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BILANCIO SENZA BILANCIA

Il Bilancio di previsione 2025-2027 è di una disarmante tristezza. Anche quest’anno sono stati calpestati i principi di partecipazione e trasparenza ipocritamente sbandierati ai sette venti. Nessun ascolto preventivo della Cittadinanza, delle Associazioni, delle categorie economico commerciali esistenti sui territori di Andrano, Castiglione e Marina (scioglilingua oramai fine a sé stesso).

“Estratto dalle Linee Programmatiche di Unione Popolare”

Respinto ogni dialogo con l’opposizione nuovamente colpita anzi si sono violati i termini e le procedure perché il Piano triennale delle Opere pubbliche è stato approvato insieme allo schema di Bilancio in data 17/12/24 anziché al 30/09/24 come prescrive la legge proprio per consentire di indicare: proposte, idee, progetti, nuove strategie a lungo termine di crescita e sviluppo.

Si è svolto tutto nel chiuso della Residenza Municipale del sig. Sindaco nella stanza (per pochi intimi) delle decisioni, per partorire il niente! Siamo praticamente di fronte allo stesso Piano triennale precedente mai oggetto di reale attuazione.

Visto che le idee scarseggiano (si vive di rendita, scialacquata, di precedenti progettazioni e scelte: Biblioteca di Comunità su tutti), la Maggioranza avrebbe davvero avuto bisogno di aprirsi al confronto con tutte le risorse del territorio; ma Unione Popolare il confronto lo evita, lo scansa.

Confrontarsi li innervosisce e mette a nudo la loro vera indole: arroganza ed ineducazione, urla e insulti (come ad esempio il “SEI UN BUFFONE” rivolto il 18.12.2024 in sede di consiglio comunale dall’Ass. Nuzzo al Capogruppo di Svolta Progressista).

Dal Bilancio non si vede alcun disegno strategico di prospettiva e di crescita.

In questo contesto e coi tempi volutamente ridotti al minimo possibile è chiaro che presentare emendamenti avrebbe il sapore di una semplice presa in giro soprattutto per la cittadinanza (e questo sport lo lasciamo praticare alla Giunta perché noi abbiamo rispetto di ogni cittadino, specie degli ultimi). Qualsiasi emendamento sarebbe bocciato con teutonica alzata di mano.

Preferiamo dirvi cosa avremmo voluto trovare nel Bilancio e che invece non c’è

1. MENO TASSE

“La TARI aumenta e continuerà ad aumentare” (cit. Capogruppo Unione Popolare A. Retucci). La società IN HOUSE ideata nel 2020 e che dovrebbe gestire i rifiuti (chissà quando) a distanza di anni non ha prodotto alcun beneficio economico per i cittadini; ci sono solo costi. Paghiamo di più per avere sempre meno e per gli Andranesi il panorama è ancora più buio, perché, il dato della raccolta differenziata è troppo basso nonostante il nuovo ecocentro (o 2 mezzi, fate voi). Questo si traduce in un costo più alto in quanto “meno bravi” di altri comuni più virtuosi. L’amministrazione ha indebolito il servizio invece di potenziarlo.

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Dipendenze: tra salute, droghe da reato e ipocrisia dello

Stato di A. Musarò p. 4

Numeri da capogiro... per gli altri di A. Panico p. 7

O.D.S.A. repetita iuvant di M. Accoto p. 9

“Bretelle” CIS - Osservazioni ALS p. 10

Inserto Svolta Progressista

IL BOSCO “BELVEDERE” A CASTIGLIONE (Un po’ di storia) di L. Moscatello p. I

DISCONNESSIONE ENERGETICA di A. Panico p. II

Quando la politica dimentica il territorio di A. Rizzo p. III

Un risveglio inaspettato e una comunità in crisi di M. Pellegrino p. IV

Periodico politico di Area Laico Socialista - Marzo 2025 - Distribuzione Gratuita

E vogliamo parlare del Centro di riuso? Abbiamo chiesto contezza dei dati ma il servizio NON È MAI PARTITO UFFICIALMENTE.

Gli ecocentri non hanno migliorato la situazione e quindi sarebbe stato opportuno prevedere in Bilancio la COSTRUZIONE DI UNA COMPOSTIERA DI COMUNITÀ per il conferimento della parte UMIDA e ricavarne del compost (concime) piuttosto che smaltirla in discarica (investimento di circa 300/400 mila euro da finanziare con avanzo di amministrazione.

2. TAGLI ALLA SPESA

iniziando dal Personale. Nell’area tecnica del nostro Comune sono presenti in pianta organica molte unità di livello D: storicamente il Comune di Andrano non ne ha mai avute tante. Nessun Comune di pari categoria vanta una task force di simile portata Allora che senso ha rivolgersi a dipendenti di altri comuni come l’Ing. Toma (Ugento)? Tra competenze e rimborsi spese (carburante per la macchina dal comune di residenza al nostro…AVETE LETTO BENE) sopportiamo una spesa di circa 20.000 euro annui. Con quali risultati? Giusto per citare 2 esempi: - Muraglione “Belvedere” della zona Botte costato 600.000€, ben 100.000€ in più di quanto stanziato. - Campo Sportivo costato 850.000€ è in stato di totale abbandono con fari non sostituiti, lavori non terminati, migliorie di gara non eseguite e chissà cos’altro.

Cessando tale rapporto, inoltre, si potrebbe finalmente (con imperdonabile ritardo) mettere ordine in quel Settore dove oggi non è mai chiaro chi fa che cosa, chi è responsabile di cosa nel mentre caso per caso lo sono tutti e nessuno. Un caos da cui scaturiscono procedure balbettanti ed imbarazzanti. In Bilancio doveva trovare spazio anche la revoca del provvedimento con cui si è deciso di nominare un Direttore di Esecuzione del Contratto (DEC) della Pubblica illuminazione (consorte di una nostra dipendente tra l’altro!). Figura superflua cui mai si è fatto ricorso prima. La revoca è giustificata perchè il Direttore non è in grado di evitare accensioni della Pubblica Illuminazione negli orari (diurni) più disparati né a garantire una manutenzione razionale dell’impianto. Quest’Amministrazione che già si è resa responsabile di una disastrosa gestione dell’appalto di efficientamento della Pubblica illuminazione di Andrano e Castiglione (lavori famosi solo per i pali colorati sulla Via Provinciale) almeno dovrebbe adoperarsi per evitare spese superflue.

3. SCUOLA

a) Rimozione della sedicente “Aula Didattica” pensata, voluta e costruita dell’Assessore Nuzzo Maria Grazia. “Aula” mai utilizzata dagli Studenti e che nei giorni

di pioggia e o solleone funge da parcheggio per il personale scolastico. Va rimossa! Per recuperare quello spazio alla Scuola e cioè agli studenti, ai nostri ragazzi. Sistemazione dell’area campetto e zone limitrofe per attività all’aperto di motoria, allargandola e potenziandola, inglobando, appunto, quell’insulsa GALLERIA DEL NIENTE. Un investimento di soli €250.000 ancora da reperire utilizzando avanzo di amministrazione oppure impegnandosi a partecipare agli appositi bandi regionali imparando da Miggiano, San Donato, Caprarica di Lecce etc.).

a) La Mensa della scuola è sottodimensionata e incompleta come abbiamo documentato. Come troppo spesso accade per gli appalti nell’era Musarò le risorse sono risultate insufficienti per sprechi in corso d’opera e per progetti calibrati male (Belvedere in Marina: 90.000 euro in più; Parco Fonte idem; crollo lungomare inizialmente 120.000 euro poi lievitati a 210.000; Campo sportivo Andrano: meglio tacere. L’elenco è solo parziale, il tutto per la gioia delle imprese appaltatrici).

b) Scuola infanzia G. Rodari: In sede di consiglio comunale abbiamo proposto il convogliamento delle acque piovane in un paio di cisterne da interrare a ¾ (adesso si usa acqua proveniente dall’AQP) collegando una pompa alla tubazione esistente, visto e considerato che vengono piantati alberi per i nuovi nati e il giardino sta diventando un mini orto didattico, continuando a garantire in maniera efficiente questa attività. Sistemazione della serra scolastica: attualmente non è assolutamente una serra ed è anche pericolosa in termini di sicurezza, includendo la sistemazione delle luci a fungo del vialetto (rotte da secoli)

4. MANUTENZIONE PATRIMONIO COMUNALE

Avremmo voluto trovare una programmazione di manutenzione del patrimonio comunale perché siamo scottati dal modo confuso e perciò dispendioso con interventi last minute e di emergenza. Per ultimo il rifacimento di pezzi di basolato nei centri storici di Andrano e Castiglione con una spesa di €. 37.600. Ma ad Andrano non si è visto nulla e la ditta di Ugento (perché di Ugento?) esecutrice dei lavori si è fermata in quel di Castiglione lasciando il basolato di Andrano in condizioni pietose e pericolose per l’incolumità di auto e pedoni (alzi la mano chi non è mai inciampato o scivolato per esempio tra via Moro e Piazza Castello).

