Nautilus viaggio al centro della salute - n°3 Luglio/Settembre Suppl.

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Nautilu Viaggio al Centro della Salute

PREVENZIONE DELLA SINDROME DA RIVASCOLARIZZAZIONE CON WASHOUT DELL'ARTO ISCHEMICO E RECUPERO VENOSO ERITROCITARIO INTRAOPERATORIO NEL TRATTAMENTO DELLE ISCHEMIE ACUTE DEGLI ARTI INFERIORI Brunetto D, Catalfamo R, Mattace Raso V, Valente G, Cavarra G S.C. di Chirurgia Vascolare, Az. Ospedale Piemonte, Messina

INTRODUZIONE. Obiettivo di questo studio preliminare è la valutazione dell'efficacia e della sicurezza del lavaggio dell'arto ischemico e recupero eritrocitario intraoperatorio per ridurre il rischio della sindrome metabolica mionefropatica (conosciuta come sindrome da rivascolarizzazione) dopo embolectomia in pazienti con ischemia acuta degli arti inferiori. L'embolectomia tardiva è considerata una procedura ad alto rischio di vita per il rilascio di metabolici tossici, come la mioglobina, il potassio e i radicali acidi provenienti dall'arto ischemico dopo la rivascolarizza-zione. Emodialisi e ultrafiltrazione non sono in grado di rimuovere la mioglobina dal sangue del paziente poiché questa molecola è troppo grande rispetto alla porosità dei filtri dialitici, per cui l'incidenza di oligo-anuria in questi pazienti può essere molto alta. PAZIENTI E METODI. Negli ultimi due anni 5 pazienti con ischemia severa degli arti inferiori sono stati sottoposti ad embolectomia tardiva degli arti inferiori con catetere di Fogarty. In un caso l'ischemia era bilaterale. Tutti mostravano una fibrillazione atriale e tutti erano giunti alla nostra osservazione tra le 24 e le 48 ore dopo l'insorgenza dell'evento embolico. In tutti i casi abbiamo eseguito una embolectomia tradizionale seguita da lavaggio dell'arto ischemico prelevando lentamente circa un litro di sangue dalla vena femorale comune subito dopo il ripristino del flusso arterioso. A questo punto il sangue venoso è stato processato con autotrasfusore rapido intraoperatorio (Electa Dideco) e rinfusa la sola quota eritrocitaria, trattenendo così la mioglobina, il potassio ed ogni altro metabolita tossico, conosciuto o meno, proveniente dalla massa ischemica riperfusa. RISULTATI. Abbiamo eseguito il primo prelievo intraoperatorio di sangue dalla vena femorale all'inizio della procedura e il successivo a fine procedura. Ulteriori prelievi sono stati eseguiti ogni 12, 24 e 48 ore dal sangue periferico. Nel prelievo dopo 12 ore i livelli di mioglobina serica erano ridotti quasi del 50% e dopo due giorni erano praticamente normali. Nei quattro pazienti con ischemia monolaterale i livelli di potassio e la funzione renale a 48 ore erano praticamente normali e non si è apprezzata alcuna significativa acidosi. I parametri emocromocitometrici si sono mantenuti nella norma e nessuna emotrasfusione si è resa necessaria. La paziente con ischemia bilaterale è deceduta dopo 12 ore circa dall'intervento con una severa tachi-aritmia ma con livelli di potassio accettabili (5,2).

CONCLUSIONI. Il lavaggio dell'arto ischemico con recupero eritrocitario venoso intraoperatorio appare una metodica sicura ed efficace nella prevenzione della iperkaliemia e nella rimozione della mioglobina libera e di eventuali altre sostanze patogene sconosciute, provenienti dall'arto ischemico rivascolarizzato.

Anno II - Supplemento del N. 3 - Speciale SIAPAV 2008

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