asud'europa anno 5 n.22

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Maggior capacità dirigenziale e manageriale Così si evita il dissesto degli enti locali è un imprenditore commerciale e che quindi, non essendo soggetto alla procedura fallimentare, eventuali squilibri , anche gravi, possono tollerarsi. A tale obiezione si può eccepire non solo che la situazione finanziaria dello Stato e quella degli enti sovraordinati è cosi precaria da non consentire sostegni ed aiuti, anche per la prospettiva del federalismo, ma anche che il comune in caso di squilibri gravi è soggetto alla procedura del dissesto che non è meno dolorosa di quella fallimentare dato che si propone il fine di ripristinare l’equilibrio tagliando da un lato i servizi e accrescendo dall’altro i tributi. Si può anche eccepire che comunque la procedura del dissesto non è prevista per le società partecipate e/o controllate e che quindi sono soggette al fallimento. Come si vede il problema dell’economicità sia nell’azienda-comune sia nelle società da essa controllate comunque esiste ed in ogni caso conviene risolverlo positivamente nell’interesse dei cittadini. L’esigenza di perseguire l’economicità con elevati livelli di efficienza e di efficacia postula che nella organizzazione personale del comune sia presente una mentalità manageriale e sia diffusa al suo interno la professionalità gestionale, la capacità dei dirigenti e del personale in genere di risolvere con criterio razionale ed una tecnica evoluta i problemi operativi senza escludere il ricorso a riorganizzazioni del personale che facciano largo uso dei principi di coincidenza degli interessi e/o di opposizione degli interessi. La mentalità manageriale e la professionalità gestionale comportano anche l’introduzione nella gestione del comune di quelle tecniche di governo delle aziende che in altri campi, ad esempio in quello privato, hanno dato buoni risultati: la pianificazione strate-

gica e tattica , la contabilità generale per il controllo del risultato economico e della situazione patrimoniale, la contabilità analitica per il controllo dei costi dei vari processi. Si tratta di strumenti in gran parte previsti dal D. Lgs. 267/2000 (Testo unico enti locali) che solo nelle realtà più evolute cominciano a trovare applicazione in quanto nonostante la superiore previsione rimane il fatto che l’approccio alla gestione del comune, specialmente nel sud e nelle realtà medio-piccole, è tradizionale ed il controllo è incentrato prevalentemente sul bilancio finanziario che come è noto da solo mal si presta alla verifica dell’economicità.

Nasce a Ragusa una rete di imprese “verdi” na serie di imprese e industrie “verdi”, da creare all’interno di un sistema progettato per gli scambi energetici e dei materiali, che possa minimizzare l’utilizzo di energia e di materie prime, ridurre la produzione di rifiuti e sviluppare al suo interno relazioni economicamente, ecologicamente e socialmente sostenibili. Nascerà nella zona industriale di Ragusa grazie al progetto “M.E.I.D.”, ovvero “Mediterranean Eco Industrial Development”, presentato nei giorni scorsi nella sede ragusana del Consorzio Asi. La zona industriale del capoluogo ibleo diventerà, così, un’area pilota dove andare a insediare nuove industrie, che dovranno rispettare parametri standard di ecosostenibilità. Finanziato con i fondi europei del programma operativo “Med”, il progetto prevede l’avvio di regole nuove che, dopo la necessaria sperimentazione, potranno diventare modello di riferimento addirittura in ambito europeo. Si tratta, infatti, di un nuovo modo di pianificazione e realizzazione delle nuove aree industriali e degli edifici, che proporrà innovativi strumenti di gestione attraverso il trasferimento di tecnologia e di know-how, guardando alla definizione di criteri di edilizia sostenibile per la costruzione di edifici.

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Capofila dell’intervento è il Dipartimento Ambiente dell’Enea, mentre partner italiani sono il Consorzio Asi di Ragusa e la Fondazione Fenicia di Padova. Undici i compagni di viaggio di “M.E.I.D.”, 6 dei quali sono Paesi europei. Oltre all’Italia ci sono, Spagna (Fondazione Labein, Fondazione Intraeco), Grecia (Aristotles University, Efxini Poli - Agenzia di Sviluppo), Francia (Ceram Business School), Malta (Fondazione Temi Zammit) e Bosnia (Agenzia di Sviluppo Locale Zenica Doboy Canton). “Il progetto permetterà all’Asi di produrre programmi operativi sulla base di modelli elaborati e convalidati - spiega Rosario Alescio, presidente del Consorzio Asi di Ragusa -. La nascita di un’area industriale, secondo il modello di sviluppo sostenibile, non potrà che avere positive ricadute non solo per l’impiego di tecnologie innovative, ma anche per l’impegno in rinnovati rapporti di collaborazione tra soggetti imprenditoriali, cittadini e istituzioni. Per esempio, gli eco-parchi industriali rappresentano una strategia per attuare il concetto dell’ecologia industriale attraverso la collaborazione tra imprese.” G.S.

13giugno2011 asud’europa

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