Strade Aperte aprile 2012

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Dossier:Famiglia

APRILE 2012

Il grande disegno della famiglia come piccola Chiesa ALBERTO LO PRESTI

Da sempre, l’uomo ha cercato di dare risposta a una domanda fondamentale: perché mai, fra tutti gli esseri animati conosciuti, solo gli umani mostrano una socialità così accentuata? Perché mai arriviamo a costruire gruppi, comunità, popoli, via via associazioni sempre più estese e complesse? Già la mitologia aveva prodotto alcune risposte in ordine alla socialità umana come carattere specifico e naturale dell’umanità: il mito di Prometeo narra che la socialità umana è un dono che gli dei fanno all’uomo per consentirgli una vita ordinata e soprattutto sicura nel creato. Il tema della difesa e della sicurezza, tutto sommato, è ricorrente nelle antropologie sociali: per sfuggire ai pericoli di una vita solitaria, gli uomini preferiscono associarsi, giacché insieme ci si difende meglio dai rischi della quotidianità. Nella tradizione cristiana, il discorso non è mai basato su tale stretta necessità. La società non è il risultato di una scelta, tanto meno è frutto di una convenienza. La società è scritta nel cuore degli uomini e delle donne, e si rivela con tutta la sua forza nella coppia, una società naturale talmente forte da unire l’uomo e la donna «in una sola carne», come dice il libro del

Genesi. «Una sola carne»: questo significa che si fa la coppia non perché bisogna difendersi dai pericoli, o per chissà quale altra convenienza. La coppia formata dall’uomo e dalla donna ha su di sé il compito più alto che Dio poteva assegnare: il compito di pro-creare, cioè di collaborare e continuare a realizzare il disegno di Dio sul creato. La famiglia, con ciò, è la prima società naturale; essa colloca gli uomini e le donne al vertice della creazione. E da questo vertice, la famiglia irradia il suo modello di socialità basata sull’amore e la comunione. Anzi, con le parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, la famiglia è «luogo primario di relazioni interpersonali, prima e vitale cellula della società […] prototipo di ogni ordinamento sociale» (§ 211).

In tal senso, la famiglia è il modello al quale tutte le società devono fare riferimento. Il gruppo di appartenenza, la comunità cittadina alla quale si appartiene, il partito politico, l’ordine professionale, lo Stato e le organizzazioni di vario genere, non possono mai avere un ruolo superiore a quello della famiglia, quindi non possono mai – per ragioni proprie – violare la sua dignità. Ricapitoliamo: nella visione cristiana la società è il risultato dell’energia sociale sprigionata dalla famiglia, quindi il bene della società scaturisce dalla comunità familiare. Ecco perché la migliore società e quella a misura di famiglia. Un carattere importante della famiglia è la sua dinamicità, spesso non considerata. Sono tante, troppe, le frasi facili con le quali

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