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ADIGE PO newS Mensile di informazione del Consorzio di bonifica Adige Po

VISITA TRA I TESORI DELLA BONIFICA ESTRAZIONI DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZI INTERVENTI ANTI ALLAGAMENTI CANTIERI,LA PISTA CICLOPEDONALE SI RIFÀ IL LOOK, INTERVIENE IL CONSORZIO

Ottobre 2015


INDICE

VISITA TRA I TESORI DELLA BONIFICA Giornata altopolesana per i vertici del consorzio di bonifica Adige Po

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ESTRAZIONI DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZI I Consorzi di Bonifica Adige Po e Delta Po contrari alle estrazioni di idrocarburi sia in mare che in terra ferma

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INTERVENTI ANTI ALLAGAMENTI E’ stata una riunione intensa quella della Consulta delle frazioni di Saguedo Campomarzo e Barbuglio. Il Consorzio si occuperà degli interventi di sicurezza idraulica

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CANTIERI - LA CICLOPEDONALE DI VILLANOVA DEL GHEBBO SI RIFà IL LOOK. INTERVIENE IL CONSORZIO!

ANBI VENETO – MAIS, COLTURA ANBI - GIU’ LE MANI DAL PIANO IDROESIGENTE O SIMBOLO DI IDENTITÀ IRRIGUO NAZIONALE! E SICUREZZA ALIMENTARE

Hanno preso il via ieri i lavori di sbancamento del terriccio lungo il percorso ciclabile Adige-Po, nel tratto che porta i ciclisti verso Villanova del Ghebbo. Si tratta di un intervento del Consorzio di bonifica Adige Po richiesto dall’assessore all’Ambiente Lorenzo Valentini per la rimozione dei cumuli di terriccio.

Questo il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/dibattito presso la grande manifestazione universale EXPO MILANO 2015, lunedì 19 ottobre al Roof Garden di AgriEXPO, Palazzo Italia.

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La battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del settore primario

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VISITA TRA I TESORI DELLA BONIFICA Visentin: “Servono pressioni per evitare tagli

finanziari. Ruolo insostituibile per la comunità”

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Adige Po, assemblea fuori sede e visita alle opere in Altopolesine. Giornata altopolesana per i vertici del consorzio di bonifica Adige Po. Dopo la visita guidata in Bassopolesine prima dell’estate - , l’assemblea di fine settembre è infatti coincisa con una visita ad alcune opere dell’ente: accompagnati dal presidente Mauro Visentin e dal direttore generale Giancarlo Mantovani, i consiglieri hanno visitato tre diversi siti del comprensorio. Prima tappa la presa Bova in territorio di Badia Polesine da cui il gruppo ha poi proseguito in direzione dell’estremo lembo occidentale verso la presa di Passo Cavallotti in territorio di Melara, al confine con il veronese ed il mantovano. Tra la prima e la seconda location i consiglieri hanno potuto vedere anche lo stato di avanzamento dei lavori che stanno interessando da tempo il Cavo Maestro, uno dei canali più lunghi della bonifica polesana e che taglia l’intera provincia da ovest fino al Delta. Dopo una breve sosta al nuovo magazzino-ufficio di Calto, fiore all’occhiello del patrimonio immobiliare dell’Adige Po, la visita si è conclusa con il passaggio d’obbligo alla chiavica di Calto, autentico monumento di archeologia industriale con i suoi tre grandi bacini che regimentano il flusso idrico del Po. Prima di pranzo, all’agriturismo La Madonnina di Gaiba, fattoria didattica nota anche per il parco tematico Polesine in miniatura, assemblea seguita dal pranzo che ha chiuso quindi la giornata. Soddisfatto il presidente Visentin che ha commentato: “Una buona occasione per vedere da vicino come e dove il consorzio spende le sue risorse. A differenza di quello che qualcuno ritiene, enti come il nostro sono fondamentali per la battaglia quotidiana che da sempre in questo territorio si combatte per la sicurezza idraulica di cui con orgoglio rivendichiamo il ruolo di presidio e avamposto. Occorrono pressioni - ha proseguito - per evitare tagli ai finanziamenti, mantenere l’operatività e gli alti standard qualitativi che garantiamo e che hanno costi importanti come ad esempio per la corrente elettrica, necessaria per il funzionamento delle pompe idrauliche”. Un pensiero, questo, condiviso anche da Mantovani che si è associato: “Questo territorio ha peculiarità tutte sue che lo rendono unico ma non va dimenticato che i nostri consorzi non producono energia elettrica a differenza di altre realtà a noi vicine. In ogni caso il loro ruolo è prezioso e insostituibile per l’intera comunità e come tale va preservato”.

