Fruzons di Plume (44) marzo 2022

Page 1

Numero 44- Marzo 2022

Giornale periodico a distribuzione gratuita Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro - Sezione di Palmanova

Nus bâstin li’ mâns

La coralità premia...


NUS BÂSTIN LI’ MÂNS

Numero 44 Marzo 2022 Assemblea dei Delegati del 13 marzo 2022. Il Trofeo del Presidente viene assegnato al nostro Gruppo

Giornale del Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro Distribuito gratuitamente ai soci AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE NUMERO 2/18 del 30-01-2018 DIRETTORE RESPONSABILE Davide De Piante REDAZIONE Davide De Piante, Valentino Loi, Giovanni Sguassero, IN QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO Luisella Bonetto, Italo Cati, Isaia Citossi, Davide De Prato, Maria Fanin, Ranieri Graziotto, Andrea Sgobbi, Marco Zanon CAPOGRUPPO Davide De Piante VICE CAPOGRUPPO Valentino Loi CONSIGLIERI Giancarlo Bidoggia, Piergiorgio Bramuzzo, Lino Marchi, Paolo Milan, Franco Moni, Giorgio Piccini, Giovanni Pittis, Lucio Taverna, Luciano Tavian

3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 14 15 16 17 18 20 21 22 22 23

Il Capogruppo Notizie brevi (la Redazione) L’Assemblea di Gruppo (Davide De Piante) Lo slalom alpino (Ranieri Graziotto) Notizie brevi (la Redazione) Come vedi gli Alpini? (Davide De Piante) Giornata della Memoria 2022 (Marco Zanon) Le scritture di ghiaccio (Italo Cati) La nostra Russia (Marco Zanon) L’Assemblea dei Delegati (la Redazione) Il diario di Gaia Marsich (Andrea Sgobbi) Campi Scuola della Protezione Civile (la Redazione) Il 150° del Corpo degli Alpini (la Redazione) Amico chiama, naja risponde (Isaia Citossi) Alla ricerca di... Silvia Niculae (Maria Fanin) Un museo per una nave (Luisella Bonetto) Abbiamo letto per voi (la Redazione) Il cianton da puisie (Maria Fanin) Il cianton da rizete (Franco Moni) I nostri sponsor

CONSIGLIERI ESTERNI Augusto Cazzola, Samuele Del Bianco, Francesco Mastroianni, Mentore Valandro STAMPA Rosso cooperativa sociale Gemona del Friuli (UD) Numero copie stampate 350 Copyright © 2022 Gruppo A.N.A. San Giorgio di Nogaro

Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro Via Carnia, 9 33058 San Giorgio di Nogaro (Ud) email = sangiorgiodinogaro.palmanova@ana.it pec = anasangiorgiodinogaro@pec.it web= www.anasangiorgiodinogaro.it

2

n. 44 - Marzo 2022


Il Capogruppo

Cari Soci e Lettori, Sono ormai trascorsi ben 14 anni da quanto sono stato eletto Capogruppo e le soddisfazioni che mi riservano i MIEI SOCI sono sempre molte e talvolta inaspettate. Quando bisogna organizzare un’attività, basta uno sguardo e c’è subito l’intesa; in altri casi, una telefonata mette a posto le cose; oppure, quando è necessario trovarsi attorno ad un tavolo… si pianifica tutto. Se spesso sono coinvolto direttamente, certe volte mi capita di osservare l’attività del Gruppo da spettatore. In questa sede vi propongo due esempi su tutto. Ci è stato chiesto un aiuto per supportare il personale della struttura nelle visite dei familiari agli ospiti della Casa di Riposo. Il Presidente della “Chiabà” ha fatto quattro telefonate ai volontari e i turni sono stati subito coperti; inoltre, alcuni Amici degli Alpini del Gruppo si sono subito resi disponibili ed hanno coperto i turni. E poi, l’Assemblea dei Delegati della Sezione che abbiamo ospitato a San Giorgio che ho vissuto tra le autorità e quindi ho apprezzato quanto fatto dai MIEI soci… in silenzio e con grande spirito di responsabilità si sono messi in gioco ed hanno fatto il possibile perché il 13 marzo tutto funzionasse alla perfezione e, leggerete nelle pagine centrali, i commenti sono tutti stati positivi. E quindi… immaginatevi l’orgoglio e la soddisfazione del Vostro Capogruppo quando le cose funzionano a dovere. Questo è un segnale che “la manutenzione della macchina alpina” ha raggiunto una solidità e un’affidabilità invidiabile. Grazie di cuore! Con grande spririto di altruismo e di generosità, dobbiamo altresì guardare al nostro futuro associativo. Che sarà dell’Associazione Nazionale Alpini? Che sarà del nostro Gruppo? Ci saranno ancora alpini? Ne abbiamo parlato nel Consiglio di Gruppo di metà marzo ed ho notato che il “fil rouge” è quello di far sì che i valori propri del nostro Corpo non vadano dispersi. Ma cosa fare? Come “forgiare” nuovi alpini? Idee e proposte sono state affrontate il 25 marzo quando la Commissione Nazionale dell’ANA ha fatto tappa a Palmanova; alla presenza dei Capigruppo, dei vertici sezionali (dal Presidente ai Consiglieri) si è parlato, talvolta discusso animatamente, nella speranza di trovare la soluzione che possa dare un futuro all’ANA. Appena possibile, vi aggiorneremo a riguardo. Per ora, vi auguro una buona lettura. Davide De Piante

n. 44 - Marzo 2022

3


Notizie brevi

la Redazione

Il ferro vecchio In merito alla raccolta del “ferro vecchio”, nel 2021 una nuova norma ha finalmente fatto chiarezza ed ha riconosciuto in modo trasparente la possibilità ad associazioni come la nostra, di procedere (previa iscrizione ad un Albo specifico) con periodiche campagne di raccolta. Come fatto in passato e con maggior flessibilità, potremo aiutare anziani e persone non autosufficienti a liberarsi di materiale ingombrante (es. lavatrici) ma anche contribuire alla pulizia dell’ambiente. Ci impegneremo affinché quanto da noi raccolto venga trasformato in donazioni!

Il Diritto Internazionale Umanitario Il Team Folgore FVG PC (nuova realtà della Protezione Civile Regionale e Nazionale) in collaborazione con la Sezione UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia) di Cervignano ci ha chiesto la sede per organizzare un corso sul Diritto Internazionale Umanitario per i propri volontari. Così, il 22 gennaio 2022, dopo aver fatto l’alzabandiera all’esterno della nostra baita, anche due nostri soci hanno participato alla sessione di formazione mirata ad inquadrare le regole che, in tempo di conflitto armato, proteggono le persone e pongono limiti all’impiego di mezzi e metodi di guerra. Il magg. Claudio Cante (riserva selezionata), Presidente dell’Unuci di Cervignano, ha saputo rendere comprensibile e chiaro un argomento vasto e delicato.

Traslazione della “Madonna Addolorata” Alla richiesta del Monsignor Igino Schiff abbiamo risposto con entusiasmo e con fare proattivo. Il 6 marzo (eravamo in zona gialla, dovevamo indossare le mascherine e garantire il distanziamento), con il carro messo a disposizione dalla Parrocchia di Nogaro addobbato da Giuseppe Lopes, la Madonna Addolorata ha percorso la via principale di San Giorgio per raggiungere il Duomo. Siamo orgogliosi di quanto fatto per la nostra comunità e i commenti e i “like” sui social network confermano quanto amata sia l’Addolorata per i sangiorgini.

