Il Centro febbraio 2013 edizione n°68

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24 febbraio 2013

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Stampa cattolica. Storia dei periodici interni alle parrocchie diocesane

“Il calabrone”, la voce dell’oratorio

In circolazione da 40 anni: all’inizio fu il ciclostile. Le vicende, le persone e la missione del periodico di Biagio Verdicchio

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Il ciclostile era proprio lì, in quell’angolo dell’attuale sala biblioteca. Che ingombro! E che fatica con quella manovella, stampare e ristampare oltre 150, a volte anche 200 copie!». Lorenzo Milano, Priore dei Luigini, ricorda come prendeva vita il “Periodico Interno dell’Oratorio di San Nicola”, sottotitolo de “Il Calabrone”, la voce dell’Oratorio, da oltre 40 anni. 1966: il Calabrone usciva in formato ciclostile una volta alla settimana, impegno eccessivo, perciò giunti al numero 17 si decise di chiudere bottega. Erano quelli anni rivoluzionari, e l’Oratorio era nel suo periodo più fulgido. Le estati raccoglievano nel campetto finanche cento ragazzetti. Il Gr.Est (l’insieme dei vari giochi che si tenevano) era una istituzione. Il Calabrone raccontava ogni risultato, emozione, sfida vinta da questa o quella pattuglia. Lo faceva punzecchiando, stile che contraddistingue ancora oggi chi dedica tempo e passione al piccolo oratorio. Prima di quella data, sbucano dagli archivi alcuni numeri di un foglio scritto a mano, con tanto di disegni e titoli: cronache di partite e resoconti spirituali. “Tiro Libero” il nome. Siamo addirittura negli anni ’50. Nel dicembre del 1967, per evitare un’altra morte prematura, si decise di limitare lo sforzo editoriale ad un periodico quindicinale. Ne era allora direttore Michele Guglielmi, attorniato da giovani collaboratori di belle speranze. Il tentativo proseguì cadenzando le uscite ad una al mese. Disegni originali in copertina (autore spesso Salvatore Cinque); dai quattro agli otto fogli a seconda degli argomenti trattati. Firme prestigiose,

pensieri o poesie di don Alfredo Ammendola (celebri le cartoline che inviava in redazione dai luoghi di ritiro spirituale), i resoconti dei viaggi in giro per l’Italia e per il mondo dei Pueri Cantores affidati a don Antonino Guarracino. Fino a fine anni ’80 le sale dell’Oratorio erano direzione, redazione e luogo di stampa, con animate riunioni, con l’inchiostro che sporcava le mani, con le copie che “sapevano” davvero di stampa. A inizio degli anni novanta Il Calabrone venne registrato al Tribunale. Ma la cosa, curata del prof. Antonio Volpe, non è proseguita a lungo. Venne però il tempo di spedire in soffitta il ciclostile, sostituito da un moderno ed efficiente computer. Da registrare in quegli anni anche la prima firma femminile, Cinzia Galasso; e quando la presenza di don Antonino cominciò a non essere più assidua, il giornale varcò comunque brillantemente il nuovo millennio attestandosi su 4 numeri annui: fine gennaio, fine maggio, luglio/agosto, inizio dicembre. Non sono date a caso. La Festa di S. Giovanni Bosco, il tradizionale Mese di Maggio, l’estate con le manifestazioni e gli eventi in programma, la Festa di S. Nicola. Quattro, sei, a volte anche otto pagine, 80 copie metà delle quali stampate a colori. La mission sempre la stessa: raccontare le mille storie che ruotano attorno alla piccola struttura di via Santa Margherita. Con uno sguardo anche critico sulle cose del mondo. E il salto di qualità non è finito: tutte quelle storie sono ora anche on line, un sito web da 10.000 visite l’anno, un profilo e una pagina facebook, e da poco anche su twitter. Chi poteva immaginarlo, 47 anni fa che quell’insetto avrebbe addirittura cinguettato?

Se vuoi contribuire alla raccolta della storia dei giornali parrocchiali della nostra diocesi scrivi a info@giornaleilcentro.com


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