RDNP - Racconti Da Non Pubblicare

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20 pelli, dovevo dirglielo che non mi piacciono tante cure… Neanche da piccolo, neanche mia madre o la mia ex… A nessuno l’ho mai fatto fare ma adesso che le dico? Mi sento già abbastanza una merda per dirle qualcosa, la lascio fare e poi per lei è cosi spontaneo che quasi mi abituo. «Che hai fatto? Me lo dici?» mi chiede continuando ad asciugami i capelli. «Ho investito qualcuno un’ora fa, ma ho avuto paura e sono andato via. Magari l’ho ammazzato.» Mi viene da piangere… E poi dicono che non sono un granché come attore, guardatemi ora, buona la prima! Smette di asciugarmi e resta immobile in silenzio. Tiro fuori il tabacco dalla tasca dove l’avevo messo prima e mi faccio una sigaretta, l’accendo, tiro una boccata e mi metto a fissare un punto preciso della stanza. «Mi è entrato davanti all’auto, al buio, a un tratto, un tonfo forte. Terribile. Io sono rimasto fermo, poi non sono neanche sceso, ho messo la retromarcia, sono entrato in una piazzetta e ho girato. Sono pazzo» le dico mentendo, senza muovere lo sguardo, «Hai chiamato qualcuno?» mi dice fissandomi in silenzio, tolgo lo sguardo dal nulla e lo poso su di lei. «No, nessuno. Sono una merda. Pensa se l’ho ammazzato! Cosa faccio ora?… Verresti con me a vedere quel punto della strada? Vedere cosa c’è… Sangue, o chissà cosa? Ti prego, vieni con me.» Senza dire una parola si dirige verso l’attaccapanni, si infila la giacca e prende un ombrello, io la seguo, usciamo e decidiamo di prendere la sua macchina, mette in moto, stiamo in silenzio, sono a disagio, mi guardo intorno, poso lo sguardo su di lei e faccio un tiro di sigaretta. La macchina e la pioggia incessante mi cullano un po’ e dopo un paio di km arriviamo in prossimità dell’incidente. «Puoi fermarti, è li in fondo che è successo.» Mette la freccia, rallenta, accosta e prende da sotto il sedile una torcia. Usciamo riparandoci sotto l’ombrello e ci incamminiamo verso il punto esatto, non si vede niente, la pioggia ha tolto ogni traccia, ci spostiamo più in là e poi torniamo, guardo in ogni punto della strada. Non c’è niente, avrei voluto vedere meglio ora che l’ho smaltita un po’ e magari ci potevamo rendere conto entrambi che era solo un animale, potevo smetterla con questa commedia, ma soprattutto sarebbe stata una conferma anche per me. No, non se ne parla, niente conferme. Il dubbio mi assale prepotente, sensazione di ansia mista a magone e infiniti sensi di colpa. Ho investito un uomo, penso, no dai, non è possibile, ero ubriaco ma quelle tracce


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