Lo Scatolino nr. 25 | settembre 2019

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FALL Enos Costantini Nous les referons ensemble, nous les referons ensemble, demain les vendanges de l’amour… Autunno, Les feuilles mortes cantava una languida canzone. Fall, dicono gli americani. Che significa proprio caduta (dal verbo to fall), nel senso che cadono le foglie (fall of the leaf nel Seicento), espressione che troviamo per la prima volta in un elenco delle stagioni del 1545: Spring tyme, Somer, faule of the leafe, and winter (si scriveva così). Le foglie cadono anche in Friuli, ma è un fenomeno che ora interessa solo quelli, e non sono pochi, a cui danno fastidio. Pare che deturpino il prato all ’inglese, attentando sincronicamente con truce perversione alla illibatezza del vialetto che porta alla villetta. In autunno si piantano i bulbi di cipolla (vi consiglio la Bionda di Stoccarda, e non solo per l’attraente nome) e gli spicchi di aglio. Una volta l’aglio si metteva con la luna dei Santi, adesso non so; è cambiato tutto, saranno cambiate anche le lune. Per le verze siete tardi, dovevate farlo al declinare dell ’estate. Passerete un altro inverno senza verze, ma ci sono i supermarket con tanto pessimo junk food, cibo-spazzatura monogusto per tutti i gusti. Venghino signori! Tra Santi e Morti A proposito di santi: la ricorrenza più importante, in ogni cultura, è quella dei Morti. Ma ci hanno de-

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viato verso i Santi, come se questi ultimi non avessero a disposizione già tutti i giorni del calendario. Più di così che cosa vogliono? Il culto dei Morti ci faceva ricordare quanto siamo vicini alla Terra (Memento, homo, quia pulvis es…) in ogni senso. E la vita dipende dalla Terra, intesa come Madre e come pianeta. Di Madre ve ne è una sola. E anche di pianeta Terra. Forse Madre Chiesa (ma di Madre non ce n’è una sola?) pensava che questa storia dei Morti, culto precedente al suo avvento e al suo potere temporale, potesse toglierle qualche spazio, come le agane e i benandanti, così il giorno dei santi e dei beati è stato posto a ridosso di quello dei Morti. Non ricordo se il giorno dei Santi è vacanza o lavorativo; sicuramente quello dei Morti è lavorativo. Dovrebbe tornare a essere la festa più importante dell ’anno, con tutto il rispetto per Christmas.

Autunno al Black Creek Pioneer Village, Toronto. Però non serve andare fino là per godere degli splendidi colori autunnali. La Carnia, per esempio, basta e avanza.

Poi è arrivato Halloween, l ’americanata più oscena e deculturante pervenutaci dagli Stati Uniti d’America. Ciò ha finito per far considerare questo momento, anche ai giovani e ai giovanissimi, una specie di carnevale idiota. E i Morti? Spero vengano di notte a tirare per i piedi chi non solo non si ricorda di loro, ma addirittura li oltraggia con queste stronzate (consentitemi qualche sboccatezza; abbiamo avuto premier e vicepremier ai quali avete consentito ben altro). Perché ricordare e onorare i Morti? Oh, bella, perché i Morti siamo noi. Il nostro sangue, i nostri cromosomi, la nostra famiglia, il nostro legame col passato. E col futuro. Chi ha figli e nipoti non può non ricor-


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