in molta musica attuale c’è tutta la sofferenza e lo spaesamento di una generazione, ma c'è anche e soprattutto il desiderio di sottrazione ed autonomia dall'ipersfruttamento della precarietà. Ecco che la rappresentazione del futuro precario di chi sembra non avere più un futuro avviene usando anche la musica: 154


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