Vado, Tokyo e torno

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trasporti. Sì, il buttadentro, proprio come a Napoli, solo che non canta ’O surdato ’nnammurato. Un parallelismo che fa sorridere. Appena si incrociano i suoi occhi non si ha scampo: si viene investiti da una serie di sorrisi e di inchini che, con la loro forza incantatrice, ti trascinano inevitabilmente all’interno del locale. Chi invece ha poco tempo e un cuore abbastanza impermeabile da resistere alle moine degli acchiappaclienti, può sempre munirsi del bentô, il pasto confezionato degli studenti, acquistabile con facilità nei convenience stores come Family Mart o Seven & Eleven. Di buona qualità e di diversi tipi, resi da altrettante combinazioni di vivande, vi possono anche essere riscaldati nel forno a microonde dai commessi pronti poi a servirveli in bustine infiocchettate a dovere: la già sottolineata attenzione dei giapponesi per la forma, di cui poi verranno analizzate le radici, li porta a confezionare a dovere ogni cosa. Se vi capiterà di comprare una scatola di biscotti vi accorgerete che, all’interno del pacco, ogni singolo pezzo è a sua volta impacchettato, aspetto con cui dovrete fare i conti se la mattina vorrete fare colazione all’italiana a casa col cappuccino, attenti a non inzuppare nel latte un involucro di plastica. Discorso a parte meritano i dolci, che per la nostra concezione sono tutto fuorché tali. Basti pensare che l’ingrediente più usato nella loro preparazione è una marmellata di fagioli rossi, gli azuki. Anche i takoyaki, palline cotte alla griglia ripiene di una crema dolce, nel loro cuore racchiudono un pezzo di polipo. Proprio per questo si possono trovare molte pasticcerie francesi, preposte a soddisfare le voglie ad alto tasso di glicidi, le quali però non possono competere con le bancarelle che costeggiano i viali che portano ai templi. Coloratissime e decisamente folk, possono fare la gioia di ogni appassionato di manga e anime, che sperimenta davvero la sensazione di trovarsi all’interno di una delle storie che in patria si svolgono in una realtà del tutto quotidiana. Niente esagerazioni. Ci si accorge divertiti di come gli eroi della finzione si riempiano la pancia proprio con le stesse leccornìe che gustano abitualmente i loro lettori e/o telespettatori dagli occhi a mandorla, dai menzionati takoyaki alle patate dolci arrostite. Sarebbe come se una bambina da una qualche parte del mondo visitasse Loreto a Carnevale implorando sua madre di comprarle la cicerchiata, il dolce preferito di Stella delle Winx. 26

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