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U/D, si informa sempre sul tempo

ha un ruolo chiave per lo sviluppo ma sta accumulando ritardi significativi

Un’Agenda Digitale già troppo vecchia. Ci si interroga sul futuro

francesco caio era stato nominato per superare l’impasse. Ma non c’è più. e ora? di Daniele Bologna

Un’Agenda già troppo vecchia. Fa discutere l’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana. Un ritardo certificato anche dal rapporto del Servizio Studi del Dipartimento Trasporti della Camera dei Deputati. Nel raptocca ora al premier renzi sbrogliare l’intricata matassa dell’agenda digitale

porto si evidenzia che fra i 55 adempimenti da considerare solo 17 sono stati adottati. E per quelli non adottati di ben 21 risultano già scaduti i termini. I settori di intervento non ancora disciplinati sono molti e vanno dal riordino del sistema statistico naziona-

le alla bigliettazione elettronica, dalla misurazione dei campi elettromagnetici alla trasparenza dell’attività parlamentare. Tuttavia, già dalle prime pagine il Servizio segnala che “non si è mai fatto ricorso alla procedure di legge in base alle quali per l’adozione

dei provvedimenti attuativi previsti si consente l’adozione su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri anche senza il concerto coi ministri competenti”. Tra questi il fascicolo sanitario elettronico e i pagamenti elettronici. Una “prateria digitale”, quindi, per Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio è chiamato adesso a recuperare la storia della sfortunata Agenda, vero snodo critico di tutto lo sviluppo del digitale italiano. Al Presidente del Consiglio o al ministro delegato non è stato trasmesso, ad esempio, l’elenco dei contenuti e degli obiettivi delle politiche di valorizzazione del patrimonio informativo pubblico; come pure risultano lacune nell’individuazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. L’Agid - evoluzione di Aipa, Cnipa e DigitPA, ha infatti il compito di implementare l’Agenda Digitale e contribuire alla modernizzazione del Paese, mettendolo in grado di

mr. agenda digitale, francesco caio

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competere al giusto livello in uno scenario globale. La struttura dovrebbe attuare l’Agenda coerentemente con i dettami dell’Agenda Digitale Europea. Ma finora non avrebbe assolto i suoi compiti, come si evince consultando i verbali dei revisori dei conti della stessa agenzia inviati alla Procura Regionale della Corte dei Conti del Lazio. I motivi del ritardo, segnalati in numerose interrogazioni parlamentari - da parte di Sel, Forza Italia e M5S -, non sarebbero, però, imputabili solo alla mancata definizione dei decreti attuativi, ma anche alla governance dell’agenzia. Secondo alcune ricostruzioni, in assenza di uno statuto che doveva definire i poteri e l’organizzazione dell’agenzia, lo stesso direttore non poteva fare molto. In questo quadro, Mr.Agenda Digitale, cioè Francesco Caio, nominato con un tweet dall’ex premier Enrico Letta proprio per superare l’impasse dell’Agenda, è riuscito almeno a mettere in pista due provvedimenti: anagrafe e fatturazione elettronica, quest’ultima in vigore dal prossimo giugno. Mentre quello sull’identità digitale è ancora ai nastri di partenza. Domanda: ma adesso che Caio se ne è andato, chi avrà questo compito di catalizzatore? ANNO V | #002 | LUNEDI’ 17 MARZO 2014

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