V.S. Gaudio □ Bianca deissi o azzurra

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V.S. Gaudio

Bianca deissi

o azzurra


V.S. Gaudio □ Bianca deissi o azzurra │Uh-Book 2015 © v.s.gaudio

I tre poemetti di Bianca deissi o azzurra sono stati pubblicati online nel 2014 da Uh Magazine

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Bianca deissi o è un cavallo bianco, la figura │Torino, 11 maggio 1978

Il poemetto è stato pubblicato per la prima volta in “Fermenti” nn.183184, Roma gennaio-febbraio 1987 □

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1. oppure metti che all’improvviso la figura entri in scena, cosÏ, bianca deissi, annida una stasi esistenziale diciamo che la luna in superficie ne boicotta i fantasmi

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2. oppure mettiamo che l’arrotondi l’ansia blastocistica di Ronald D. Laing, come una spugna o tondo capezzolo palla o sineddoche o globo che rotea

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3. in là il mare, l’oscurità, i gorghi della paura coriale la paura coriale contiene è suono del ventre acqua o suolo che non è placenta né albero

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4. qua la figura o è un cavallo bianco, la puledra del brivido che tocca terra dentro l’utero vortica è scatola è arca cigno o scrigno è blastula da cui il tatto sospende immagini sinestesia che annida radici, tronco e cordone nel grembo ove il vento tocca il seno del mare 7


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Se c’è oro o polvere o quest’estasi che nel crepuscolo │1 marzo 1985

Se c’è oro o polvere…è apparso per la prima volta in “Atti della 3^ Biennale di Alessandria”, Edizioni Amnesia, Alessandria 1986; vedi anche: “Prospettive Culturali”, anno XIII, n.n.2-3, aprile-settembre 1988, Società Editrice Napoletana, Napoli □

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1. la notte se è di ferro dentro l’universo o lo specchio che lo moltiplica e l’acqua che sa di fango

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2. se c’è oro o polvere tempo che disegna il ricordo l’ombra che la luce stringe

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3. o quest’estasi che nel crepuscolo illude e fa pieno l’istante non dirmi se il sole sa d’acqua

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4. una voce infinita, più docile è il mare che non è fuoco o sogno e nemmeno amore non c’è lampo che guizza e non morde

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5. misura o trama il lago all’alba sbianca sorprese e cava sillabe, artifici già cade l’autunno traccia storie non ha colori quando dorme la palpebra sigilla simulacri

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6. non c’è angoscia o sguardo la luce è tenera, tempo che se fruga non fa vago il mondo o se c’è terriccio sul ponte, l’ombra che con brio stende il giallo, seno fatto di tango

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7. o se suona il tempo afferra l’eco o vibra ciò che poi si ritrova l’ombra, l’episodio, la fiaba o amor che già ieri vago e rosso

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8. mi sciorini il senso, se fossi petto con grifi e lance azzurro che a nord o a sud cavalca nel vento ma sei sera quieto approdo o pianura che l’acqua ha e cieli di silenzio

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Se è letizia o tempo d’acqua │9, 10 gennaio 1986

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Se è letizia o tempo d’acqua è apparso per la prima volta in “Galleria”, anno XXXVII, n.1, Roma-Caltanissetta, gennaio-aprile 1987,Salvatore Sciascia editore; per il testo La letizia del tempo atteso, vedi anche: “Anterem” n.46,Verona I semestre 1993 □

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1. se è letizia e finge seduta tranquilla nel toccarla quanto pesa al tatto fianco a fianco o isola tempo che si ferma e sbuffa, nĂŠ va in mezzo unghia o suono acqua tenera d’ombra

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2. se spia nel fondo una notte cosĂŹ fibra del diavolo, deseo che brucia agli orli spezza secondi spruzza colori toccami

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3. nell’angolo così vago se piovesse acqua sui fianchi o bocca per amore inghiotti traccia punti, retina rovescia ombre scivola occhio, córicati

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4. balza goccia chiudi se un attimo è immobile sfilaccia emozioni carica sogni questa notte scalcia sul lastrico cavità o affanno cinghia, stringi sostieni soave grazia

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5. non salta nĂŠ sorride se va giĂš onda o crepuscolo piega senza fine o foglia

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6. peluza se palpo giuntura che si fa candore o nodo bocciolo di sentimento ombra del ventre o miele e anche solco in quel cantuccio in cui c’è il senno del tempo la grigia stagione la parete dell’ansia

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7. se sbianca breccia o catena o cielo da cui l’anima la mano mi tiene masticando gelo se potessi salire verticale e felice, di lato intanto strofina con terra e aria, soffia alita voglia, colmami

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8. se pende il sole non c’è una linea che tocchi il fondo o splende se al mattino palpita il silenzio o germoglia sottovento fischia e prende o porge filo canna, acqua o tierna carnecilla

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9. non passa l’ombra strappo del pendio zucchero dell’occhio, gamba o sorriso del fianco se rovesci lo schermo prodigio si fa la scena e di voglia in voglia il passaggio è trapezio o tuorlo o tamburo è febbre e ferve, e aspetta

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10. su, viaggia in dentro a salti allegri, tromba o tuono, giallo tunnel avanza, ritorna, brezza di sale accarezzami

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11. se l’acqua passa di notte azzurra il ponte esplora guizza in alto vento di polvere estremità di legno, specchio che ci rallegra con questa pioggia ora stiamo in un calice onda che va o viene si piega un altro tempo adesso non raggiunge il vertice il verde vissuto, perle di grandine 30


12. spalla di finta calma che medita o sogna tace o vigila se giunge dal mar non è bianca luce che brilla assopita perla o pupilla che dal sentier verso l’occhio ha nostalgia di sole scintilla flotta e balza tempo d’acqua, polpa e pomo lievito azzurro 31


o alba che trionfa se tenera ottiene la luce, voglia se grida e scalpita, se marcia e ride ombra di ritmo

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