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Ci saremmo perciò aspettati lo stanziamento in bilancio di somme (almeno 37.600 €) per intervenire con somma urgenza anche in quel di Andrano. Ma non basta.

Ecco altre esigenze di manutenzione che sono ancora una volta completamente ignorate nel Bilancio:

- Riparazione degli orologi di Andrano (Chiesa di S. Andrea) e Castiglione (Piazza della Libertà). Sono fermi da anni nell’incuria totale delle Autorità comunali.

- Cimitero di Andrano La Chiesetta dell’ingresso principale necessita di riparazioni: piovono calcinacci e intonaco, urge pulizia e imbiancatura.

- Campo di bocce Parco S. Pertini un po’ il fiore all’occhiello della Giunta Musarò 1 che ha dedicato tutta sé stessa oltre a non pochi soldi (€. 25.000) per costruire questo impianto sportivo. Va sistemato e consegnato ai tanti bocciofili andranesi sempre costretti a recarsi a Nociglia.

- Rotatoria di Castiglione seppure nuova già denota diverse criticità che la rendono imparagonabile a quella di Andrano sempre pulita, ordinata, curata. Devesi intervenire anche perché essa rappresenta ora ma ancora di più una volta realizzata la Bretella CIS Castiglionese (con tante altre consorelle a farle compagnia) - la Porta di ingresso a Castiglione, al Parco dei Frutti Minori ed al Boschetto. Va realizzato un intervento di piantumazione di essenze arboree che richiamino questa peculiarità con piante antichi, frutti minori ed al centro un classico albero di Carrubo (cfr DUP della Giunta Musarò)

- Manca per l’ennesima volta uno stanziamento per lo smaltimento dell’erbetta residuata da rifacimento del campo di calcetto di Castiglione Fa pena vederla buttata dietro la sede comunale quasi accanto agli spazi dove ogni anno si consegnano gli alberetti alle famiglie dei neonati

5. INTERVENTI SBANDIERATI E MAI PROGRAMMATI

Cosa impedisce alla Maggioranza di dare seguito, prevedendone la spesa in Bilancio, all’attuazione del

proprio programma?

- Video sorveglianza nel DUP si impegnano a realizzarla a prescindere da finanziamenti. Perché poi restano solo parole?

E poi leggendo sempre dal loro Documento Unico di Programmazione troviamo: “L'azione amministrativa si concentrerà sulle politiche e i programmi dell’Unione Europea, sui Fondi strutturali 2021-27 e sul PNRR, con particolare attenzione alle energie rinnovabili e alla realizzazione della Comunità Energetica Rinnovabile (CER)”

Risultato:

a) Fondi coesione: nessun finanziamento preso (bene Diso, Castro, Miggiano, Poggiardo ecc.).

b) Comunità energetica in standby (non si sa bene cosa voglia fare l’amministrazione ma negli uffici non c’è nulla).

Nel Bilancio 2025 c’è il ritorno della spesa per indennità di carica istituzionali. Sindaco e Giunta hanno deciso di percepirla. Non è corretto non parlarne rimarcando che si tratta di una scelta legittima e anzi giusta. Nessuna polemica quindi e piuttosto si tratta di una scelta trasparente ancora più condivisibile constatato che negli ultimi 10 anni le indennità non percepite sono state impropriamente utilizzate per quadrare il Bilancio invece di essere impiegate, come impone la legge, per finanziare interventi e progetti di pubblica utilità. Meglio che ritornino ad essere somme a ristoro della Giunta incentivandone l’impegno, la presenza, la responsabilità.

Un Bilancio con questi contenuti almeno si sarebbe fatto apprezzare per il tentativo di reggere l’ordinaria amministrazione. Non si soddisfa neppure questo livello base ed è gravemente e totalmente assente una visione di prospettiva e di sviluppo di una comunità già messa in ginocchio dal primo inconcludente mandato Musarò. Non ci sono idee ed un filo che faccia da raccordo nella costruzione di un disegno complessivo. Manca progettualità e non ci sono progetti che si tengano insieme per aprire un percorso innovativo e di crescita in grado di valorizzare i nostri talenti (turismo, cultura, benessere della persona). Si vivacchia da 6 anni a questa parte limitandosi ad un’ordinaria amministrazione fatta anche male.

C’è chi amministra per chiudere buche, regalare punti luce, distribuire contributi e mancette avendo a cuore la contabilità elettorale e non certo quella generale; c’è chi amministra per costruire opportunità di crescita e sviluppo, ascoltando la comunità e compiendo con responsabilità scelte IMPORTANTI E CORAGGIOSE nell’interesse di tutti.

Dipendenze: tra salute, droghe da reato e ipocrisia dello Stato

Antonio MUSARÒ - Università la Sapienza di Roma

Con il termine dipendenza si intende “un’alterazione del comportamento che si caratterizza per la ricerca anomala ed eccessiva di sostanze o di attività che si mantiene nonostante l’evidenza che queste siano dannose”.

Le dipendenze comportano un assoggettamento fisico o psicologico a una sostanza, un comportamento o un’abitudine, caratterizzati dall’incapacità di farne a meno nonostante conseguenze negative. Possono essere classificate in: 1) dipendenze da sostanze, legate all’uso di alcol, droghe, farmaci, nicotina, ecc. e 2) dipendenze comportamentali, legate a comportamenti ripetitivi e compulsivi, come il gioco d’azzardo, lo shopping, l’uso dei social media o del cibo. Tuttavia, quando pensiamo alle dipendenze viene subito alla mente quasi sempre solo la dipendenza da sostanze stupefacenti o da alcol, che, determinando potenzialmente delle alterazioni psicofisiche, sono spesso oggetto di attenzione da parte del legislatore.

Il nuovo Codice della strada ha ottenuto l’approvazione definitiva al Senato, diventando ufficialmente legge. Tra le sue disposizioni più significative vi è un rafforzamento delle sanzioni per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Circa queste ultime, le sanzioni erano precedentemente applicate solo se, oltre al test antidroga positivo, erano evidenti i segni di alterazione psico-fisica; ora, secondo le nuove normative, è sufficiente un test positivo per l’applicazione delle sanzioni.

Il nuovo codice della strada interviene, in pratica, direttamente sul nesso di causalità tra stato di alterazione e positività; un aspetto questo discutibile considerando che tracce di sostanze, compresi i cannabinoidi, possono essere rilevate anche a distanza di giorni dalla assunzione e quando i potenziali effetti psicotropi sono ormai del tutto esauriti. Questo trasformerebbe indebitamente, come sostiene l’associazione Meglio Legale, un illecito amministrativo (il consumo di cannabis per uso personale) in un reato, senza che questo si manifesti effettivamente in un fatto tangibile e materiale (la guida in stato di alterazione), requisito necessario per parlare di reato secondo l’ordinamento giuridico italiano. In questo articolo non si vuole, tuttavia, entrare nel merito delle regole del nuovo codice della strada o di aspetti giuridici e legali, ma cercare di portare all’attenzione del lettore, come scritto e riportato anche in altre occasioni, quanto la scienza ha dimostrato circa le dipendenze (e parliamo al plurale), quanto le dipendenze (sempre al plurale) minaccino la salute psicofisica di chi ne è affetto e quanto c’è ancora da studiare e capire.

Le dipendenze, infatti, sono una realtà complessa che può toccare chiunque, indipendentemente dall’età, dal genere o dal contesto sociale. Affrontarle richiede una solida conoscenza e il superamento di ipocrisie, di cui spesso anche le istituzioni sono pervase.

