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L’ AMACA EDITORIALE
Anno 2008 Numero 5 Mese Settembre
Carissimi soci, ecco la quinta edizione del notiziario dell’ Associazione A.M.A.. Dopo una piccola pausa, il nostro giornalino è tornato sempre più ricco e pronto a farci provare nuove emozioni. Un grazie, a chi si impegna insieme a noi per dare corpo a queste pagine!!! Buona Lettura!!! Valentina Fanelli
ASSOCIAZIONE “A.M.A.”
auto mutuo aiuto ________________ ONLUS Brescia
L’associazione A.M.A. - Auto Mutuo Aiuto ONLUS viene costituita a Montichiari (Brescia) nel settembre del 1997; opera su tutto il territorio bresciano e, fuori provincia, a Castiglione delle Stiviere (Mantova) e Cremona. L’idea di costituire un’associazione di questo genere nasce dalla volontà di collegare, dar voce e sviluppare esperienze di Auto Mutuo Aiuto sul territorio bresciano. L’Auto Mutuo Aiuto è l’Aiuto che si scambiano persone che condividono una stessa situazione di disagio. L’ associazione A.M.A. si sviluppa e cresce insieme alle persone, rappresentando una risorsa reale di Auto Mutuo Aiuto. L’associazione A.M.A. si pone nella rete dei servizi sociali e sanitari come supporto ed integrazione alle tradizionali forme d’intervento: una risorsa in più per il benessere della Comunità, in una logica di partecipazione diretta delle persone allo sviluppo della salute e dell’auto-protezione fisica e mentale.
Sommario: Pag 1: Introduzione A.M.A. Pag 2: Patty -Specchio Amico Ornella – Il Muretto Pag 3: Obiettivi Progetti Pag 4: Silvia – Il Muretto
BRESCIA
“Una compagnia per me” “Il Salvadanaio” MANTOVA
“Il Filos”
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… I frutti della serata del 29 aprile 2008… ”Giro d’Italia delle Parole Ritrovate”
Salo, 14 maggio 2008 “Sai Ezio, domani sera cenerai da solo. Io vado a Cascina Botà con Maria Rosa all’incontro con il movimento Le Parole Ritrovate per fare la bandiere si… insomma, quella serata di cui ti ho accennato giorni fa. Non è una cosa che mi riguardi più di tanto, però è pur sempre una serata diversa e poi siamo solo Maria Rosa ed io perché le altre ragazze del gruppo per un motivo o per l’altro sanno dire di no meglio di me. Vedremo!!! Poi… che serata!!! Che serata!!! Mi sono sentita tanto piccola, tanto fortunata, tanto ignorante e piena di pregiudizi. È stato come se si fosse squarciato il velo del tempio, “per far luce su un mondo oscuro” che si c’è, ma quello della malattia mentale non ha molte speranze. Questo è quello che credevo, ma se non c’è neanche la speranza allora cosa ho visto negli occhi di tutte quelle persone che affollavano all’inverosimile la sala di Cascina Botà? Pensavo di fare atto di presenza e mi sono sentita tanto coinvolta da non perdermi una parola. Claudio , il moderatore, è stato fantastico, ha saputo condurre la serata con leggerezza, entusiasmo ed una grande carica umana di empatia. Però non vi voglio fare la cronaca dei contenuti, non sono certo la persona adatta, voglio semplicemente condividere con voi il mio senso di appartenenza che può nascere solo con un po’ di buona volontà. “Sai Ezio, vado a quell’incontro… è una cosa che non mi riguarda…” Spesso costa fatica uscire di casa (e dal proprio piccolo mondo) per fare qualcosa che non sai se ti piacerà. Ho pensato: “Ma si dai facciamo un gesto di solidarietà , di buona volontà, andiamo a sentire.” Il tutto condito con un pizzico di superiorità perché, grazie a Dio, io non ho questo problema. Invece… che vergogna, sono tornata a casa con le orecchie basse perché mi sono accorta che la “mente malata” era la mia in quanto limitata dal pregiudizio comune. Allora, ancora una volta GRAZIE AMA, per l’OPPORTUNITA’ che mi dai giorno per giorno di scoprire altre realtà, di uscire dal mio egoismo che spesso mi fa vedere esclusivamente il mio problema ed a ruotare attorno ad esso. GRAZIE AMA per la POSSIBILITA’ di incontrare uomini e donne che sanno affrontare con fiducia e speranza l’oggi e il domani con la mente aperta all’accoglienza ed all’ascolto di ogni persona con il suo “fardello”, di vissuto personale. GRAZIE AMA per l’OCCASIONE di CRESCITA PERSONALE che nasce dall’incontro con gli altri gruppi che vivono problemi diversi dai miei ma condividono con me il loro sapere, l’esperienza, la sofferenza, il coraggio e la voglia di vivere.