4

n. 44 - Marzo 2022


L’Assemblea di Gruppo Orientati al futuro

di Davide De Piante

Per statuto, ogni associazione deve svolgere l’assemblea annuale. Per il Gruppo di San Giorgio, l’appuntamento di domenica 6 febbraio a Villa Dora ha visto la presenza di una quarantina di soci ed ha assunto un ruolo ancora più significativo per la partecipazione di due graditi ospiti. Con noi c’erano Cristina “deus ex machina” dell’Asilo “Maria Bambina” e la dottoressa Elisabetta Miorin, Primario della pediatria di Latisana che, in sostanza, sono i beneficiari dei due più importanti progetti-donazioni del nostro Gruppo; così, hanno potuto ascoltare quanto fatto nell’anno passato. Come consuetudine, la giornata ha preso avvio con la S. Messa in ricordo dei soci andati avanti nel 2021 (Graziano Sguazzin, Guerrino Poz e Valter “Bigio” Martin) ed è proseguito con l’alzabandiera e la deposizione di un mazzo di fiori al nostro Memoriale.

Il Capogruppo Davide De Piante (dx) Il verbalizzante Marco Monte (sx)

Prassi ormai consolidata è la proiezione di immagini e video che rimangono maggiormente impressi nella memoria che vengono commentati e presentati alla platea. La maggior attenzione è stata posta sui programmi futuri, in primis, il 90° anniversario di costituzione (di cui leggerete l’articolo nella pagina centrale) ma anche le collaborazioni che nel corso degli anni sono state realizzate e che ora devono essere coltivate. Tra gli interventi, ricordiamo quello del Sindaco Pietro Del Frate e del Presidente della Sezione Stefano Padovan. Foto: Piergiorgio Bramuzzo

L’intervento del Primario Elisabetta Miorin

Il saluto di Cristina dell’Asilo “M. Bambina”

L’alzabandiera

n. 44 - Marzo 2022

5


Lo slalom alpino Ottimo piazzamento dei nostri atleti al Trofeo Sezionale di Sci

di Ranieri Graziotto

Pian piano si torna alla normalità, il 26 febbraio 2022, finalmente una bellissima giornata di sport e divertimento sulle nevi di Tarvisio, grazie agli Alpini che hanno reso possibile tutto ciò. La gara si è svolta su un manto molto duro, a tratti ghiacciato, ma ben preparato dagli organizzatori. La competizione si è subito presentata ad alto livello, grazie ai concorrenti molto esperti di questo bellissimo sport, ed anche i nostri si sono scatenati in discese mozzafiato. Eccellente il pranzo e la compagnia... finalmente tra Amici.

Amici degli Alpini

Donne

Alpini Master

1° - Ranieri Graziotto (S. Giorgio) 2° - Alessandro Moro (S. Giorgio) 3° - Simone Milloch (Risano)

1^ - Salvador Stefania (S. Giorgio) 2^ - Federica Biasutti (Felettis)

1° - Stefano Ciani (Felettis) 2° - Davide De Piante (S. Giorgio) 3° - Gianni Duic (S. Vito al Torre)

Il nostri atleti (Alessandro, Ranieri e Stefania), il 12 marzo hanno partecipato anche al Campionato di Slalom della Sezione Carnica. Domenica 10 aprile, all’Aprica si svolgerà il Campionato ANA di Slalom Gigante. Con la rappresentativa della Sezione di Palmanova, ci saranno anche i nostri soci Ranieri e Stefania. Siamo orgogliosi di voi e di tutti i nostri sportivi che, in ogni forma e modalità, rappresentano il Gruppo di San Giorgio di Nogaro.

6

n. 44 - Marzo 2022


Notizie brevi

la Redazione

Le visite in Casa di Riposo “Chiabà”

Il valore di un sorriso... La consolazione di una parola... Un saluto che solleva lo spirito e l’anima. Questo è il “leit motiv” che ha spinto i nostri soci a garantire l’assistenza alle visite agli anziani dell’ASP “Giovanni Chiabà”. Grazie agli splendidi soci che hanno permesso di realizzare questo importante servizio reso necessario per l’avvio dei lavori di manutenzione della struttura esterna. All’insegna del motto “un aiuto per un sorriso” sono una trentina le ore di lavoro dei nostri.

80° anniversario dell’affondamento del Galilea Perché gli alpini ogni anno ricordano “la tragedia del Galilea”. Per fare memoria degli oltre mille alpini morti nell’affondamento del piroscafo che trasportava il battaglione “Gemona” che di rientro dalla campagna di Grecia doveva andare in Russia. Perché sia ben chiaro il sacrificio dei militari (di tutte le armi) nella seconda guerra. Questo è il significato di esserci a Muris di Ragogna.

“Stop the bleed”... corso emorragie gravi “Stop the bleed” è un corso pensato e proveniente dall’America per la gestione delle emorragie massive quali causa di morte. Difatti una perdita veloce, improvvisa di sangue può portare, se non controllata in modo adeguato, ad una morte in seguito a shock. Dopo l’arresto cardiaco, l’emorragia è una delle cause traumatiche con più casi di mortalità. Bastano pochissimi gesti semplici per gestirla in attesa dei soccorsi. Questo corso della durata di 2 ore (teoria e pratica compresi) l’ho fatto grazie ad un collega che poi mi ha dato la possibilità di diventare formatore e quindi io stesso fare corsi aperti a tutti. Una nuova esperienza che ha aumentato il mio percorso professionale e formativo. Davide De Prato

n. 44 - Marzo 2022

7


Come vedi gli alpini? di Davide De Piante

La riposta degli studenti della scuola primaria

Tra Gruppo Alpini e Scuola Primaria di San Giorgio c’è sempre stata una certa sintonia e collaborazione che, nel tempo, si è concretizzata con gite sul Carso, camminate storiche in paese, supporto alle diverse iniziative organizzate dalla scuola. Per il nostro 90° compleanno, ci sembrava interessante chiedere ai ragazzi delle elementari “Come vedi gli alpini?” e, per rinforzare il messaggio, siamo stati presenti in diverse classi per far vedere fotografie o video sulle attività svolte dal nostro sodalizio nel corso degli ultimi anni. Queste visite, organizzate in fretta e furia, ci hanno dato la carica per programmare tutti i nostri appuntamenti. Poter dialogare con i ragazzi, vedere le loro reazioni, sentire la loro energia e vedere nei loro occhietti una luce diversa è stata un’emozione che non ha prezzo. E i disegni, che poi abbiamo esposto nel tendone, hanno rappresentato la degna coreografia all’assemblea dei delegati del 13 marzo. TUTTI hanno apprezzato il lavoro fatto. Da noi soci del Gruppo quando li abbiamo appesi, ai delegati che hanno visto molto colore nel tendone bianco, al Presidente della Sezione Stefano Padovan che ha avuto conferma di cosa vuol dire... lavorare con le scuole. E noi abbiamo già proposto altri interventi per poter spiegare ai giovani il significato di “volontariato”, “solidarietà” e “altruismo”. Grazie ragazzi!