Qualche anno fa (era il 2018), Il Consiglio Superiore di Sanità (CSS) invitava il ministero della Salute a bloccare la libera vendita della cannabis light o leggera, ritenuta tra l’altro sostanza non-stupefacente, sulla base del principio di precauzione, il quale si attua ogni qualvolta è necessario fare studi approfonditi per evitare rischi alla salute dei cittadini e

consumatori.

Perché, allora, vietare o attenzionare una sostanza considerata non-stupefacente? Facciamo intanto un po’ di chiarezza sul concetto di cannabis light o leggera.

La cannabis light viene ricavata da infiorescenze femminili di Canapa Light Sativa, le quali sono ricche di cannabidiolo o CBD (composto non psicoattivo, utilizzato anche nella marijuana a scopi terapeutici) e poverissime di Thc (delta9-tetraidrocannabinolo), che rappresenta invece la sostanza psicoattiva e psicotropa contenuta nella normale marijuana e che provoca euforia, rilassamento, appetito e disorientamento spazio-temporale. Il normale contenuto di Thc in una pianta di cannabis è pari al 5-8% (anche se può arrivare al 38% con alcune varietà di piante ottenute da colture intensive).

La cannabis light, secondo anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), contenente principalmente cannabidiolo (CBD) e con livelli di THC inferiori allo 0,2%, non ha effetti stupefacenti e non dovrebbe quindi essere classificata come droga.

Dov’era quindi il problema per il Consiglio Superiore di Sanità (CSS)?

Il comunicato del CSS indicava che la biodisponibilità di Thc anche a basse concentrazioni non è trascurabile e che, per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, il Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui il cervello e il tessuto adiposo. Inoltre, non appare in particolare che sia stato valutato, come rilevato nel rapporto del CSS, il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l’assunzione inconsapevolmente percepita come “sicura” e “priva di effetti collaterali” si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione).

In pratica, il punto del CSS era che per chi assume cannabis light nell’età adolescenziale e della prima giovinezza, si possono avere gli stessi effetti dannosi dell’assunzione della cannabis con alti valori di Thc. Infatti, in questa età, il cervello è ancora in pieno sviluppo e si assiste ad un rafforzamento e sfoltimento di precise connessioni sinaptiche, un processo fondamentale per il corretto funzionamento cerebrale. Il Thc, accumulandosi nel cervello, potrebbe quindi interferire con i neurotrasmettitori naturali del cervello, gli endocannabinoidi, compromettendo le funzioni nervose, contribuendo all’insorgenza di stati patologici come depressione, schizofrenia, psicosi e disturbi nell’apprendimento.

È importante quindi capire e prendere consapevolezza che dall’uso ricreazionale della cannabis si possa passare, soprattutto per alcune categorie di soggetti e di età, ad una forma di dipendenza da cui può risultare difficile uscirne. È altrettanto importante non criminalizzare tout court l’uso della cannabis. I benefici della marijuana, per esempio, in ambito medico sono noti da millenni e anche il Ministero della Sanità con il decreto del 24 gennaio 2013 ha autorizzato l’uso medico della cannabis per il trattamento di alcune

Rubrica: “Pillole di

condizioni patologiche, come il dolore cronico associato a diverse patologie degenerative, per controllare gli spasmi muscolari nelle persone affette da sclerosi multipla, per contrastare i tremori del Parkinson e gli effetti collaterali della chemioterapia.

Oltre la cannabis, c’è molto altro La cannabis forse rappresenta la sostanza più conosciuta e forse abusata, ma c’è un crescente consumo di droghe di diverso tipo, soprattutto tra gli adolescenti, i quali sottovalutano i rischi e la percezione di quello che significa fare uso e abuso di sostanze stupefacenti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “sono da considerare sostanze stupefacenti tutte quelle sostanze di origine vegetale o sintetica che agendo sul sistema nervoso centrale provocano stati di dipendenza fisica e/o psichica, dando luogo in alcuni casi ad effetti di tolleranza (bisogno di incrementare le dosi con l’avanzare dell’abuso) ed in altri casi a dipendenza a doppio filo e cioè dipendenza dello stesso soggetto da più droghe”. Cocaina, eroina, morfina, metadone, amfetamine, crack, barbiturici, mescalina, L.S.D., DOM, ecstasy, mefredone, ketamine, fenetilamine, oppiacei sintetici è solo il parziale elenco di sostanze stupefacenti che hanno come effetto quello di modificare le capacità funzionali e relazionali dell’individuo, provocando forte dipendenza. Gli effetti più evidenti di queste sostanze, sulla base delle dosi e della frequenza di assunzione, portano ad un iniziale stato euforico, accompagnato da vasocostrizione, dilatazione delle pupille, aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna, irritabilità e disturbi dell’umore, attacchi di panico, psicosi paranoide, allucinazioni uditive. Comportamenti che portano ad una patologica alterazione nel funzionamento neuropsichico dell’individuo.

Le droghe, in pratica, si impossessano del sistema dopaminergico del sistema nervoso e condividono la capacità che hanno alcuni stimoli naturali a provocare una situazione di gratificazione. Le droghe in pratica interferiscono con il normale funzionamento cerebrale mandandolo in tilt. I neuroni del cervello comunicano tra loro attraverso delle sostanze chimiche, i neurotrasmettitori; tra questi, quello che è coinvolto nei fenomeni di dipendenza è la dopamina, la quale si accumula a livello del nucleo accumbens del cervello: uno dei circuiti alla base del senso di gratificazione. La dopamina viene normalmente rilasciata dai neuroni per dare una risposta a segnali naturali di piacere come il cibo, il sesso, una performance fisica o professionale, provocando una sensazione di benessere. Tuttavia, l’azione della dopamina, così come quella di ogni altro neurotrasmettitore, non rimane immutata e attiva nel tempo; una volta completata la sua funzione, la dopamina rilasciata dalla cellula presinaptica, viene riciclata per ripristinare una condizione di normale equilibrio.

L’effetto gratificante delle droghe è dovuto alla capacità delle stesse di provocare, direttamente o indirettamente, la liberazione di dopamina e di interferire con i meccanismi di riciclo, determinando una dipendenza dall’assunzione continua delle droghe. In sostanza, quando la dopamina sale oltre la soglia fisiologica si instaurano dei comportamenti compulsivi; i freni inibitori vanno in tilt e si va alla ricerca di quegli stimoli che provocano piacere. Si genera così quello che i neuroscienziati chiamano “rinforzo positivo”: “un organismo seleziona e apprende quei comportamenti che hanno dato accesso a uno stimolo percepito come appagante e che quindi vale la pena di essere sperimentato nuovamente”.

Rubrica: “Pillole di Scienza”

Le droghe in deroga e l’ipocrisia dello Stato. Se le sostanze stupefacenti sono considerate dannose per la salute dell’individuo e quindi bandite per legge, ci sono altre sostanze che nonostante gli studi scientifici abbiano decretato la pericolosità al pari se non addirittura superiore a molte droghe, continuano ad essere vendute e consumate. Si tratta del tabacco e dell’abuso di alcol, le più grandi minacce per la salute umana.

ll fumo di sigaretta aumenta di 14 volte il rischio di tumore del polmone, è responsabile del 30% di tutte le forme di cancro e favorisce lo sviluppo di patologie cardio-vascolari. Di pari passo, l’eccesso di alcol soprattutto tra gli adolescenti, che, come tali, non hanno ancora sviluppato gli enzimi per degradare l’alcol assunto, provoca seri danni come difficoltà motorie, tempi di reazione rallentati, compromissione della memoria, cirrosi epatica, varie forme di tumori e in alcuni casi coma etilico. Inoltre, diversi studi mostrano un forte legame tra l’alcolismo e il gioco d’azzardo patologico, due dipendenze che si auto alimentano tra loro.

Non basta scrivere sul pacchetto di sigarette: “nuoce alla salute”, o “vietata la vendita ai minori”. Se una sostanza è dannosa non bisogna specularci sopra a scapito della salute del cittadino.

Dipendenze comportamentali

Così pure, la dipendenza da cibo, le diete estreme, la dipendenza da internet sono dipendenze di tipo comportamentale che, oltre a causare disagio e/o disturbi clinicamente significativi, costituiscono un problema di sanità pubblica di crescente importanza con un alto impatto nella vita quotidiana.

