Rachele e le altre

Page 8

e giaculatorie con voce alta e stridula. Alcune suorine attorniate dalle vecchiette più devote modulavano invece le voci come pensavano usassero fare gli angeli del paradiso e si abbandonavano a virtuosismi spericolati che andavano a coprire lo spettegolare dei più. Don Rocco si era già sistemato al suo posto dal quale riusciva facilmente a controllare il capo e la coda di quel lungo e vociante corteo e donna Giulia e la madre, per motivi assolutamente diversi, gli erano vicine, un passo o due indietro come si conviene. Giulia seria e silenziosa come sempre, osservava il prete in ogni suo anche impercettibile movimento. Nutriva per lui un rispetto e una stima nuovi in lei, in genere così poco incline a manifestare forme di ossequio umano generalizzato e dato per scontato. Ma quel prete così diverso da tutti gli altri che lo avevano preceduto, veniva dalla capitale, aveva viaggiato, aveva studiato cose diverse dalle solite che studiano i preti, trattava le donne con gentilezza e rispetto, ne ascoltava seriamente il parere, parlava di nuove strade da percorrere e anche lei cercava strade che non fossero le solite. Tutti in paese lo stimavano e gli volevano bene, i vecchi perchè era giovane, bello e “somigliava sicuramente a Gesù Cristo con quegli occhi azzurri”, i giovani perchè vedevano in lui una possibilità, di cosa o di che tipo o perchè non lo sapevano proprio, ma rappresentava in ogni caso una possibilità. Le sue prediche erano seguite e quel poco che lì riusciva a fare era già tanto per i paesani che certo non si aspettavano granché da un prete. Invece don Rocco avrebbe voluto rivoltare quella terra da cima a fondo alla maniera di un aratro, trascinandoci fra le zolle anche un bel po’ di signoroni, magari quelli di Roma. Sempre più immerso in questi pensieri, negli ultimi tempi spesso si intristiva, si rabbuiava, si riscopriva nel cuore troppa rabbia per essere un prete. Aveva cominciato a soffrire di uno strano e nuovo malessere a lui sconosciuto prima d’allora: soffriva di solitudine, di una solitudine che gli attanagliava l’anima oramai non più solo di notte, nelle notti fredde e magari ventose, ma anche in pieno giorno, anzi fra la gente forse ancora di più. Solo le chiacchierate con il farmacista placavano in parte questa angoscia sorda che lo andava divorando; don Giuseppe lo capiva fin dentro l’anima, ne era certo, ma troppo vecchio e rassegnato per creare con lui una comunione di intenti e di azioni. Non gli restava altro allora che la preghiera, la preghiera intensa, dolorosa, assoluta, nella quale il pianto e il senso di vuoto, facevano purtroppo capoli13


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.