2010 ottobre

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Anno I n. 2

Ottobre-Dicembre 2010

Trimestrale di informazione dell’Associazione Amici del Cuore della Casa di Cura Carmide s.r.l. - Aderente a CONACUORE - Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore

Coscienza di malattia Nel campo dei disturbi psichici, la «coscienza di malattia» è un elemento che fa una così grande differenza, ai fini della cura, che tutti i pazienti potrebbero essere collocati al di qua e al di là di questa linea di demarcazione: quelli che sanno di avere un problema psichico possono diventare i promotori e gli artefici della cura, mentre quelli che non hanno tale consapevolezza il più delle volte si dicono: “Se non sono malato, perché dovrei curarmi?” Purtroppo, proprio nelle patologie mentali più serie non è facile che le persone abbiano coscienza di malattia, e ciò per il semplice fatto che il convincimento di avere un problema psichico è ovviamente, un prodotto della mente, la quale però è la stessa mente che sta male, che non funziona come

dovrebbe e che perciò può non essere capace di elaborare quel pensiero. Detto questo, si può ritenere che ciò che vale per le malattie mentali non ha nulla a che vedere con tutte le altre malattie perché, quale che sia il malanno, la mente è integra e perciò inevitabilmente prenderà coscienza dell’attacco che il corpo sta subendo e correrà ai ripari. Non solo. Noi tutti sappiamo che in ogni organismo vivente agisce un naturale impulso alla vita, un istinto, una forza interna che induce l’organismo a fare del proprio meglio per sopravvivere: in definitiva, la ragione e l’istinto – pensiamo – sono due formidabili forze che quando una malattia ci minaccia ci spingono alla cura e ci sorreggono a sopportarne i fastidi. Sarebbe bello se fosse così, ma

Perché Pino D’Urso Con una cerimonia semplice, lo sportello dell’Ass. «Amici del Cuore» presso la Parrocchia «Resurrezione del Signore» a Librino sarà dedicato a Pino D’Urso. Chi era Pino D’Urso? E perché abbiamo deciso di dedicargli questa nota? Era un Tour Operator di successo che è stato strappato alla famiglia e al lavoro da un terribile infarto quando ancora aveva davanti a sé un lungo e luminoso cammino. Ma ne abbiamo voluto parlare per un altro motivo: Pino D’Urso, uno dei soci più attivi della nostra Associazione; non fu tra i Soci Fondatori perché quando siamo andati dal notaio non era in sede, ma dal primo momento si è comportato come se lo fosse stato. Non abbiamo mai promosso

iniziative che non abbiano avuto OBY WHAN (la sua azienda) come sponsor; non c’è stato problema organizzativo riguardante la sua professionalità, per il quale non abbia trovato una valida soluzione. Lo vedevate poco perché il suo lavoro lo portava spesso fuori Catania, ma il suo telefonino era sempre acceso. Abbiamo voluto dedicargli questa nota perché se l’è meritata, ma soprattutto perché lo vogliamo indicare come modello, non solo di padre, marito e uomo di fede ma anche di persona che ha sempre trovato il tempo per fare del «volontariato» e dello «spirito di servizio» uno dei punti fondamentali della sua vita. ANTONIO CIRCO

