Un'Altra Storia Magazine Numero 4

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Buone pratiche

né pesce: un tentativo riuscito male di eliminare i manicomi criminali, la legge Basaglia avrebbe voluto questo? Le persone che vivono in questo boccaporto sono lo “scarto” della società, quelli “riusciti male”, con le “rotelle guaste”, che la società ha selezionato e messo da parte, come il crivello che seleziona la farina dalle impurità, fa passare la farina e non le impurità, quelle verranno gettate nella spazzatura. Mentre attraversavo il corridoio esterno la figura maestosa di Aldo mi veniva incontro sorridente e sereno, con passi leggeri ed effeminati. Quasi sempre da solo, era grande e grosso, il tono della voce cortese, le sue sopracciglia pulite. Non era sempre così. C'erano occasioni in cui Aldo diventava un elefante impazzito e per tenerlo fermo era necessario l'intervento di parecchie persone fra polizia penitenziaria infermieri e internati. La sua bambolina di lattice con i vestitini sexy sempre stretta fra le mani. La sua Barbie, poco più grande della sua stessa “manona”, gli faceva compagnia. Anche Francesco era grande e grosso, le mani obese non gli permettevano più di suonare la chitarra, una volta era un bravo musicista, poi è subentrata la depressione che ha annullato completamente la sua personalità. Francesco mi diceva, gli angeli mettono incinte le donne della terra, cosi da essere prima o poi tutti noi figli degli angeli; vi sono periodi in cui mi diceva di essere un tagliatore di teste o che comunicava con gli extraterrestri attraverso il pensiero. Altre volte

mi diceva di essere un nazifascista. Si avvicinava anche Giuseppe, che si separava dal suo gruppo, attraversava l'aiuola e ogni volta mi chiedeva se fosse stato inserito nell’elenco del laboratorio, mi diceva sempre che voleva suonare la tastiera perché voleva suonare a messa. Qualche volta improvvisamente mi afferrava per il polso, mi avvicinava a sé, con aria furtiva mi sussurrava a voce bassa, quasi avesse paura di essere ascoltato: “Stai attento a mia figlia perché è cattiva e pericolosa e ti vuole fare del male”. Giuseppe aveva modificato i fatti, perché egli stesso aveva ucciso sua figlia. Giorgio, un altro ricoverato invece era un internato dall'aspetto gracile. Piccolo, magro e gli occhiali da miope. Sempre serio, mi aspettava sempre dietro la porta, sapeva quando arrivavo. Giorgio era un ragazzo molto sensibile e introverso. Era ricoverato lì dentro perché aveva ucciso il suo compagno e poi ne aveva bruciato il corpo. Gli infermieri sono una specie di “scarto” degli ospedali civili. Si raccolgono a

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piccoli gruppi nell'ora della socializzazione, il camice bianco li differisce dagli internati. La polizia penitenziaria non ha fatto mai un corso di formazione, provengono quasi tutti da carceri varie e quindi non hanno una mentalità adatta ad un ospedale psichiatrico, loro vedono solamente il lato giudiziario di quella struttura e quindi improvvisano. E’ una sorta di vera e propria contraddizione l'OPG di Barcellona P.G. Avevamo stretto una sensibile e impercettibile amicizia, a me piaceva ascoltare e a loro piaceva parlare. Il tempo fra le mura è strano, varcato l’ultimo cancello avevo l’impressione di entrare in un luogo astratto dove il tempo stesso subiva un rallentamento, chi sconta una pena lunga interrompe la sincronia con la realtà e vede passare l’evoluzione e il trascorrere degli anni solo attraverso la televisione. Quando rientrerà nel mondo esterno si sentirà come la ruota di una macchina che gira più lenta delle altre tre. Ci sono ritornato pochi giorni fa, la realtà è peggiorata. Prima gli internati erano 160 adesso sono 380. Il turnover nella Polizia penitenziaria è inesistente di conseguenza l'ora della socializzazione è scomparsa o si svolge nei corridoi interni. Gli OPG devono essere chiusi e sostituiti da strutture ospedaliere di competenza del Ministero della Sanità, non è ammissibile che una società che si dice civile e democratica fa di tutto per dimenticare queste realtà.

maggio • 2011 • N.4


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