un sinonimo, ma solo da una sua definizione o perifrasi. Il testo specialistico si può definire “ povero ”, in quanto presenta tassi di “ ricchezza lessicale ” piuttosto modesti: ciò è dovuto essenzialmente alla volontà di non avere doppioni nella designazione di vari concetti tecnici. •
Non-emotività. Nel testo specialistico il tono rimane neutro; lo scopo informativo del linguaggio specialistico prevale sugli altri aspetti tipici della lingua comune (quello emotivo, quello estetico) e conferisce al testo un tono freddo e artificiale.
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Precisione. Nei linguaggi specialistici ogni termine si deve riferire al proprio concetto in maniera immediata; si esclude l’uso di sistemi di referenza indiretta quali l’eufemismo.
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Trasparenza. Altro importante criterio è quello che permette una rapida decodificazione del significato di un termine tramite l’analisi della forma superficiale di esso. La nomenclatura deve rendere i fatti e le idee nella loro esattezza, senza soppressioni e senza aggiunte. Per garantire trasparenza ai linguaggi specialistici si fa ricorso a diversi espedienti: ricordiamo il frequente uso di termini classici per evitare l’instaurarsi di ambiguità e confusioni legate agli usi quotidiani delle parole; la scelta di lingue morte come repertori lessicali garantisce, quindi, di evitare la polisemia. Altro elemento utilizzato per garantire trasparenza è l’uso di affissi convenzionali che permettono la catalogazione dei termini esistenti in classi logiche, favorendo l’elaborazione di un sistema aperto, ma altamente organizzato e codificato.
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Sinteticità. Induce a esprimere i vari concetti nella forma più breve possibile; la sinteticità conduce in genere alla riduzione nell’estensione della forma superficiale del testo, che può essere ottenuta in vari modi: a.
derivazione zero (permette di evitare l’uso di affissi; es. saldo da
saldare); b.
fusione di due lessemi per formare un solo termine;
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