NC Dic_Gen 2012

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NC 33_Inchiesta Nielsen (4)_Nc 16/01/12 18.21 Pagina 34

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IL PASSO DEL GAMBERO ALL’INDIETRO: COSÌ VA IL MERCATO DELLA PUBBLICITÀ IN ITALIA, CHE NEL 2011 CHIUDERÀ, SECONDO NIELSEN, INTORNO AL -3,2%. UN RISULTATO IN CONTROTENDENZA RISPETTO AL +3,2% DEL 2010, CHE FA PARLARE DI UN INEDITO FENOMENO DI ‘DOUBLE DEEP’: DOPO UNA CRISI, SI HA UNA RIPRESA, SEGUITA DA UN ALTRO CALO. A MONTE C’È L’INCERTEZZA DELL’ECONOMIA GLOBALE, CHE GENERA ANSIA, E L’INCAPACITÀ DI FARE PREVISIONI PER IL 2012. CHE SI ANNUNCIA, COMUNQUE, UN ANNO DIFFICILE.

‘Stallo dinamico’: così il presidente dell’Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi, durante l’ultima assemblea dell’associazione, nel luglio 2011, aveva definito la situazione in cui versa oggi la pubblicità, ferma in uno scenario media in continuo movimento. “Uno ‘stallo dinamico’, dove lo stallo è nei numeri e il dinamismo nei grandi cambiamenti in corso e nello sforzo di innovazione”, aveva dichiarato. E a fine dicembre, in un’intervista ad ADVexpress.tv, aveva confermato l’anomalia di questa situazione, parlando di una chiusura d’anno nettamente negativa, intorno al -4, -5%. In calo - sebbene leggermente più ridotto rispetto alle considerazioni del presidente Upa sono anche le previsioni di chiusura dell’anno di Nielsen, che parla di un -3,2%, rilevando come, dopo un primo semestre a -4,3%, e i due mesi di settembre e ottobre in lieve ripresa (-3,3% e -2,9%), si sia tornati nell’ultimo bimestre a una situazione più difficile.

Il 2011 chiude, quindi, con un segno diametralmente opposto a quello con cui si era concluso il 2010, l’anno del dopo-crisi (+3,2%). “Questo è il primo anno in cui si nota un ‘double deep’, cioè un doppio calo - commenta Alberto Dal Sasso, Ais business director Nielsen -. Dopo le crisi precedenti, del ‘93 e del 2001, si era avuta una ripresa continua. Questa volta, invece, il trend è altalenante: nel 2009 gli investimenti sono drammaticamente scesi, nel 2010 c’è stata una ripresa, e nel 2011 di nuovo un segno negativo.

Alberto Dal Sasso, AIS business director Nielsen Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa

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Tutto ciò accade perché a essere a singhiozzo è tutta l’economia globale, a cui inevitabilmente si lega il mercato della comunicazione”. Come è noto, Usa ed Europa occidentale sono le più interessate. Ma è nuovo il fatto che la crisi si stia estendendo a mercati da anni in crescita esponenziale come Cina e India, che registrano, tassi di decremento anno su anno, in controtendenza rispetto alla scalata cui avevano abituato il mercato.


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