Acchiappafilm ottobre

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dal 7 Novembre nei cinema N

*PRIMA VISIONE ::di Pasquale Colizzi

TURALE IL MIO MODO DI SCRIVERE È QUELLO NA RE IN CUI NOI TUTTI RACCONTIAMO LE NOST STORIE, MESCOLANDO FATTI, RICORDI, SUGGESTIONI GUILLERMO ARRIAGA

DEEP WATER

U

na sex symbol degli Ottanta come Kim Basinger, ruolo da icona che ha finito per sovrastarla e tornata da qualche anno a bei personaggi. Sempre con magnetico appeal. E la sudafricana tutta d’oro Charlize Theron, una delle poche ex modelle passata al cinema con qualche cognizione di causa. Le ha riunite in un film Guillermo Arriaga, lo sceneggiatore messicano separato artisticamente da Alejandro Inarritu, con il quale ha costruito gioielli contemporanei come Amores perros e Babel. Lo scrittore s’è messo in proprio e nonostante fosse un “debuttante” alla regia il suo The burning plain è passato direttamente in concorso all’ultima Mostra di Venezia. Segno della grossa considerazione che si è guadagnato

La storia incredibile di un uomo che fa del Golden Globe, un’importantissima gara di navigazione intorno al mondo, la sua unica ragione di vita. Intenzionato sin dal principio a parteciparvi soprattutto per necessità economica, l’avventuriero si ritroverà ben presto impreparato ad affrontare

le sfide del mare, spingendosi onda dopo onda verso un destino ineluttabile. È la vera storia di Donald Crowhurst, navigatore dilettante scomparso nel 1968 durante la competizione e mai più ritrovato, riproposta oggi attraverso i diari di bordo, le interviste e i filmati di repertorio raccolti dai due documentaristi Louise Osmonde e Jerry Rothwell. Un film che parla del coraggio, ma anche dell’incoscienza, di chi vuole oltrepassare i propri limiti. Narrato dalla suadente voce del premio Oscar Tilda Swinton.

::di P.Russo dal 7 Novembre nei cinema N

EXTRA

Quelle fatali nove settimane e mezzo: Basinger/Rourke All’ultima Mostra di Venezia era il tormentone ricorrente: e se si incontrassero? Non è successo, però nella fantasia di molti è balenata una istantanea: Kim Basinger e Mickey Rourke, in posa ciascuno con la sua Coppa Volpi per la migliore interpretazione. Sappiamo come è andata a finire. Rourke con un piede sul podio per lo strepitoso lottatore in The wrestler (film ripagato con Leone d’oro, niente male come scambio) è stato spodestato dal pur bravo Silvio Orlando. La Basinger (che però al Lido non si era nemmeno presentata) dalla bisbetica Dominique Blanc de L’autre. Così niente reunion a più di vent’anni da quelle Nove settimane e mezzo che turbarono l’immaginario erotico di tanti. Un titolo che significò un apice di popolarità per entrambi, una scandalosa notorietà mondiale ma anche un marchio - sexy e dannati - che i due fecero fatica a scrollare di dosso. Lei pian piano rientrò nei ranghi, rendendo più rassicurante la sua figura di donna. Lui tra problemi vari è finito pugile e disoccupato e adesso promette che è tornato per restare. Col passare degli anni e delle dive smutandate oltre ogni inibizione, quel balletto di Kim Basinger con sottofondo di voce grattugiata di Joe Cocker, sembrò pian piano sbiadire come una ingenuità da ragazzini. Poi però arriva il momento dell’erotismo vintage, quello che poco esibito e più promesso. E in fondo che cos’era la gallerista in mano a John Grey (un Mickey Rourke di istintiva sessualità) se non la corrispettiva versione americana e patinata delle dive sexy dei B movie all’italiana?

FRONTIERS Il giovane regista Xavier Gens, reso noto dall’adattamento cinematografico del celebre videogame Hitman, esce finalmente anche in Italia con Frontiers: il suo primo lungometraggio che, qualche anno fa, ha letteralmente scioccato il pubblico e la critica d’oltralpe. Un disturbante survival horror francese che rende omaggio al cinema di genere degli anni 70 e 80, la cui estrema violenza

ha sollevato non poche polemiche in patria. Arrivato quindi anche sui nostri schermi, stranamente in versione non censurata, Frontiers narra la terribile vicenda di un gruppo di ragazzi in fuga dalla polizia che, attraversata la frontiera, trova nascondiglio in un vecchio ostello a gestione familiare. Ignara della pericolosità dei loro albergatori, la gang si fermerà un po’ troppo oltre il tempo necessario... ::di P.Russo

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