Gli alpini... scendono in cattedra: l’intervento in aula

I volontari impegnati ad appendere i disegni nel tendone che ha ospitato l’assemblea

8

n. 44 - Marzo 2022


Giornata della memoria 2022 di Marco Zanon

La storia di Attilio Sguazzin

In occasione delle manifestazioni organizzate per ricordare la giornata della memoria, il 5 febbraio 2022 il Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro e la locale Sezione dell’Associazione Nazionale Carabinieri hanno organizzato un incontro per ricordare e raccontare la storia dell’appuntato dei carabinieri Attilio Sguazzin morto nel 1944 in un campo di prigionia in Germania (la storia è già stata raccontata nel precedente numero 43 di Fruzons di Plume). L’incontro, introdotto dal Capogruppo Davide De Piante, è proseguito con l’intervento del m.llo Lorenzo Vazzoler che ha evidenziato ruolo e compiti dell’Arma dei Carabinieri nei giorni che seguirono la firma dell’armistizio di Cassibile. A seguire sono state ripercorse tutte le varie fasi della ricerca che hanno consentito di ricostruire la storia del carabiniere sangiorgino, ricerca iniziata nel 2011 quando al Gruppo ANA di San Giorgio di Nogaro venne consegnato il registro contenente l’elenco degli iscritti alla locale sezione dell’associazione degli internati nei campi di prigionia allestiti da nazisti in Europa. Le informazioni contenute nel documento furono l’occasione per avviare una ricerca sulla storia dei militari sangiorgini catturati dai tedeschi nei giorni successivi alla firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Nel corso di questa ricerca, che, giova ricordarlo, era indirizzata a ricostruire le vicende degli internati sangiorgini rientrati in Patria dopo la detenzione nei campi di prigionia sparsi in tutta l’Europa, è stato possibile recuperare anche altre informazioni relative ad altri militari deportati in Germania che purtroppo non hanno fatto rientro in Italia alla fine del secondo conflitto mondiale. Tra queste, alcune notizie parziali citavano il carabiniere Attilio Sguazzin tra i militari italiani deportati in Germania. In tal senso a seguito di una successiva ricerca, le notizie raccolte hanno consentito di di svelare la data del decesso e il luogo di sepoltura del carabiniere sangiorgino informazioni che per competenza sono state trasferite al Presidente della locale Associazione Nazionale Carabinieri, m.llo Lorenzo Vazzoler il quale, in pieno accordo con la famiglia, si attivava presso i competenti uffici del Ministero della Difesa (ONORCADUTI) per avviare le procedure per la traslazione in Patria delle spoglie mortali del militare sangiorgino. In esito alla procedura avviata, il 25 ottobre 2021 le spoglie mortali venivano riesumate dal Cimitero Militare Italiano di Francoforte per essere definitivamente trasferita in Italia. Conseguentemente il 13 novembre 2021 si è svolta la cerimonia per il rientro in Patria del militare, cerimonia che si è conclusa con la tumulazione dell’appuntato nel cimitero di San Giorgio di Nogaro in un apposito alloggiamento messo a disposizione dell’Amministrazione Comunale.

Foto: Piergiorgio Bramuzzo

n. 44 - Marzo 2022

9


Le scritture di ghiaccio La posta del soldato italiano nella campagna di Russia 1941-1943

di Italo Cati

Cari amici Alpini, con grande contentezza porto un mio contributo al vostro giornale Fruzons di Plume, in occasione della mostra “Le scritture di Ghiaccio” inaugurata il 5 marzo 2022. Per prima cosa ringrazio per quanto avete fatto nell’allestimento, dove avete dimostrato competenza unita alla tipica fraternità delle truppe alpine. Per il futuro darò sempre il mio supporto al vostro Gruppo, con voi mi sono sentito veramente fra amici… quelli veri… non di facciata. In questo momento (mi riferisco al 23 marzo) il mio pensiero unito a totale disapprovazione va al teatro di guerra dell’Ucraina. Inaugurazione. Da sx: il Capogruppo De Piante, lo storico Delle volte credo che la stupidità umana non abCati, il Sindaco Del Frate, il Presidente sezionale Padovan bia mai fine. Non riesco a capacitarmi per quello che due precedenti micidiali guerra mondiali hanno evidenziato in lutti, miseria e odio. In questa seconda parte di questo articoletto, spiegherò come un pensiero di pace mi ha ispirato nella ideazione della mostra, premetto che il DNA di questo lavoro si basa sull’aspetto umanistico e non prettamente bellico. I combattenti italiani, per la maggior parte neppure ventenni, trovavano momenti di serenità proprio nello scrivere a casa, lo facevano in condizioni impossibili, molti loro pensieri sono rimasti idealmente imprigionati nel ghiaccio del tremendo inverno russo altri ci sono giunti tramite cartoline reggimentali e lettere in franchigia. Nel corso degli anni con la passione del ricercatore, ho trovato moltissimi di questi materiali presso mercatini specifici dell’usato o nei vari siti di compravendita che si trovano in internet. La successiva disposizione secondo organico militare, in appositi supporti a parete e vetrine didattiche è stato il compendio finale per varare un lavoro da presentare in pubblico. La mostra è stata esposta in diverse località del Friuli, a cominciare da Udine presso le sale del comando Brigata Alpina Julia, per il futuro sarà in Piemonte, Marche e Toscana. Troverà la sua finale sede nella nuova sezione storica del museo di Felonica (provincia di Mantova).

Foto: Piergiorgio Bramuzzo

10

n. 44 - Marzo 2022


La nostra Russia Si presenta il terzo Quaderno Storico del Gruppo

di Marco Zanon

Il 5 marzo 2022 presso la sala conferenze di Villa Dora è stato presentato il terzo Quaderno Storico del Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro che ha per argomento la campagna di Russia raccontata attraverso lettere e documenti di alcuni nostri concittadini che hanno vissuto direttamente questa tragica esperienza. Il volume dal titolo “La nostra Russia” è stato curato da Giorgio Negrello e Marco Zanon e si compone di fatto di due parti: nella prima, la campagna di Russia viene raccontata attraverso le lettere inviate dal fronte da parte di 4 nostri concittadini (Bruno Moratti, Remo Maran, Giuseppe Della Martina e Arturo Filiputti) mentre nella seconda parte si riportano delle relazioni ufficiali nelle quali vengono descritte una serie di operazioni militari cui ha preso parte Angelo Cristofoli come comandante del plotone d’assalto delle CC.NN. della “Legione Tagliamento”. In generale si può osservare che in tutte le guerre del secolo scorso, la spedizione e la ricezione della posta rappresentava una circostanza molto importante per la truppa, un momento di gioia per i soldati impegnati sul fronte a migliaia di chilometri da casa. Attraverso le missive i militari riuscivano a tenersi in contatto non solo con i propri congiunti, ma anche con una vita “normale” nella quale speravano di rientrare. Per questo da sempre le lettere dei soldati impegnati in un conflitto bellico costituiscono, da un lato, un’efficace testimonianza di cosa è e di cosa rappresenta un conflitto bellico, e dall’altro, in che modo una guerra riesce a segnare in maniera indelebile la coscienza di un popolo o di una generazione. Il libro inizia con l’epistolario dell’artigliere alpino del 3° Reggimento “Gruppo Udine” Bruno Moratti con la sua famiglia: uno scambio di notizie, di impressioni, di sentimenti e di riflessioni che comincia prima ancora della partenza per la Russia. La seconda storia è quella dell’artigliere alpino Arturo Filiputti, anch’egli del 3° Reggimento “Gruppo Udine”: dopo aver partecipato alla campagna di Grecia, nell’estate del 1942 viene inviato in Russia dove, nel gen-

naio del 1943, verrà catturato dai russi e internato in un campo di prigionia nel Kazakistan dove morì dopo due anni di sofferenze. Il libro prosegue con le storie di Remo Maran e Giuseppe Della Martina; entrambe sangiorgini, entrambi appartenenti al 9° Reggimento Battaglione “L’Aquila”, nella campagna di Russia i due sottufficiali hanno condiviso le stesse vicende fino al 21 gennaio 1943 quando gli avvenimenti li hanno condotti ad un diverso destino: in quel giorno giunti insieme nella città di Letniscianski, Remo Maran decise di proseguire la marcia verso nord con altri commilitoni mentre Giuseppe Della Martina decise di riposarsi nei capannoni di un kolchoz che venne subito dopo accerchiato dai militari russi che catturarono tutti gli alpini ivi presenti. L’ultima parte del testo presenta alcuni manoscritti di Angelo Cristofoli che partecipò alla campagna di Russia come volontario nella Legione “Tagliamento”. In particolare gli scritti si riferiscono ad una serie di relazioni che hanno per oggetto operazioni militari che hanno visto direttamente o indirettamente impegnata la Legione “Tagliamento”; si tratta, molto probabilmente, di relazioni ufficiali redatte dai comandanti delle singole Legioni che il prof. Cristofoli ha riportato integralmente nei propri appunti. Unitamente a queste relazioni vi sono poi altre brevi note che fanno riferimento all’elenco dei Legionari del presidio di San Giorgio di Nogaro che hanno partecipato alla campagna di Russia con la Legione “Tagliamento”, alle dotazioni e ai reparti che costituivano la Legione. Va infine evidenziato che la ricerca è stata possibile grazie alla disponibilità delle famiglie dei militari sopra citati, le quali, dopo aver conservato con cura le lettere inviate dal fronte di guerra dai propri congiunti, hanno messo a disposizione del Gruppo il materiale per la pubblicazione del libro.