non sempre lo è. Spesso anche nelle malattie del corpo, e perciò quando la mente funziona perfettamente, la coscienza di malattia non c’è, oppure è, o diventa rapidamente, un pensiero così debole che si lascia facilmente soverchiare da una infinità di altri «ragionamenti», di segno opposto: “Va bene, ma io ho un organismo forte… Cosa vuoi che mi faccia… I medici certe volte esagerano… Ma io vedo tante persone che… Se campo da malato finisce che sto peggio… Proprio a me dovrebbe capitare… Per una volta…”, che è quello che dicono a se stesse molte persone che sanno già di essere a rischio cardiaco per quanto riguarda il fumo, l’alimentazione sbagliata, l’obesità, la sedentarietà, la pressione alta. Perché succede questo? Per strano che possa sembrare, la mente (sempre lei!) «ragiona» in questo modo per difenderci da qualcosa che ci sembra più intollerabile della malattia stessa, e cioè dalla angoscia di dovere riconoscere che qualcosa nel nostro corpo – e nella nostra vita – è cambiato, che non siamo più come prima, che il futuro è diventato incerto, che siamo in pericolo… Meglio allora negare l’evento, o almeno minimizzarlo: magari, con qualche pilloletta… È un brutto scherzo quello che la mente ci fa, perché per difenderci da un sentimento di angoscia ci espone ai gravissimi rischi oggettivi connessi al non curarsi o al curarsi male; e lo fa di nascosto, non ce lo dice, ci inganna facendoci sentire più sollevati, meno malati. Come si vede, anche una mente sana può combinare guai… ARTURO XIBILIA GESSICA LA LEGGIA


Ottobre-Dicembre 2010

Gli stent Le malattie cardiovascolari e la cardiopatia ischemica in particolare, rappresentano oggi, nei paesi industrializzati, la prima causa di morte. Nella cardiopatia ischemica si manifestano più frequentemente le placche ateromasiche a livello dei vasi coronarici che provocano la stenosi del vaso, ne riducono il calibro con conseguente riduzione di flusso nelle arterie e possibili fenomeni ischemici. La più efficace terapia al giorno d’oggi è rappresentata dall’angioplastica con apposizione di stent. Lo stent è una struttura metallica cilindrica a maglie che viene introdotta nel lume dell’arteria ed è fatta espandere a livello dell’occlusione in modo tale da ridurre la stenosi e riaprire il vaso ripristinando il flusso. A metà degli anni Ottanta fu introdotto il primo stent coronarico, che ha rappresentato una rivoluzione nel campo della cardiologia interventistica. Da allora l’utilizzo degli stent ha avuto uno sviluppo esponenziale e la scelta dei device disponibili è divenuta sempre più ampia. L’opzione terapeutica varia, infatti, dai più semplici stent metallici (BMS), agli stent medicati (DES), ai DES con polimeri biodegradabili, ai DES senza polimeri, agli stent autoespandibili, fin’anche alla creazione di stent biodegradabili. I primi stent ad essere utilizzati sono stati i BMS, device che rispetto alla sola angioplastica con pallone (POBA), riducevano notevolmente il rischio di riocclusione precoce del vaso. Esso è stato ulteriormente ridotto con l’impiego dei DES la cui caratteristica è di rilasciare un farmaco capace di inibire la proliferazione cellulare a livello dell’intima vasale (proliferazione intimale) che è la principale causa di ristenosi. Lo sviluppo di tessuto neointimale è variabile e può essere così imponente da rioccludere il vaso e richiedere una nuova angioplastica. Tuttavia il rovescio della medaglia è rappresentato da una tardiva riendotelizzazione (cioè ricopertura dello stent con tessuto endoteliale proprio del vaso), con aumentato rischio di trombosi intrastent, che può produrre effetti talvolta letali. Conseguentemente la ricerca attuale si focalizza sulla creazione di stent che abbiano la caratteristica di ritardare la proliferazione intimale ma che allo stesso tempo siano sicuri per i pazienti. Considerevoli miglioramenti sono stati fatti tramite l’utilizzo di materiali maggiormente biocompatibili e biostatici, come gli stent di seconda generazione fra cui ricordiamo lo stent ZES allo Zotarolimus. Tra gli stent più nuovi dobbiamo ricordare ancora quelli con polimeri biodegradabili che offrono al tempo stesso la sicurezza di uno stent metallico e l’efficacia in termini di ristenosi di uno stent medicato.

