L'esclusione sociale e lavorativa delle persone di età superiore ai 40 anni

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La prima parte della tesi, i primi due capitoli, sono dedicati all’ analisi teorica del binomio inclusione/esclusione sociale. Si è cercato di approfondire l’evoluzione del concetto cercandone una definizione e comparando più visioni del fenomeno. In particolare ci si è soffermati sulla concettualizzazione del sociologo Robert Castel, oltre ad illustrare le differenti manifestazioni che lo caratterizzano. Il termine esclusione sociale non ha la stessa rilevanza e la stessa storia in tutte le tradizioni intellettuali e linguistiche europee, anche se è divenuto di uso comune in tutte a partire dalla fine degli anni novanta del secolo scorso. La diffusione di questo termine è stata decisiva per il ruolo importante assunto dall'Unione Europea, che nei suoi programmi, raccomandazioni e analisi, ha progressivamente ed esplicitamente sostituito quello di povertà con quello di esclusione sociale, rendendolo un concetto di circolazione e utilizzo comune. Un altro aspetto approfondito nella tesi riguarda l’analisi dei due paradigmi dell’inclusione sociale, il primo è quello francese, caratterizzato dall’azione dello Stato, avente come protagonista il Welfare State, il secondo è quello liberale, caratterizzato dall’azione del mercato. La seconda parte della tesi è dedicata

all’analisi dell’argomento oggetto

dell’approfondimento ovvero l’esclusione socio-lavorativa in Italia delle persone di età superiore ai 40 anni. Si è osservato il problema sotto diversi profili; storico, a partire dalla metà dagli anni ’90, quando iniziarono a comparire le prime manifestazioni di esclusione dei lavoratori adulti dal ciclo produttivo. Lo young in, old out (giovani dentro, vecchi fuori), suggerisce alle imprese lo svecchiamento degli organici per far posto a

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