I relatori: alla sx Giorgio Negrello, alla dx Marco Zanon

Scorcio della sala conferenze

n. 44 - Marzo 2022

Foto: Piergiorgio Bramuzzo

11


L’Assemblea dei Delegati della Sezione Il 13 marzo, tappa sangiorgina per dare avvio ai festeggiamenti del 90° compleanno del nostro Gruppo

Piazza del Municipio: deposizione corona

L’Assemblea dei Delegati

Francesco Mastroianni: Giornata speciale per noi sangiorgini; si festeggia il 90° del nostro favoloso e presente Gruppo Alpini. Faccio da portavoce di parecchi presenti alla cerimonia; in primis una S. Messa fantastica grazie al Coro “Ardito Desio” quando abbiamo avuto una sensazione profonda di ascoltare il Vangelo del nostro Parroco. Perfetto è stato l’alzabandiera in Municipio alla presenza di numerosi cittadini che al termine ci hanno accompagnato al nostro monumento per la posa di un mazzo di fiori. La relazione con tutte le proposte hanno fatto intendere che il nostro Gruppo riesce a realizzare il massimo. La parte audio (cosa rara nelle assemblee), perfetta in tutto il comparto e, non per ultimo, il nostro rancio squisito e fumante servito in modo perfetto, ha fatto sì che tutti i partecipanti si complimentassero con il cuoco e gli addetti. La ciliegina sulla torta: i circa 300 alunni delle elementari assieme alle loro maestre ci hanno donato i disegni rappresentando le nostre varie attività, facendoci così capire il forte legame che ALUNNI-INSEGNANTI-ISTITUZIONI-ALPINI, possono collaborare assieme per una COMUNITÀ MIGLIORE. Davide De Prato: In un periodo alquanto travagliato per tutti, la solidarietà alpina e le attività sezionali hanno avuto comunque risalto. Gli alpini sempre presenti specialmente nelle difficoltà con giovani e meno giovani per portare avanti sempre i nostri valori. I Gruppi sono la forza della Sezione. Ore di volontariato e memoria storica mai abbandonata. Una Sezione forte che punta sui giovani. Claudio Gigante: Si è tenuta l’assemblea dei delegati a San Giorgio di Nogaro in concomitanza con l’inizio dei festeggiamenti per il 90° di fondazione del Gruppo di San Giorgio. A causa delle restrizioni dovute alla zona gialla ancora in vigore ed alla indisponibilità dell’Auditorium, tra capo e collo ci siamo ritrovati a modificare la logistica e la sede dell’assemblea concentrando l’evento tutto sul tendone da campo riscaldato, allestendo in un battibaleno il palco delle autorità con relativo impianto audio, merito dei nostri tecnici alpini, e dislocando le panchine a sedere per tutti i delegati in maniera precisa ed allineata come siamo soliti preparare quando chiamati dalle emergenze. Ebbene, in questa assemblea, la prima in presenza e a pieno organico dall’inizio della pandemia, si è subito respirata un’atmosfera di soddisfazione di scoprire questo spirito alpino vero, che aleggiava raggiante nei volti dei partecipanti per ritrovarsi in questa maniera così tipicamente alpina delle adunate, che normalmente nelle sale agiate e comode rappresenta una routine. A seguire, l’ottimo e delizioso rancio preparato e distribuito dalla nostra squadra, capitanata dal premiato Franco Moni, arrugginita da due anni di fermo pandemia, è stato cucinato con la consueta maestria allestendo una catena di montaggio impeccabile ed incurante delle ginocchia doloranti e degli acciacchi ricorrenti. Insomma è stata un’assemblea che sarà difficile da dimenticare.

Assemblea: il tavolo delle autorità

Piazza del Municipio

12

Premio a Franco Moni

n. 44 - Marzo 2022


la Redazione

La relazione morale

Memoriale degli Alpini: onore ai caduti

Andrea Sgobbi: L’assemblea dei delegati: questo evento statutario non dovrebbe fare notizia, ma invece è stata un’occasione straordinaria, importante, significativa e tanto, tanto desiderata. Dopo due anni segnati dalla lunga e pesante pandemia, che ha impedito gli incontri tra i “fradis”, tutti i delegati si ritrovano in presenza, sì in presenza... uno vicino all’altro, rispettosi delle cautele ormai note, ma insieme a commentare l’attività della Sezione, esprimere il loro voto, fare delle proposte e soprattutto condividere autentici momenti di alpinità. La fanfara ha smesso il silenzio attirando a se l’attenzione delle popolazione, trattenuta per le vie del paese è riuscita a suonare... la carica: gli Alpini, che non hanno mai smesso le attività di sostegno alle nostre comunità, ora ripartono, si ricomincia... intanto l’Assemblea dei delegati organizzata impeccabilmente dal Gruppo di San Giorgio di Nogaro che festeggia il novantesimo compleanno, e poi avanti con l’Adunata di Rimini... non ci fermiamo più. Organizzazione perfetta con la S.Messa solenne, si solenne e molto partecipata, perchè il maestro Nazario ha schierato il Coro Sezionale al gran completo... emozione unica, l’alzabandiera e l’onore ai caduti, ma questa volta con le note della nostra meravigliosa Fanfara. 90 anni festeggiati con oltre 250 alpini e con la presenza delle autorità civili e militari, senza abbracci, ma qualche lacrima di emozione c’era e a ragione, perchè Stefano Padovan ha chiuso l’Assemblea dei delegati con due riconoscimenti straordinari per gli Alpini sangiorgini: il Trofeo del Presidente 2022 per le impareggiabili azioni di solidarietà verso i più bisognosi, rendendo vivi ed attuali i principi ispiratori dell’ANA e poi... il premio di fedeltà all’ANA all’Alpino Moni Attilio Franco riconoscendogli le doti, lo spirito di servizio, il senso del dovere e l’ indiscussa capacità nell’organizzare la ristorazione, particolarmente apprezzata dagli “studenti in trincea” e non solo. Complimenti, un compleanno con i fiocchi... 90 appunto. Davide De Piante: L’assemblea l’ho vissuta sul palco delle autorità ed è stato un piacere vedere come tutto abbia funzionato alla perfezione; come tante formiche con la divisa blu ognuna sapeva cosa fare; considerate le novità emerse una settimana prima (inagibilità dell’auditorium e l’impossibilità di fare la sfilata), abbiamo fatto qualcosa di eccezionale. Francesco Cargnelutti: ABBIAMO fatto una grande assemblea visti i problemi e le restrizioni che sono emerse; non potevamo fare di più con le forze in campo. Marco Monte: È stata un’emozione poter salutare e riabbracciare gli amici del Gruppo; ho riscoperto le emozioni da tempo sopite. Foto: Daniele Drigo, Gabriele Taverna, Nicolò Pitta