E’ interessante notare come la parola dell’anno 2024 secondo il prestigioso Oxford Dictionary è “Brain rot”, letteralmente “putrefazione del cervello”. Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages, ha definito il termine “Brain rot” come “il deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, considerato come il risultato di un consumo eccessivo di materiale (in particolare contenuti online) considerato banale o poco impegnativo”. Sebbene non sia un termine medico, “Brain Rot” evidenzia una crescente preoccupazione per gli effetti del sovraccarico digitale e della dipendenza da tecnologie.

Sicuramente il proibizionismo e l’inasprimento delle pene non è la strada maestra, ma servono campagne di sensibilizzazione e di presa di coscienza dei rischi che queste sostanze comportano. E serve soprattutto fare prevenzione, inserendo, per esempio, programmi educativi nei curricula scolastici, mirati a informare sui rischi delle droghe e a promuovere uno stile di vita sano e bilanciare il tempo trascorso online con attività che stimolino il cervello, come leggere, socializzare o fare attività fisica.

Sfortunatamente i messaggi che, attraverso i mezzi di comunicazione, la società invia alla fascia di popolazione più vulnerabile all’uso voluttuario di sostanze psicoattive e all’utilizzo di certi social, e cioè ai giovani, non sempre è così costruttivo.

Nel complesso panorama delle dipendenze bisogna documentarsi, conoscere, aumentare l’attenzione consapevole per aiutare la persona a dirigere la propria attenzione sull’esperienza presente rendendola consapevole delle altre scelte che può fare per spezzare le catene della dipendenza, qualunque essa sia.

SI CHIUDONO LE BUCHE AD PERSONAM E SI LASCIANO APERTE QUELLE DELLA COMUNITÀ

Da diversi mesi ormai, la via della masseria delle cozze, a Castiglione, è chiusa al traffico perchè resa impraticabile da un cedimento sull’asfalto. Il fatto sta arrecando un grave danno e disservizio all’intera comunità di Castiglione e non solo, visto che si tratta di un percorso viario fondamentale, che permette di raggiungere la Maglie – Lecce, il campo sportivo e le campagne, luogo di lavoro di diversi contadini locali. Facciamo nostra la diffusa protesta dei cittadini e chiediamo che il sindaco e la sua maggioranza si sveglino e provvedano urgentemente al ripristino e quindi alla riapertura della strada.

In attesa di ciò, chiediamo, all’amministrazione locale, di provvedere almeno alla sistemazione della stradina di campagna alternativa, le cui numerose pietre e rocce affioranti costituiscono elementi di mancanza

Rubrica: ACIDO OGIVALE

Salutiamo con soddisfazione il ritorno alle attività dell’Associazione Culturale Mediterranea APS

Dopo stagioni di immobilismo questa benemerita

Associazione (che annovera tra i propri Padri fondatori il consigliere Alfredo Retucci) è riapparsa accendendo e facendo brillare il Castello in occasione di un importante convegno sul tema Innovazione Sostenibilità e Intelligenza Artificiale. Con la magistrale conduzione di Andrea Menotti Musarò (attuale referente di Mediterranea) si sono succedute interessanti relazioni dei vari esperti relatori. Anche la giunta di Salvatore Musarò si è accorta del ritorno sulle scene di questa

Associazione che ha nel sangue valori innegabili. Perciò a Mediterranea, che ne aveva fatto richiesta il 17/12/2024, è stata affidata la gestione del progetto “Città che legge: tra Andrano ed Otranto ecosistemi di natura”. Mediterranea, pur non essendo accreditata presso il Registro Regionale Associazioni di Promozione Sociale, ha ottenuto un finanziamento comunale di € 23.000 (det. com. n°90 del 13/02/2025) mediante trattativa MEPA, piattaforma cui Mediterranea si è registrata in data 09/01/2025. Buon lavoro e felicitazioni per questo indubbio arricchimento.

di sicurezza per uomini e mezzi. Non si spiega, a proposito, la noncuranza del sindaco e del vicesindaco che, impegnati a progettare un’autostrada che risponde ad un ipotetico bisogno del futuro, si dimenticano di riaprire al traffico una piccola strada già esistente e che risponde a un bisogno certo del presente.

CROLLO DEL LUNGOMARE i conti non tornano

Facciamo seguito all’articolo “E pur si muove” pubblicato su Punto e Virgola nel numero di Dicembre 2024 fornendo qualche aggiornamento in più.

Ricordiamo che in partenza il costo del ripristino, riportato solo ed esclusivamente sul cartello di inizio lavori situato nella zona del crollo, era pari a 120.000€.

L’importo lavori dopo qualche giorno (precisamente il 06.11.2024) era lievitato a 210.000€ senza che sia stata fornita alcuna documentazione delle valutazioni tecniche eseguite (la documentazione richiesta da Svolta Progressista verrà fornita solo il 18.12.2024).

E adesso che novità ci sono? Non buone purtroppo…

Chiaramente i 210.000€, senza neanche dirlo, sono risorse di bilancio quindi di tutti i cittadini.

Ad oggi la Regione Puglia ha riconosciuto solo 80.000€, cosa ne sarà dei restanti 130.000€?

Al momento non è dato sapere, chissà se un giorno li riavremo.

La speranza è l’ultima a morire ma per adesso intanto pagano i cittadini.

Numeri da capogiro… per gli altri

Era il 29 novembre 2024 quando veniva firmato l’accordo per lo sviluppo e la coesione tra il Governo e la Regione Puglia per un totale di 6,288 MILIARDI

DI EURO (cifra anche difficile da pronunciare), una vera e propria manna dal cielo per la nostra regione. A cosa servono questi Fondi?

Sono importanti risorse che hanno come obiettivo la crescita e lo sviluppo sostenibile, infrastrutture moderne, miglioramento dei servizi e della qualità della vita, aumento della competitività del nostro territorio favorendo innovazione e transizione energetica/digitale.

In poche parole RISORSE FONDAMENTALI.

Tantissimi Comuni hanno potuto beneficiare di finanziamenti ingenti a seguito delle progettualità che gli stessi Comuni hanno presentato. Allo stesso tempo però si è sollevata la protesta di 35 Sindaci dei Comuni in provincia di Lecce che non hanno avuto accesso a questi fondi accusando il Governo di aver “privilegiato” alcuni Comuni a scapito di altri.

E il nostro Comune?

Strano ma vero, nelle casse del nostro amato comune non è arrivato neanche un singolo Euro. E quindi ci siamo uniti alla protesta vero? Uhmm no! Nessuna protesta, nessuna proposta, nessun progetto, nessun finanziamento. Una formula semplice ed efficace…Niente appunto! Quindi va tutto bene?

E ai nostri Comuni vicini invece come è andata? Lasciamo parlare i numeri senza aggiungere ulteriori commenti: Sanarica ha ricevuto finanziamenti per 2.900.000€ segue Miggiano con 2.350.000€, Poggiardo 2.000.000€ e Castro 1.400.000€. E per ultimo il Comune di Diso con 2.000.000€ che ha ricevuto il finanziamento per il completamento della infrastrutturazione della zona PIP.

Diso decide di ultimare la Zona PIP, la nostra invece è abbandonata a sé stessa a ridosso del Campo sportivo di Castiglione e così rimarrà ancora per chissà quanto tempo.

Abbiamo perso l’ennesima occasione?

Lasciamo giudicare i cittadini con i loro occhi.

O.D.S.A. repetita iuvant

Misono convinto sia opportuno ritornare sui lavori ODSA riguardanti la Marina di Andrano dopo aver ascoltato, nel corso di un incontro tra attivisti, che ci si trova in difficoltà a ribattere all’affermazione che quanto si sta realizzando è il progetto lasciato dalla precedente Amministrazione presieduta dal sottoscritto. Se tra i militanti regna questa confusione è bene rifare chiarezza.

