Santi Faustino e Giovita

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loro intimò la ferale sentenza. A quest’annunzio Faustino e Giovita innalzarono un cantico di grazie al Signore e s’incamminarono lieti e festevoli alla prigione, ove passarono la notte vegliando e pregando. Al mattino seguente fatti uscir di città per la porta Matolfa, furono condotti con altri cristiani, fra cui si crede fosse Sant’Afra, sulla via che conduceva a Cremona, luogo destinato al supplizio. Ivi inginocchiati colle mani innalzate al cielo, fecero oblazione di se stessi al Signore, pregandolo aggradisse il loro sacrificio come ostia di propiziazione, sì che la loro morte fosse feconda di vita spirituale alla cara loro Brescia. E simili a Colui che perdonando spirava, pregarono pei loro persecutori, raccomandarono agli astanti di sostenerli con fervide preghiere e, mentre la loro anima già assorta in Dio pregustava un saggio della celeste beatitudine, la spada del carnefice li decollò il 15 febbraio.

LXXXVIII

Tosto, per esortazione del santo vescovo Apollonio, le loro sacre spoglie furono raccolte ed onorevolmente sepolte nel cimitero di S. Latino, accompagnate da lunga fila di cristiani, che, inconsolabili, piangevano tanta perdita. Sull’antica porta Matolfa, dalla quale usciva la via che anticamente metteva a Cremona, fu posta sulla fine del secolo XV, una grande lapide portante effigiati a bassorilievo i Santi Martiri Faustino e Giovita, in costume l’uno di sacerdote e l’altro di diacono, e dietro essi Sant’Afra, ed a lato due militi giustizieri e sottovi incisa quest’epigrafe: INTRA HVIVS VIAE BRIX. LOCUM VBI PORTA CREMONENSIS HABEBATVR GLORIOSI CHRISTI MARTYRES FAVSTINUS ET IOVITA MARTYRII PALMAM AD FURCAM CANIS OBTRVNCA TIONE CAPITIS SVMPSERVNT SVI CIVES TANTAE FIDEl TESTIMONIO POSVERE HAEC ANNO CXLVI SUB ADRIANO IMP. CELEBRATVR


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