Gli studenti sardi a Salamanca nei secoli XVI e XVII

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fallito», «primiera», «traversar a pichetto», «quinze», «al parare», «chinola»59. Altri rapporti li coltivò con professori, monaci e frati. Amava i libri, la poesia castigliana, la storia di Spagna e i classici, soprattutto Seneca, di cui lo affascinava la sua concezione del tempo, espressa in una delle epistole indirizzata all’amico Lucilio, al quale consiglia di farne buon uso che spesso viene sprecato inutilmente: «omnia aliena sunt, tempus tantum nostrum est»60. Accanito bibliofilo quindi e frequentatore delle biblioteche della città. Un’altra sua grande passione era il teatro, molto vivo a Salamanca tra il 1603 e il 1607, quando si rappresentarono 188 commedie61. Il teatro, durante il barocco, era una delle attività che suscitava notevolmente l’interesse degli studenti. Il diario evoca in ogni momento l’ambiente, gli abitanti e le usanze della città. Salamanca con i suoi dintorni si focalizza negli angoli, monumenti e vie che Da Sommaia era solito percorrere: «la plaza de San Martín, la calle de Scoto y la de Zamora, el Hospital, los conventos de San Francisco, de San Augustín, de Jesús, el palacio de Monterrey, el huerto del Deán y el de los Zúñigas, la Vega, el Desafiadero, el río»62.

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Idem, p. 46. Idem, p. 38. 61 L. E. RODRÍGUEZ-SAN PEDRO BEZARES, La Universidad Salmantina del Barroco, periodo 1598-1625. III. Aspectos sociales y apendice documental, Salamanca, Ediciones Universidad de Salamanca, 1986, p. 427. 62 Idem, p. 81-82. 60

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