Accanto potrete rileggere il contenuto di un volantino sul tema datato 7/6/2024 (prima dell’appuntamento elettorale ultimo scorso) che pochi probabilmente hanno letto con la dovuta attenzione. Ci sono scritte delle sacrosante verità ed in particolare è denunciato il fatto che la Giunta Musarò 1 abbia preteso ed ottenuto delle varianti al progetto andato a gara e determinato l’ibrida convivenza della pavimentazione esistente (opus incertum pietra di Soleto) con i tanto cari a Qualcuno autobloccanti in cemento, Sono disseminati ormai in ogni dove in Castiglione (ingresso da Montesano e Parco R. Fonte), Andrano (orribile viale che porta al Cimitero: di certo il più brutto viale cimiteriale d’Italia ma con buone chance di primeggiare in questa sgradevole classifica anche a livello Europeo) e, appunto, in Marina. Ma ripartiamo dall’inizio perché con molta onestà occorre riconoscere il progetto ODSA è merito dell’Amministrazione Pantaleo – Surano (Rocco sempre lui). L’importante finanziamento maturò sotto la loro guida e non voglio credere che oggi lo rinneghino o se ne vergognino. Anche perché trattasi di un progetto che sposa valori ambientali e culturali nobilissimi. ODSA è scelta di rinaturalizzazione ambientale. Rinaturalizzare, in termini elementari, vuol dire recuperare alla natura togliendo asfalto e sostituirlo col verde, con la natura. Questo significava ed era ben chiaro agli Amministratori dell’epoca (Pantaleo Carmine e Surano Rocco) eliminare parcheggi e favorire la mobilità leggera, per offrire paesaggio, vivibilità dell’ambiente, bellezza. E come si fa senza parcheggi? Come facciamo a non perdere i turisti balneari? Iniziamo dalla scelta dell’attuale Rocco Surano (evidentemente in crisi di identità rispetto a quello che abbracciò ODSA e la relativa filosofia): costruiamo altri parcheggi in Marina di Andrano. Come dire: da una parte rinaturalizzo dall’altra distruggo la Natura e rimetto l’asfalto. Non il massimo della coerenza e o della logica. Ma tant’è. E però – se la scelta è questa - alzi la mano chi è in grado di stabilire tra quanto tempo questi nuovi

parcheggi saranno pronti se mai (purtroppo) saranno realizzati.

Cioè se devono costruirsi altri parcheggi in Marina al posto di quelli che avevate deciso di togliere la cosa deve essere almeno contemporanea. Altrimenti è un problema grosso.

Cosa avrei proposto io alla mia Maggioranza per dare un senso ad ODSA? Lo spirito è quello di liberare la Marina dal traffico veicolare. Per cui avrei proposto una qualche forma convenzionale con la proprietà Typhoon per utilizzarne la vasta area parcheggio. Un canone d’affitto che si sarebbe ripagato (ampiamente) gestendo il servizio a pagamento dei parcheggi.

Poi avrei proposto di abbinare un serio servizio di navetta con un appalto che contemperasse il profitto del gestore con tariffe calmierate e tollerabili per gli utenti.

E’ facile intravvedere anche una qualche opportunità lavorativa giusto? Perché entrambi servizi (parcheggio e navetta) non necessariamente dovevano vedere esclusi i nostri concittadini.

E mi pare che un prodotto di questo tipo avrebbe un connubio perfetto con ciò che la Provincia sta realizzando da Otranto a Leuca in ambito CIS (piste ciclabili e mobilità leggera a go go).

Certo per ragionare su soluzioni intelligenti e coerenti con ODSA e con le attuali esigenze e bisogni del nostro Ambiente occorre dedicare tempo, assumersi responsabilità, esserci, confrontarsi, avere idee e progetti. Qualità sconosciute ai nostri attuali governanti: più facile tolgo asfalto rimetto asfalto; tolgo parcheggi rimetto parcheggi.

Naturalmente ogni scelta è da rispettare e ne patiremo (oppure ne godremo chissà) le conseguenze: ma una cosa non è più sopportabile da qualsiasi parte ci si ponga: cantieri di lavoro inguardabili! Una qualità delle opere vergognosa addirittura con costi che puntualmente lievitano! Nessuna vigilanza nessun controllo; terreno vegetale spruzzato direttamente sull’asfalto; alberi piantati già secchi e comunque destinati a seccare; pavimentazione incerta non nella forma ma nella posa in opera!

Su questo almeno invito gli odierni amministratori ad alzare la guardia: è bello che si occupino di installare personalmente le luminarie; è lodevole che non perdano occasione per prodursi in selfies di circostanza. Ma c’è anche un livello superiore e l’indennità di carica che dal 2025 ritornate a riscuotere deve stimolarvi e motivarvi in tal senso.

Mario

“BRETELLE” CIS - OSSERVAZIONE ALS

L’amministrazione comunale in carica (Unione Popolare), a fronte delle copiose critiche rispetto alla scelta di partecipare al CIS proponendo la realizzazione di due arterie viarie di enorme impatto ambientale, ha più volte ribadito trattarsi di viabilità previste dal PRG. Lo scopo evidente di questa foglia di fico è far intendere trattarsi di una scelta obbligata ed obbligatoria che, se sbagliata, va attribuita ad altri. Si intende passare per meri esecutori. Attuatori.

Le previsioni di un PRG, in particolare quelle di viabilità, non obbligano nessuno a realizzarle. Qualora si formi la volontà politica di darvi seguito (se non si sceglie di andare in variante abbandonando le indicazioni di partenza e adottandone altre completamente nuove e diverse) è necessario dotarsi di apposita strumentazione esecutiva che, in aderenza alle indicazioni dello strumento urbanistico, delinei e stabilisca le caratteristiche della strada da realizzare. “Ai fini della realizzazione di tali progetti esecutivi, i nuovi tracciati stradali e gli svincoli previsti dal P.R.G. hanno valore di massima”.

I NOSTRI AMMINISTRATORI

• Non hanno ritenuto di variare le previsioni di PRG e scegliere percorsi più attuali di quelli risalenti al primo mandato Musarò (la cui Giunta ebbe ad approvare la bozza definitiva di PRG 1998/1999: nel millennio scorso!).

• Hanno deciso, non avendo alcun obbligo in tal senso, di dare seguito alle indicazioni di viabilità perimetrale dei due Centri suggerite dal PRG;

• Hanno voluto che le due “bretelle” siano di tipo C1 strada extraurbana secondaria senza che ciò sia previsto in alcuna norma del PRG vigente.

Può sembrare banale chiarire che nessuno impediva (salvo la loro innegabile carenza di idee e progettualità) ai Nostri Amministratori di presentare in ambito CIS scelte di altra natura magari più coerenti con le previsioni del bando che indirizzavano verso la salvaguardia dell’Ambiente e del Territorio e non certo verso un nuovo e spropositato consumo dello stesso. Il tempo dirà se trattasi di scelta oculata oppure scellerata; giusta o sbagliata; attuale o anacronistica.

Una cosa è però già certa oggi: gli eventuali meriti (o demeriti) andranno riconosciuti agli Amministratori in carica dal 2019 a tutt’oggi. Tale concetto è rafforzato dalla circostanza che negli atti spesso si fa richiamo a progettazione della Provincia riguardante un segmento dell’intera “bretella” andranese risalente al 2013 quando assessore comunale ai Lavori Pubblici era, manco a dirlo, l’attuale assessore Rocco Surano.

Altre progettazioni sono impropriamente richiamate sempre in funzione “foglia di fico” in quanto avevano lo scopo (raggiunto) di favorire investimenti produttivi sul territorio (struttura commerciale M2) nel mentre le previsioni di viabilità erano di mero corollario-. Non a caso nessuno vi ha mai dato seguito dal 2013 a tutt’oggi. Perché? Ecco, appunto, sarebbe stato opportuno farsi una domanda e darsi una facilissima risposta.

