Preti pedofili

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| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 21 Settembre 2015

Storia di copertina

I peccati della Chiesa

A

» FERRUCCIO SANSA Inviato ad Albenga

desso devo dire messa”, don Renato parla da dietro una grata della chiesa affacciata sul porto di Pietra Ligure. Scusi padre, ma la sua condanna? “È una cosa da niente ”. Tre mesi, ma il reato… “Non ricordo bene, istigazione alla prostituzione... minorile”. Lei ha patteggiato: “Certo, conosciamo la giustizia, non potevo mica aspettare dieci anni una sentenza”. E l’accusa? “Roba da niente, come una sberla a un vigile”. I FATTI Chissà che cosa ne diranno i Nella diocesi vigili. Ma che cosa succedeva ligure, infatti, davvero? “Erano incontri tra ci sono preti amici”. Ma c’erano minori? indagati e “Praticamente no”. Sul viso condannati nessuna espressione. per pedofilia, Diocesi di Albenga, refusacerdoti che gium peccatorum? Alla fine se scappano con n’è accorto il Vaticano. Papa la cassetta Bergoglio ha preso una decidelle offerte, sione clamorosa: ha di fatto posano nudi commissariato il vescovo Masu facebook, rio Olivieri. A gennaio ha corteggiano mandato un uomo di sua fidule fedeli in cia, Guglielmo Borghetti. chiesa, fanno Davvero troppi scandali. Sai barman in cerdoti condannati per pedolocali notturni filia, per aver fatto pressioni sulle famiglie che volevano Niente denunciare, ma anche sotto dimissioni processo per reati comuni coOlivieri si è me il saccheggio della bibliosempre teca storica dei Girolimini di rifiutato di Napoli. Sono tutti qui. Dicono lasciare la messa come se niente fosse. diocesi e a Continuano a essere in conquel punto il tatto con i parrocchiani di tutpapa lo ha te le età. Anche bambini. commissariato Chissà se è bastata la mano di ferro del Papa. Nell’ultima Espulsi settimana altri due scandali: seminaristi un ragazzo sudamericano che Il vicario arriva dall’Uruguay per demandato a nunciare le molestie che afar pulizia ha vrebbe subito da un missionagià espulso rio oggi parroco e dirigente dal della Caritas di Albenga. Infiseminario ne don Angelo, parroco della cinque frazione di Onzo, che, alla facaspiranti cia degli inviti del Santo Padre, avrebbe detto: “Brucio la sacerdoti: canonica piuttosto che darla “Avevano ai migranti” (frase che il sauna fede cerdote smentisce). debole” MA CHE COSA succede ad Al-

benga? Siamo nella Riviera di Ponente, a due passi da Alassio appena svuotata dei turisti. In una cittadina con un centro storico tanto bello quanto sconosciuto: i vicoli su cui si affacciano vecchie botteghe con i loro sapori, i colori; le torri antiche di mattoni rossi, le due chiese di marmo e ardesia, una accanto all’altra. Una cittadina tanto bella quanto appartata. Alla fine dimenticata. Il luogo ideale, verrebbe da pensare leggendo le cronache, perché vi mettano radici intenti non sempre confessabili. Ecco allora la politica: qui si sono incontrati a lungo gli interessi del centrosinistra e del centro-

destra scajoliano che intorno al borgo hanno cementificato ogni centimetro. Che hanno trasformato una piana dove basta gettare un seme perché cresca nella periferia di una metropoli: rotonde, centri commerciali, addirittura volevano costruire dei grattacieli (riuscì a bloccarli Antonio Ricci, originario di qui, con una campagna di Striscia la Notizia). Intanto la ‘ndrangheta ha messo radici profonde.

Due vescovi Monsignor Mario Olivieri durante una processione assieme a Guglielmo Borghetti, una sorta di commissario mandato ad Albenga dal Papa

Albenga, il buon ritiro dei preti pedofili

Ansa

E POI GLI SCANDALI della Cu-

ria che ha i suoi uffici proprio ai piedi delle torri. Così la storia di una cittadina dimenticata è arrivata fino sulla scrivania del Pontefice. Era già successo con papa Ratzinger che aveva fermato la stella nascente del vescovo Mario Olivieri (qui dal 1990). Ma non è bastato, è dovuto intervenire Bergoglio. La pianta, però, continua a produrre frutti. Gli scandali non si fermano mai. Prima c’era stato don Luciano Massaferro, condannato definitivamente a sette anni e otto mesi per violenza sessuale ai danni di una chierichetta undicenne. La sua riduzione allo stato laicale è stata respinta. Contrario lo stesso Olivieri. Ma per capire basta visitare alcune delle 162 parrocchie della diocesi. Magari con Francesco Zanardi. Lui stesso da bambino vittima di violenze da parte di un sacerdote e oggi alla guida della “Rete l’abuso” che ha denunciato decine di pedofili. Fino a pochi mesi fa nella parrocchia di Pietra Ligure era possibile assistere alla messa di don Luigi, condannato in primo grado a quattro mesi con l'addebito di favoreggiamento personale di un pedofilo. Avrebbe, secondo l’accusa, sconsigliato la madre di una bambina di denunciare l’uomo che molestava sua figlia. La frase incriminata: “Una denuncia è contro la Chiesa”. Basta? No, nella stessa chiesa celebrava don Italo che, ricordano le cronache del giornale ticinese Il Caffè, in Svizzera era stato condannato “per atti sessuali con fanciulli”. Anche lui ha continuato a lungo a dire messa. Perché? E perché si è

