Il Signore di Zatla

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46 «Si, si, ho capito» disse Heino pensando “è un povero pazzo”, e senza dargli più retta si mise a cercare nelle cose dei caduti. Prese un lungo coltello, arco e frecce, e anche una sacca che conteneva un paio di focacce rafferme. «Tu sei un Perduto, vero?» domandò l’uomo, che sembrava improvvisamente tornato in sé. «Già, non si vede?» Heino indicò la propria fronte. «Mi hanno detto dove si riuniscono i Perduti...» «Ah!» Heino fu subito interessato «allora è vero che hanno fondato una comunità?...» «Si, io lo so dove si riuniscono» l’uomo abbassò la voce «ma non lo dire a nessuno, amico, perché è un posto maledetto: la foresta di Rimal!» Rimal!.... Qualcosa si svegliò di colpo nella mente di Heino, qualcosa di remoto, di sconosciuto e, si, di terribile. Non era la prima volta che gli succedeva di provare quella sensazione, quando sentiva nominare un posto o un nome, ma adesso era nettissima. Si passò la mano sulla fronte. «Rimal» ripeté meccanicamente «ma perché dici che è un posto maledetto?...» «Perché è da lì che è partita la Vendetta!» l’uomo si mise a ridere come un pazzo «la Vendetta! Si, la Grande Catastrofe!...» «Smettila, uomo: tu sei proprio matto» «Ma tu, sei il Braccio dello Stregone, vero?» Heino alzò le spalle, prese la sacca e le armi e fece per avviarsi «Daljet, uomo» «Il Signore mi ha colpito!» gridò l’altro con gli occhi sbarrati. Poi fece un rapido dietrofront e si mise a correre verso il bosco, gridando frasi senza senso. Heino scosse la testa e si allontanò in fretta da quel posto, mentre gli avvoltoi continuavano a volare bassi. Quell’uomo era un povero pazzo. “Il Signore mi ha colpito qui” aveva detto, indicando la propria testa. Dunque era possibile che qualcuno, o qualcosa, lo avesse reso pazzo per impedirgli di denunciare gli assassini. Ma perché poi li avrebbe denunciati? I Grigi godevano della più completa immunità e tutti lo sapevano. Ma fino a quando la gente di Zatla avrebbe dovuto subire le loro prepotenze e i loro crimini? si domandò Heino, e subito allontanò il pensiero: non doveva offendere il Signore. Rimal!... Quel nome aveva risvegliato in lui una sensazione sinistra, come se ci fossero dei ricordi sepolti che affioravano appena e subito si spegnevano. Altre volte aveva provato quella sensazione, come quando, da ragazzo, gli avevano raccontato la storia, o forse la leggenda, del


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