Fatta questa premessa a carattere politico ma quanto mai necessaria a fronte della disinformazione che è stata seminata sul punto, si OSSERVA ulteriormente che:

1. ACCOGLIMENTO PARZIALE DI QUASI TUTTE LE OSSERVAZIONI PRESENTATE

La circostanza denota che il progetto era assolutamente migliorabile e, quindi, molto lacunoso in origine. Tuttavia è facile intuire come le controdeduzioni tecnico politiche di parziale accoglimento siano ingannevoli e fuorvianti atteso che spesso ed anzi nella quasi totalità si risolvono in impegni a fornire mere indicazioni in fase di progettazione esecutiva. Peraltro, poiché tali osservazioni si compongono di una parte di censure più generali riferite all’impatto complessivo dell’opera per poi aggredire l’interesse immediato e privatistico del proponente, furbamente la Politica risponde riferendo l’accoglimento parziale alla parte generale (salvaguardia del bosco, limitazione dell’abbattimento delle alberature etc). In assenza poi di qualsiasi traduzione planimetrica del parziale accoglimento è chiaro che l’intento dell’Amministrazione è quello di aggirare l’ostacolo e raggirare gli interessati. Così è per le osservazioni n. 13, 10, 9, 8, 4, 1, 14, 16, 20, 27, 22. A solo titolo di esempio per la n. 1 non è dato sapere e verificare in che modo si snoda la viabilità complanare lasciando immutato l’incrocio di progetto; per la n. 16 non si indica alcun rimedio all’interclusione derivante dalla costruzione dell’opera; la n. 14 di fatto è rigettata; le osservazioni n. 13 , 8 , 9 , 10, 20, 27, 22, sono rinviate a soluzione in sede esecutiva e non se ne capisce la ragione atteso che il Progettista incaricato è il medesimo (in forza di incarico riferito a tutte le fasi progettuali e remunerato, come per legge, con €. 150.000 cifra che giustifica l’aspettativa dei Cittadini di risposte chiare, precise, trasparenti). Pertanto, con la prima osservazione si chiede che l’accoglimento parziale di ogni osservazione venga rappresentato con apposite tavole correttive da inserire nel progetto esecutivo.

2. ROTATORIE

La tipologia C1 voluta dall’Amministrazione impone e comporta la realizzazione di numerose rotatorie che danno luogo a svariate criticità:

• Per nessuna di esse è prevista l’illuminazione Esse rappresentano “”tipiche zone di conflitto nell’illuminazione stradale, secondo la norma DIN EN 13 201”” Sulla base del CdS e del D.M. 19/04/2006 l’illuminazione è obbligatoria per: Rotatorie su strade principali o con alto traffico; Rotatorie urbane in zone a elevata circolazione o con attraversamenti pedonali; Rotatorie con segnaletica poco visibile o in contesti con illuminazione insufficiente. La rotatoria deve essere illuminata se le strade che conducono a essa sono anch’esse illuminate Si chiede di adeguare il progetto prevedendo idonea e regolamentare illuminazione aggiornando conseguentemente il quadro economico dell’opera.

• Alcune di esse, perché rialzate rispetto al piano stradale esistente, determinano viabilità “cieche”. Così è per la via vecchia per Tricase che - partendo dal piazzale Madonna del Carmine - andrà a spegnersi sul tracciato sopraelevato della bretella. Anche la progettazione in essere di riqualificazione del Piazzale non prevede alcuna soluzione di raccordo pur indicando la percorribilità della strada esistente. Lo stesso dicasi in Castiglione con riferimento a Via Giovanni XXIII. Ciò in aggiunta alle interclusioni di proprietà private causate dal tracciato complessivo. In Castiglione sarà precluso, in caso di incendi, l’utilizzo della nuova viabilità per raggiungere il Bosco. Si chiede di apportare le dovute modifiche scongiurando le criticità evidenziate (viabilità cieca ed interclusioni private) rappresentandone le soluzioni tecniche su appositi elaborati planimetrici.

• Sempre con riferimento alle rotatorie ed in particolare a quelle previste nel centro abitato di Andrano esse appaiono, come detto, sopraelevate. Si chiede di avere il dettaglio delle quote di esse ed, in particolare, di quella prevista su via della Repubblica (SP 313) sussistendo il fondato timore che ne deriverà una barriera “taglia fuori” per il traffico pedonale. Problema non di poco conto in considerazione del raggiungimento del Cimitero di Andrano. Si chiede di avere chiarimenti su tali circostanze

3. DEFLUSSO E SMALTIMENTO

DELLE ACQUE PIOVANE

Dalla relazione idraulica si desume che le acque piovane andranno a essere convogliate, stante la sopraelevazione del tracciato, nelle limitrofe proprietà private: sia campagne che pertinenze di abitazioni. Ciò determina una servitù a carico dei fondi interessati della quale non tiene conto in ragione dell’indennizzo spettante. Inoltre, non si tiene conto della potenziale pericolosità di tale scelta in presenza di fenomeni estremi (Allagamento) specie in corrispondenza di abitazioni private. Si chiede di prevedere opere

idrauliche (fognatura bianca) per lo smaltimento delle acque piovane in modo da evitare ulteriori oneri a carico delle proprietà private e scongiurare pericoli di allagamento per le abitazioni.

4. FLUSSI TRAFFICO A SUPPORTO DELL’UTILITÀ DELL’OPERA

Da più parti è stato messo in evidenza come nella relazione tecnica si sia ravvisata la necessità di aumentare la capacità dell’attuale sistema viario riferendosi “ai crescenti flussi veicolari che percorrono le strade collegate all’aeroporto di Grottaglie” In sede di controdeduzioni l’Amministrazione ha riconosciuto l’enorme superficialità ed ammesso trattarsi di un refuso. Nonostante ciò, tuttavia, il progetto non è stato corretto inserendo i reali flussi di traffico e, pertanto, esso risulta carente di questo fondamentale presupposto di analisi progettuale. Si chiede di correggere il progetto in parte de qua e di mettere a disposizione dei cittadini i dati relativi al flusso di traffico in grado di sorreggere e legittimare la scelta progettuale.

5. NUOVO TRACCIATO DELLA BRETELLA CASTIGLIONESE PER EVITARE L’ATTRAVERSAMENTO DEL

BOSCO

La soluzione alternativa approvata è l’unica corredata da planimetria esplicativa. Il percorso proposto ricade nella fascia di rispetto del Bosco e, quindi, viola nuovamente il vincolo boschivo (PPTR). Dalla lettura dell’osservazione sembra potersi ritenere che La proponente non si sia resa conto di tale reiterata lesione del medesimo vincolo paesaggistico determinato dalla soluzione alternativa proposta. Farebbe strano ritenere il contrario trattandosi di associazione ambientalistica e quindi particolarmente sensibile a tali tematiche. L’Amministrazione in carica ha colto questa verosimile “ingenuità” e per giustificare l’occupazione della fascia di rispetto ha spiegato che la realizzazione della strada è utile al Bosco in quanto avrà caratteristiche di “tagliafuoco”. Insomma realizzando la C1 castiglionese nella fascia di rispetto si eviterà che possano aversi incendi da e verso il Bosco. Se tale è lo scopo appare abnorme che questo viale tagliafuoco debba avere la portata, le dimensioni di una strada extraurbana secondaria di tipo C1 essendo sufficiente realizzare un viale di più moderate dimensioni senza prevederne neppure l’asfaltatura. La furbata di mascherare una C1 da strada tagliafuoco è veramente intollerabile. Al riguardo, si allegano due soluzioni alternative che, abbandonando la classificazione C1 (mai prima prevista in nessuno strumento urbanistico comunale) sono in grado di disimpegnare il traffico veicolare senza impegnare il centro storico. Si chiede di adeguare il progetto accogliendo una delle soluzioni alternative proposte ovvero individuandone altre che rispettino integralmente il vincolo boschivo evitando l’interessamento della fascia di rispetto.

Il bosco “belvedere” a Castiglione (un po’ di storia)

Nellaosservazione del comitato cittadino “Salviamo il bosco di Castiglione”, presentata al comune di Andrano nell’estate scorsa, nell’evidenziare il valore del nostro boschetto, al fine di salvarlo dall’attraversamento della superstrada programmata dall’amministrazione locale, abbiamo scritto, fra l’altro, che si tratta di: ….. bosco di querce, quale residuo antichissimo del “bosco belvedere”. Amministratori e tecnici comunali, nella seduta di consiglio del 31/01/2025, nelle deduzioni tecniche a questa osservazione, rispondono che il boschetto in questione non apparteneva al “bosco belvedere”, situato a nord di Castiglione verso Andrano, e soprattutto che nel 1943 questo boschetto non esisteva, allegano ortofoto dell’IGM come prova. Ci chiediamo perché il comune abbia voluto fare questo lavoro storicamente sbagliato e completamente inutile. Ciò che veramente conta oggi, infatti, è che il boschetto esiste e va tutelato, a prescindere dalla sua età, anche perché censito dalla regione Puglia e protetto dalla legge (Art. 62 del PPTR).