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Altri stent di seconda generazione sono i DES senza polimeri che hanno un minore rischio di trombosi intrastent, l’applicazione dei quali è ancora oggi oggetto di studio. Un cenno particolare va al CATANIA stent, così chiamato perchè la sua iniziale sperimentazione è stata eseguita a Catania con buoni risultati. Questo stent è costituito da una rete metallica di cromocobalto a maglie aperte e rivestito da POLYZENE F, che ha proprietà antinfiammatorie, è altamente biocompatibile ed ha bassissima attività trombogenica. Stent di ultimissima generazione sono quelli biodegradabili (BDS). Essi hanno la caratteristica di essere totalmente riassorbibili, permangono nel vaso per un tempo limitato che va dai 12 ai 18 mesi, e questo permette un ritorno veloce alla fisiologica anatomia vasale con ripresa della normale vasoattività. L’impiego di tali stent si presta bene per il trattamento di lesioni complesse. Ulteriore e non trascurabile vantaggio di questi stent del futuro è una terapia con doppia antiaggregazione per breve periodo con riduzione del rischio di sanguinamento. La doppia antiaggregazione allo stato attuale delle cose si rende necessaria con qualsiasi stent impiantato; la durata di tale terapia dipende dallo stent utilizzato: dopo l’impianto di un DES la terapia va eseguita per un periodo di 12 mesi, invece i BMS richiedono una terapia con doppia antiaggregazione di circa 1 mese. MARIA LETIZIA SANTONOCETO

GLOSSARIO

• Angioplastica: metodica utilizzata per dilatare il lume vasale • Coronarie: vasi arteriosi che irrorano il cuore • Intima vasale: tessuto di rivestimento dello strato più interno dei vasi sanguigni • Ischemia: riduzione dell’apporto di sangue ad un tessuto • Materiali biocompatibili: materiali utilizzati in medicina che hanno la caratteristica di essere molto ben tollerati nell’uomo • Placche ateromasiche: depositi di grasso e colesterolo nella parete vasale • Polimeri: macromolecole che rivestono lo stent • Ristenosi: occlusione dello stent • Stenosi: restringimento vasale per lo più dovuto ad aterosclerosi • Tessuto endoteliale: tessuto di rivestimento vasale direttamente a contatto con il sangue • Tessuto neointimale: Tessuto muscolare di ricrescita responsabile della ristesosi • Trombosi intrastent: evento acuto che causa la repentina chiusura dello stent • Zotarolimus: farmaco rilasciato dai DES con proprietà antiproliferatrice


Ottobre-Dicembre 2010

Sempre attivi per non pensare al muscolo cardiaco Approfittiamo di questo nuovo mezzo di comunicazione per fare alcune riflessioni sulle tante attività svolte, e su quelle che ci attendono fino alla fine di questo 2010. È bene stilare un bilancio degli appuntamenti appena trascorsi, che ci hanno permesso di rivederci, di incontrarci e di controllare lo stato di salute del nostro capriccioso organopompa. Subito dopo capodanno il nostro buon Dr. Circo ci ha convocati sabato 16 gennaio, organizzando la «Giornata del Cuore». Una mattinata impiegata per effettuare controlli di glicemia e colesterolo, ma anche per parlare di alimentazione sana e allo stesso tempo gustosa, che non irrita il palato con sapori inaccettabili e allo stesso tempo ci fa vivere bene. A Pasqua, invece, ci siamo ritrovati negli ampi saloni della Parrocchia «Santa Maria La Guardia», ospiti degli straordinari e generosi Padri Cappuccini, che ci hanno permesso di gustare la cena intitolata «Pasqua con il Cuore» sapientemente preparata nelle cucine della «Carmide» dagli ottimi chef. Ecco che arriva la primavera e con questa un nuovo appuntamento che stavolta, il Dr. Circo dedica alle donne con «La Giornata del Cuore delle Donne». Tutte le signore facenti capo all’Associazione, ma anche amiche e conoscenti, si sono radunate alla Carmide, per effettuare i controlli di routine, assistite dall’ottima equipe medica e dal sapiente personale sanitario. Ha concluso la riunione il Prof. Salvatore Mangiameli che dopo

