A pedi a Roma

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Clara Coppini

Diario di viaggio lungo la Via Francigena

Massimo Dalla Torre


Clara Coppini

Massimo Dalla Torre

Diario di viaggio lungo la Via Francigena



Nell’estate del duemilacinque, Massimo Dalla Torre e Clara Coppini sono partiti dal Montgenèvre per raggiungere a piedi Roma e la basilica di San Pietro seguendo la Via Francigena. Durante il lungo cammino hanno annotato i fatti quotidiani vissuti, tracciato la carta della strada percorsa e realizzato dei veloci schizzi ad acquarello che fissano molti dei luoghi attraversati. Massimo e Clara, marito e moglie, sono architetti con la propensione a esprimere le loro sensazioni attraverso il tratto grafico. Hanno raccontato il loro itinerario per Roma con immagini leggere, nell’atmosfera impagabile che si può cogliere solo vivendo. Insieme, l’uno accanto all’altra, hanno disegnato su piccoli fogli architetture e paesaggi con semplicità di sguardo e sensibilità.

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Giovedì 4 agosto

da Vercelli a Mortara

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Ci svegliamo presto; anche se abbiamo dormito su una pedana di legno (un po’ meglio che per terra), e quindi sul duro, avremmo voluto riposare più a lungo. 6 ore di sonno contro 18 ore di attività intensa sono troppo poche. Camminiamo per i primi 8-10 chilometri fino a Palestro senza fermarci, sulla statale percorsa anche da diversi mezzi pesanti. Poi facciamo colazione. Sostiamo di nuovo a Robbio e beviamo e mangiamo ancora. Oggi non abbiamo programmato dove fermarci per la notte. Abbiamo iniziato a camminare già affaticati dal giorno prima e con i dolori ai piedi; siamo indecisi tra fermarci a Robbio o aggiungere altri 15 chilometri per arrivare a Mortara. L’incertezza persiste anche dopo la scelta di proseguire: siamo disposti anche a fermarci in minuscoli paesini purché siano prima di Mortara che ci sembra così


Vercelli. Duomo di Sant’Eusebio

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lontana. Ma non trovando nessuna sistemazione, con fatica siamo costretti a tenere duro. Non sapendo dove dormire proviamo a contattare gli scout, come consigliato dalla guida, ma nessuno risponde. Consideriamo di andare in albergo ma prima cerchiamo il duomo e ci informiamo su dove possiamo trovare accoglienza. Siamo stanchi. Veniamo a conoscenza alla casa madre delle suore missionarie (che fino allo scorso anno si occupavano di accogliere i pellegrini) che la struttura da raggiungere è l’abbazia di Sant’Albino. Non è lontana, ci viene detto, ma camminiamo per più di un chilometro (tanto ne abbiamo solo 30 nelle gambe!). Finalmente arriviamo, aspettiamo il custode per entrare, entriamo. Il custode si chiama Tino: in poco tempo sistema le brandine, cucina, ci mette a tavola. Poi arriva padre Nunzio con il timbro (per adesso il più bello). È un uomo vigoroso, forte, deciso, che crede molto nella ripresa del pellegrinaggio romeo. Parliamo un poco con lui e poi, sfiniti, andiamo a dormire.

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Venerdì 5 agosto

da Mortara a Garlasco

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Stamattina restiamo a letto un po’ di più, il luogo è accogliente e di alzarci e iniziare il cammino quotidiano subito, non ne abbiamo voglia. Preparati gli zaini e raccolte tutte le nostre cose, usciamo per fare un disegno dell’abbazia. Iniziamo quindi a camminare verso le 9.30. Tentiamo di prendere il sentiero dei campi ma troppo presto ci troviamo nuovamente sulla statale. Camminando al lato della strada trafficata raggiungiamo in breve Casoni di Sant’Albino. Speravamo di acquistare l’occorrente per un’abbondante colazione ma in zona non vi è nessun negozio di alimentari. Più avanti consumiamo quello che avevamo del giorno prima e due pesche donateci da una venditrice di frutta. La tappa successiva la facciamo a Tromello dove arriviamo appena in tempo prima della chiusura degli alimentari.


Garlasco. Santuario della Madonna della Bozzola

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