Qui Bergamo n.ro 279

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IL CONTESTO DEL NUOVO PGT “Il piano del 2010 è nato in un periodo molto diverso e si era ancora in presenza di una fase espansiva del settore immobiliare, quindi il dimensionamento della città, in termini di infrastrutture e servizi era molto orientata alla crescita. In questi anni però le città, non solo la nostra, hanno sostanzialmente smesso di crescere sia per numero di abitanti sia per ricchezza accumulata e sono invece purtroppo aumentate le fratture all’interno del corpo sociale. Sono quindi nate nuove agende, per la sostenibilià, la consapevolezza dello spreco edilizio e l’urgenza di arrestare il consumo dei suoli, la coscienza delle disparità e quindi di un welfare per far fronte ai nuovi bisogni”.

Nuove forme dell’abitare: l’edificio costruito in social housing in via Angelo Maj

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VARIABILE COVID “Il fattore Covid entra come variabile non del tutto determinata perchè siamo ancora in ballo e non abbiamo ancora idee precise su quali conseguenze rimarranno in modo permanente, al di là dell’attuale fase emergenziale che cambia purtroppo la nostra vita quotidiana”. DEMOGRAFIA “Bergamo negli ultimi 15 anni è rimasta sostanzialmente costante come numero di abitanti con tassi di crescita contenuti e solo negli ultimi 4 anni la città ha ripreso a crescere a ritmi più sostenuti. Più del 2% all’anno ed è interessante che ciò sia avvenuto in controtendenza rispetto alla provincia. Questa dinamica demografica si caratterizza per un ritorno in centro della popolazione. Non solo a Bergamo, ma anche a Milano dove il fenomeno ha avuto un andamento impetuoso nella crescita della popolazione, della ricchezza, nella capacità di attrarre giovani e fattori produttivi.

IL PIANO

DI GORI

Questa dinamica è quella più soggetta alla verifica del post Covid. Sarà confermata, sarà smentita? Molti preconizzano una nuova fase di “superamento” delle grandi città con migliori opportunità per le medie. Altro aspetto importante è l’invecchiamento della popolazione. Riguarda l’Europa, l’Italia e anche la nostra città dove abbiamo il 31% di residenti con più 65 anni. Il dato cresce meno che in provincia e questo vuol dire che la città ha saputo essere più attraente per tanti giovani, che sono aumentati e per gli stranieri, attratti dai posti di lavoro nella manifattura e dai buoni servizi”. ECONOMIA DELLA CITTÀ “Abbiamo vissuto tra il 2008 e il 2010 due crisi economiche che hanno interrotto il processo di crescita e solo dal 2014 abbiamo assistito ad una ripresa, bruscamente interrotta nel 2020 per il Covid. C’è il tema del ruolo egemone rivestito da Milano in questi anni e di che opportunità possano esistere per città come la nostra: può proporsi come polarità autonoma o deve invece attivare connessioni con altre città di medie dimemsioni? Non è comunque in discussione il ruolo trainante dell’economia della conoscenza e del valore aggiunto immateriale. Se vogliamo crescere, determinare valore economico e creare posti di lavoro, dobbiamo puntare sull’economia della conoscenza e sulle nostre agenzie di formazione. Tutto questo si raccorda con gli obiettivi tecnici e politici che questa amministrazione si è data fin dalla campagna elettorale. Allora ci eravamo posti dieci obiettivi e alcuni di questi tornano in particolare evidenza nel nuovo Piano. Il primo quello di una città sempre più inclusiva, poi il decentramento dei servizi amministativi e sociali, il welfare dei quartieri e le nuove forme dell’abitare”. UNA NUOVA FRUIZIONE DEGLI SPAZI PUBBLICI Il progetto di piano aggiunge due riflessioni. La prima sulla rigenerazione di strutture di servizio pubblico esistenti, scuole ma anche biblioteche e centri sportivi che diventato cardini di una rete capillare che si irradia nei quartieri. Poi, innescato dal Covid, un nuovo modo di pensare lo spazio pubblico. Vi ricordate l’estate scorsa come abbiamo usato le piazze e i marciapiedi quando dovevamo consentire le attività di somministrazione e di ristorazione con la priorità di garantire la salute della gente ed evitare occasioni di assembramento? Quella situazione che si è tradotta concretamante nell’ampliamento o la creazione ex novo di duecento dehor in città. Il secondo punto che si raccorda perfettamante con gli obiettivi di mandato è la Bergamo più sostenibile. Nel programma puntavamo sulla salvaguardia del perimetro della cintura verde, sul piano


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