i saluti della Baronessa Lidia Scammacca, ha illustrato i rischi cardiovascolari nelle donne. Sabato 17 aprile, in una bellissima giornata di sole, ci siamo recati a Piazza Armerina, per ammirare i mosaici e trascorrere ancora una volta, una giornata in compagnia e all’insegna della spensieratezza. Siamo già ad aprile inoltrato e ci attende una sana e salubre passeggiata sul lungomare catanese. A maggio, a partire da venerdì 14 alle 18:00, è iniziato il corso «Mangio Giusto, mi Muovo e sto Bene» presso i locali della «Carmide». Una serie di appuntamenti pomeridiani coordinati dal Dr. Circo che si sono svolti ogni venerdì alla stessa ora fino all’11 giugno. Durante questi incontri teorico–pratici si sono alternati vari relatori che hanno disquisito su argomenti riguardanti la cucina, il modo di cucinare, l’approccio del paziente con il mondo delle diete, ed infine non sono mancati interventi curati da psicologi professionisti, dietologi e cardiologi, tra cui la dottoressa Anna Corsaro, a cui ha fatto sempre seguito un dibattito fra gli intervenuti e i relatori. Domenica 30 maggio partecipammo a «Camminando

con il Cuore», un’occasione unica per una passeggiata, respirando gli odori del mare lungo il viale Andrea Doria fino a piazza Europa, per allenarci e per smaltire un po’ di grasso accumulato durante qualche nostra piccola distrazione a tavola. Ma il vulcanico Antonio Circo non si ferma, e con Padre Santino Salamone, parroco della chiesa «Resurrezione del Signore» a Librino, organizza un ambulatorio cardiologico per i residenti, con appuntamenti settimanali dalle 15:00 alle 17:00 di ogni mercoledì, mentre a partire da martedì primo giugno, si sono aggiunti altri due pomeriggi a settimana dedicati ai bambini, aventi per tema: «Prevenzione delle cardiopatie». Ad ottobre, ed esattamente sabato 16, degli specialisti ci parleranno del «Cuore del bambino obeso», un’importante tema che riguarda molti di noi, genitori e nonni di bambini in età infantile e adolescenziale. Un cartellone ricco di appuntamenti e di momenti conviviali che ci ha permesso e ci permetterà ancora una volta di stare assieme e di imparare cose nuove, molto utili per il nostro vivere quotidiano. SALVO VITALE

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Pigrizia fisica: pericolosa per il cuore-2 (Riepilogo Parte 1) L’attività fisica è estremamente importante per il recupero della buona funzionalità del cuore dopo un evento grave come l’infarto, l’applicazione di by-pass o comunque un intervento cardochirurgico. Grazie alla riabilitazione, infatti, oggi si può tornare a condurre una vita normale. Il cardiologo di reparto, sulla base delle problematiche emerse durante la fase di valutazione del paziente, prescrive il tipo, la durata e l’intensità della terapia fisica da effettuare. Viene quindi improntato un programma di attività fisica che rappresenta un percorso ottimale, durante e dopo il ricovero. La fisioterapia è eseguita sempre sotto l’attento controllo di personale qualificato e specializzato.

tà come resistenza per sviluppare la forza muscolare. La ginnastica calistenica prevede ripetizioni consecutive di un esercizio, in numero variabile a seconda dell’esercizio. Aumentando il numero delle ripetizioni, si può gradualmente migliorare la resistenza e la forza di un determinato gruppo muscolare. In questo lavoro è importante adottare il principio del «debole sovraccarico» che implica l’aumento di ripetizioni al proprio allenamento abituale allo scopo di renderlo un po’ più intenso, senza esagerare. Stretching

Cosa si ottiene ? - riduzione della FC a riposo sotto sforzo - riduzione della PA sistolica, diastolica, e media - miglioramento della tolleranza allo sforzo - innalzamento della soglia ischemica.

