L'ora Panda#3

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Mi sono messa in ginocchio nell’angolo, e sentivo che gli altri bambini chiedevano, perché? La sinistra è la mano del diavolo, ha detto, e tutti mi arrampicavano la schiena con gli occhi per cercarne le tracce, qualcosa di rosso, qualcosa di duro, qualcosa di appuntito. Tra le mie lenzuola solo i pirati e io dalla testa ai piedi, fin sopra i capelli, nessuno mi deve potere toccare per sbaglio o per voglia se dormo, da sveglia o nel sogno. Il diavolo stava dentro al muro, aleggiava come una diapositiva proiettata trafiggendomi di luce. Il braccio era scoperto e lui l’ha preso, l’ha tirato, vieni, vieni dentro al muro, mi stringeva molto forte, mi scaldava con il fuoco nell’astuto tentativo di portarmi a rinunciare a un altro pezzo di coperta. All’intervallo ho schiacciato le formiche. Gianluca mi ha chiesto, cosa fai? Le sto addormentando. Posso aiutarti? Certo. Corro intorno a mia madre che sta preparando la cena. Stai seduta, fai la brava, mi dice. Posso aiutarti? Le chiedo, prendo un coltello. Lascia stare, non hai niente da fare? Mi chiede. No. E allora fammi un disegno, mi dice, si asciuga le mani nel grembiule e strappa un foglio, me lo porge. Posso scriverti invece una poesia? Ascolto la mezzaluna segare i sedani sul tagliere di legno. Stasera si mangia il minestrone.

Chiara Reali


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