Le arance di dubai

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30 inseparabile amico Pierre. Hanno eseguito in assoluto sincronismo un tuffo solo apparentemente semplice prima di sparire nell’acqua con grande eleganza. Primi classificati nelle gare del dipartimento dell’Ile de France; prossimo obiettivo le nazionali. Mia moglie ha filmato tutto, io l’ho visto l’indomani. Mi profusi in lodi e congratulazioni, che lasciarono mio figlio del tutto indifferente, come se non gli importasse di aver vinto. “È il suo modo per punire la tua assenza. Ci teneva tanto che ci fossimo tutti…” mi rinfacciava mia moglie “hai idea di quanti sacrifici ha dovuto affrontare per prepararsi a questa gara? Ore e ore di allenamenti estenuanti, e poi la scuola, i compiti… a volte lo trovavo addormentato sul libro.” La voce di Teresa tremava emozionata. “Dopo la premiazione, Pierre è corso ad abbracciare i suoi genitori, Marco è venuto da me, abbiamo pianto insieme per la gioia. Giuliana ci abbracciava entrambi e piangeva anche lei come una bambina. È stata un’emozione irripetibile e te la sei persa. Poi Pierre si è fatto la foto con suo padre e lì il volto di nostro figlio è diventato cupo.” Mia moglie è molto tollerante nei miei confronti, sopporta le mie mancanze di marito, ma non perdona facilmente quelle di padre. Io tento di difendermi, di giustificarmi, ma da perdente consapevole. A parte le delusioni dovute a me, quello è stato un periodo d’oro nella vita di Marco. La vittoria gli aveva dato grande fiducia in se stesso, certezza circa le sue potenzialità e una gran voglia di continuare a gareggiare. Mi piaceva molto la sua determinazione; lo sentivo molto simile a me alla sua stessa età. Ma poi le cose sono cambiate. Dopo una breve pausa estiva gli allenamenti erano ripresi con più entusiasmo. In gioco c’era la qualificazione alle competizioni nazionali. Come diceva mia moglie, Marco e Pierre erano sincronizzati nel pensiero ancor prima che nel movimento. Teresa li chiama ancora “I gemelli mancati” a sottolineare quella loro sincronia mentale ancor prima che fisica. Ma poiché viviamo su equilibri molto fragili, basta un nulla a cancellare per sempre ciò che si è costruito con gran fatica. Il nulla che ha spezzato la sintonia dei nostri giovani campioni si chiama Martin Bernard, un giovanissimo neopatentato che, lanciato a tutta velocità in rue Saint Denis, ha travolto e ucciso sul colpo il povero Pierre Durand. È successo lo scorso dicembre, pochi giorni prima del Natale. Marco era in piscina per gli allenamenti; qualche chiacchiera con monsieur Vignon, l’allenatore, in attesa dell’arrivo del compagno, entrambi sorpresi per l’insolito ritardo. Dopo la prima mezz’ora Marco aveva i-


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