Stretching significa «allungamento» si tratta di esercizi che aiutano a mantenere l’elasticità e preparano gradualmente la muscolatura a essere utilizzata in maniera più vigorosa ed energica durante l’allenamento. Lo stretching dovrebbe rientrare sia nella fase di riscaldamento che in quella di raffreddamento di ogni sessione di attività fisica. Questa tecnica ha lo scopo di ridurre la tensione muscolare e la conseguente rigidità nel movimento; lo stretching risulta utile ad ottenere l’ampiezza del movimento, facilita in generale l’attività motoria e la coordinazione e previene gli infortuni da strappo muscolare. La respirazione deve essere coordinata al movimento, espirando durante lo sforzo e continuando poi a respirare normalmente: è bene cercare di rilassarsi con un ritmo di respiro lento e regolare. È importante utilizzare questa tecnica cercando di «ascoltare» la tensione muscolare ed evitando di arrivare ad avvertire dolore.

Ginnastica calistenica

Per riassumere:

La ginnastica calistenica permette di utilizzare il peso del proprio corpo e la forza di gravi-

L’Esercizio Fisico comprende i movimenti ripetitivi programmati e strutturati specificamente

Cyclette / Treadmill Che cos’è ? - lavoro aerobico: durata di 1030 minuti - protocollo: FC targhet in interval-training o endurancetraining - modalità: riscaldamento, training, defaticamento

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destinati al miglioramento della forma fisica e della salute. L’ esercizio fisico da solo si è dimostrato in grado di migliorare la performance fisica, la forza muscolare ed i sintomi di dispnea e angina. Per tale motivo l’esercizio fisico strutturato come intervento terapeutico è diventato una delle componenti fondamentali della Riabilitazione Cardiologica. Effetti dell’Esercizio Fisico .... a livello fisiologico ? Aumenta: - volume di gittata sistolica - flusso muscolare - soglia ischemica - estrazione periferica di O2 - capacità aerobica - capacità lavorativa totale Riduce: - tono adrenergico - FC PA riposo e sforzo submax - consumo O2 miocardico - produzione muscolare di acido lattico - acidi grassi - aggregabilità piastrinica - colesterolo - HDL .... a livello funzionale ? - ventilazione più efficace - aumento della mobilità articolare - miglioramento della coordinazione - miglioramento della tolleranza allo sforzo - aumento del consumo energetico - riduzione dell’ansia e della depressione L’Esercizio Fisico deve essere: - programmato - adeguato - aerobico - prudentemente somministrato - piacevole perchè... dovrà essere proseguito per tutta la vita.

NIDAL TOURKMANI

(2-Fine)


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Progetto «Amico cuore» a Librino È un progetto di prevenzione primaria e secondaria e di Educazione Sanitaria e Comportamentale nel campo delle malattie cardiovascolari dell’Ass. «Amici del Cuore». Verranno arruolati un numero da definire di cittadini appartenenti alla comunità di Librino e in particolare della Parrocchia «Resurrezione del Signore», in funzione del budget disponibile. Ogni persona verrà sottoposta a: 1. «Visita di avvio progetto» fatta da un cardiologo;

2. «Visita Cardiologica» ed elettrocardiogramma; 3. «Stratificazione clinica e prognostica»; 4. «Accertamenti Cardiologici e bioumorali» necessari (per es.: Ecocardiogramma, color – doppler, Ergometria – Holter: Monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24h); 5. Incontri con la famiglia per correggere abitudini alimentari e comportamentali (fumo – sedentarietà – sovrappeso). Piano Alimentare;