Il presidente del Consorzio di bonifica Adige Po Mauro Visentin

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ESTRAZIONE DI GAS O METANO: IL NO DEI CONSORZI Adige Po e Delta del Po mettono nero su bianco i problemi che causerebbero le trivellazioni

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Consorzio di bonifica Adige Po e Delta Po uniti sul tema delle trivellazioni, entrambi rappresentati dai rispettivi presidenti Mauro Visentin ed Adriano Tugnolo, “esprimono il proprio motivato parere negativo all’ipotesi di sfruttamento di giacimenti di metano sia in Adriatico che in terra ferma”. Il loro parere arriva dopo il consiglio di amministrazione fra i due enti in cui sono state evidenziate le diverse conseguenze: dai danni alla rete idraulica, all’impossibilità di scolo naturale, inofficiosità delle arginature, elevate filtrazioni da fiume e mare, accentuazione dell’ingresso del cuneo salino nel fiume fino all’erosione delle coste. Tra le premesse del documento c’è anche la contrarietà di fatto al decreto ministeriale chiamato “progetto di sviluppo alto Adriatico” per il quale il ministero all’Ambiente nel 1999 aveva vietato l’attività di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro le 12 miglia nautiche dalla linea di costa del tratto di mare compreso tra la foce del fiume Tagliamento e la foce del ramo di Goro del fiume Po, decreto con l’intento di evitare le conseguenze della subsidenza. Purtroppo la storia ha insegnato che nonostante nel 1963 le estrazioni di metano fossero definitivamente sospese le conseguenze del fenomeno con si fermano e fino al 1980 (17 anni dopo il fermo estrattivo) gli abbassamenti superano i 3 metri. Oltre a una “coda” della subsidenza del periodo 1983-2008, individuata dagli studi dell’università dei Padova, che ha raggiunto i 50 cm nella zona meridionale del delta del Po. E’ per questo che i due consorzi “invitano le istituzioni, le associazioni e tutti i cittadini a sostenere la propria contrarietà ad un progetto di sfruttamento che comporterebbe benefici economici a pochi imprenditori, ma andrebbe a minare la sicurezza idraulica dei territori in questione, aumentandone enormemente i costi di gestione e, in alcuni casi, col pericolo di dover abbandonare tali aree con le evidenti conseguenze sociali ed ambientali connesse”.

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INterventi anti allagamenti

Incontro della consulta per la sicurezza idraulica nelle frazioni di Saguedo Campomarzo e Barbugliori

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SI è parlato di interventi anti allagamenti nel corso della riunione della Consulta delle frazioni di Saguedo Campomarzo e Barbuglio, riunitasi per discutere alcuni argomenti che stanno particolarmente a cuore a chi abita in frazione. Primo, il tema degli allagamenti e delle azioni avviate sul territorio per contrastare questo fenomeno. “Dalla riunione è emerso che, dopo un momento di criticità iniziale, le operazioni per mantenere puliti fossi e scoli da parte dei privati sono state avviate con il supporto del Consorzio di Bonifica” fa sapere il presidente della Consulta


Stefano Pegoraro. “Inoltre, si è parlato di un progetto che riguarda Barbuglio e prevede la realizzazione, all’incrocio tra via Androna e via Righettine, di un sistema di griglie per convogliare l’acqua piovana e allontanarla dalle abitazioni che sono a rischio allagamento. I residenti delle vie interessate hanno chiesto un incontro con l’amministrazione, che cura il progetto, per poterlo visionare in via preventiva”.

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LA CICLOPEDONALE DI VILLANOVA DEL GHEBBO SI RIFà IL LOOK. INTERVIENE IL CONSORZIO! Gestione integrata discussa a Cà Vendramin

Il Consorzio ha dato risposta positiva alla nostra richiesta di mettere in ordine la pista e sta provvedendo a ripulire il tratto interessato, in tutto lungo qualche centinaia di metri

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Hanno preso il via ieri i lavori di sbancamento del terriccio lungo il percorso ciclabile Adige-Po, nel tratto che porta i ciclisti verso Villanova del Ghebbo. Si tratta di un intervento del Consorzio di bonifica Adige Po richiesto dall’assessore all’Ambiente Lorenzo Valentini per la rimozione dei cumuli di terriccio depositati durante i lavori di realizzazione della pista ciclabile, inaugurata nel maggio del 2013, e poi rimasti lì. «Il Consorzio ha dato risposta positiva alla nostra richiesta di mettere in ordine la pista e sta provvedendo a ripulire il tratto interessato, in tutto lungo qualche centinaia di metri», conferma l’assessore Valentini. I lavori di sistemazioni erano stati sollecitati da tempo. «Questo intervento non solo darà maggior decoro alla pista frequentata da ciclisti e pedoni, ma consentirà anche di valorizzare quel tratto del percorso ciclabile con alcuni interventi già in programma», aggiunge Valentini. Tra questi, prevista la piantumazione di nuovi alberi sia con lo scopo di aumentare la quantità di verde che produce ossigeno, sensibilizzando anche i cittadini sull’importanza della tutela dell’ambiente, sia per offrire a ciclisti e pedoni una piacevole zona d’ombra in cui sostare nel periodo estivo durante passeggiate e pedalate