Il Coro Sezionale “Ardito Desio”

n. 44 - Marzo 2022

La Fanfara Sezionale

13

Trofeo del Presidente al Gruppo di San Giorgio


Il diario di Gaia Marsich In Trincea con gli Alpini

di Andrea Sgobbi

Sabato sera 12 marzo, siamo a Villa Dora, c’è la mamma di Gaia, la sorella Gianna che quest’estate è stata una settimana con noi sul Carso, ci sono i Sindaci, i rappresentanti delle Associazioni partners, ci sono tanti insegnanti, il Dirigente dell’ISS Malignani, il Consigliere Nazionale dell’ANA Romano Bottosso, il Presidente della Sezione Padovan con diversi Capi Gruppo e Consiglieri Sezionali, c’è il quintetto di sax “Ridarolax” che accompagna i relatori con deliziosi interventi musicali, si... ma Gaia non c’è. Viene presentato il fascicolo “In trincea con gli Alpini”, che raccoglie le esperienze maturate in Il tavolo dei relatori: questi anni di attività con le scuole della Bassa da sx Andrea Sgobbi e il Presidente Sezionale Padovan Friulana sul Carso e questa originale testimonianza nasce proprio dal diario di Gaia. Il nostro Gruppo è protagonista nell’idea, nell’organizzazione, nel lavoro, fedeli come siamo al nostro motto “Nus bâstin li’ mâns” a fianco degli studenti dell’ISS “Malignani” che con dedizione hanno scavato sulla “Mazzoldi”. Gaia non c’è, ma il suo prezioso contributo, dettagliato nella quotidianità, nell’esperienza vissuta spesso con fatica, nel serio e appassionato tentativo di mettersi alla prova, ha stimolato la Sezione di Palmanova a produrre una pubblicazione, che con i commenti degli insegnanti, delle Autorità e delle Associazioni, può contribuire a diffondere i nostri valori con i sentimenti dei nostri giovani compagni di viaggio. Un messaggio è chiaro e Gaia, nel suo diario, lo trasmette con forza... sui giovani si può contare. Ma ecco che, dal megaschermo appare Gaia in collegamento dalla Svizzera, dove sta perfezionando un percorso per la facoltà di Ingegneria che frequenta... un lungo e caloroso applauso irrompe con fragore nella sala della conferenza. Il momento trova impreparate madre e sorella... che si commuovono vistosamente... l’emozione si trasmette subito in sala, complice un impeccabile stacco musicale del nostro quintetto sax diretto dal maestro Roberto Folla. Il Consigliere Nazionale ci regala un complimento inaspettato... siete stati i precursori.. dei campi scuola che l’ANA sta organizzando a livello nazionale per i ragazzi dai 16 ai 25 anni: 15 giorni con gli Alpini e con la Protezione Civile immersi nelle Il gruppo di sax “I Ridarolax” nostre montagne, un’esperienza molto positiva che quest’anno vedrà due sessioni in Friuli, a Paluzza e a Tramonti di Sopra.

14

n. 44 - Marzo 2022


Campi Scuola della Protezione Civile La Redazione

La proposta dell’ANA per i giovani dai 16 ai 25 anni

Sono 12 i campi scuola dell’ANA in tutta Italia; nella nostra regione, si terranno a Paluzza (Ud) e Tramonti di Sopra (Pn) dal 16 al 31 luglio 2022. L’occasione che viene offerta ai giovani dai 16 ai 25 anni è quella di vivere un’intensa e formativa esperienza in una caserma svolgendo una moltitudine di attività individuali e di gruppo. Non mancheranno i contatti con gli alpini in armi e le visite guidate in caserma. A nostro avviso il messaggio del volantino “mettere il NOI prima dell’IO” non rappresenta solo uno slogan ma una precisa “missione” dell’ANA per spiegare ai giovani cosa vuol dire fare volontariato a tutto tondo. Per quanto riguarda il nostro Gruppo, dopo l’esperienza positiva dell’anno scorso a Bassano del Grappa, ben quattro volontari sono già in lista per far parte della squadra che accoglierà i ragazzi a Paluzza. E come faranno i giovani, anche i nostri iscritti alla Protezione Civile si metteranno in gioco perchè stare con i ragazzi è un elemento formativo anche per gli Alpini. Quindi, facciamo propaganda tra i giovani perchè provino questa esperienza che, a dire dai diretti interessati, è unica ed irripetibile. Le emozioni provate dai volontari e dai giovani sono state riportate nel n. 42 di Fruzons di Plume pubblicato a settembre 2021.

n. 44 - Marzo 2022

15


Il 150° del Corpo degli Alpini La Redazione

Le attività programmate in FVG

Con il Regio Decreto del 15 ottobre 1872 firmato da Vittorio Emanuele II, vennero creati gli alpini. Il progetto dell’istituzione è merito del capitano Giuseppe Perrucchetti che aveva proposto il reclutamento regionale di giovani nativi delle valli alpine e di altre regioni montuose italiane e sulla selezione attitudinale. All’inizio, il 9 marzo 1873 furono costituite 15 compagnie, raggruppate in quattro reparti. Nel 1909 si trasformò in Ispettorato truppe da montagna, estendendo la sua giurisdizione anche sull’artiglieria alpina. Nel 1909 venne anche costituito l’8° Reggimento Alpini. Tra le molteplici attività organizzate per celebrare i 150 anni di attività, in questa sede ricordiamo quelle che si svolgeranno nella nostra regione. “Alpini 1872-2022. Le Truppe da montagna custodi della memoria esempio di solidarietà” Il 1° luglio a Udine ci sarà la conferenza organizzata da ANA e Comando Truppe Alpine dell’Esercito in sinergia con il Centro interuniversitario di studi e ricerche storico–militari. Staffetta Ventimiglia-Trieste La Staffetta Ventimiglia-Trieste è un evento simbolico che si svolgerà dal 6 giugno al 2 luglio. Gli alpini in armi e in congedo, porteranno la fiaccola della pace (accesa durante l’Adunata nazionale di Trento nel 2018) lungo l’intero arco alpino (e Appennini abruzzesi). Si correrà in coppia - alpini in armi e alpini dell’ANA - per una decina di chilometri. Delle 24 tappe totali, quattro si faranno in FVG; i dettagli saranno forniti in seguito; intanto, gli sportivi possono annotarsi le date: 20^ - mercoledì 29 giugno 2022 -> Vittorio Veneto – Pordenone - Tolmezzo – Remanzacco 21^ - giovedì 30 giugno 2022 -> Remanzacco - Venzone 22^ - venerdì 1 luglio 2022 -> Venzone - Udine 23^ - sabato 2 luglio 2022 -> Udine – Trieste Opicina – Trieste A Trieste, cerimonia conclusiva staffetta per i 150 anni del CORPO DEGLI ALPINI Le 150 CIME

Dal 18 al 30 luglio 2022, gli alpini delle Brigate Taurinense e Julia assieme agli alpini delle Sezioni, effettueranno 150 ascensioni su cime italiane. Le ascensioni sono state suddivise in base alla difficoltà: quelle facili e medie saranno appannaggio dei soci dell’ANA mentre quelle classificate come “extra difficili” o “difficili” verranno svolte dagli alpini del Centro di Addestramento Alpino o dai plotoni di “alpieri”. Tra le cime che saranno raggiunte ci sono Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa, Gran Paradiso, Monte Matto, Punta Roma, Punta Udine, Monte Argentera, Monviso, Gran Sasso, Ortles, Cima Libera, Tofana di Rozes, ecc. Le giornate non sono ancora state comunicate; in ogni caso, vi segnaliamo le cime facili e medie in FVG: Monte Pal Grande (1809 m) - Monte Festa (1060 m) - Monte Matajur (1650 m) - Monte Cuar (1478 m) - Monte Talm (1728 m) - Monte Arvenis (1968 m) - Monte Pal Piccolo (1866 m) - Monte Zermula (2143 m) - Monte Jôf Di Miezegnot (2087 m) - Monte Coglians (2780 m) - Monte Chiampon (1709 m) - Monte Terzo (2043 m) Monte Robon (2207 m) - Monte Malvuerich Alto (1899 m) - Monte Amariana (1906 m) - Monte Sernio (2187 m) - Monte Verzegnis (1914 m) - Monte S. Simeone (1505 m) - Monte Freikofel (1757 m) - Monte Lastroni (2449 m) - Jôf Montasio - Scala Pipan (2753 m)