I nostri sponsor

6. Conferenze trimestrali su tecniche per smettere di fumare. Attività Fisica finalizzata, correzione dei principali fattori di rischio (diabete - obesità - dislipidemia etc); 7. Controlli periodici secondo «diagnosi clinica»; 8. Corso «Mangio giusto, mi Muovo e sto Bene»; 9. Visita finale (durata per il primo step: 12 mesi). Per ogni singolo soggetto arruolato si prevede la spesa di 500 €: • 250 € Accertamenti bioumorali e Cardiologici; • 100 € Rimborso spese per i cardiolocigi partecipanti (il Direttore del progetto non avrà diritto ad alcun compenso); • 150 € Modulistica – Spese di Segreteria – Spese Postali . Tutta l’attività ambulatoriale e didattica (incontri – conferenze – corso, etc) si terranno nei locali della Parrocchia «Resurrezione del Signore» messi a disposizione dal parroco Don Santino Salamone; tutti gli accertamenti bioumorali e cardiologici verranno effettuati presso la «Casa di Cura Carmide s.r.l. Villa l’Ulivo» – e sono regolati da un accordo scritto per la somma di € 250, per cui vengono garantiti gli accertamenti necessari esclusivamente per l’esecuzione del progetto (la prescrizione è affidata al responsabile del progetto Dott. Antonio Circo e a uno dei medici volontari da lui delegati). Alla fine del Iº step i dati verranno raccolti in una pubblicazione edita dall’Associazione Amici del Cuore e i dati essenziali verranno presentati in un congresso di rilevanza nazionale . A ogni soggetto arruolato verrà consegnato il libro «Amico Cuore» di educazione sanitaria e comportamentale e il DVD, «Gli esercizi del Cuore», contenente un programma di ginnastica calistenica.

Il Responsabile del Progetto Dott. Antonio Circo

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Rubrica

Dalla parte del paziente

Questa rubrica è aperta a tutti. Ogni socio che volesse collaborare è il benvenuto, nello spirito di questo foglio che, oltre ad essere un mezzo di divulgazione, si propone di invitarci all’osservanza di alcune elementari regole di vita per la salvaguardia della nostra salute.

Quando, un paio d’anni fa, mi ritrovai a letto con un malessere diffuso ed un senso di spossatezza, non avrei immaginato che fosse l’inizio di una nuova realtà e di una patologia che mi avrebbe portato a trascorrere in ospedale i successivi due mesi e avrebbe cambiato tutto il corso della mia vita. Ero tornato a Catania dopo un periodo di assenza durato 37 anni. Avevo fatto il napoletano, il barese, il romano e, per finire, anche l’americano. La Sicilia sembrava non dovesse più essere una meta plausibile dei miei numerosi spostamenti e cambi di domicilio. Invece, il richiamo delle origini, come capita spesso a chi entra nell’età matura (tanto per usare un comodo eufemismo) cominciò a farsi sentire prepotentemente insieme ad altri fattori personali che mi indussero a prendere la via di ‘casa’. Confesso che in questa decisione ebbe un peso non trascurabile la prospettiva di gustare di nuovo tutte le nostre prelibatezze culinarie, dolciarie e gelatiere, di cui sono sempre stato molto ghiotto. Questo discorso potrebbe sembrare irrilevante e, tutto sommato, abbastanza banale, se non fosse subentrata la patologia cardio-circolatoria ed il consiglio perentorio di tutti, medici in testa, a cambiare vita e ad iniziarne una di rinunce e morigeratezze. Per un peccatore, soprattutto di gola, come me, non fu cosa da poco. Ora il punto è proprio questo, e penso che dovrebbe interessare un po’ tutti: cambiare abitudini e tipo di vita. Dobbiamo imparare, naturalmente io per primo nel senso che

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non vuole assolutamente essere un consiglio diretto solo agli altri, a modificare il nostro modo di vivere, le nostre abitudini e le nostre priorità. Dobbiamo capire, ad esempio, che il pesce cotto nella salsa è sufficientemente buono evitando quindi di friggerlo, che si può benissimo cenare rinunciando al dessert con l’immancabile amaro o alle frequenti puntate nelle gustosissime gelaterie di cui la nostra Sicilia è tanto ricca e naturalmente, a ragione, orgogliosa di esserlo. I fumatori, se non riescono a

smettere (questo è uno dei pochi vizi che non ho) cerchino almeno di diminuire drasticamente la quantità di veleni inalati, ed i pigri (qui invece ci sono anch’io) cerchiamo di imparare a camminare tutti i giorni ed a fare un po’ di rampe di scale. Insomma mentre fingo di fare la predica in effetti me lo dico da solo e spero di essere nel novero di quelli che si vogliono un po’ di bene e, come dice il nostro impagabile dr. Circo, hanno deciso di «mangiare giusto, muoversi e stare bene» ! M. G.