Per una corretta informazione e per smentire quanto dedotto dalla foto del 1943, è il caso di ricorrere alle fonti autentiche delle conoscenze in merito, ricordando ai nostri amministratori che la storia non si fa copiando una frase su internet, dal sito del museo del “Bosco MUBO” di Supersano e allegando una foto, pure preziosa, del 1943. il “Bosco Belvedere” era una foresta plurimillenaria risalente al periodo post – glaciale. Esteso per circa 7.000 ettari, insisteva su 16 comuni: Supersano, Scorrano, Spongano, Muro, Ortelle, Castiglione, Miggiano, Poggiardo, Vaste, Torrepaduli, Montesano, Surano, Sanarica, Botrugno, San Cassiano e Nociglia. Nel 1852, il grande bosco, di proprietà dei signori Gallone di Tricase, fu frazionato e assegnato ai comuni. A Castiglione, già frazione di Andrano, toccò in dote una porzione fondiaria di 30 ettari e 24 are. Siccome il bosco evidenziato nell’ortofoto del comune ha un’estensione di appena 5 ettari, si rivela completamente errata l’informazione del comune secondo la quale questo è l’unico bosco belvedere di Castiglione, dimostrando di non conoscere l’esistenza storica degli altri 25 ettari!

Tricase, comprendendo anche l’area relativa al nostro boschetto.

Negli anni successivi, si registra un sensibile incremento demografico del nostro paese e nel 1861, con l’unità d’Italia, il comune di Andrano frazionò i 30 ettari del bosco belvedere e assegnò gli appezzamenti ai cittadini, selezionati attraverso una sofferta e difficile operazione di sorteggio.

L’esigenza di coltivare i suoli ricevuti portò le famiglie a disboscare e dissodare la terra, trasformando il paesaggio, a cornice del paese, da bosco a una serie di campi confinati da muretti a secco e spesso circondati da grandi alberature boschive. Situazione ben visibile nell’ortofoto del 1943.

Gli uliveti, i vigneti, i frutteti e l’allevamento del bestiame furono la ricchezza delle nostre famiglie per i decenni successivi. L’unica parte boschiva sopravvissuta fu quella riportata nella foto del ‘43 e che tutti i Castiglionesi ultrassessantenni ricordiamo. Fu salvata dal fatto che il suo possessore, il barone Bacile, non avendo sicuramente bisogno di coltivarla, decise di proteggerla con alto muro di pietra, un portone grande sulla via di Andrano e una porta piccola su quella di Spongano.

Nei primi anni del ‘900, dove i proprietari non hanno coltivato, il bosco è rinato grazie alle rade alberature rimaste e alla loro grande produzione di semi, in maggior parte ghiande.

È sicuramente questa la storia del nostro boschetto, querceta con lecci, roverelle e farnie figli dell’antico “belvedere”, ben evidenti anche nella preziosa foto più volte richiamata.

Il piccolo centro abitato di Castiglione quindi era circondato, a metà del 1800, da un immenso bosco continuo che ricopriva tutto il colle (serra) che lo sovrasta, da nord-ovest a nord-est, fino al feudo di

Anche il bosco del barone Bacile subisce l’ascia dell’uomo nei primi anni ‘60. Al suo posto oggi abbiamo un intero quartiere del paese, attraversato dalle strade: Turati, Bachelet e Saragat. È rimasta una piccola area non coltivata e non edificata e anche qui il bosco antico sta rinascendo. Sarebbe auspicabile che il comune acquistasse e valorizzasse questo boschetto prima che un futuro amministratore, utilizzando una foto di fine anni ‘60 dichiarasse la sua inesistenza.

A proposito di storia locale si chiede al Comune di rimuovere e correggere le insegne relative a via Italia, a Castiglione, dove l’antica via “del Pendino” (“Descrizione della terra e feudo di Castiglione 1785” –Lorenzo Palumbo) è stata trasformata, per distrazione o superficialità in via del Pennino.

L’energiaLe fonti utilizzate per la ricostruzione storica sono state:

• “Andrano e Castiglione d’Otranto nella storia del Sud Salento”, 2002 - capitolo “Andrano e Castiglione a metà settecento” di Lorenzo PaLumbo.

• “Andrano e Castiglione d’Otranto nella storia del Sud Salento”, 2008 - capitolo “La quota del bosco di “Belvedere” toccata a Castiglione” di micheLe mainardi

DISCONNESSIONE ENERGETICA

è sempre un argomento “elettrizzante” nelle nostre case, soprattutto alla vista della mai desiderata “bolletta” con il conto da pagare.

Il conto non lo paghiamo solo noi cittadini ma lo paga anche il pianeta poiché l’energia qualcuno dovrà anche produrla da qualche parte (incluso gli inutili sprechi).

Ormai conosciamo benissimo l’Impianto Fotovoltaico (che produce energia elettrica da fonte solare) e chi a casa ne possiede uno sa benissimo quanto è importante farlo funzionare sempre e correttamente per diminuire i consumi e quindi anche i costi all’interno dalla propria abitazione.

Lo stesso discorso vale per tutte le abitazioni, e perché no, anche per la “Casa Comunale”.

Il nostro Comune è dotato di diversi impianti Fotovoltaici di proprietà realizzati dal 2015 in poi. Gli impianti sono dislocati sui vari edifici comunali per una potenza totale installata superiore ai 150 kW (l’impianto medio delle nostre abitazioni va da 4 a 6kW).

Ma sono così attenti anche con gli impianti di proprietà Comunale (che poi sono di tutti noi)?

La risposta è OVVIAMENTE NO!

L’incuria, il disinteresse, i guasti, impianti non attivi (alcuni addirittura installati e mai attivati fino

ad oggi) hanno provocato una perdita STIMATA di circa 160.000€ dal 2017 ad oggi. Preciso che la stima è per difetto e non per eccesso!

Ma l’amministrazione se n’è accorta?

Vediamo un po’: A dicembre 2023 è stata incaricata un’azienda per “attivare azioni manutentive per assicurare la corretta gestione, manutenzione e funzionalità degli impianti fotovoltaici comunali in caso di guasto”. Quanto è costato?

16.470€.

Adicembre 2024 l’amministrazione ha stanziato ulteriori 4.880€ per la manutenzione degli impianti.

Risultati? Nessuno, gli impianti sono ancora guasti e malfunzionanti.

Quindi oltre ai 163.108€ (in tabella) di danno subito dobbiamo aggiungere oltre 20.000€ di manutenzione superando abbondantemente i 180.000€ e la situazione è quella che potete vedere nella tabella e nelle foto successive.

Soldi che potevano essere risparmiati e destinati a ben altre attività e invece il conto è destinato a diventare sempre più salato a scapito di tutta la comunità.

Alessandro PANICO

Quando la politica dimentica il territorio

Ildegrado è sotto gli occhi di tutti, quando la politica dimentica la cura del territorio.

Il nostro paese, purtroppo, è diventato un esempio lampante di incuria e disattenzione da parte dell’amministrazione locale. Quello che un tempo poteva essere definito un territorio ordinato e ben gestito, oggi è caduto nell'oblio, vittima di una politica che non sa prendersene cura in maniera adeguata. Basta fare una passeggiata per le vie del paese per rendersi conto della triste realtà: incuria generale lungo le strade, monumenti che non vengono valorizzati, e servizi essenziali che restano inutilizzati. Ma questo non è tutto. La situazione è ben più grave di quanto si pensi.

Una delle prime cose che salta agli occhi di chi attraversa il paese è l'incredibile quantità di erbacce che invadono i marciapiedi e i bordi delle strade. In molti angoli, piante selvatiche ed infestanti crescono liberamente, rendendo l'ambiente urbano non solo meno gradevole, ma anche potenzialmente e igienicamente pericoloso.

L’amministrazione locale, purtroppo, sembra non avere un piano di intervento efficace per gestire questa realtà. La scarsa manutenzione delle aree pubbliche ha creato una situazione di degrado che danneggia l’immagine del paese e non valorizza il lavoro fatto nel passato, con il passaggio regolare di una spazzatrice stradale alimentata magari elettricamente.

fruibili, nulla è stato fatto. Gli orologi, che dovrebbero rappresentare il cuore delle comunità, rimangono oggi due monumenti al disinteresse e all’incuria, senza che nessuno si faccia carico del loro recupero.

