Primarie flop

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Diario

| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 7 Marzo 2016

I NUMERI

L’EX MINISTRO DALEMIANO

La stampa tifosa passa dal boom al fallimento

Bray pronto alla corsa “Odio gli indifferenti”

L’EGEMONIA del neoconformismo renziano attecchisce sempre più nei mezzi d’informazione. Tardo pomeriggio di ieri: l’Ansa, principale agenzia di stampa nel nostro Paese, annuncia un servizio sulle primarie della Capitale dal titolo: “In fila ai seggi, sfida Giachetti-Morassut”. Il sito di Repubblica Roma avvampa di entusiasmo e sforna dati bulgari di partecipazione, propagandati dai renziani. A sera inoltrata la correzione, sempre dall’Ansa: “Affluenza bassa a Roma”. A volte bisogna arrendersi all’evidenza.

MASSIMO BRAY è a un passo dal candidarsi al Campidoglio. Nelle prossime 48 ore l’ex ministro a Beni Culturali, dalemiano, dovrebbe presentarsi da candidato civico, in rappresentanza di liste civiche e di un pezzo della sinistra. Ieri su Facebook ha postato un passo di Antonio Gramsci: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita(..)”. Pare il preavviso di una candidatura.

IL CROLLO Ai gazebo del centrosinistra per il Comune solo 50 mila votanti, la metà del 2013. Ma per alcuni sono poco sopra i 40 mila

Roma, primarie flop Giachetti vince nel vuoto la. Ma probabilmente è andata perfino peggio. Perché le priltro che festa della de- me stime ieri sera parlavano di m o c r a z i a , è s t a t a 43mila persone, proprio come guerra di verità oppo- diffuso dai sostenitori di Masste: sui numeri. Fatta simo Bray, dalemiano doc a un di cifre, foto e racconti incro- passo dalla candidatura per il ciati. Ma alla fine a Roma han- Campidoglio. Di certo spiccano vinto in due, il renziano no dati come quello di Ostia, Giachetti e il generale flop. Le dove alle 18 avevano votato in primarie di centrosinistra 1403, a fronte dei 5mila del nella capitale, le 2013. E suonano più attese, hanno il come giustificaprofilo del fallite le preoccupamento. Diverso da zione del miniquello di Napoli, Niente Marino stro renziano dove è andata be- L’ex sindaco Graziano Delne. La Roma dirio che già in sturbata da piog- diserta: “Non ho mattinata su gia e grandine ha votato, lavoro S k y t g 2 4 a msnobbato i gazebo metteva: “La con sei candidati al libro”. Alle urne bassa affluenza ma due soli veri anche D’Alema mi preoccupa”. concorrenti, i dem Roberto Giachetti e Scalfari E POI CI SONO le parole e le ime Roberto Morasmagini dai gazesut. Ha stravinto il favorito, Giachetti: per lui bo. Ci sono i sussurri di una siquasi il 70 per cento. Attorno gnora sulla circonvallazione alle 23, il segretario del Pd del Ostiense (Roma Sud): “Poca Lazio Fabio Melilli parla di gente, delle primarie non lo sa“un ’affluenza pari a circa peva quasi nessuno”. È mez50mila votanti”. Metà di quel- zogiorno, il gazebo è davanti a li che nel 2013 scelsero Igna- una chiesa. Ma altrove va pegzio Marino come candidato gio. In un paio di seggi sulla sindaco. La cautissima soglia Portuense i militanti chiacdi sopravvivenza nelle stime cherano, indisturbati. In piazdem era proprio a quota 50mi- za Vittorio, nel cuore della » LUCA DE CAROLIS

A

INUMERI

102.000 Nell’aprile 2013 in tanti votarono ai 223 seggi allestiti a Roma per le candidature al Comune: vinse Ignazio Marino

135.000 Sono i votanti nella sola Roma che si recarono ai gazebo per la sfida Bersani-Renzi del dicembre 2013

50.000

I votanti registrati dal Pd nella Capitale nella giornata di ieri, è il dato peggiore dall’inizio della storia delle primarie

Chinatown romana, è quasi il deserto. Idem a San Lorenzo. C’è movimento in centro, nella sede di via dei Giubbonari. Un accenno di coda in un seggio a Testaccio. Ma di file vere neanche l’ombra. Pochi minorenni (si poteva votare dai 16 anni in su). E pochi stranieri. Al I Municipio (centro) si erano pre-registrati per andare ai gazebo appena in 50. E loro, i militanti, con lo sguardo all’insù: “Speriamo non piova”. Alla fine piove, tanto, ed è una bella grana. Ma mica l’unica. Giachetti va a votare a Monteverde. Ma il gazebo non è dentro il circolo di via Donna Olimpia, avverso a Orfini. Il commissario lo ha spostato pochi metri più avanti, forse come sanzione. E i “ribelli”per protesta offrono la colazione a tutti, con l’ex segretario romano, il deputato Marco Miccoli, a fare gli onori di casa. Giachetti se ne va in scooter, assediato pure dalle Iene. Il veltroniano Morassut incassa il voto di Eugenio Scalfari. E in serata duella sui numeri con il comitato organizzatore. Il responsabile Giancarlo D’Alessandro parla di “35-40mila votanti stimati alle 18.30”. Il comitato Morassut racconta di 30mila ai gazebo fino alle 17. E rimarca: “Dato