Visto che ce l’ha ordinato il medico, perché non approfittare di un bicchiere di vino sia a pranzo che a cena ? Naturalmente non superiamo i 100 ml... secondo prescrizione medica !


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Rubrica

Luminari della medicina

a cura di Mario Guzzardi

Pochissimi uomini illustri, sconosciuti al grande pubblico, hanno avuto l’onore di essere ricordati su due giornali a diffusione nazionale come è accaduto al prof. L. Condorelli: Luigi Gedda lo ha commemorato a pochi mesi dalla morte nella terza pagina de L’Osservatore Romano del 28 giugno 1985 e Gaetano Afeltra sul Corriere della Sera del 15 settembre 1999, nel centenario della nascita, con un elzeviro a pagina 35. Ricorre quest’anno il 25esimo anniversario della scomparsa del prof. Luigi Condorelli, clinico e docente di altissimo livello che ha onorato l’Italia e Catania in particolare, con il suo impegno, la sua straordinaria professionalità, la sua dedizione alla medicina e alla cura dei malati e i suoi insegnamenti anche nel campo dell’etica professionale. Condorelli non è stato soltanto un clinico e un docente ma forse soprattutto un Maestro di vita per i suoi allievi e per i suoi figli (ne ha avuti dieci di cui sette ancora viventi). È nato a Roma il 28 maggio 1899 da padre catanese e madre calabrese. Il padre Mario, medico, era assistente di G. B. Grassi alla cattedra di Parassitologia Medica a «La Sapienza» di Roma. Luigi aveva un fratello maggiore di due anni, Orazio, giurista, docente universitario e Magnifico Rettore dell’Università di Catania dal 1937 al ’43 quando fu addirittura chiuso in campo di concentramento per le sue vive proteste all’indegno uso dell’Aula Magna fatto dalle truppe di occupazione. Orazio fu successivamente deputato alla Costituente (1946-48) e quindi Senatore della Repubblica. I due fratelli furono legatissimi per tutta la vita. Ma torniamo a Luigi che nel 1918 partì volontario per la I Guerra Mondiale, entrando nel novero dei «Ragazzi del ‘99» come fu definita l’ultima leva di quella guerra. Si laureò quindi in Medicina e Chirurgia nel 1922, libero docente di Chimica Fisiologica nel ’24, di Patologia Medica nel ’26, di Clinica Medica e Semiotica nel ’27. Ha insegnato Patologia Medica all’Università di Cagliari e di Bari, quindi titolare di Clinica Medica a Catania dal 1938 quando, solo per un anno, ebbe il piacere di diventare ‘collega’ del padre che insegnava Parassitologia Medica nella stessa facoltà. Nel ’51-’52 successe a Nicola Pende (1888-1970) nella cattedra di Patologia Medica dell’Università di Roma e 5 anni dopo fu chiamato a ricoprire la più prestigiosa cattedra di Clinica Medica della stessa Università, quando Cesare Frugoni (1881-1978) andò fuori ruolo. Luigi Condorelli aveva un forte senso mistico della vita. Morì a Roma lunedì 18 febbraio 1985, dopo avere previsto con molta lucidità l’approssimarsi della sua fine. Era vedovo da due anni e ne soffrì moltissimo.