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ANBI VENETO – MAIS, COLTURA IDROESIGENTE O SIMBOLO DI IDENTITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE La coltura del mais in Veneto è un simbolo che da sempre ne caratterizza l’identità culturale legata alle sue tradizioni. Nel tempo il mais ha contribuito ad alimentare le filiere più importanti della nostra Regione come quella zootecnica da carne e da latte, oltre a concorrere alla produzione di farina necessaria alla produzione dell’alimento simbolo della cucina veneta: la polenta. Se consideriamo il Veneto, la superficie coltivata a mais da granella risulta essere pari a circa 234.000 ettari, ovvero circa il 30% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) con Padova che si conferma la prima provincia per investimenti, seguita da Rovigo e Venezia. Il mais, pur rappresentando ancor oggi una grande risorsa economica per il nostro paese, viene considerata una coltura a forte consumo di acqua, cosiddetta idroesigente, e si trova al centro del dibattito internazionale sullo spreco di acqua da parte dell’agricoltura, dimenticandosi completamente che il mais, in Italia, alimenta filiere agroalimentari di pregio che vanno dai formaggi ai salumi, alle carni delle razze italiane. Inoltre, nell’ultimo decennio, il mais è stato sotto i riflettori per le battaglie sugli organismi geneticamente modificati.

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Questo il tema che ha trattato ANBI Veneto (Unione Regionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) nel corso di un incontro/dibattito presso la grande manifestazione universale EXPO MILANO 2015, lunedì 19 ottobre al Roof Garden di AgriEXPO, Palazzo Italia. Giuseppe Romano, Presidente ANBI Veneto: “Quindi, se vogliamo mantenere il legame fra le grandi produzioni agricole di base come il mais e i prodotti pregiati dell’alimentare italiano dobbiamo rovesciare questo paradigma a favore di un agricoltura che non consuma l’acqua ma la utilizza, la restituisce all’ambiente ricaricando le falde, la migliora qualitativamente e contribuisce a mantenere il paesaggio agrario e rurale che caratterizza il nostro territorio. Inoltre i nostri Consorzi stanno lavorando per rendere sempre più sostenibile l’utilizzo della risorsa idrica, attraverso investimenti nel migliorare la distribuzione e i tecnologie avanzate come la piattaforma di IRRIFRAME, che attraverso un consiglio irriguo informatizzato all’agricoltore permette di risparmiare circa il 25/30 % della acqua irrigua” “Se l’agricoltura italiana – conclude Romano – fosse chiamata ad abbandonare o comunque a ridurre la presenza delle colture più idroesigenti, quindi anche il mais, al fine di preservare la risorsa idrica come indicato anche dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60, la filiera agroalimentare zootecnica subirebbe gravissimi danni economici spingendo gli operatori del mercato ad avviare un pericoloso processo di delocalizzazione che riguarderebbe in un primo tempo l’approvvigionamento delle materie prime per alimentare gli allevamenti zootecnici da paesi esteri e in secondo tempo, analogamente a quanto avvenuto in altri ambiti produttivi, il trasferimento delle fasi di lavorazione e trasformazione nei Paesi di produzione delle stesse materie prime.”


VINCENZI: “GIU’ LE MANI DAL PIANO IRRIGUO NAZIONALE! “ “Accogliendo l’invito di Paolo De Castro, già ministro dell’agricoltura ed oggi europarlamentare, organizzeremo nelle prossime settimane un’iniziativa al Parlamento Europeo per illustrare il ruolo fondamentale, che ha l’irrigazione per l’agricoltura mediterranea. In questo contiamo di avere alleata la Spagna, ma anche la Francia, il Portogallo e Malta.” L’annuncio arriva da Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), intervenuto al convegno “Mais, coltura idroesigente o simbolo di identità e sicurezza alimentare”, organizzato da ANBI Veneto ad Expo Milano. “L’iniziativa in sede comunitaria – prosegue il presidente ANBI – proseguirà la nostra battaglia di sensibilizzazione per affermare la cultura dell’agricoltura irrigua, che deve anche permeare il nostro Paese, consci che la disponibilità d’acqua triplica il valore della produzione del settore primario senza contare che l’84% del made in Italy agroalimentare, che vale 35 miliardi euro, è frutto della disponibilità idrica. Contestualmente stiamo dimostrando come, in Italia, l’irrigazione, grazie all’uso plurimo della risorsa, usi e non consumi la risorsa, ottimizzandone l’uso grazie a tecniche innovative come il sistema esperto Irriframe, esempio della ricerca applicata dei Consorzi di bonifica. Ciò nonostante, notiamo che negli ultimi tempi stanno crescendo rinnovati interessi attorno alla gestione dei 300 milioni residui del Piano Irriguo Nazionale; diciamo chiaramente no al riemergere di enti che, a differenza dei Consorzi di bonifica, sono stati esempi di amministrazioni non efficienti e poco trasparenti. Dall’Expo di Milano – conclude Vincenzi – usciamo con la consapevolezza del nostro ruolo, giocato anche a livello internazionale grazie al contributo in favore dell’agricoltura irrigua, quindi italiana, dato ai tavoli di discussione per la stesura della Carta di Milano.”

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