Spoglio al buio nei gazebo. Foto twittata dal senatore Stefano Esposito

non soddisfacente”. Spunta il sorriso sulfureo di Massimo D’Alema, davanti al suo seggio. Non ride invece Marino: “Non sono andato a votare, sto lavorando al mio libro”. Su Facebook abbondano foto di seggi semi-vuoti, dal centro alle periferie. Molti li posta il gruppo per “Braysindaco, Massimo facce innamora”. “Ragazzi dell’associazionismo” spiegano. Girano per tutto il giorno a controllare i dati “come si fa-

ceva nel Pci”. E alle 22 diffondono numeri da tregenda: “Il risultato reale è tra i 38.500 e i 43mila votanti, dite la verità”. Poco dopo, il Pd parla di 50mila. Comunque poco, comunque un problema. Innanzitutto per Orfini, sotto continuo assedio in un partito lacerato. “Alle 9,30 già più votanti di quelli per le comunarie del M5s” rivendicava ieri. Chissà se basterà. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gianfranco Pasquino Il politologo: “Il presidente nazionale non capisco che ci stia a fare ancora là”

L’INTERVISTA

“Sconfitti Orfini e un partito romano sconquassato” tecipare. Più che un atto di fede è ancora un tentativo di cercare di influenzare in qualche modo le scelte del partito.

» GIAMPIERO CALAPÀ

I

l Pd è sconquassato, il limite non è nelle primarie ma nei democratici e nelle condizioni specifiche del partito romano”. Il politologo Gianfranco Pasquino individua anche un colpevole con nome e cognome: “Non capisco che ci stia a fare Matteo Orfini, non capisco perché il presidente dell’assemblea nazionale sia a capo del partito romano”.

Gianfranco Pasquino LaPresse

Dal punto di vista numerico sono il segno di un declino evidente. Bisogna rilevare che questa consultazione avviene, però, bella fase più bassa

per il Pd romano, dove il fondo è stato toccato ampiamente. Il Pd non può cantare vittoria, ma deve rallegrarsi del fatto che ci sia ancora gente che, giustamente direi, pensa sia ancora giusto par-

Le primarie a Roma questa volta non sono state un grande successo?

Un po’meglio è andata a Napoli...

Sì è un buon risultato.

Forse perché lo scontro è stato vero, mentre a Roma non solo non hanno litigato, ma non si capivano le differenze...

Non volevano litigare a Roma, rappresentavano fazioni di un partito debole, fragilissimo, e hanno scelto di presidiare le proprie nicchie senza scuotere nulla, ma se non infiammi il dibattito l’interesse non si accende.

E ora, come previsto, tocca a Roberto Giachetti.

Bisogna vedere se adesso la sinistra del partito ingoia anche questo rospo o si sposta su altro... Massimo Bray, citando Gramsci, ieri ha quasi fatto capire di essere già in campo.

possibilità l’ex ministro, perché oltre alla militanza di sinistra avrebbe larghe fette di apparato dello stesso Pd dalla sua parte. Non dimentichiamo che è molto vicino a Massimo D’Alema. Se a sinistra Lei che è un

Se si candida arriva davvero esperto di Bray e ha tutta una candidatura primarie, la sinistra dalla forse non forte come quella sua parte, se funzionano Stefano Fassi- di Bray allora sono più? na rinuncia per Non direi proguai seri per i dem capirci, le cose prio, il limite si complicano non è nelle primarie, ma per il Partito democratico. C’è una cam- in un Partito democratico pagna elettorale da vivere sconquassato, soprattutto a ma potrebbe avere qualche Roma, dove non riesco a ve-

dere grande rinnovamento nell’azione del commissario Matteo Orfini, che è anche il presidente nazionale del partito, cosa già di per sè stravagante. È lui il colpevole?

Non capisco perché Orfini sia il capo del partito romano, non capisco che ci faccia ancora là.

Qualche consiglio per future primarie?

È una buona idea quella di far votare i sedicenni, ma oltre a farli votare regalerei loro una copia della Costituzione italiana. E va bene anche far votare gli immigrati, ma bisognerebbe migliorare la legge per farli diventare cittadini italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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