Patrizia (Specchio Amico)
Calvagese 20.04.08 Poesia dedicata ad un figlio
L’erba voglio Voglio crescere l’erba la voglio nel mio giardino Voglio conoscere la mia fragilità per comprendere le tue fragilità Voglio conoscere le mie potenzialità per comprendere le tue potenzialità Voglio sentire la mia anima per riconoscere la tua sofferenza Voglio costruire un muretto perché sia il tuo sostegno e sul quale possa riposare per poi prendere vigore ed entusiasmo nella tua quotidianità Voglio estirpare l’erba del pregiudizio dell’indifferenza del sospetto dell’egoismo della fretta e del rimpianto
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Quando il giardino sarà liberato dalle erbe infestanti potranno crescere erbe e fiori benefici Il primo fiore dell’umiltà che ci apre il cuore e la mente e ci aiuta a far crescere l’erba della conoscenza della comprensione Voglio far crescere il Fiore della Fede perché tu creda nelle tua capacità Voglio far crescere il Fiore della Speranza perché tu possa immaginare la tua vita futura e la forza per realizzarla Voglio far crescere il Fiore della Carità perché tu ti possa amare la pianta del dolore non potrò mai estirpare perché questa ti darà la misura della felicità
Ornella (Il Muretto)
“Una compagnia per me”: è un progetto che insieme alla collaborazione della cooperativa “La Sorgente” persegue due intenti: quello di creare un gruppo omogeneo, per interessi e competenze, di ragazzi con disabilità intellettiva e non, svolgendo attività di tipo educative/ricreative, decise e organizzate collettivamente, con l’ausilio di figure pedagogiche. Il secondo intento è rivolto alle famiglie, con l’obbiettivo di farle uscire dal proprio isolamento e sviluppare delle reti sociali, amicali e di fronteggiamento.
“Il Salvadanaio”: fornisce una modello di accompagnamento multidisciplinare nella gestione delle complessità (proprie di questo periodo storico) caratterizzata dal difficile bilanciamento tra vita e lavoro : relazioni e gestione della quotidianità, (affetti, denaro, tempo… ) . Offrire alle famiglie la possibilità di uscire dal loro isolamento Promuovere le potenzialità emergenti delle famiglie sviluppando la rete di solidarietà che da anni l’A.M.A. coltiva.
“Il Filos”: Creare uno “ spazio “ inteso a favorire legami e relazioni tra le persone. Ove le stesse siano stimolate a riscoprire il senso di appartenenza alla propria Comunità, mediante un recupero dei luoghi, delle tradizioni, della propria cultura.
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…I frutti di Trento….
Ciao a tutti, sono Silvia e faccio parte del gruppo " Il Muretto " di Roè Volciano ( Bs). Ho avuto l'opportunità, grazie all'Associazione A.M.A di Bs, di poter partecipare al corso che si è tenuto a Trento nei giorni 27-28-29-30 Maggio dal titolo " I gruppi di Auto/Mutuo Aiuto. Metodologie e esperienze". Ho partecipato ad altri corsi però non mi era mai successo di partire da casa da sola. Martedì mattina alle 6 mi sono messa in macchina e.........via verso Trento. Mi stavo dimenticando di dirvi che......non ero proprio sola perchè a Trento avrei incontrato e così conosciuto Michela che proveniva da Cremona (anche lei sponsorizzata dall'Ass. A.M.A di Bs ) che si era occupata di trovare l'alloggio per tutte e due presso "L'ostello dei giovani" situato proprio vicino alla stazione dei treni così per lei era comodo. Puntuale alle ore 8.15 mi trovavo alla stazione di Trento e qui per la prima volta ci siamo conosciute; insieme partiamo per dirigerci alla sede del corso che io conoscevo perchè vi ero già stata "Villa San Ignazio". Dopo la solita prassi di segreteria entriamo in stanza e prendiamo posto : "Bello" mi sono detta” tutti in cerchio.” Il primo relatore Stefano Bertoldi, inizia con illustrare cosa sono i gruppi, quali sono i primi a nascere e quanti gruppi ci sono a Trento. Osservando le persone che cerano in quella stanza ho visto dei visi all'inizio molto attenti ma più si entrava nel cuore dell'argomento più mi sembravano " sconvolti". Sono partite così le prime domande: " ma perchè? Come è possibile? Ma allora sono come i gruppi terapeutici? Che differenza c'è da questi?" e via così. In quella stanza c’erano circa 60 persone con professionalità diverse: psicologi, educatori, assistenti sociali ,infermieri professionali, counsellor, gente che faceva notare di essere un professionista; ad un certo punto mi sentivo spaesata come se non riuscissi più a capire la loro lingua, dovete sapere che anche io sono un’infermiera professionale che lavora in