Fonte: https://alpini150.it

16

n. 44 - Marzo 2022


Amico chiama, naja risponde I ricordi del servizio militare

di Isaia Citossi

Sono Isaia Citossi di San Giorgio di Nogaro classe 1944. Nel 1966 ero a fare il servizio militare nell’11° alpini nella caserma di Ugovizza, con l’incarico di centralinista. Avevo instaurato un ottimo rapporto con il Tenente AUC Franco Pellegrina, una persona carismatica e simpatica, originaria di Gemona. Dopo il congedo, ho provato ripetutamente a contattarlo senza successo. Quest’anno, in occasione dell’assemblea annuale del Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro, ho chiesto informazioni sul mio Tenente e dopo qualche giorno, grazie al Generale Nereo Giantin, ricevo il numero di telefono di Franco Pellegrina. Contattato, si è subito ricordato di Citossi il centralinista ed è stata una grande emozione per entrambi di risentirci dopo 56 anni. Con il suo consenso ci siamo accordati di scrivere la nostra storia, che merita di essere raccontata su “Fruzons di Plume” che viene redatto e distribuito dal nostro Gruppo. Per concludere, abbiamo ritenuto opportuno pubblicare le foto di come eravamo in divisa e come siamo ora, anche se ovviamente non siamo più ventenni ma non ci manca la grinta e l’entusiasmo proprio degli alpini. Evviva gli alpini! PS: non finirò mai di ringraziare l’opportunità datami di contattare Franco, una persona solare ed indimenticabile. Grazie e saluti anche da Franco Pellegrina.

Isaia Citossi

Franco Pellegrina

04/08/1965 Tolmezzo: la mia squadra di centralinisti e la squadra di autisti al corso

n. 44 - Marzo 2022

17


Alla ricerca di... Silvia Niculae

di Maria Fanin

È una giornata come acqua sciolta nell’aria, oggi, dopo la luminosità di ieri, quasi di nuova stagione... Ma il clima non ha alcuna spiegazione per questa tristezza che ci sovrasta a ondate, come se tutto il mondo ci fosse piombato addosso all’improvviso. È troppo grande, questa tristezza, per essere solo personale, e sentiamo che arriva attraversando distanze smisurate, e provarla significa portare il peso immenso assieme a chi non ne ha più la forza, in un qualsiasi luogo della terra. Solo quattro anni fa celebravamo in Italia il Centenario della fine della Prima guerra mondiale. E avevamo ricordato l’esodo di oltre mezzo milione di profughi dalle nostre zone verso l’Austria o verso le altre regioni d’Italia. E ora assistiamo all’esplosione di una guerra sotterranea preparata da tanto tempo, nell’Ucraina invasa dalla Russia... Ora il lontano si fa sempre più vicino, nello spazio e nel tempo: le donne che scappano con i bambini hanno altri nomi, ma gli stessi volti di Betta, Anna, Veneranda, Tina, Teresina fuggite nel 1917, dopo la ritirata di Caporetto, con quattro, cinque, anche dieci bambini, e molto spesso incinte, per disperdersi in tutta l’Italia... Nello spazio e nel tempo, quel lontano è ormai vicino. Ogni giorno dal silenzio dei nostri cuori si dipana lo spasimo per tutte le creature chiamate a combattere sia da una patria sia dall’altra... Fino alle stelle lo strazio dei saluti di madri, sorelle, spose, ai loro cari, alle case, alle piante, alle atmosfere amate dei luoghi in cui sono cresciuti assieme... fino alle stelle l’urlo della guerra. In questo momento di terribile angoscia, per fortuna, soprattutto dai Paesi confinanti, qualcuno si è già mosso in soccorso alle migliaia di donne e bambini che fuggono dalle zone di guerra, e noi abbiamo la nostra corrispondente speciale da Bucarest, in Romania... Chiediamo a lei di farci conoscere il suo lavoro con i rifugiati, così importante e indispensabile per la coscienza individuale e per quella collettiva all’interno della Comunità Europea: 1) Come è nata la tua iniziativa, quale è stata la spinta per il tuo impegno? Mi risponde al telefono la sua voce brillante: Dal momento in cui è scoppiata la guerra, tantissimi Rumeni sono accorsi nelle località di frontiera per aiutare i rifugiati, li hanno ospitati, hanno donato loro cibo, soldi, vestiti, giocattoli e hanno fatto ore ed ore di volontariato per aiutarli. A me, l’idea è venuta perchè ho visto tutte queste persone in una situazione di vulnerabilità, e ho sentito il bisogno di sostenere i bambini con degli incontri pratici e creativi, in cui potessero interagire in un modo informale e con materiali speciali, Lego Educational e argilla, guidati nel processo da persone che conoscono i materiali e con cui si genera un dialogo formativo e divertente allo stesso tempo. Ho presentato l’idea al team e abbiamo organizzato tutto. Abbiamo voluto che in questi momenti, i bambini pensassero a qualcosa di diverso e che lasciassero correre libera l’immaginazione almeno per qualche ora. Il trauma è immenso. Noi, l’Unione Nazionale degli Architetti di Romania, l’Associazione ArhiPera e Din Lut Românesc, abbiamo pensato subito ai bambini, e il 5 marzo ci siamo mossi inizialmente nella città di Galați, vicina al confine a est, a 240 km da Bucarest, che è zona di passaggio dei profughi. Lì abbiamo organizzato i primi atelier. In quel caso ci siamo appoggiati a partner locali, per l’assistenza logistica e per la traduzione ai bambini che arrivavano dall’Ucraina. Eravamo in quattro, mio fratello Gregorio, esperto nella lavorazione dell’argilla, mio padre Lorin, professore all’Università di Architettura e Urbanismo “Ion Mincu’’ di Bucarest, Corina, e io, Silvia, studentesse alla stessa Università di Architettura. Abbiamo organizzato sabato e domenica i laboratori per i lavori di gruppo con Argilla e innovazione nel design e con il Lego Educativo. Avevamo a disposizione la palestra di una scuola e un ambiente in un condominio sociale, dove erano ospitati i profughi. 2) Quando e dove avevi già sviluppato le tue esperienze? Da quando avevo 14 anni, faccio parte di ArhiPera, Associazione di studenti di Architettura, che si propone di migliorare le condizioni di vita dei gruppi vulnerabili nelle comunità in condizioni di estrema povertà, attraverso un approccio integrato. L’idea di base, “Costruire case, ricostruire vite”, prevede la costruzione di alloggi, l’economia sociale, l’istruzione, l’assistenza sociale e lo sviluppo della comunità attraverso la cultura. L’Associazione è stata fondata nel 2014 da Lorin Niculae, professore conferenziario della nostra Università (Universitatea de Arhitectură și Urbanism “Ion Mincu” di București). Noi abbiamo deciso di sostenere le comunità con questi atelier educativi, che progettiamo dal 2017 e che sono stati ben accolti nelle località in cui siamo andati (per esempio a Bucarest, Călărași, Bacău). Abbiamo organizzato i laboratori in partenariato educativo con l’Unione degli Architetti di Romania e l’Università di Architettura e Urbanismo “Ion Mincu”, e con istituzioni culturali locali.

