Come essere felici

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Il luogo della trasformazione Dice I' Ching, il libro degli oracoli cinesi vecchio di 4.000 anni, che l'unica certezza è il mutamento, la trasformazione continua. Lo vediamo in ogni aspetto della vita, inorganica, organica e psichica. La vita è alternanza, ciclicità, una danza in cui si susseguono fasi opposte tra loro in un eterno divenire. Vita, morte e rinascita e poi ancora morte, e nascita. Il giorno e la notte, l'estate e l'inverno, la sistole e la diastole del cuore, le onde del mare. Fasi in cui la vita si dispiega e si consuma, poi si ripiega e si addensa per poi nuovamente rinascere e dispiegarsi. E così via. È qui, in questa atmosfera di ciclica trasformazione, che innanzitutto si colloca la dimensione del vero single: il single sa, o comunque sente, che la sua condizione, quasi certamente transitoria, è un periodo sacro della sua vita, un luogo temporale nel quale possono accadere cose uniche, che non possono accadere in altri momenti. Stare da soli, nel senso di "senza un legame sentimentale stabile", offre opportunità di trasformazione, di riposo, di pausa, di intraprendenza solitària, di riflessione, di contatto nuovo con la natura e con gli altri, di rivisitazione e di messa a punto di modalità relazionali nuove, di archiviazione di vecchi modi di essere. La dimensione del segreto Non dimentichiamoci che in natura ogni cosa che nasce o che rinasce lo fa al buio, nel silenzio, nel segreto. Ecco: essere single» in uno dei suoi aspetti profondi ovviamente non l'unico può collocarsi in questa dimensione di gestazione, di embriogenesi di una nuova coscienza, di nuovi modi, addirittura di un nuovo corpo. Quante volte, dopo la fine di una storia e del suo strascico doloroso, non si ha voglia subito di ricominciare con altri amori. Non è paura, o non dovrebbe esserlo. È il desiderio di "ricrearsi", di fare "reset", di pulire, di metabolizzare la vecchia forma e preparare la nuova. Si cambia pettinatura, abbigliamento, si fa sport, palestra, si cerca un nuovo tono, non già per sedurre, ma per favorire la metamorfosi. La percezione di se stessi Ci sono esperienze che si possono fare solo quando non si è in coppia (così come ci sono esperienze peculiari, insostituibili, dello stare insieme): incontri segreti, anonimi, unici; notti fuori, viaggi improvvisi, cambi di programma che aprono a meravigliosi imprevisti; cavarsela da soli, sentire il proprio tempo, rischiare, sparire, andare via, annullarsi, riapparire; vedere chi si vuole, quanto si vuole, abusare un po' di se stessi, prendersene la responsabilità, permettersi una pigrizia, nuotarci dentro; sentire mancanze, capire cosa manca davvero, cosa non manca, fare gli zingari, perdersi, ritrovarsi. Sono tutte esperienze che offrono, uniche, una nuova percezione di se stessi, che fanno approdare a una "profondità del sentirsi" che in coppia non è possibile. O, meglio, è possibile ma su altri livelli e in ambiti parzialmente diversi. Sono anzi esperienze per molti versi fondamentali per una futura vita di coppia, perché ci portano a essa, quando la incontriamo, più in contatto con noi stessi, più noi. Sdraiarsi dentro di sé Diceva qualcuno che un uomo è grande quando riesce a sdraiarsi dentro se stesso». Ecco: quella è una peculiarità del single felice, che gode di una solitudine che in realtà è la prima vera forma di compagnia e di socialità: il rapporto con se stessi, la compagnia di sé a se stesso. Possono sembrare parole, ma non è così. Sto parlando di esperienze che diventano patrimonio cerebrale, neuronali. Se i nostri neuroni non vivono queste emozioni si strutturano in modo diverso, carente. Sentirsi consistere C'è qualcosa di fondamentale nell'esperienza della solitudine sentimentale: si impara a sentirsi vivi anche se non c'è qualcuno che ti pensa, che ti da vita con il suo amore. Non deve essere sempre così, certo, ma sentire questo è determinante affinchè il nostro cervello e il nostro corpo sentano di avere un fondamento interiore , qualcosa che ci fa esistere dal di dentro. In tal modo si acquisisce un'autostima altrimenti non contattabile, che 'serve poi per vivere bene l'eventuale futuro rapporto di coppia ma anche tutte le altre relazioni, non ultime quelle professionali. È l'esperienza del sentire la Pietra interiore , di cui parla lo psicanalista Gustav Jung riferendosi anche agli antichi alchimisti. La condizione di single, vissuta in modo sano e consapevole, è un buon terreno per approdare a tale percezione della propria essenza o, meglio, consistenza.


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