rifugiato nella diocesi di Albenga? A guardare don Italo sembra un anziano dall’aspetto mite. Un sacerdote stanco. Ma appena il cronista gli chiede della sua vicenda giudiziaria, il tono della voce cambia: “Non ne voglio parlare!”. Silenzio. Ecco la parola d’ordine ad Albenga. Fino al caso di don Francesco, parroco di Bor-

Le proteste a Roma Manifestazioni di protesta contro le reticenze del Vaticano sul problema pedofilia LaPresse

PER ANNI LA CITTÀ DEL DOMINIO SCAJOLANO, OGGI È DIVENTATA UN REFUGIUM PECCATORUM DEL VATICANO. TANTO CHE IL PAPA HA COMMISSARIATO LA DIOCESI

ghetto Santo Spirito. Pochi giorni fa dall’Uruguay è arrivato un ragazzo di ventinove anni. A Giovanni Battista Ferro –il pm di Savona che da anni segue le inchieste di pedofilia e che ha ottenuto le prime condanne – ha denunciato: “Don Francesco nel 2004 mi molestò”, ha raccontato denunciando i presunti misfatti di una missione della diocesi di Albenga in Sud America. Il sacerdote (non indagato) ha replicato: “Tutto falso. Quel ragazzo è stato denunciato per aver molestato una dodicenne”. Ma, sostiene Zanardi, della denuncia non ci sarebbero tracce. Una cosa è certa: un altro sacerdote della tormentata missione, un sudamericano anche lui accusato degli abusi, ha rischiato di essere ucciso pochi giorni fa. “Un tentativo

di rapina”, sostiene il prete. Ma la polizia, come ha scritto il quotidiano spagnolo El Pais, non è convinta. Da Guglielmo Borghetti –che aveva nominato don Francesco ai vertici della Caritas diocesana – un commento cauto: “Non ne so niente. Per quanto lo conosco io don Francesco è una persona buona e generosa e la sua nomina, come tutte le altre, è stata fatta sulla base delle conoscenze personali degli ultimi mesi”. IL VESCOVO commissariato,

Mario Olivieri si limita a dire: “Diocesi degli scandali? Qui c’è stata una sola condanna. È una ricostruzione giornalistica”. Accanto a lui il collaboratore don Alessandro. Sì, proprio quel sacerdote indagato per il saccheggio della biblio-


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Pulpito della vergogna Negli anni si sono ripetuti scandali: dai sacerdoti nudi su facebook a quelli che corteggiavano le fedeli fino a quelli condannati o indagati per violenze sui minori

Linea dura del Papa: commissioni, nuove norme ed espulsioni

SANTA SEDE

otto donne, nove uomini: dieci laici in totale, incluse due vittime di sacerdoti pedofili. Gli effetti del repulisti di Francesco appaiono immediati. Oltre al monsignore di Detroit, il pontefice argentino ha rimosso gli arcivescovi Robert William Finn (Kansas City), Rivera Plana (Paraguay) e agevolato le istruttorie in Vaticano su diversi prelati australiani. Accusa in comune: insabbiamento. Qu es t’opera di pulizia di Bergoglio è efficace e rigogliosa perché ha radici profonde, seppur spesso sottovalutate, che risalgono all’epoca di Joseph Ratzinger.

» CARLO TECCE

Non potevo aspettare 10 anni la sentenza ho patteggiato. L’accusa? Niente, come una sberla a un vigile. Solo incontri tra amici. Senza minori DON RENATO

M

onsignor John C l a y t o n N i e nstedt, titolare della diocesi di Saint Paul e Minneapolis, è l’ultimo arcivescovo che ha lasciato l’incarico perché incapace di proteggere i bambini da un sacerdote accusato di pedofilia e poi condannato. Il nome di Nienstedt s’inserisce in un lungo elenco degli errori e degli orrori. Il Vaticano teme che l’elenco sarà presto aggiornato. Papa Francesco ha più volte dichiarato che non esiste una “ragion di Chiesa”: il colpevole va punito, e pure chi non l’ha fermato. A giugno, Jorge Mario Bergoglio ha introdotto il reato di abuso d’ufficio per i vescovi che insabbiano le inchieste sui pedofili. E ha approvato una procedura che consente a tre congregazioni vaticane (che sono strutture di governo) di raccogliere le denunce. Per

accorciare i tempi fra l’indagine e la sanzione, Francesco ha ordinato la costituzione di una nuova sezione giudiziaria interna. Così s’è compiuta la strategia di Bergoglio, che già lo scorso dicembre ha presentato la Commissione per la tutela dei minori formata da 17 membri,