18

n. 44 - Marzo 2022


In particolare ci siamo concentrati sull’educazione degli allievi provenienti da gruppi vulnerabili, nei settori dell’innovazione, della tecnologia e delle arti. Abbiamo anche il sito di ceramica Din Lut Românesc, attualmente co-organizzatori di questa iniziativa (www.dinlut.ro). Il sito è nato dall’amore per una forma d’arte modesta e mimetizzata sotto forma di artigianato. Siamo una famiglia che ama l’argilla. Fin dalla tenera età abbiamo iniziato ad amare quest’arte nei laboratori di ceramisti tradizionali delle località romene di Horezu e Corund. Ora lavoriamo l’argilla con le nostre forze e ogni oggetto di terracotta è un esperimento. Lavoriamo sulla ruota, con tecniche antiche, lente, che permettono alla tregua di trovare l’ispirazione del momento, l’intuizione della forma in cui l’argilla vuole durare. 3) Quali sono le difficoltà che stai incontrando? Prima di tutto la barriera della lingua: l’Ucraino e il Russo sono lingue slave, il Rumeno è una lingua neolatina. Per fortuna abbiamo avuto vicino la traduttrice, Irina, per il laboratorio di argilla di Galați. Poi lei ha dovuto allontanarsi per seguire altre persone nella compilazione dei documenti e noi siamo rimasti con i bambini. Comunque le nostre mani comunicavano impastando e i nostri occhi, e i nostri sorrisi anche. Ad un certo punto, non so come, i bambini e noi ci siamo accorti che nella lingua ucraina e in quella rumena c’era una parola che aveva lo stesso suono: dinosaur e così via tutti contenti a plasmare dinosauri con l’argilla. Nella mente ho i nomi dei bambini: Artiom, Luca, Gheorghi, Alexandra, Amiran, Misha (ce n’erano di più, ma non li ricordo tutti). 4) Su quali appoggi può contare il tuo gruppo di lavoro? Gli atelier sono stati organizzati dalla Unione Nazionale degli Architetti di Romania, l’Associazione ArhiPera e Din Lut Românesc. Abbiamo avuto partener locali in Galați (Art Therapy Center, Asociația Veeda, Asociația Om, Prefectura județului Galați, Primăria Municipiului Galați) e a Bucarest (ARTHUB, Grădina Arthub, Ukrainian families meeting point in Bucharest). 5) In quanti siete? Ci alterniamo 5-6 alla volta, siamo tutti giovani studenti architetti volontari e preferiamo lavorare in gruppi ristretti per non sconcertare i piccoli ospiti che già hanno subito il trauma del viaggio. Ora a Bucarest seguiamo una ventina di bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni. Nonostante la situazione in cui si trovano, sono calmi, interessati alle costruzioni o alla modellazione, qualcuno fa anche battute di spirito o racconta barzellette. A Art Hub (i nostri partner che hanno ospitato gli atelier nel loro spazio), ci sono volontari interpreti e riusciamo a comunicare meglio con i bambini, e abbiamo anche parlato in Inglese con due di loro. Tutti si mostrano entusiasti e soddisfatti degli atelier con l’argilla. Sono così creativi! Hanno modellato animaletti di ogni tipo (gatti, dinosauri, unicorni). Ci hanno perfino pregato di tenere una lezione di anatomia, in cui abbiamo spiegato come modellare una persona, e quali sono le proporzioni del corpo umano! 6) Puoi raccontare qualche breve episodio? C’era un ragazzo, Misha che si esprimeva in un Inglese abbastanza comprensibile. Ad un certo punto però gli mancavano le parole. Ho chiamato la traduttrice ma lui disse che non ne aveva bisogno e l’ha mandata via. Era venuto con la mamma, e con la nonna che faceva fatica a camminare. Prima di arrivare alla frontiera, aveva visto una bomba cadere su condominio, per fortuna non era esplosa, perchè era una di quelle che si aprono a grappolo. Ci ha detto che era appassionato di design, che anche il fratello era un artista e che a scuola la sua insegnante gli diceva che lui era il più bravo. Poi ci ha confessato che aveva portato con sé da Odessa un po’ d’argilla, ha tirato fuori dal suo zaino un sacchetto di nailon e dentro c’era proprio un panetto di argilla... con la mamma carica di bagagli, lui era orgoglioso della sua argilla, con la quale voleva modellare un paesaggio, e ci ha detto che il nostro sito web della ceramica gli avrebbe dato l’ispirazione. Così gli abbiamo lasciato anche l’argilla che ci era rimasta. È stato felicissimo.

C’è un velo di ogni bellezza e sfumatura di colore che ricopre il mondo intero. E la sua essenza è una musica di neonati che succhiano il latte materno, di prime parole, di giochi di creature, di mormorio di acque, piante e piccoli animali innocenti... Quel velo è la poesia sacrale figlia di Dio, e ogni sua iridescenza appartiene a un popolo figlio di Dio, lo protegge e lo nutre di affetti... Ma guai a mettere l’una contro l’altra... si stringeranno insieme con fulmini e tuoni, e sarà il finimondo per chi avrà tentato il sacrilegio, perchè armi e bombe mai potranno lacerare o dividere la poesia sacrale, figlia di Dio. Nota: Ci consola sapere che c’è anche una piccola rappresentanza di San Giorgio di Nogaro, che lavora con i bimbi profughi dall’Ucraina in Romania: Silvia ha una mamma che si chiama Valentina e un nonno che si chiama Giuliano. Foto: Silvia Niculae