Recupero che risulta visionario delle aree destinate al green parking alveolare, pensate per coniugare l’utilizzo di spazi per il parcheggio con la cura dell’ambiente, sono ormai ridotte a vere e proprie aree disastrate. Le strutture, che avrebbero dovuto garantire il filtraggio dell’acqua e la crescita di piante che arricchissero il paesaggio urbano, sono abbandonate a sé stesse. L’idea di un parcheggio verde, che potesse anche migliorare la qualità dell'aria e dare un aspetto più gradevole alla zona, è naufragata nell’indifferenza generale; tranne per i bambini che giocano lanciando sassi nelle pozzanghere che si formano dopo ogni minima pioggia.

A tal proposito, in un'epoca in cui la sostenibilità ambientale è diventata una priorità, c'è da chiedersi perché il totem per la ricarica delle vetture elettriche, installato con tanto entusiasmo, resti inutilizzato. Questo servizio, che potrebbe educare ed incentivare all’utilizzo di mezzi ecologici e contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2, è praticamente inaccessibile o ignorato dalle stesse istituzioni che ne avevano promesso la gestione. Nessuna pubblicità, nessuna informazione adeguata sui suoi orari o sul suo stato di funzionamento. Un altro esempio di inefficienza politica che si riflette sulle scelte concrete e utili per il nostro futuro.

Altri simboli di questa negligenza sono gli orologi pubblici situati nei campanili della chiesa di San Andrea in Andrano e sulla chiesa di San Michele Arcangelo in Castiglione. Due strumenti (nostalgici) che un tempo erano utilizzati dalle comunità per orientarsi durante la giornata, ora sono fermi e dimenticati. Nonostante le promesse di restauro e renderli nuovamente

Bambini che evidentemente hanno poco o niente per giocare e socializzare.

In una piccola società come la nostra che si dice attenta al benessere e alla salute dei suoi cittadini, c'è un aspetto che continua a essere trascurato: la gestione delle strutture sportive. Nonostante gli auspici di promuovere uno stile di vita sano e attivo, la realtà che si vive nella nostra comunità è ben diversa.

Le strutture sportive comunali, vitali per lo sviluppo fisico e mentale dei cittadini, soprattutto dei più giovani, versano in uno stato di completo abbandono, lasciando spazio a un crescente disagio sociale che colpisce famiglie e comunità.

Il disinteresse per la gestione di tali strutture è un segnale preoccupante che deve essere ascoltato. L’ amministrazione ha il dovere di agire per invertire questa tendenza, restituendo ai cittadini spazi di qualità dove poter praticare attività fisica e sportiva. Non è solo una questione di migliorare le strutture, ma di dare una risposta concreta ai disagi sociali che la mancanza di questi spazi provoca.

Un paese ben tenuto e ordinato tende a risultare anche più sicuro. Un buon decoro urbano implica una gestione oculata dell'illuminazione, delle aree di sosta e delle strade, riducendo i rischi legati anche alla sicurezza dei cittadini e che potrebbe essere di aiuto a prevenire atti di vandalismo o criminalità.

La politica locale sembra non ascoltare più le necessità dei cittadini. Il nostro territorio, seppur ricco di potenzialità nell’entroterra e nell’area costiera, continua a soffrire per l'incuria, la scarsa manutenzione e l'inutilizzo di risorse che potrebbero contribuire a un cambiamento positivo. La bellezza e la funzionalità delle nostre comunità di “Andrano, Castiglione e la

Marina” non dovrebbero essere solo una promessa da campagna elettorale, ma una realtà quotidiana da gestire e valorizzare. È urgente che l’amministrazione locale prenda coscienza di questa grave situazione e intervenga concretamente e tempestivamente per ridare al nostro territorio il decoro e la vivibilità che merita.

Un risveglio inaspettato e una comunità in crisi

Il29 gennaio, l'alba di un giorno insolito. La tranquillità del nostro quotidiano è squarciata da una notizia che nessuno di noi avrebbe mai voluto ascoltare, che mai avrebbe voluto vivere, mai ammettere: diversi, tanti i giovani, sorpresi, prelevati dai propri domicili e avviati a procedure di accertamento e detenzione. Persone, concittadini, che fino a quel momento erano parte integrante della nostra vita. L'evento ha aperto un'infinità di domande che ci interrogano e ci fanno riflettere sul futuro che ci attende, sulle aspettative, le speranze e con esse altrettante paure che abitano nel cuore di ognuno di noi.

Una piccola comunità la nostra, dove le relazioni umane sono spesso il fulcro della vita sociale. La notizia di un'operazione di polizia così massiccia ha colpito come un fulmine a ciel sereno, paralizzando pensieri e azioni. Dietro ogni nome c’è un volto, e accanto a questo una famiglia, un padre, una madre, un fratello, un figlio. Un dolore che frantuma i sogni e le aspettative, rende il futuro incerto, lo priva di scopo, mai atteso e sicuramente disilluso.

Ciò che rende Andrano così speciale è la sua comunità, la sua storia, il duro lavoro dei nostri genitori, il desiderio di riscatto, il calore delle sue tradizioni, il legame tra le persone. Oggi ci troviamo a dover affrontare una realtà che sembra estranea a noi, ma che di fatto non lo è, che ha profondamente turbato e modificato la nostra percezione di ciò che siamo, che ci interroga se il nostro ruolo è adeguato, che ci pone dei dubbi sull’efficacia del nostro agire nelle istituzioni in senso ampio, sia che si parli di famiglia, di scuola, fino a forme associative, dove nessuno può sentirsi straniero.

Le domande diventano sempre più ricorrenti, ma le risposte ai nostri perché non arrivano. Come siamo giunti a questo punto? Quali fattori sociali sfuggono alla nostra comprensione? Quali i segnali che non abbiamo saputo cogliere? Quali le necessità e i bisogni non soddisfatti che non siamo riusciti a decodificare? La risposta è complessa e richiede una profonda analisi sociologica che non possiamo più rinviare. La crisi economica, la disoccupazione, la povertà, la solitudine, il senso di abbandono, la ricerca e l’emulazione di modelli retti sulla competizione, sulla prestazione, sul modello dell’uomo forte, che intercetta il mercato di un guadagno facile che soddisfa bisogni ma crea dipendenze; il silenzio e l’indifferenza di molti

aumentano il malessere, lo amplificano e ci rendono deboli, annientando ogni tentativo di cambiamento, collocandoci nei nostri piccoli spazi di illusorio confort. Dobbiamo interrogarci su come possiamo costruire una comunità più forte, più coesa e più giusta. La filosofia ci insegna che la libertà dell'individuo deve sempre essere bilanciata con la responsabilità verso la comunità. In un momento come questo, è fondamentale riscoprire i valori che ci uniscono, la solidarietà, l’empatia e il senso di giustizia. Dobbiamo essere pronti a tendere una mano a chi è in difficoltà, a sostenere le famiglie colpite da questa tragedia, e a lavorare insieme per un futuro migliore.

In questo frangente, una riflessione profonda è necessaria.

Abbiamo il dovere di chiederci cosa significhi veramente essere parte di una comunità. È il momento di abbandonare il giudizio facile e di cercare una comprensione più profonda delle cause di questa crisi. Non possiamo permettere che la paura e il sospetto ci dividano. Dobbiamo invece unirci, ascoltare le storie di chi ha vissuto questa esperienza e convincerci che la detenzione di uno è la sconfitta di tutti noi.

Andrano ha bisogno di ricostruire legami, di rafforzare l’identità collettiva. Solo così potremo affrontare il futuro con speranza, trasformando il dolore in un’opportunità di crescita e rinnovamento. È tempo di ripensare ciò che significa essere comunità, di riscoprire il significato della parola "insieme", di investire ancora di più nell'istruzione e nella cultura, che rappresentano pilastri imprescindibili nel processo di ricostruzione di una società che aspira a una legalità autentica. Investire nell'educazione per fornire strumenti di conoscenza, ma anche promuovere valori di responsabilità, rispetto e partecipazione civica. La cultura, da parte sua, nutre il senso critico e la consapevolezza, elementi essenziali per contrastare l'illegalità e costruire un tessuto sociale coeso e solidale. È attraverso la formazione delle nuove generazioni che possiamo sperare di abbattere le barriere della corruzione e dell'ingiustizia, creando un futuro in cui la legalità non sia solo un ideale astratto, ma una realtà concreta e condivisa. La strada è lunga e complessa, ma è solo investendo nell'istruzione e nella cultura che possiamo gettare le basi per una società più giusta e prospera.

Mariangela PELLEGRINO

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