Nell’ultimo periodo aveva anche subito l’amputazione di una gamba. Non era soltanto un eccellente Maestro della Medicina quale docente. Come scienziato egli ha dato anche dei contributi significativi alle ricerche sull’Ipertensione venosa attiva, sull’impiego dell’Acido nicotinico nelle Arteriopatie obliteranti e del Solfato di magnesio nelle Aritmie ipercinetiche. Preconizzò anche l’Angina pectoris vasospastica. Pubblicò quasi 300 lavori e fu presidente di numerosissimi sodalizi scientifici di livello nazionale e internazionale. Era un profondo conoscitore del latino e del greco ed era convinto che non si potesse essere buoni medici senza una solida preparazione umanistica. Fu quindi contrario all’ammissione agli studi di medicina dei giovani provenienti dagli istituti tecnici o magistrali e già all’inizio degli anni ’50 propugnava il numero chiuso che fu poi adottato in Italia con decenni di ritardo. Era molto severo ma anche affabile; aveva un forte senso dell’onore e non si stancava di insegnare che la cura dei pazienti non poteva limitarsi alla patologia fisica ma doveva abbracciarne tutta la personalità, non dimenticando l’attenzione alle ansie dei familiari. Il buon medico, sosteneva, deve curare il paziente come si curerebbe un amico. Deve stabilire con lui un rapporto di fiducia e quasi di amicizia per permettergli di aprirsi completamente con il suo medico e quindi di essere meglio aiutato a guarire. Sottolineava l’importanza di infondere fiducia nell’ammalato perché evidentemente l’ottimismo aiuta a vivere meglio ma anche a guarire più in fretta. In un congresso internazionale un oratore, accennando a Condorelli, per sottolineare il modo in cui egli si rapportava con gli ammalati, lo definì poco adatto… a misurare la pressione: gli ammalati si sentivano così sicuri e protetti quando erano nelle sue mani che la loro pressione si abbassava e quindi il dato veniva falsato dalla positività della sua presenza! Insomma Condorelli era il medico che vorremmo sempre avere al nostro fianco quando stiamo male. Speriamo che ancora oggi ci siano molti medici disposti a seguirne gli insegnamenti. MARIO GUZZARDI

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Fotografando qua e là

a cura di Grazia Coco

Catania nel Cuore

Trimestrale di informazione cardiologica Direttore: Antonio Circo Direttore responsabile Salvatore Vitale Comitato di redazione Antonio Circo, Mario Guzzardi, Francesco Turco, Salvatore Vitale Stampa: Tip. Francesco Lazzara Via Zurria, 46 - Catania Reg. Tribunale di Catania n.2/2010 del 05-02-2010 (Registro giornali e periodici) Editore: Ass. Amici del Cuore Onlus c/o Casa di Cura “Carmide” s.r.l. Villa L’Ulivo Via Feudogrande, 12 95126 Catania Presidente: Vito Cicchello Leanza e-mail: catania.nelcuore@virgilio.it Quote associative annuali: socio ordinario: € 20,00 socio sostenitore: € 35,00

Tutto il giorno sull’Etna sabato 11 Settembre 2010

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“Catania nel Cuore” è distribuito gratuitamente ai soci dell’associazione, agli Istituti di cardiologia, ai medici cardiologi, e a quanti si siano particolarmente distinti nella ricerca, nella prevenzione e nella cura delle patologie cardio-vascolari. Gli articoli, le lettere, e quant’altro, inviati per la pubblicazione, non vengono restituiti. Il comitato di redazione si riserva il diritto di modificare o eseguire piccoli interventi sui testi, per uniformarli alle norme redazionali o per esigenze d’impaginazione, ma anche per garantire consistenza stilistica e uniformità editoriale. I diritti su tutto ciò che viene pubblicato appartengono a Catania nel Cuore. Riguardo alle illustrazioni, la redazione avrà cura di ottenere la relativa autorizzazione degli aventi diritto. Le foto pubblicate sono pertanto acquisite con relativo assenso scritto o verbale all’utilizzo, o fornite direttamente dagli interessati; altre, senza indicazione di copyright, si intendono di pubblico dominio e pertanto utilizzate comunque senza fini di lucro. Nel caso che gli aventi diritto siano irreperibili, si resta a disposizione per regolare eventuali spettanze.


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