dialisi, in quella circostanza non mi sentivo tale ma semplicemente un membro di un gruppo A.M.A. Dopo la pausa abbiamo fatto gruppi di 12 persone per mettere in pratica quello che ci era stato detto in mattinata e ……..qui mi sono sentita veramente su un altro pianeta. Mi sono chiesta che ci facevo lì????? Il facilitatore del mio gruppo era Gaetano (psicologo) è stato deciso lui perché in Sardegna ha un gruppo di famigliari e lui era uno di loro, io ho fatto la verbalizzatrice, ci presentiamo e si arriva ad Antonia che porta un raggio di sole, lei è un’utente alcoolista ,tossicodipendente,e con problemi psichiatrici. Ci racconta la sua esperienza di vita e ci dice che lei e lì perché il suo psicoterapeuta vorrebbe che conducesse come “facilitatrice” un gruppo di persone come lei: “Finalmente entriamo nel vivo” mi sono detta ma mi illudevo perché gli “specialisti,” come li ho poi definiti io, subito hanno cambiato il tema continuando a farsi domande. Per fortuna è arrivata l’ora del pranzo. A pranzo c’erano delle tavole da 8 posti è stata la prima occasione che abbiamo avuto per scambiarci considerazioni riguardanti il corso e tra alcuni di noi è nata una semplice amicizia, anche loro alloggiati in ostello ci siamo organizzati per la cena Il pomeriggio è andata meglio perché i relatori erano partecipanti di gruppi. Il primo di questi era un gruppo di ragazzi che venivano da Verona ed erano accompagnati dal loro psichiatra e collaboratori. Hanno lasciato nella stanza un’energia che solo chi era sensibile ha potuto percepire. Un secondo,Dario facilitatore di un gruppo “ Elaborazione del lutto ” e via un susseguirsi di altri rappresentanti di gruppi fra cui Agostino del gruppo degli A.A che ci ha raccontato un simpatica barzelletta con una morale toccante. Si è conclusa così la 1° giornata. La sera ci siamo trovate con Gaetano e Katia a mangiarci una pizza e anche questa è stata una bella occasione di scambio. Tornati all’ostello Katia si è fermata nella nostra stanza ancora un po’ a parlare con me e Michela. All’ una ho detto: ” Ragazze è tardissimo e domani ci aspetta un'altra giornata impegnativa ”; non ci eravamo nemmeno accorte del tempo che scorreva , in quelle due ore avevamo fatto gruppo con semplicità e facilità perché avevamo tanto in comune, tutte e tre ci siamo accorte di questo e nell’augurarci una buona notte ci siamo abbracciate e ringraziate Il 2° e 3° giorno sono stati un susseguirsi di rela tori che hanno parlato in modo teorico e ci sono anche stati momenti di crisi da parte di alcuni di loro che usavano grandi paroloni: self-help, Empowerment e altre……….ma a un certo punto la grande Antonia alza la mano e con la sua semplicità chiede : “ Scusatemi ditemi se ho capito? Ma questo vuole dire Amore , condivisione , rapporti umani “ lei aveva semplificato tutto e a loro non restava che dire “ Si è così”. Anche i corsisti si sono accorti di Antonia e del valore che aveva la sua esperienza, appena c’era una pausa tutti erano da lei per raccogliere la sua esperienza Nel lavoro di gruppo che si è fatto poi, sono emerse problematiche personali e come fare a risolverle una volta tornati a casa e sul lavoro, si sono condivisi i vissuti ed è andata meglio rispetto alla prima volta si concludeva la giornata con la discussione “plenaria” come le chiamavano loro. Anche queste giornate le concludevamo a cene con alcuni partecipanti del corso. Il 4° giorno è stato il più interessante perché fin almente si tiravano le conclusioni delle giornate precedenti e chi meglio di chi aveva gruppi di A.M.A. di ogni genere poteva saperlo? Tutte le persone che hanno parlato coinvolgevano in modo diretto e colpivano diritto al cuore Concludendo anche se di cose c’e ne sarebbero tante da raccontare, perché per me è stata molto importante la condivisione delle mie giornate e nottate con Michela, vorrei parlare anche di Katia che con noi ha legato tantissimo ma……..mi fermo . Tirando le somme, come si dice dalle mie parti, sono tornata a casa ricca perché ho saputo dare ma anche ricevere tanto. Credo che non tutte le persone che c’erano presenti in quella stanza abbiano capito che la parola chiave è l’amore. Chi si mette su questa strada deve saper ascoltare con il cuore e non con la “professione”, perché con il cuore si tocca l’anima della gente che spesso crede di aver bisogno degli altri ma non si rende conto che lei stessa è una risorsa perché tutti abbiamo un nostro vissuto che solo persone speciali accolgono
Silvia (Il Muretto)
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