L'altra medicina fanzine n.4 Gennaio 2013

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Maria Grazia, come sei giunta alla scoperta delle psicologie energetiche nella tua vita professionale?

Nei primi anni della mia

professione di psicoterapeuta mi sono interessata in

particolare alla cura dei disturbi fisici associati a specifiche

situazioni emotive. I cosiddetti disturbi psicosomatici, per intenderci. Ho avuto, così, la fortuna di partire dal

considerare il funzionamento unitario della mente e del

corpo come un dato di fatto,

e negli anni ho visto crescere i dati scientifici a favore di questa visione. E poiché,

nella maggior parte dei casi, i

miei pazienti presentavano un

disturbo “vero”, tangibile – la

che talvolta qualche fattore

l’insonnia, l’ipertensione, la

sembrava fare resistenza e

psoriasi, la colite, la gastrite, cefalea e via dicendo – mi è sembrato fin da subito utile associare alla psicoterapia

anche diverse soluzioni offerte dalla medicina naturale, in particolare la fitoterapia,

la floriterapia di Bach e gli

sfuggente e imprevedibile

bloccare, anche per diverso

tempo, il cambiamento della

persona verso un equilibrio più confacente e vantaggioso.

C’è qualcosa che blocca il cambiamento: hai capito di

oligoelementi. Una volta

cosa si tratta?

reazioni emotive incongrue

un meccanismo difensivo

pazienti guarivano in genere

che risiede nelle profondità del

individuate e risanate le

o i traumi sottostanti, i miei

anche dal disturbo fisico, di cui magari avevano sofferto per anni e che in precedenza si

era rivelato poco responsivo alle cure. Più andavo avanti, però, più mi rendevo conto

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Questo “qualcosa” era

inconscio, arcaico, automatico corpo. Quello che ci fa dire: “È più forte di me!”. Avevo l’impressione che, se non

avessi lavorato direttamente su questo, le cose non avrebbero potuto migliorare più di tanto,


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