IL CONCLAVE ha eletto Ber-

All’estero

A partire da gennaio del 2002, il quotidiano The Boston Globe, parla della condanna a dieci anni di carcere a John J. Geoghan, un prete che aveva violentato un bimbo di dieci anni

La bufera a Boston

Basta coperture Chiesa senza abusi, giustizia, ma soprattutto basta con le coperture: questo chiedono i fedeli Ansa

teca dei Girolimini di Napoli. Lo scandalo che coinvolse anche Marcello Dell’Utri svelato da Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano. Anche don Alessandro è qui ad Albenga. Ma che cosa succede in questa Diocesi ai confini dell’impero, lontana dagli sguardi indiscreti? Ad alzare il velo con il cronista ci aveva provato don Carlo Rebagliati. Già, quel sacerdote savonese che con sincerità urticante non aveva mai fatto mistero della propria omosessualità, dei suoi “amori disordinati”, di essere sieropositivo (“Minori mai, giuro”). Quel sacerdote morto in circostante per qualcuno non chiare (l’inchiesta è stata archiviata). Don Carlo raccontava: “Dovete andare nelle saune gay di Nizza. Io lo so, purtroppo. Laggiù troverete tanti preti

di Savona e Albenga. La sera lasciano le parrocchie, i conventi; dismettono la tonaca e corrono in Francia. È una pena vederli, ridotti così dal bisogno di amore, dalla vergogna. E anche dal vizio”. DON FILIPPO BARDINI, uno dei

pochi sacerdoti che non hanno taciuto, racconta anche altro: “La vita in seminario di Albenga era un inferno. Dalle prime notti, quando tentarono delle avances, cercarono di capire se io avrei ceduto”. E riferisce di palpeggiamenti, di proposte non sempre discrete: “Ma io ho detto no e ci ho messo quindici anni a diventare sacerdote”. Il seminario, dove tutti gli studenti venivano da altre diocesi, magari dopo inciampi sul percorso: una strana “immigrazione” non sfuggita agli e-

missari del Vaticano. E Borghetti ha decimato i seminaristi: su 11 ben 7 sono stati convinti ad abbandonare gli studi. Perché? Difficile chiedere ai sacerdoti. Come nella Sicilia dei romanzi di Sciascia nessuno sa, nessuno vede, nessuno parla. E dalle carte dei processi, dai racconti degli investigatori emergono le passate pressioni della Curia per “calmare” le inchieste sui casi di pedofilia. Per riuscire a parlarne con un parroco bisogna darsi appuntamento allo svincolo dell’autostrada. In quella terra di nessuno tutta cemento. Arriva con una tuta e un berretto. Irriconoscibile. E racconta: “Il punto è che troppi di noi ci sono dentro. Fino al collo. Troppi, quasi a tutti i livelli, possono essere ricattati”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nella sola Boston in poco tempo finirono sotto accusa 89 sacerdoti e rimossi dall'incarico più di 55

Pulizia Il pontefice ha creato un nuovo tribunale per quei vescovi che hanno insabbiato i casi di abusi sui minori e ha creato un gruppo specifico per la tutela dei minori

L’inchiesta della Bbc

Nel 2006 la BBC ha trasmesso un documentario che accusava la Chiesa di coprire i sacerdoti coinvolti in abusi

Parroco accusato Papa Bergoglio fotografato insieme a don Francesco Zappella

goglio il 13 marzo del 2013. Il tema pedofilia era in cima agli interventi urgenti dei cardinali, e se n’era discusso parecchio durante le riunioni informali che precedono le riflessioni nella Cappella Sistina sotto gli affreschi di Michelangelo. Neanche un mese dopo l’elezione, Bergoglio ha incontrato il porporato tedesco Gerhard Ludwig Muller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Proprio in piazza del Sant’Uffizio, il teologo Ratzinger ha trascorso ventiquattro anni. Francesco ha riferito a Muller: “Confermo la linea voluta da Benedetto XVI, si agisca con decisione contro gli abusi sessuali”. Ratzinger ha dissodato il terreno, poi è toccato a Bergoglio. Per decenni, la Chiesa ha coperto prelati coinvolti negli scandali di pedofilia. Ma con il clamoroso arresto e la riduzione allo stato laicale di monsignor Jozef Wesolowski (scomparso qualche settimana fa), l’ex nunzio che adescava minorenni a Santo Domingo, s’è compresa meglio l’intenzione di Bergoglio: soltanto scovando il marcio dentro la Chiesa – senza silenziare i media – la stessa Chiesa potrà diventare pulita. E un ruolo di primaria importanza lo svolgono i vescovi. Bergoglio ha anche scritto una lettera a tutti i presidenti delle conferenze episcopali, a tutti i superiori degli ordini religiosi proprio per incentivare il controllo nelle diocesi e per “sanare la piaga degli abusi”. Francesco è il pontefice che ha chiesto perdono per gli abusi sessuali commessi dal clero. Un perdono difficile da ottenere: “Sono cicatrici che restano per tutta la vita”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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