n. 44 - Marzo 2022

19


Un museo per una nave Il Vasa a Stoccolma

di Luisella Bonetto

Il Museo Vasa è una delle cose più incredibili che io abbia visto; sì perché costruire un museo per una nave non è usuale, invece qui, in Scandinavia c’è ed attira oltre un milione di visitatori l’anno! Vasa è il nome del Casato della dinastia reale di Svezia che regnò dal 1523 al 1654, data in cui accadde questa storia. Il re, Gustavo II di Svezia, aveva un buon esercito ma non si poteva dire altrettanto della sua marina che era costituita da piccole navi poco equipaggiate; pensò così di dotarsi di grandi navi per mostrare la propria potenza agli alleati ed essere più minacciosi verso dei possibili nemici. La sua frase emblematica era “subito dopo Dio, il maggior garante del Regno è la flotta”. Commissionò quindi cinque grandi vascelli che avrebbero formato la flotta svedese; il Vasa sarebbe stato l’ammiraglia, il vascello Reale, il più grande e potente dell’intera flotta. La costruzione del vascello iniziò nel 1625, subì diversi ritardi causa problemi finanziari, per mancanza di materiali e perchè l’industria svedese non era in grado di fornire tutto l’occorrente. La nave era lunga 69 metri e larga 11,7 metri, pesava circa 1.210 tonnellate e aveva 10 vele. Era armata con 64 bocche di fuoco, aveva un equipaggio di 145 uomini e poteva ospitare fino a 300 soldati. Per 3 lunghi anni, più di 400 tra carpentieri, falegnami, operai, artisti e pittori lavorarono per dare vita al Vasa che doveva impressionare anche per le sue sculture e per gli ornamenti decorativi con colori sgargianti. Il vascello destò subito ammirazione negli abitanti della città e preoccupazione nei nemici che da lontano ne seguivano la costruzione. Porto di Stoccolma, 10 agosto 1628: c’era il sole e un vento leggero, i pontili erano stracolmi di persone fra cui molte autorità, non il re occupato altrove. A bordo del Vasa c’erano i marinai e le loro famiglie, felici di partecipare al giro di inaugurazione. Il vascello fu trainato per alcune centinaia di metri e furono issate 4 vele che avrebbero dovuto consentirgli di muoversi nel vicino porto di Alvsbabben. Lentamente, il Vasa iniziò la navigazione, i portelli dei cannoni erano tutti aperti e ci fu una scarica a salve per festeggiare solennemente l’avvenimento. Pochi minuti e dopo la seconda folata di vento il vascello si inclinò e iniziò ad imbarcare acqua dai portelli aperti dei cannoni del ponte inferiore. La massa d’acqua piegò il Vasa che rapidamente si inabissò ad appena 1300 metri da dove era partito. Erano le 5 pomeridiane del 10 agosto 1628! Morirono oltre 50 persone tra membri dell’equipaggio, ufficiali, donne e bambini. Durante il processo, il capitano dichiarò che i calcoli erano stati fatti bene, ma forse perché le misure della nave erano state volute dal re, nessuno fu punito e fu detto che “solo Dio poteva saperlo”. Oggi sappiamo che i calcoli non erano corretti perché non c’erano le conoscenze tecniche giuste; il vascello affondò semplicemente perché era instabile: la chiglia era troppo piccola rispetto allo scafo e troppo pesante a causa dell’equipaggiamento da battaglia; infine, inserire 24 cannoni pesanti al posto dei 12 leggeri previsti non fu una buona idea. Il relitto rimase sul fondo; tra il 1664 e il 1665 si recuperarono 50 cannoni. Nel 1956, con grande pericolo, i sommozzatori iniziarono a scavare sei tunnel sotto lo scafo; per due anni vi lavorarono 1300 subacquei poi nei tunnel furono fatti passare dei cavi d’acciaio collegati a due piattaforme in superficie che avrebbero teso i cavi facendo salire lentamente il relitto. L’operazione riuscì ma ci vollero 16 tappe successive per avvicinarlo alla costa. Potenti pompe rimossero acqua e fango dall’interno e, in aprile 1961 la nave fu issata. Il 4 maggio 1961 era in grado di galleggiare da sola, erano trascorsi 333 anni dall’affondamento. Nel 1988 la nave fu trasferita al Museo Vasa, un enorme hangar sormontato da tre simbolici alberi. Si sviluppa su cinque piani che si avvolgono come una spirale intorno alla nave per permettere la vista da ogni angolo. Lateralmente sono state allestite 9 mostre con gli oggetti ritrovati sul vascello: le vele originali, i barili che contenevano ancora il cibo, il burro intatto, gli strumenti medici, il servizio da cucina, i portacandele in bronzo, le lampade, le monete, i corpi dei marinai ancora con i loro vestiti e pure il gatto della nave! In queste mostre si ammirano 500 sculture e oltre 200 elementi decorativi: angeli, diavoli, guerrieri, imperatori e Dei che al ritrovamento avevano ancora tracce di colore. La ricerca per una conservazione a lungo termine del Vasa continua per poter garantire ai visitatori futuri di poter ammirare questo vascello esattamente com’era e come l’abbiamo visto noi! Se guarderete fuori dalle finestre del Vasamuseet potrete osservare il luogo esatto in cui il vascello fu costruito, dove questa storia ebbe inizio e dove tutt’ora continua. Il Vasa è finalmente il vascello più famoso della flotta svedese!

20

n. 44 - Marzo 2022


Abbiamo letto per voi...

Titolo: I Carabinieri Reali nella Grande Guerra Autore: Francesca Parisi Editore: Magis Vitae Stampato con il contributo dell’ANC - Sezione di S. Giorgio di Nogaro Ordinabile via email sangiorgiodinogaro@sezioni-anc.it oppure su internet. ll compito dei Carabinieri Reali nella Grande Guerra viene qui affrontato con dovizia di particolari: oltre alla funzione di polizia militare in zona di guerra, di sovente svilita e presa in considerazione soltanto con riferimento al contenimento degli episodi di sbandamento dei soldati da parte dei carabinieri, chiamati a garantire in tal modo la coesione dell’esercito. Si affrontano anche gli argomenti dalla propaganda alla censura e la funzione dei Carabinieri Reali nelle retrovie con le innumerevoli attività svolte sui treni, nelle tradotte ma anche ispezioni e attività inerenti il servizio postale e il controspionaggio. Il cospicuo corredo iconografico, completa il volume, permettendo così di “vedere” i carabinieri impegnati nelle attività di polizia militare nel corso del primo conflitto mondiale.

Titolo: ‘ndar a scaie Autore: Fabio Dal Din Editore: Riccardo Ravizza Ordinabile sul sito www.riccardoravizza.com “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza, le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza” così si chiudeva il bollettino della vittoria del 4 novembre 1918; ma che cosa realmente rimaneva sul fronte italiano dopo che gli eserciti avevano abbandonato le linee? Un’opera unica nella quale sono raccolte le testimonianze dei recuperanti del primo dopoguerra; quella che oggi viene definita come una passione, la ricerca con metal detector di reperti di guerra, era una vera e propria necessità di sopravvivenza. L’epopea di questi cercatori fu infatti lunga, talvolta avventurosa, e sempre piena di pericoli. Il lavoro non è una semplice raccolta di testimonianze orali ma offre, con molti documenti d’archivio inediti, un contesto storico che ruota attorno a queste vicende che non molti conoscono.

n. 44 - Marzo 2022

21


Il cianton da puisie

di Maria Fanin

Un 8 di marz

Un 8 marzo

lavorâ in cusine suntun pensêr zirint peraulis enfri une pignate e une frissorie,

Lavorare in cucina su un pensiero cercando parole fra una pentola e un tegame,

lavâ il puàr e netâlu da sie vecjs fueis

lavare il porro, ripulirlo delle foglie sgualcite

e netâ da sie vecjs fueis il test indurmidît di une puisie...

e ripulire delle foglie sgualcite il testo assopito di una poesia…

po un sbivic’ di aghe, come un respîr par sclarîle da sô malincunie...

poi uno spruzzo d’acqua come un respiro per rischiarare la sua malinconia…

e fâ cuei une mignestre regolant tal moment istes

e far cuocere una minestra regolando nello stesso istante

il sunsûr da flame e chel da ispirazion.

il palpito della fiamma e quello dell’ispirazione.

Il cianton da rizete

di Franco Moni

INSALATA DI POLLO IN CASSETTA • • • • • • • • • •

olio, salate e passate in forno sotto il grill, mescolando ogni tanto per tostare i crostini in modo uniforme. Mondate e lavate bene la lattuga, staccate le foglie e tagliatele a striscette. Fate cuocere il petto di pollo in una padella con un filo di olio. Quando è ben dorato, levatelo e tagliatelo a listerelle. Raccogliete in un insalatiera il pollo, il parmigiano in scaglie, la dadolata di pane e le uova di quaglia, tagliate a metà. Condite con l’emulsione, mescolate e servite nell’insalatiera di pane in cassetta e tappate con il suo coperchio.

1 pane in cassetta intero 1 petto di pollo 1 cespo di lattuga 100 g di parmigiano (1/2 grattugiato, 1/2 scaglie) 2 uova sode 2 cucchiai di maionese 1 cucchiaino di senape 1/2 limone 1 cucchiaio di latte olio extra vergine di oliva, sale e pepe

Buon appetito!

Versate 4 cucchiai di olio in una ciotola, unite l’aglio, schiacciatelo un po’ e lasciatelo insaporire per una mezz’ora; poi eliminatelo. Unite la maionese, la senape, il succo di limone, una macinata di pepe, il parmigiano gratuggiato e il latte, ed emulsionate Tagliate il “coperchio” al pane in cassetta. Svuotatelo, tenendo da parte la mollica, e infine tostatelo, con il suo coperchio, in forno. Poi levatelo e mettete da parte. Tagliate a dadini la mollica, conditela con un filo di

22

n. 44 - Marzo 2022


I nostri sponsor

VUOI PUBBLICIZZARE LA TUA ATTIVITA’ O LA TUA AZIENDA? CONTATTACI!

n. 44 - Marzo 2022

23


Le nostre montagne

Rifugio Marinelli (2.120 m s.l.m. e il Monte Coglians (2.780 m s.l.m.) - foto Davide De Piante